= Model Expo Italy 2010 =

La piu' grande manifestazione italiana del settore ha chiuso i battenti
con un grande successo di pubblico e di espositori. Anche quest'anno
ha superato le presenza dell'anno passato di circa il 10 per cento e cio'
e' di buon auspicio per il futuro e significa che, forse, la grande crisi sta
per essere superata e si ricomincia a guardare avanti e a fare ancora dei
nuovi progetti. Alto anche il livello degli espositori, sempre piu' a livello
"europeo", infine, decisamente centrato l'abbinamento con l'elettronica.

Grande, grande e ancora grande!!! "Model Expo Italy 2010", e' sicuramente la fiera del modellismo piu' grande e completa che noi possiamo desiderare e, sicuramente la piu' grande esposizione di modellismo italiana. Oramai siamo stati in ogni fiera europea e abbiamo visto come sono le fiere piu' importanti di ogni Nazione e possiamo ben dire che per gli spazi che sono disponibili, la Model Expo Italy potrebbe diventare la piu' grande fiera europea del settore, ma qui entriamo in scena noi che non siamo cosi' tanti quanti i tedeschi o i francesi; questo e' l'unico limite che vedo, ma la location e' la migliore di tutte. Per fare un paragone informatico e immaginando che la fiera, con le sue strutture, sia un computer e noi che le diamo vita, il software, direi che la fiera di Verona potrebbe essere un supercomputer con capacita' infinite ma che non ha tutto il software a disposizione che essa potrebbe far "girare". Ebbene si, il problema a questo punto siamo noi, che dovremmo essere di piu' e piu' attivi, pero', a nostra discolpa, abbiamo anche molte attenuanti, per esempio un clima, anche invernale, decisamente migliore di tedeschi, inglesi e francesi che ci porta a seguire attivita' al di fuori di casa in ogni mese dell'anno, al contrario dei nostri amici fermodellisti di oltralpe che per uscire devono spalare metri cubi di neve per almeno cinque o sei mesi all'anno.

Quando ci mettiamo a fare i modllisti, pero', noi siamo decisamente bravi e probabilmente battiamo tutti per capacita' e fantasia anche se siamo meno di loro per numero. Ho detto che siamo meno di tedeschi e altri, comunque quest'anno di gente ce n'era veramente tanta in fiera, si "sentiva" che eravamo di piu' dell'anno scorso e, a suffragare questa sensazione positiva e' arrivato puntuale il comunicato stampa della direzione fiera che recitava testualmente:


MODEL EXPO ITALY ED ELETTROEXPO 

AUMENTO DEL 10% DEI VISITATORI ORA A QUOTA 55 MILA

Presenze in decisa crescita e appassionati che hanno fatto acquisti sin dalle prime ore del sabato, confermano che il modellismo e l’elettronica sono settori che tirano.  

Aumentati gli espositori del 16.5% sul 2009.

Verona, 8 marzo 2010

Crescita del 10% dei visitatori saliti a quota 55 mila per la 6^ edizione di Model Expo Italy, la più grande rassegna italiana dedicata al modellismo statico e dinamico e la 42^ di Elettroexpo, fiera dell’elettronica e radiantismo, terminate ieri sera a Veronafiere, dopo un weekend dedicato a professionisti, appassionati e principianti. Due rassegne che hanno confermato di non sentire la crisi, sia perché sono stati numerosi i visitatori che sin dalle prime ore del sabato hanno fatto acquisti, sia per l’incremento registrato sul fronte degli espositori e metri quadri.
Un risultato raggiunto grazie anche alla forte collaborazione con gli espositori, le testate di modellismo e le associazioni a vario titolo presenti, che hanno permesso agli appassionati di assistere ad esibizioni eccezionali contribuendo a fare di Model Expo Italy la fiera di riferimento a livello nazionale e seconda in Europa.
La 6^ edizione di Model Expo ha registrato infatti  nei  4 padiglioni espositivi (4,5,6,7) e 5 mila metri quadrati di aree esterne, la presenza di 262 espositori ( +16.5% rispetto la scorsa edizione) di cui 11 esteri da Germania, Francia, Austria, Slovacchia e San Marino, tra aziende produttrici leader del settore, associazioni, grossisti italiani ed europei e dettaglianti che hanno registrato una notevole vivacità negli acquisti delle ultimissime novità del mercato. Elettroexpo si è svolta invece nei padiglioni 2 e 3 ed ha rappresentato un ottimo binomio con Model Expo. Il totale degli espositori diretti delle due manifestazioni è stato di 388 (+4% sull’anno precedente).


La sensazione era saldamente veritiera, quindi. Bene, ora entriamo nel vivo della manifestazione e vediamo assieme questa magnifica carrellata di treni e impianti modulari in tutte le scale e sempre piu' raffinati nella loro esecuzione. Per fare una cosa ancora migliore, mi ero regalato pochi giorni prima una meravigliosa macchina digitale dell'ultima generazione, una splendida Canon digitale che prometteva cose dell'altro mondo dall'alto dei suoi 12 milioni di pixel... Beh, non avendo avuto molto tempo nei giorni precedenti la fiera, non ho avuto modo di provarla prima e ho rimandato la sua conoscenza e la sua inaugurazione proprio per la fiera di Verona; non l'avessi mai fatto! La mia nuova Canon e' decisamente una macchina complicata per chi non l'avesse mai vista prima, mille regolazioni e mille controlli; anche mille automatismi, se vogliamo, ma se non si e' cosi' esperti da sapere quali usare, il risultato non ne beneficia sicuramente. In compenso ho fatto cosi' tante foto, un giga o poco piu', che, alla fine, le superrstiti della grande pulizia che ho dovuto fare, sono ancora abbastanza per il nostro tradizionale articolo. Naturalmente mi perdonerete se, questa volta, in qualcuna di quelle che ho pubblicato ho "cannato" la profondita' di campo o qualcun'altra e' lievemente "mossa", quest'ultima cosa in qualcuna di esse e' stata determinata dai lunghi tempi di esposizione e il diaframma aperto al massimo oltreche' dalla mia ostinazione di non usare mai il flash. Ora, a distanza di pochi giorni dalla fiera, l'ho testata a fondo e ora la conosco bene e devo riconoscere che non sarebbe stato difficile fare foto migliori, solo se avessi avuto il tempo di fare le prove su vari soggetti e con varie intensita' luminose, prendendo la necessaria confidenza con essa; pazienza, le prossime saranno sicuramente di altro livello.

Bene, entriamo nel merito del Model Expo partendo dallo stand dello scrivente. Presentavo, per la prima volta in Italia, due nuovi modelli, esposti prima solo alla fiera di Norimberga. Si tratta del locomotore trifase E.432 e dell'autotreno rapido di lusso ATR.100 nella sua terza versione, quella grigio nebbia e verde magnolia, ambedue in scala N. Naturalmente ad accompagnare queste due novita' assolute c'era anche tutto il resto, sia in scala H0 che in scala N, ma per non rubare spazio e tempo ai lettori che gia' conoscono la produzione di Locomodel, rimando gli altri al sito ufficiale di queste produzioni. Qui di seguito potrete vedere solo le due novita' a cui aggiungo anche il E.554 che ha sempre fatto ottima compagnia al E.432.

Ecco, a conferma di quel che ho scritto a proposito della confidenza che bisogna raggiungere con la propria fotocamera, queste tre foto le ho eseguite dopo il mio ritorno da Verona, naturalmente con la stessa macchina; noterete sicuramente una certa differenza con le altre di questo articolo, diciamo che cominciamo a capirci... a dire il vero ne ho fatto anche un'altra di foto, quella relativa al Binato Breda (ALn 448 + Aln 442) che avevo egualmente portato ed esposto a Verona, quindi, per completezza di informazione, inserisco anche quest'ultima.

Al mio fianco, sul lato destro, un bravissimo modellista veronese, Paolo Righi, presentava un plastico dedicato alla ferrovia Retica, piccolo, ma strepitoso per dovizia di particolari e cura certosina per ogni cosa vi fosse; eccezionale la cura nell'illuminazione di ogni cosa, fissa o mobile che fosse! L'epoca riprodotta era quella ante elettrificazione, quindi il materiale motore era esclusivamente rappresentato da quelle piccole vaporiere cosi' romantiche che sono quasi il simbolo di una ferrovia che abbiamo irrimediabilmente perduto. Eccone alcune foto affinche' anche voi possiate bearvi nella pace che questo quadretto di vita quasi ottocentesca riesciva a trasfondere nell'osservatore.

A seguire c'era il gruppo CMP che presentava il modello di uno stupendo ponte in cemento e acciaio della Direttissima e un altrettanto dettagliato diorama minerario operativo. Due notevoli riproduzioni che facevano rallentare o fermarsi chiunque ci passasse davanti. A tal proposito pensavo a quanto sia importante il partecipare alle fiere del settore per tutti gli appassionati, perche', diversamente, queste cose cosi' belle resterebbero ad esclusivo appannaggio del solo gruppo che le ha realizzate e non esisterebbe assolutamente condivisione alcuna.

C'era anche un altro bel diorama nel nostro padiglione, proprio bello, sapientemente rifinito, dai colori caldi, tipici di una bella giornata assolata.

Nel corridoio dietro al mio stand i ragazzi dell'Associazione Ferrovie Siciliane esponevano modelli che, pur riguardando il mondo dei treni in miniatura, sconfinavano in un'altro grande oceano di appassionati, quello dei modellisti navali. Nel loro caso il collegamento tra i due mondi modellistici e' semplice e naturale, infatti essi sono dediti a riprodurre i traghetti delle FS, quelli che fanno la spola dalla Calabria a Messina. E' entusiasmante vedere quanto sono belli i loro modelli, riprodotti in ogni particolare sia dentro che fuori, ma non solo intendendo l'esterno dello scafo, bensi' intendendo anche la banchina di accoglimento della nave che deve trasbordare i treni in arrivo e in partenza dallo scalo. E' un settore molto interessante quando si prende coscienza di quali siano le problematiche inerenti questa attivita' molto particolare e, onestamente, senza osservare i loro modelli, mai avrei visto cosi' da vicino le strutture necessarie allo scopo, o per lo meno finora non mi era mai capitato di vederle, mettendo in evidenza un altro fattore di nobilitazione del modellismo, naturalmente quando esso sia espresso a questi livelli, il fattore culturale e di insegnamento che racchiude in se'. Non so quanto si possa imparare da una Play Station, certamente molto meno che partecipando ad una fiera come questa con gli occhi bene aperti e attenti a quello che non si conosce, con la volonta', poi, di ampliare le proprie conoscenze e soddisfare le proprie curiosita' approfondendo tutto cio' che si e' visto di nuovo, una volta tornati a casa.

Questi ragazzi sono bravissimi e riescono a fare opere veramente egregie nelle due scale piu' importanti e diffuse, la scala N con cui hanno iniziato questo filone modellistico, e la scala H0 che riguarda le ultime loro creature, queste ultime con dimensioni circa doppie rispetto alle prime. So che qualcuna di queste splendide navi sta per essere messa in vendita al fine di finanziare l'Associazione (costruire navi di questo prestigio non costa poco), quindi, chi fosse interessato, puo' rivolgersi presso l'Associazione stessa all'indirizzo http://www.a-f-s.it.

I gruppi, le associazioni e i clubs sono la linfa vitale del nostro hobby, senza di loro difficilmente si vedrebbero, o sarebbe addirittura impossibile vedere, opere gigantesche come gli immensi plastici modulari. Ognuno dei soci fa la sua parte che a volte e' assolutamente invisibile e non riconoscibile dai non esperti, ma tutti insieme danno vita ad opere compiute di altissimo valore tecnico e artistico.

Ho accennato ai plastici modulari non a caso; al model Expo Italy ce n'era una quantita', alcuni sono storici, altri piu' giovani, ma tutti egualmente interessanti per la loro capacita' di diffondere l'amore per la propria terra e divulgarne le caratteristiche piu' recondite. E' cosi' per i plastici portati dal sud ed e' cosi' per quelli, diversissimi, portati dalle nostre montagne del nord; ognuno di loro parlava della zona da cui provieniva nella stessa ed unica lingua che parliamo tutti noi fermodellisti, lingua comprensibilissima anche da uno svedese o da un cinese che condividesse le nostre stesse passioni, una lingua che si parla con gli occhi e con la passione per il treno e per la nostra terra.

Andiamo in ordine di scala, mi pare giusto che sia cosi', quindi cominciamo dal grande plastico modulare dell'ASN, l'Associazione Amici Scala N. In questi ultimi anni devo confessare che mi sono legato sempre piu' a questi ragazzi che, con una forza incredibile, stanno facendo conoscere e stanno diffondendo sempre piu' questa scala che e' tra le piu' piccole (1:160 per chi non lo sapesse), partecipando in forze alle piu' importanti manifestazioni sia in Italia che all'estero. Da anni ormai, li seguo perfino a Stoccarda dove, unitamente a gruppi tedeschi e di ogni altra nazione europea, sotto l'egida di INGANET, l'associazione che raccoglie tutti i clubs nazionali della scala N in un contesto mondiale, danno vita a tracciati modulari da record del mondo, avendo superato anche i 500 metri di moduli attaccati l'un l'altro, con una percorrenza di binari che, quindi, superava il chilometro! Ci pensate? praticamente 160 km di ferrovia reale dentro un padiglione! Per tornare al discorso che facevo dianzi sull'importanza dei gruppi, ripeto che solo con l'associazionismo si puo' arrivare a traguardi di questo livello. Passiamo in rassegna, quindi, questo plastico, ma, nel farlo, desidero che teniate a mente che state vedendo materiale in scala 1:160, cioe' una scala meta' dell'H0. Potrete poi, nel corso di questa stessa rassegna, confrontare quello che avrete visto che si puo' fare in scala N, paragonandolo con le altre realizzazioni che saranno tutte in scala doppia, cioe' l'H0. Complimenti a questi ragazzi speciali.

Gli appassionati dell'ASN sono un continuo fermento di costruzioni e, direi, anche di creazioni che poi, attraverso quello che viene identificato come Ennegozio, viene messo a disposizione di tutti i soci. Qui sotto vi voglio far vedere una meccanica per il E.626 di Mario Malinverno, realizzata da Carlo Maldifassi, ma anche le fotoincisioni realizzate dallo stesso Mario Malinverno, il ponte e i freni a disco utili per rifinire alcune macchine moderne. Interessanti anche i carri e le ricoloriture delle macchine Cargo di Claudio Bertoli, per finire con le fresature di Nino.

Per continuare a parlare ancora per un attimo di scala N, non si puo' assolutamente tralasciare l'importanza di questa storica ditta, la "RCR" che nelle figure di Maurizio e Stefano che ne sono i fondatori, ormai da decenni immemorabili sta diffondendo questa scala in Italia, sicuramente i primi a capirne le potenzialita' e lo sviluppo futuro; loro sono la "memoria storica" della scala N mondiale. Per tutti coloro che fossero intenzionati a intraprendere il modellismo in scala N o per coloro che nel proprio negozio stentano a trovare quello che cercano, sicuramente avranno soddisfazione rivolgendosi a Maurizio o Stefano, all'indirizzo email mcr160 @ libero.it (senza spazi)

Nello stand di RCR esponeva i suoi bei modelli anche "Pirata", marchio relativamente giovane, ma dalle ottime performances, che presentava la nuova collezione di carrozze e i locomotori E.402 Prototipo delle FS, naturalmente il tutto in scala N.

Davanti a loro uno stuolo infinito di plastici modulari riempiva l'immenso padiglione che ci ospitava. Plastici modulari che ormai hanno raggiunto dimensioni ciclopiche, plastici che abbiamo visto crescere man mano e che ora sono dei serpenti di dimensioni incredibili in cui treni di tutte le epoche corrono in ambientazioni realistiche assieme nell'annullamento del fattore temporale come i moduli stessi sono l'annullamento delle barriere e delle divisioni tra paesi, regioni e fedi di ogni tipo. I moduli, uniti uno assieme all'altro, sono la consacrazione dell'amicizia e della fratellanza ...se solo i nostri politici potessero far tesoro dell'aria che si respira in questo meraviglioso ambiente, che ben diversa Italia avremmo!

Cominciamo con il plastico modulare del gruppo E.656, nato molti anni or sono da un'idea nata in un forum di appassionati e che, modulo dopo modulo, oggi e' diventato quello che potete vedere nelle foto sottostanti

Proseguiamo con quello del club di Brescia, caratterizzato dal grande ponte di Paderno, stradale e ferroviario, sull'Adda e anche per qualche scenetta a "luci rosse". Un bel plastico, molto curato, di cui potete vedere gli aspetti salienti nelle foto sottostanti

Eccoci ora davanti al grande plastico modulare di DCCWorld/Fremo. Qui ci sarebbe da parlare una settimana su di questo gruppo, nato dalla connivenza di filosofie innovative applicate al modellismo ferroviario. Da un lato DCCWorld che raccoglie gli appassionati dell'applicazione di modernissimi sistemi di alimentazione digitali ai treni in miniatura e dall'altra Fremo, un concetto rivoluzionario, un po' talebano (intendendo con questo termine solo la loro estremizzazione), se vogliamo, di intendere il gioco con i treni applicando ad esso tutti quei crismi di autenticita' e realismo che lo fanno diventare quasi un lavoro presso un'amministrazione ferroviaria reale. Anche i loro moduli si differenziano da tutti gli altri, come potete ben vedere dalle foto. La loro linea e' a semplice binario, va da punto a punto, tutto e' comandato con sistemi digitali e perfino la circolazione dei treni e dei carri dipende da specifiche tabelle di marcia.

Adesso e' la volta del GFM. Il gruppo fermodellistico milanese e' uno degli storici gruppi su cui si fonda il fermodellismo italiano, anche il loro plastico era molto bello e si caratterizzava, oltre che per la realisticita' dei luoghi proposti, anche per grande tabellone degli orari dei treni con annessa anche la voce dello speaker che annunciava l'arrivo del treno e chiedeva di far attenzione e di non altrepassare la riga gialla... eravamo oltre il modulare, questo plastico si spandeva, con la sua voce, per tutto il padiglione.

Siamo arrivati davanti al grandissimo plastico del GFP, gruppo fermodellistico piombinese. Questo storico gruppo e' stato uno dei primi a girovagare per manifestazioni di grande interesse, facendosi quindi conoscere da moltissimi appassionati. E' un plastico formidabile di qualita' assoluta, un vero riferimento per chiunque si accinga a farne uno di nuovo oggi, gli spunti che offre sono infiniti ed a ogni metro c'e' da soffermarsi per ammirare decine e decine di particolari. E' chiaramente un "must" in ogni manifestazione a cui partecipi. Ecco qui sotto una serie di foto utili per constatarne la cura e la bellezza di ogni suo particolare.

Il gruppo di Mantova, storico anch'esso, a differenza dei "colleghi" gruppi presenti in fiera, ha scelto di riprodurre praticamente al 100% la stazione della loro citta', Mantova per l'appunto, con tutti gli annessi e connessi, quindi deposito, scalo e fasci di smistamento. Un bellissimo lavoro che abbiamo visto parecchie altre volte, ma che rivediamo sempre con piacere in quanto qui la fantasia non c'entra nulla e da questo impianto, direi tipico delle stazioni di media grandezza, l'osservatore puo' senz'altro capire come e' fatta nella sua intierezza una stazione e quali siano le parti che la compongono, oltreche anche quali siano le dimensioni necessarie allo svolgimento dei vari servizi che in essa si svolgono. Una ottima opera dai risvolti propedeutici sia al modellismo ferroviario, sia alla conoscenza della ferrovia e delle sue strutture.

Incontriamo adesso il gruppo di appassionati di Pistoia, intitolato a un nome leggendario per le ferrovie italiane: La Porrettana. Per chi non lo sapesse, e' doveroso dire che con il termine "Porrettana" si identifica la linea appenninica che, fino all'apertura delle gallerie "direttissime", era l'unico varco ferroviario tra Firenze e Bologna e prendeva il nome proprio da Porretta Terme che si trova sul tracciato. Una linea di importanza fondamentale nell'economia dei nostri trasporti tra nord e sud che ha conosciuto tanto vapore e anche la trazione trifase. Naturalmente al di la del nome, solo il ponte che vedete nelle foto sottostanti si riferisce espressamente alla linea Porrettana, il resto e' frutto della fantasia degli autori. Un bell'impianto, semplice e curato.

Siamo arrivati ad uno degli impianti piu' belli, curati ed ammirati soprattutto dai modellisti che queste cose le praticano e riescono a distinguere la cura e la meticolosa attenzione con cui il gruppo di Silandro (Alto Adige) ha costruito il proprio impianto. Qui non servono tante parole o ampollose presentazioni, questo e' l'impianto che ognuno di noi vorrebbe avere a disposizione per far andare i propri treni. Chi vede spesso gli impianti costruiti dagli amici tedeschi, cosi' curati in ogni dettaglio, qui ritrova immediatamente tutte quelle caratteristiche che ci fanno apprezzare tanto quegli impianti. Quest'anno mi e' piaciuta tantissimo la tripla a vapore, due macchine in testa e una in coda, che vi ripropongo nelle foto sottostanti. Bella la teleferica, bello il ponte, bella la chiusa, bello tutto.

Ed eccoci davanti al plastico modulare del gruppo di Verona, unito per l'occasione con il gruppo Fremo calabrese, che dire? Anche questo lungo serpentone di moduli era tra i migliori in assoluto, molte parti di esso le avevamo gia' viste, comunque le cose belle si guardano sempre volentieri, come quel magnifico Duomo o la cura per il particolare tipica dei gruppi Fremo. Al Model Expo Italy non c'era che l'imbarazzo della scelta; gli impianti splendidi non mancavano certamente, anzi, sarebbe stato difficile dire qual'era il migliore perche' tutti avevano qualcosa che gli altri non avevano e stabilire quali fossero le priorita' per decretare un vincitore sarebbe stata cosa assai ardua. Io, onestamente, non me la sarei sentita di nominarne uno solo, di fronte a tutto quello che vi ho fatto vedere, come avrei fatto? Credo che in quella situazione avrei proclamato tre o quattro vincitori ex equo. Bene, vi lascio alle foto di quest'ultimo impianto modulare.

Naturalmente c'erano in esposizione anche plastici di dimensioni piu' modeste, non tutti i gruppi erano formati da un numero di soci cosi' elevato da permettersi performances come quelle che abbiamo visto piu' sopra; ma piu' piccolo non significa meno d'effetto, a volte si incontrano realta' incredibili ove non si penserebbe mai. Questo e' il caso, per esempio, del gruppo di Rovigo, giustamente intitolato a Enrico Milan che, a Rovigo, viveva e aveva anche un negozio di modellismo ferroviario. Enrico Milan, di cui mi onoro di essere stato amico, fu sicuramente il piu' vulcanico trascinatore che abbiamo mai avuto in Italia, inoltre redigeva la grande rivista Italmodel Ferrovie e piu' tardi anche Treni&Plastici. Un grande, insomma, del nostro mondo; ora lui non c'e' piu', ma fa piacere il vedere che c'e' chi lo ricorda, mostrando anche alcune delle cose di cui lui era ideatore e promotore e che, per l'epoca segnavano grandi passi avanti, quasi delle reliquie per noi vecchi appassionati. Avremmo bisogno sempre di uno come lui...

C'era anche qualcuno che esponeva il suo plastico personale, costruito apposta in moduli di dimensioni calcolate per entrare in un rimorchietto per auto ed essere trasportato. Tutto calcolato! Il plastico di cui vi sto parlando, poi, non era neanche piccolo, era una bella "bestia", come si dice. Complimenti per la bravura, per la disponibilita' e per condividere con gli altri il frutto del suo lungo lavoro. Eccolo nelle foto qui sotto, io l'ho registrato come "Gruppo Milano" in quanto si trovava assieme ad una associazione milanese (di cui faceva parte anche l'amico Attilio Mari di cui poi vi diro'), ma il plastico l'ha fatto tutto da solo e non ha lesinato nemmeno in particolari, basta osservare la tramoggia, funzionante, che al vero carica i carri di pietrisco, una vera mini opera d'arte! Con squisita gentilezza me ne ha anche tolto il tetto, giustamente amovibile, per farmene vedere l'interno, come ho detto, tutto funzionante.

In quell'area occupata dall'associazione modellistica milanese era esposto anche questo bellissimo Duomo con tanto di Madonnina...

Sempre tra di loro, tra i modellisti milanesi, c'era anche un ragazzo che mi hanno presentato come un mago del sound sulle loco; l'ho incontrato mentre stava chiudendo una grossa diesel americana (grossa al vero, ma in scala N) e la stava riponendo in un plastico, piccolo, ma molto caratteristico con ambientazioni tipiche dei deserti americani. Queste foto non sono riuscito a salvarle dal cestino, di buona c'era solo quella di un'altra macchina che e' rimasta aperta sul suo tavolo con i suoi due bei altoparlantoni in bella vista...

Ecco, adesso veniamo ad Attilio Mari, anche lui facente parte dello stesso gruppo di appassionati. Per chi non lo conoscesse, egli e', secondo me, il piu' grande modellista ferroviario che abbiamo mai avuto. Le sue opere, replicate in pochissimi esemplari sono a dir poco strepitose. Ma piu' che le parole, penso che passarle in rassegna sia la cosa piu' adeguata per prendere coscienza di quel che vuol dire modellismo all'ennesima potenza. Sono riproduzioni prestigiose di famosissime macchine italiane, sia trifasi che in corrente continua; in queste opere e' tutto riprodotto esattamente come al vero, sia dentro che fuori; ogni cosa funziona veramente, come i freni, per esempio che si possono stringere agendo sull'apposito volantino e cosi' via per tutto il resto. Ecco le sue opere che potete vedere qui sotto, scusandomi con voi e naturalmente con lui per la pessima qualita' di molte foto, ma di questo abbiamo gia' parlato.

Ottime, vero? adesso che avete visto cosa sa fare, sicuramente avete capito di che persona stiamo parlando; bene, ora chiedo la vostra attenzione perche' la cosa importante viene adesso, in quanto Attilio Mari si e' reso promotore di una crociata, che vede coinvolto anche me da almeno 10 anni, sulla salvaguardia dei disegni costruttivi delle locomotive e di tutto il materiale ferroviario in genere. Da sempre assistiamo allo scempio di preziosissimi disegni che, finche' sono relativi a costruzioni recenti sono classificati come segreto industriale e tenuti gelosamente nascosti agli occhi di tutti, poi, quando non sono piu' "segreti industriali", o quando un'azienda cessa la sua attivita' o ancora quando una azienda ne acquisisce un'altra, tutti quei vecchi disegni, ancora patrimonio preziosissimo sia per noi modellisti che per la storia industriale del nostro Paese, allora improvvisamente diventano un "costo" e vengono "alienati". Naturalmente alienati significa distrutti!

E' facile capire che noi, come ogni persona di buon senso, siamo contro questo stato di cose che, d'altronde, esiste solo in Italia, il Paese piu' miope del mondo (provate a vedere se succede lo stesso in Germania o in Francia o in Inghilterra) e, grazie soprattutto alla tenacia di Attilio Mari, stiamo portando avanti un ambizioso, ma realizzabilissimo, progetto di censimento di tutto il patrimonio di disegni disponibile ad oggi. Nessuno vuole prevaricare nessuno, i disegni rimangono e rimarranno di proprieta' di chi li possiede, al momento e' sufficiente sapere che un certo disegno lo possiede Tizio piuttosto che Caio, piu' avanti cercheremo di raccogliere in un server di adeguata capacita' e gestito da un opportuno software, le scansioni di tutti questi disegni, cominciando, di fatto, quello che e' il sogno di tutti noi e di tutti gli storici del progresso industriale, cioe' quello di avere un luogo univoco in cui cercare e trovare qualsiasi cosa ci possa essere necessaria. Ve lo avevo detto all'inizio di questo resoconto che le associazioni sono importanti e che solo attraverso di esse si puo' arrivare ad ambiziosi traguardi!

Comunque questa nuova associazione e' gia' stata registrata, quindi gia' esiste legalmente, ha gia' un suo sito internet di riferimento, il suo nome ufficiale e' "Associazione D.S.C.", le tre lettere D, S, e C significano rispettivamente Documentazione, Storia e Cultura; il suo Presidente e' giustamente Attilio Mari e ad essa hanno gia' aderito moltissimi altri gruppi e associazioni anche di settori molto diversi dal nostro, come le auto, i camion, gli aerei o le navi, perche' il problema esiste per tutti, e' un problema grande e, se aspettiamo ancora un po' prima di muoverci, non troveremo piu' niente della nostra storia passata da conservare. Ecco di seguito due foto delle locandine che erano esposte a Verona presso lo stand di Mari, al fine di sensibilizzare gli appassionati a questa nuova realta'.

Naturalmente tutti noi vi invitiamo ad andare al sito dell'Associazione D.S.C. <http://www.associazionedsc.it/> e di verificare quanti abbiano gia' aderito a questo progetto e poi di controllare quali disegni abbiate voi per aiutarci in questo grande censimento ;-)))

Dopo questa importantissima digressione, su cui pero' conto molto, torniamo a parlare di treni e di modellismo con un altro plastico di un "solitario", cioe' di un appassionato che se lo e' costruito tutto da solo e se lo porta in giro per le manifestazioni di questo tipo; un personaggio veramente ammirevole che si chiama Comi Flavio e la cui opera possiamo vedere nelle foto sottostanti. Si tratta di un impianto di stile tedesco, semplice, ma molto ben realizzato e decisamente completo, completamente digitalizzato e con automatismi dall'ottimo funzionamento. Bravo Flavio!

Naturalmente ad una fiera cosi' importante non potevano mancare le riviste specializzate del nostro settore, le storiche iTreni, TuttoTreno e Mondo Ferroviario, con significativi stand, carichi di riviste e di libri e monografie. Io mi sono regalato il magnifico libro sull'E.626 dell'Ing. Pedrazzini, un vero capolavoro che analizza la genesi di questa macchina inserendola, oltreche' nel suo contesto tecnico che e' estremamente sviluppato, anche in quelli sociali, politici ed economici soprattutto degli anni '20 e 30'. Pedrazzini maltratta un po' il mio tanto amato sistema trifase, di questo me ne dispiace, ma non tanto come sua iniziale scelta che fu sicuramente coraggiosa, bensi' come prosecuzione ed estensione della rete servita, quando ormai i limiti di questo sistema erano ben noti e, nel contempo, si stava osservando quanti vantaggi stesse offrendo il sistema a 3000 V in corrente continua. Su quest'ultima parte, gliene do atto, sono perfettamente daccordo con lui, pero' c'e' anche da dire che se le FS avessero agito secondo logica non avremmo mai avuto ne' il E.554 ne' il E.432. Un libro da avere assolutamente e da leggere con attenzione.

Maurizio Tolini, con TG-Trains, partecipava alla fiera con un gran stand, stracolmo di video riguardanti ogni aspetto della ferrovia sia italiana che estera, vedete il suo stand nella prima foto che trovate qui sotto, mentre le altre le ho volute dedicare alla produzione di Stefano Rossi che si dedica alla scala H0m e presentava alcuni accessori e un bel plasico di dimensioni minime, ma completo, come potete vedere, di ogni cosa sia possibile inserire in un metroquadro. Belle cose, quindi, per un'utenza specifica.

Al salone c'era anche un artigiano facente parte del gruppo di Assoenne, Stefano Depietri, che presentava uno splendore, e non sto scherzando, perche' quelli come me che hanno vissuto l'infanzia fermodellistica all'ombra di RivaRossi, non possono che adorare una stazione particolare come quella di Pergine; si proprio la stessa, realizzata in modo veramente incantevole e ceduta in scatola di montaggio, ma, questa volta, in scala N. La vedete nelle foto che seguono, non e' una meraviglia? Credo che chiunque segua la scala N e abbia un'eta' tale da aver vissuto anche solo l'ultimo periodo di vita della grande RivaRossi, non possa farne a meno per rievocare il fascino di quel periodo cosi' bello in cui non ci sara' pur stato molto a disposizione del modellista, ma quel che c'era aveva un fascino che le cose di oggi, forse per la quantita' con cui ci sono proposte, salvo pochi casi tutti frutto dell'artigianato, non hanno piu'. Quella che vedete qui sotto credo che sia una delle idee piu' geniali venuta ad un artigiano appassionato e romantico; adesso pero' ci aspettiamo anche S. Nazario e Dubino. Oltre a questa stupenda stazione, la cui immagine ci ha accompagnato praticamente per tutta la vita, Depietri presentava anche una terna di tralicci per l'alta tensione, sempre in scala N, ma utili anche ai plasticisti della scala H0 per attrezzare i propri plastici con elettrodotti in secondo piano, al fine di rafforzare l'effetto prospettico globale. Chi volesse contattarlo scriva a <s-nene @ libero.it> (senza gli spazi). Ora basta con i complimenti, qui sotto ci sono le foto, guardatela bene questa stupenda stazioncina, sia ambientata che da un paio di altre angolazioni...

Tra gli artigiani spiccava la produzione di Alpen Modell, curata e precisa in ogni particolare. Quest'anno, la novita' per il salone di Verona era rappresentata dall'entrata di questa ditta artigianale nel mondo della scala N con la carrozza Az 10000. Un bellissimo modello che, sia pur nella sua iniziale stesura, restituiva pienamente l'immagine del prototipo. Per il resto, procede anche se lentamente la loco in H0 e continua a incrementarsi la gamma delle carrozze in H0. Ecco qui sotto una carrellata di immagini relative alla loro produzione.

Le cose belle non mancavano certo in questo salune, bastava recarsi, per esempio allo stand comune di Elettren e di Lombardi, due costruttori artigiani ai massimi livelli che producono in scala O. Di Elettren potevamo godere del progredire della fantastica locomotiva a vapore delle FS Gr. 691, oltre, naturalmente, al quasi completato Coccodrillo svizzero, al "cubo" a vapore con posta Gr. 60 e alle sue splendide centoporte, mentre di Lombardi, costruttore molto sensibile al materiale francese, potevamo ammirare le stupende 2-4-2 e i prototipi dei locomotori E.75. Uno stand che poteva intitolarsi a Bulgari per la preziosita' delle sue proposte.

Come ormai di consuetudine, trovavamo lo stand di LWM assieme a quello di Alpen Modell. LWM produce materiale immobiliare FS in alpacca fotoincisa; sono costruzioni molto dettagliate e di ottimo livello, normalmente nelle scale grandi; eccole qui sotto

Uno stand un po' speciale, sicuramente diverso da tutti gli altri, era questo che vi propongo adesso, dedito alla riproduzione di trams e metro' delle varie Capitali europee; come vi apparira' chiaro fin dal primo momento, questa non e' la nostra cultura e nessuno potrebbe campare, in Italia, producendo solo trams, infatti la ditta e' viennese, si tratta della produzione di Leopold Halling, che propone un'infinita' di versioni e di varianti del trasporto su rotaia, sia cittadino che suburbano, di molte grandi citta' europee, come potete vedere anche nel tabellone riassuntivo che era esposto nel loro stand, seguendo la storia di questi utilissimi mezzi di trasporto, dai modelli a due assi dell'inizio del secolo scorso, fino ai piu' recenti e ancora in uso modelli a carrelli. Una curiosita' che mi piaceva farvi gustare.

Tra le Case importanti c'era top Train con i suoi supermodelli per collezionisti di buone capacita' economiche. Erano presenti le novita' vista a Norimberga ancora allo stadio di prototipo, cioe' la Gr. 895 FS, macchina da manovra pesante, tipica degli scali milanesi e la Gr. 623, praticamente la Gr. 625 con i preriscaldatori dell'acqua Franco-Crosti, macchina da treno molto diffusa sulle linee secondarie con treni leggeri. Per il resto, la splendida produzione di macchine superperfette che conosciamo, tra cui di grandissimo effetto la Gr. 680 del treno reale imbandierata a festa.

Come accade spesso negli ultimi saloni, Top Train e Vitrains si facevano compagnia condividendo lo stesso stand. Ecco quindi, qui sotto, anche la parte fotografica relativa a Vitrains con in evidenza al primo posto il futuro nuovo modello che verra' prodotto, la ALn 990

Un piccolo artigiano, Alfonso Scoppetta, ma con una ditta dal nome altisonante, HiTech RaliRoad Modelling, coadiuvato dalla moglie Caterina Mancuso, presentava un apparato elettronico di facile uso per regolare la velocita' dei modelli, dando loro quel po' di coppia in piu' alle velocita' piu' basse, rendendo possibile la marcia a passo d'uomo anche a vecchie macchine di antica produzione. Un argomento interessante, insomma, ma HiTech presentava anche alcuni modelli di materiale FS tra cui una carrozza a due assi in fase di costruzione, in scala H0 di ottone, che promette molto bene

Sempre nel settore elettronico c'era un ragazzo che presentava un avanti/indietro gestito da una scheda relativamente semplice, ma con varie possibilita' di utilizzo e di regolazione. Il suo nome era De Rossi Gabriele e mi pareva ben ferrato nella materia

Mentre, accanto a lui, Luigi Catta, un'altra novita' del nostro salone, esponeva la sua produzione, formata da edifici e portali delle FS. "Struttura Ferroviaria", questo e' il nome della ditta di Luigi Catta, esponeva anche dei minidiorami per far valutare meglio le sue cose che erano inserite in un contesto piu' facilmente recepibile ed io le ho fotografate in quanto parecchie di esse erano particolarmente piacevoli.

In questo settore pero' la lotta e' dura, perche', secondo me, regna sovrana Ninive. Questa ditta in pochi anni si e' imposta su tutte per la grande qualita' dei suoi prodotti, per l'armonia e il senso di realismo che questi riescono a suscitare. Nei loro prodotti nulla e' troppo accentuato, ne' troppo poco e questo equilibrio, sempre secondo me, li pone su un livello di eccellenza che anche gli altri produttori devono imparare a perseguire. I casolari della Ninive mi fanno letteralmente impazzire per quanto sono belli, ma anche le stazioni e tutto il resto. Lascio a voi la valutazione di quanto ho appena scritto con la verifica delle foto che seguono...

Partecipava alla fiera anche LoCo con i suoi modelli di materiale FS in scala N, tra cui segnalo questa accoppiata di ALe.840 e Le.840

Anche EuroTrainSL (Lidia Santi) era presente con la sua bella collezione di centoporte della serie 36000, qui ho dovuto attingere a una foto di Novegro in quanto quelle fatte a Verona non avevano i crismi minimi della sufficienza, ma per il modellista interessato, comunque, non cambia molto in quanto la produzione si rifa' a quella vista al Novegro ultimo scorso; faro' di meglio alla prossima occasione.

Era presente anche Lucchini con le sue creazioni in scala grande di ottima fattura e grande raffinatezza; eccone qui di seguito due foto.

Mentre con me, nel mio stesso stand, c'era Alessandro Luciani, ottimo fermodellista, dedito sia alle costruzioni in ottone che a trasformazioni di materiale commerciale di provenienza estera, in materiale FS, i suoi "must" sono rappresentati soprattutto da prede belliche e macchine date alle FS dalle amministrazioni straniere in conto danni di guerra; in questo e' un vero artista. Ecco qui sotto alcune (brutte) foto dei suoi bei modelli.

Tra i nomi piu' che consolidati del modellismo in ottone, c'era anche Sagi con tutti i suoi carri speciali, tra cui adesso ho notato anche due tipi diversi di carri spartineve. Un'ottima collezione dal costo veramente contenuto e accessibile, grazie alla grande razionalizzazione in fase produttiva a cui Antonio Maida, titolare della Sagi, e' particolarmente attento.

A rappresentare i produttori di vernici per modellismo c'era Toffano con i suoi colori Puravest, acrilici particolari con un ottimo risultato sui modelli che lui esponeva, ma un po' meno sui miei. Io sono abituato ad usare vernici nitro, ma i Puravest li ho provati e anche usati parecchie volte ormai e mi lamentavo un po' con lui perche' notavo che la pellicola di colore minima che riuscivo a depositare sui modelli era un po' troppo spessa, tale da coprire o perlomeno da rendere meno evidenti i particolari del modello; allora lui mi ha insegnato che questi colori vanno usati, naturalmente con l'aeropenna, alla pressione di 0,6-0,7 bar (e non a 2 bar come li usavo io) e inoltre la diluizione deve essere di circa il 50% con l'apposito loro diluente, specifico per i colori Puravest. Con queste avvertenze Toffano mi assicura che la pellicola sara' sottile e coprente. Penso che questa notizia sia utile a tutti coloro che trovavano questo stesso tipo di problema con questa Marca di colori.

Molti erano i negozi presenti alla fiera che proponevano ogni accessorio utile al modellista. A rappresentanza di questa categoria citero' Linea Secondaria che proponeva, oltre alle cose che gia' conoscevamo, polveri, graniglie varie per massicciate, ponti vari ed alberi di tutti i tipi, anche una serie di fabbricati molto interessanti, realistiche riproduzioni delle case dei nostri borghi o delle fattorie di campagna, un settore di costruzioni molto adatte al plastico e ai suoi piccoli paesetti o anche alle fattorie isolate cosi' tipiche nelle nostre campagne.

A rappresentanza, invece, dei negozi che proponevano ai visitatori della fiera modelli artigianali e commerciali, direi che la palma spetta a Treni&Treni che si presentava con vetrine stracariche di cose preziose come quelle che potete vedere dalle foto sottostanti.

A questa fiera lamentavamo che le grandi Case latitavano, non capendo cosa voglia dire avere piu' di cinquantamila visitatori in due giorni; penso che questa tendenza stia cambiando in quanto finalmente era presente Gieffeci, importatore per l'Italia di Roco che, ricordo, l'anno scorso ha assorbito anche Fleischmann. Gieffeci portava con se Marchi famosi e storici, come Viessmann e Faller, creando attorno a se' un bel punto di interesse; speriamo che effettivamente questi grossi nomi che stiamo ancora aspettando facciano definitivamente l'ingresso a questa manifestazione, dimostrando cosi' di capire che Novegro non e' Milano e che il grosso pubblico ha gia' fatto la sua scelta. Ecco qui sotto lo stand Gieffeci con le varie proposte che presentava ai cinquantacinquemila del Model Expo di Verona.

Anche quest'anno era presente Mister krupp, come l'ho definito l'anno scorso, ma credo che questo glorioso nome dell'industria bellica tedesca identifichi perfettamente la sua produzione, sia per qualita', per precisione, sia per il genere delle sue riproduzioni. Guardate qui sotto questo stuolo infinito di cannoni ferroviari, non cannoni qualsiasi, ma il massimo che sia stato mai fatto dall'uomo in questo senso, pensate semplicemente alle dimensioni del Dora, quello vicino a cui ho ritratto gli autori di questi perfetti modelli, si muoveva su un doppio binario, ma sono tutti una meraviglia e direi anche che a livello modellistico sono perfetti e curati in ogni piu' minuto particolare. Complimenti Mr. krupp, alias Mr. Cesare Bruno!

Per concludere questa lunghissima galoppata tra gli stand del Model Expo Italy di Verona 2010, vi porto all'attenzione queste due grosse locomotive funzionanti veramente con il carbone e il vapore come quelle vere, rappresentanti di un altro mondo modellistico che continua ad avere sempre piu' proseliti e che piu' di ogni altro si avvicina al fascino che sanno suscitare le locomotive vere.

Eccoci arrivati alla fine di questo megaresoconto sul Model Expo di Verona. Quest'anno ho dovuto lottare con le foto, ma il malloppo che avete appena terminato di sfogliare conta ben 752 elementi tra foto e miniature, ho decisamente esagerato, giuro che non lo faro' mai piu' un articolo cosi' carico, e' stato un lavoro immane, ma, adesso che l'ho terminato, sono felice di quanto ne e' uscito e sono certo che un quadro piu' realistico e completo di Verona 2010 non sara' facile per nessuno riuscire a dipingerlo.

Naturalmente vi ringrazio per l'attenzione e per la pazienza dimostrata leggendo fin qui alla fine questo articolo su una delle fiere piu' belle e piu' coinvolgenti che esistano. Un caro saluto e... alla prossima.

Giorgio Donzello