La Riproduzione
della Vegetazione
a cura di Fabrizio Sbrugnera, dalle Giornate Fiorentine 2004

 

PREMESSA
La riproduzione della parte paesaggistica e nel presente caso della vegetazione, è condizionata da vari fattori. La concezione di “plastico ferroviario” si configura nella mente dei modellisti in varie soluzioni e si distinguono essenzialmente in tre categorie.
- Il modello del treno” . Per coloro per cui il plastico è un “tavolato” su cui far circolare i propri modelli dando poca, o addirittura nessuna importanza all’aspetto paesaggistico.
-Il plastico del figlio”. Così voglio simpaticamente chiamare coloro che desiderano avere un ambiente su cui far “girare” il treno ma che danno media importanza al paesaggio ricorrendo spesso, per vari motivi, all’utilizzo di materiale prettamente commerciale.
-La foto della realtà”. E’ la categoria “estrema”, il modellista che cura all’inverosimile ogni particolare e lavora con lente d’ingrandimento e fotografia in mano.

Noi non prenderemo in considerazione il primo caso e nemmeno il secondo, mentre al terzo lasciamo ……….“il mal di testa” ….. e allora di cosa parliamo??!!
C’è una via di mezzo (dove, come dice il proverbio, sta sempre il giusto) tra il secondo ed il terzo caso che permettetemi di definire simpaticamente “lo smanettone” e di lui ci occuperemo.
Costruirsi il possibile per la soddisfazione di verificare le proprie capacità ma anche per risparmiare qualcosina da poter investire in altro materiale è lo stimolo che porta a livelli sempre maggiori. S’inizia con l’albero per passare all’edificio e poi al rotabile e, per i più accaniti, ai mezzi di trazione ed al materiale d’armamento che sono i binari e deviatoi. Lo smanettone s’ingegna nell’utilizzo di materie prime a volte assurde ma che portano a strabilianti risultati. Con questo master non ho certo l’assurda pretesa di trasformarvi in smanettoni, sempre che già non lo siate, ma semplicemente dimostrarvi che fermodellismo significa non solo modelli da orefice bensì un hobby alla portata di tutti, anche di chi si ritiene una frana nel bricolage o di ragazzini che non hanno possibilità economiche berlusconiane !!
Ringrazio l’organizzazione delle “Giornate Fiorentine” per l’invito rivoltomi e premetto che “NON” sono un maestro ma un semplice fermodellista che vuole mettere a disposizione di tutti la propria esperienza e scusate se alcuni argomenti possono essere già noti ma “quello che sa tutto” deve ancora nascere.
Buon divertimento.
P.S. Le descrizioni sotto riportate si riferiscono a lavori in scala HO ma non comportano alcun problema se vogliono essere realizzati in scale minori o maggiori dato che è solo una questione di riduzioni/maggiorazioni delle quote

LA “SCALA” DEGLI ALBERI
Vi sono due tipi di scala, una è quella che s’appoggia all’albero per potarne i rami……scherzo !!!
Facciamo i seri ed affrontiamo la tematica delle dimensioni in scala della vegetazione. Vi ricordate la seconda categoria sopra nominata, quella del “plastico del figlio” ? Sono i modellisti che adottano la scusa di costruire qualcosa per far divertire il figlio ed alla fine ne restano intrippati loro stessi. Esistono davvero e sono molto più di quanti immaginiate. Sono conosciuti per i loro acquisti sragionati e si ritrovano con una marea di materiale plurinazionale (se non addirittura multicontinentale) ma questo li rende estremamente simpatici perché affrontano il fermodellismo come un gioco. Parlando con loro della vegetazione da utilizzare sul plastico ti dicono che “gli alberi devono essere alti 10 al massimo 15 cm.” e che “l’accostamento tra un cactus ed un pino silvestre è bellissimo perchè vedi la differenza tra i due tipi”. Questa è la mentalità purtroppo stereotipata in una notevole percentuale di fermodellisti, causa anche la monopolizzazione dei produttori con alberi bonsai e le dimensioni delle attuali abitazioni che poco spazio cedono al plastico (lasciamo a parte il discorso coniuge) e quindi alberi in esatta scala non risultano compatibili con plastici ad ottovolante.
Già… “alberi in esatta scala”… Avete presente quanto è alta una betulla comune adulta? Varia a secondo della specie tra i 25 ed i 30 metri che in scala HO diventano tra i 28 ed i 34 cm. Si, avete letto bene, “28 e 34 cm.” che ben poco hanno a che fare con i miseri 10 max 14 cm. delle produzioni industriali !!! Quindi nel vostro plastico avete riprodotto un bosco di piante bonsai. Non parliamo poi delle conifere (abete rosso, abete nobile, ecc…), che in composizioni boschive arrivano tranquillamente a 45/50 metri d’altezza, quindi 51/57 cm. in HO !!!
Avrete notato che ho parlato di scala HO dove s’inizia ad avere problemi con gli spazi, ma ciò giustifica ancor meno la scala N dove il vizio “effetto bonsai” è ancor più diffuso.
A seguito vi riporto una tabella delle altezze di alberi comuni nei nostri paesi e relativo rapporto in scala.

SPECIE
H MAX IN MT.
SCALA N IN CM.
SCALA HO IN CM.
QUERCIA BIANCA – Quercus alba 35 21,8 40,2
BETULLA PAPIRIFERA – Betula papyrifera 30 18,7 34,4
CASTAGNO COMUNE– Castanea sativa 30 18,7 34,4
FAGGIO COMUNE– Fagus sylvatica 40 25 45,9
ROBINIA– Robinia pseudoacacia 25 15,6 28,7
FRASSINO COMUNE– Fraxinus excelsior 40 25 45,9
PIOPPO BIANCO– Populus alba 30 18,7 34,4
CIPRESSO ITALIANO– Cupressus sempervirens 50 31 57,4
ABETE BIANCO– Albies alba 40 25 45,9
ABETE ROSSO– Picea abies 50 31 57,4
PINO DOMESTICO – Pinus pinea 20 12,5 22,9
OLIVO – Olea europaea 10 6,2 11,4

Come capirete l’altezza rapportata in scala non è applicabile per i plastici comuni ma anche qui la via giusta è nel mezzo. Se state invece pensando a realizzare un diorama allora è consigliata l’esatta scala, dato che non dovete confrontarvi con curve in vista o altre dimensioni che obbligano a compromessi. Purtroppo vi è anche un altro importante elemento che sconvolge l’ottica d’insieme dei plastici; si tratta degli edifici commerciali. Avvicinando un albero in esatta scala ad una comune villetta, prodotta da una delle tante ditte settoriali, salta subito all’occhio la netta sproporzione, dato che quasi tutte le riproduzioni commerciali non rispettano assolutamente il rapporto di riduzione imposto ma comprimono notevolmente l’insieme. A tale problema vi è un’unica soluzione… l’autocostruzione degli edifici, e questa (Ndr: già proposta l’anno scorso, con la tecnica del cartoncino, proprio ai Master ASN) potrebbe essere spunto per un ulteriore prossimo corso.

INIZIAMO… DAL BASSO
L’albero è una fra le ultime cose da posare sul plastico dato che si inizia dalla base e cioè dalla vegetazione bassa o meglio l’erba. La riproduzione dell’erba è un crucio per molti modellisti ed anche qui si deve stabilire il livello finale a cui si mira. Il metodo più semplice è quello della “segatura colorata”. Da qualsiasi falegname potete reperire della segatura che setaccerete con vari colini fino ad ottenere la granulometria a voi più consona.
A questo punto setacciate con un colino a maglia finissima (tipo quelli del tè) per togliere la polvere di segatura che altrimenti tenderebbe a raggrumare il materiale. Per tingere il tutto si possono usare vari metodi (tempera, coloranti concentrati, ecc.) ma personalmente vi suggerisco di immergere la segatura in un barattolo contenente acqua calda in cui avete precedentemente disciolto una o più bustine di mordente per legno. Tale colorante si trova nei colorifici o belle arti e si presenta come una bustina del tè. E’ disponibile in svariate tonalità di colore (compreso naturalmente il verde, il giallo, il blu, ecc.) ed è mescolabile a secco (cioè prima di scioglierlo nell’acqua) permettendo di ottenere le tinte desiderate. Lasciate tutto a mollo per 24 ore, agitando energicamente ogni tanto, e quindi scolatelo in un colino o, se la moglie vi minaccia di morte, in un normale straccio. Lasciate asciugare per alcuni giorni ed è pronta l’erba economica e senza particolari esigenze.
Diverso invece è il discorso se si vuole affrontare un livello superiore di realismo. “L’erba diritta” è il famoso crucio di cui parlavamo prima e purtroppo le soluzioni non sempre sono alla portata di tutti. Il materiale base è la classica fibra commercializzata da varie ditte sia sciolta che in formato tappetino. Nel primo caso si pone il problema di come piantarla “diritta” e qui entra in gioco la famosa elettrostatica. E’ un attrezzo che genera una scarica elettrostatica in grado di caricare le fibre e quindi attirarle verso l’alto al momento della posa che avviene su un velo di colla. Tale generatore purtroppo non è facilmente reperibile ed ha un costo non indifferente. Per chi conosce l'elettronica vi sono dei progetti che permettono l’autocostruzione ma il secondo problema riguarda la colla da usare; deve essere a rapida essicazione, altrimenti decade l’effetto di carica elettrostatica, e trasparente per non veder il giallastro sul fondo. La seconda opportunità consiste nell’acquisto di tappetini già pronti da ritagliare ed applicare a settori con normale colla vinilica. Anche per i tappetini vi sono diverse tipologie: alcuni hanno una base di supporto delle fibre fatta in carta che non consente un ottimale adattamento alle superfici irregolari quali colline o rilievi sconnessi. Esistono anche tappetini con una base retinosa ma che crea una altezza notevole dell’insieme, difficilmente raccordabile al resto della vegetazione o peggio del terreno naturale (cioè terra viva) ed inoltre la composizione delle fibre è creata da un insieme di colori non sempre piacevoli (in alcuni casi vi è inserito addirittura il blu). Attualmente vi è una ditta che produce in Italia dei tappetini a tinte reali e con una base trasparente e facilmente applicabile anche a terreni irregolari ed in varie stagioni ed altezze dell’erba, quindi indicata anche per le scale N e Z.
Tutto questo non deve comunque scoraggiare lo smanettone perché si può ovviare con altri trucchi.
Analizziamo il sistema di posa dell’erba e dell’insieme che forma anche la media vegetazione, cioè i cespugli e l’incolto. L’errore più frequente è quello di posare le due cose a stadi successivi , prima l’erba e poi i cespugli e l’incolto, in quanto si deve ripassare la colla a piccole zone sopra l’erba per applicare la media vegetazione. Seguite invece le successive fasi per ottenere un risultato ottimale.
- Coloritura della base in marrone ad imitazione della terra di fondo.
- Se invece si vuole un risultato superiore si prepara una miscela di sabbia marina finissima (Lignano Sabbiadoro, Bibione e coste della Romagna …. occhio che sono proprietà dello Stato), colla vinilica, tempera marrone ed acqua fino ad ottenere un impasto che può variare in base alla quantità di acqua, piuttosto che di sabbia, tra un terreno fangoso ed uno estremamente arrido. Stendete un velo sottile di colla vinilica e quindi modellatevi sopra l’impasto ottenuto. Potete creare terreni da coltivazione, strade sterrate, e quant’altro la vostra fantasia vi suggerisce..
- Ora, sopra alla vostra base di semplice tempera marrone o di impasto modellato, passate un ulteriore velo leggermente abbondante di colla vinilica e piazzate i cespugli ed i fiocchi piccoli o medi (reperibili in commercio da vari produttori).
- Con la sabbia finissima o con la segatura tinta in marrone (imitazione del terreno vivo) oppure ancora con il ghiaino (commercializzato da varie ditte) potete create i sentieri di camminamento o zone diserbate. Se avete utilizzato l’impasto di base potete ottenere lo stesso effetto lasciandolo a nudo (senza colla).
- Subito, con l’aiuto di un colino, cospargete il tutto, anche sopra la vegetazione media, con l’erba precedentemente ottenuta dalla segatura o con le fibre. Se state lavorando su un piccolo diorama picchiarellatelo ai lati facendo così penetrare l’erba anche sotto la vegetazione media.
- Lasciate asciugare bene la colla (almeno 24 ore) ed aspirate l’eccedenza. Pian piano si svelerà la vostra creazione in tutti i suoi contorni e colori.

I CIUFFI
Un particolare di semplice realizzazione e di notevole resa finale è il classico ciuffo che riproduce il canneto piuttosto che l’incolto.
Procuratevi due listelli lunghi circa 25/30 cm. e con almeno un lato da 3 cm. Fate combaciare i listelli sui due lati da 3 cm e, con l’aiuto di due viti (praticate prima un piccolo foro guida) uniteli agli estremi.

Interponete fra i due listelli delle strisce di canapa, tipo quella usata dagli idraulici per le guarnizioni, facilmente reperibile in qualsiasi “fai da te”, e serrate il tutto con le due viti. Tagliate l’eccedenza di canapa che fuoriesce dai due lati lasciando circa 1cm. di eccesso ogni lato e con una pistola per colla a caldo bordate la canapa su ambedue i lati.

Aprendo i due listelli ottenete una fascia incollata alle due estremità. Tagliatela sulla mezzaria ed immergetela per 24 ore in una soluzione di acqua e colorante (vedi descrizione per la tintura della segatura).

Otterrete così due file di ciuffi che potrete tagliare a vostro piacere in larghezza ed altezza.

L’unica accortezza sarà nel mimetizzare bene la base formata dalla colla a caldo con l’uso di fiocchi o erba. Si può anche sostituire la colla a caldo con altro tipo di collanti per diminuire lo spessore della base ma il tempo d’asciugatura sarà notevolmente superiore.

“TELOXIS ARISTATA” …. QUESTA SCONOSCIUTA
La Teloxis Aristata è una pianta tipica dei Paesi nordici, in particolar modo l’Olanda, di facile coltivazione se…. abitate là, altrimenti di difficile coltivazione per noi italiani. Ciò che blocca la crescita di questa pianta non è unicamente attribuibile al clima ma anche al tipo/composizione di terreno. Da prove effettuate si è ricavato uno striminzito arbusto alto pochi centimetri e molto più spoglio di quello importato, ma nulla toglie ad invitarvi ad effettuare voi stessi delle prove con le relative semenze.
Quello che invece affrontiamo ora è il trattamento da riservare a questi cespugli per ottenere dei stupendi alberi. Ho parlato di cespugli perché è così che si presenta la confezione reperibile dall’importatore di tale materiale. Aperta la scatola vi troverete di fronte dei cespugli a forma di bouquet ; iniziando dalla base e con l’aiuto di un piccolo tronchesino, taglieremo alla base le diramazioni senza intaccare il ramo principale. Le stesse diramazioni sono poi formate da un ramo principale ed altre diramazioni ed anche in questo caso il procedimento sarà lo stesso. Noterete che la teloxis è una pianta fragile ed essendo essiccata può facilmente rompersi in vari punti; per contenere queste rotture si consiglia d’inumidire con uno spruzzino (tipo quello per i fiori) irrorando bene il cespuglio con acqua. Lasciate riposare qualche decina di minuti e proseguite nella separazione dei rami. Se non rovinate i rami principali otterrete da essi degli alberi di notevoli dimensioni, mentre tutto il resto verrà utilizzato per alberi di ottima dimensione. La forma potrebbe in un primo momento preoccuparvi dato che sono prevalentemente curvi alla base ma in seguito vedremo come ovviare a tale problema. A questo punto, cioè a separazione dei vari rami ultimata, passiamo alla pulizia degli stessi. All’interno di ogni rametto vi è una quantità di foglioline che devono essere tolte con l’aiuto di una pinzetta lunga staccandole non con movimento perpendicolare al tronco bensì con un movimento parallelo al tronco stesso, prendendole alla base, altrimenti la fogliolina si spezza a metà (raddoppiandovi il lavoro). Abbiamo detto che la forma dei ramoscelli è prevalentemente curva alla base ed in punta ed a questo punto s’inizia a selezionare le forme a secondo del tipo d’albero che vogliamo riprodurre e che possiamo distinguere essenzialmente in tre possibilità; albero a forma prevalentemente tondeggiante (quercia, platano, noce,ecc.), albero a forma affusolata (betulla, ontano, ecc.) e cespugli di varia forma.

Albero a forma tondeggiante.
- Selezionate i ramoscelli con chioma circolare, tronco poco ricurvo e possibilmente con punta ricurva.
- Eliminate la punta (ma non gettatela) ad un’altezza che consenta di arrotondare l’aspetto globale
- Se non lo avete già fatto, procedete alla pulizia delle foglioline interne
- Deponete il ramoscello facendo attenzione che non si agganci ad altri

Albero a forma affusolata.
- Selezionate i ramoscelli con chioma affusolata, tronco ricurvo e con punta diritta.
- Eliminate la parte di tronco con maggiore curvatura badando a lasciare uno spazio senza rametti di almeno
3 - 4 cm. eliminando eventualmente dei rametti alla base se l’altezza del ramoscello lo consente. Si può conferire un aspetto realistico alla base del tronco, tagliando i ramoscelli a pochi millimetri di lunghezza, imitando il taglio per potatura.
- Se non lo avete già fatto, procedete alla pulizia delle foglioline interne
- Deponete il ramoscello facendo attenzione che non si agganci ad altri

Cespugli di varia forma.
- Le punte ricavate dagli alberi tondeggianti e tutto ciò che vi risulta troppo ricurvo o compresso si utilizza per cespugli bassi o creazione di altri alberi.

Fogliame.
Per il fogliame si possono utilizzare svariati tipi di materiali a secondo dell’aspetto finale che si desidera ottenere.
La segatura tinta in precedenza può imitare egregiamente ed economicamente le foglioline , mentre i fiocchi danno un aspetto più “vaporoso” alla chioma.
La scelta dei colori sarà conforme al tipo, quindi per una betulla tenete tinte chiare, mentre per una quercia si consiglia di tingere prima il ramoscello con una bomboletta spray in colori grigio/marrone e quindi applicare un fogliame a tonalità medio/scura. L’osservazione della natura è comunque il fattore più importante, studiate le tinte nelle varie stagioni e le forme che la Teloxis vi permette di riprodurre e sperimentate con vari accostamenti. Un plastico o diorama ambientato in una stagione autunnale, con tinte rossastre, arancioni e gialle, può essere più coinvolgente di uno primaverile limitato al verde vivo.

Applicazione.
Per fissare il fogliame, indifferentemente dal tipo scelto, si utilizza una colla spray e NON una colla vinilica. La colla spray (su prove effettuate consiglio la Bison, per trasparenza, praticità d’uso e tenuta nel tempo) ha la caratteristica di poter essere “direzionata” e di non formare aglomerati, cosa non possibile con l’immersione in colla vinilica, per quanto possa essere diluita. Anche l’uso della colla vinilica con uno spruzzino è sconsigliabile dato che per poterla nebulizzare deve essere molto diluita, perdendo in potere adesivo.
- Si consiglia d’indossare vestiario “da combattimento” e di operare in ambiente arieggiato dato che la colla spray è molto volatile e si deposita nel raggio di circa un metro su ciò che ci circonda.
- Proteggete le mani con guanti e spruzzate la colla alla periferia del tronco, evitandolo, e facendo lentamente ruotare il ramoscello. Se la colla è troppo abbondante si forma una colorazione biancastra ma non vi preoccupate perché verrà assorbita dal fogliame. Quello che dovete evitare è il gocciolamento perché potrebbe intaccare il tronco che si riempirebbe inverosimilmente di foglie.
- In un contenitore di cartone (scatola scarpe o simile) preparate il fogliame all’interno di un colino e cospargete il ramoscello.
- Con l’aiuto di un piccolo pennello a spatola pulite il tronco dalle foglioline che vi possono rimanere attaccate.
- Infilzate il ramoscello su un polistirolo (attenzione che non sia troppo denso altrimenti il tronco si spezza)
- Lasciate asciugare per 24 ore ed il vostro albero è pronto.
Lo stesso procedimento potete adottarlo per i cespugli, con la differenza che, non avendo un tronco robusto, andranno appoggiati su una superficie lucida (cellophane, vetro o simile) onde evitare l’incollatura alla stessa.

Creazione di altri alberi.
La Teloxis è come il maiale… non si butta nulla!
Ricordate i rametti che abbiamo eliminato dalla parte bassa del tronco?
Bene, procuratevi dei ramoscelli essiccati di timo, oppure durante le camminate in montagna cercate degli arbusti che possano somigliare dei tronchi in miniatura, e praticatevi, con l'aiuto di un minitrapano dei forellini. Con pazienza (ingrediente non ancora menzionato, ma sicuramente il più importante di tutti!) immergete la base dei ramoscelli di Teloxis in una ciottolina, dove avete versato colla vinilica leggermente diluita in acqua ed infilateli nei forellini.
Con questa tecnica, a seconda dell’inclinazione che darete al foro (e quindi al relativo ramoscello infilatovi), della posizione e della quantità dei ramoscelli e del fogliame utilizzato, potrete riprodurre svariati tipi di piante ed ancora una volta la natura è la migliore maestra; osservatela con attenzione.

IL FILO DI RAME
La tecnica del filo di rame, nonostante richieda molto tempo, è forse una fra le più diffuse tra i modellisti e permette d’ottenere notevoli risultati.
Vediamo passo a passo come fare.
- Procuratevi degli spezzoni di cavo elettrico (fortunati coloro che hanno amici o parenti elettricisti) e sguainate solo i primi 3 cm che, con l’aiuto di un saldatore, provvederete a prestagnare. In questa fase potete anche affogare una barretta filettata (M3 o M4 è sufficiente) nel tronco e lasciarla sporgere qualche cm. così da creare un sistema di fissaggio ad albero terminato
- Con un cutter incidete su tutta la lunghezza della guaina e toglietela completamente dal cavo.
- Serrate la parte stagnata in una morsa o, in mancanza di questa, tenetela stretta con una pinza.
- Attorcigliate per pochi cm. il cavo e quindi dividetelo in tre fasci, due di consistenza maggiore ed uno con minor numero di fili.
- Continuate ad attorcigliare facendo in modo che il fascio più piccolo resti serrato fra i due maggiori e formi il primo ramo fuoriuscente dal tronco. Questo sistema permette di bloccare il ramo che altrimenti si sfalderebbe dal tronco.
- Continuate con questa sequenza fino ad arrivare alla cima del cavo.
- Lo stesso trattamento riservatelo anche ai rami minori.
- Con un tronchesino “potate” i vari rami e rametti a secondo della forma che volete dare all’albero e qui scoprirete la vostra dote di giardiniere.
- Sagomate i rami sempre in base alla forma desiderata. Ancora una volta la natura vi sia d’esempio.
A questo punto dobbiamo rivestire il tronco e la ramificazione maggiore e vi sono vari metodi.
- Stucco per metalli. Lo trovate dai carrozzieri o in colorifici ben forniti. E’ di pratico utilizzo ma anche costoso.
- Nastro autoserrante. Lo usano (e solitamente lo vendono) i fioristi per le composizioni floreali e si trova in vari colori. Avvolgete prima i rami maggiori e poi il tronco. Con un pennello ricoprite il tutto di colla vinilica tinta nella tonalità desiderata e mescolata con un po’ di sabbia finissima (vedi Iniziamo dal Basso)
- Imbevete delle striscioline di cartacrespa marrone (la trovate in cartoleria o bellearti) in colla vinilica diluita con acqua ed avvolgete prima i rami maggiori e poi il tronco.
Colorate con una bomboletta spray tutto l’albero e passate all’applicazione, tramite colla spray Bison, del fogliame.
Se il cavo utilizzato è composto da molti fili, otterrete un albero con molte ramificazioni che vi permetteranno di supportare facilmente il fogliame in fiocchi . Viceversa, con pochi rami, dovrete creare una chioma utilizzando licheni (con un risultato economico ma poco realistico) oppure fogliame su reticella o conglomerato(reperibile in commercio da vari produttori)

IL FILO DI RAME - VARIANTE
Sempre dai fioristi si trovano dei fili metallici rivestiti in tessuto che possono sostituire il cavo di rame con il vantaggio di non essere liscio, di non lasciare tracce di lucentezza in caso di scarsa colorazione/rivestimento e di assorbire bene il materiale di rivestimento, qualunque sia.
Lo svantaggio si ha nella scarsa ramificazione e nel costo superiore ad un normale cavo elettrico.


Fabrizio Sbrugnera