DALLE GIORNATE FIORENTINE 2005
			MASTER SULLA COSTRUZIONE DI MODELLI IN POLISTIRENE
			di Sergio Pauluzzi
			
Introduzione: perché il polistirene ?
			Lesigenza dellutilizzo del polistirene per la costruzione dei
			modelli in scala deriva dalle difficoltà di lavorazione manuale
			di altri materiali - tipicamente lottone - con la consueta attrezzatura
			domestica a disposizione del fermodellista medio.
			Lottone infatti, proprio per il fatto di essere un metallo duttile
			e malleabile, ben si presta alla costruzione dei modelli in scala
			con le tecniche della fotoincisione e della saldatura, tuttavia
			presenta una difficoltà pratica di impiego rispetto al polistirene
			in fase di tracciatura, incisione, taglio, piegatura e più in
			generale nella sua lavorazione manuale, proprio perché molto più
			duro del polistirene.
			Il polistirene invece, essendo un materiale plastico tenero e
			perciò facilmente lavorabile, permette a chiunque di lavorarlo
			con facilità e poco sforzo con unattrezzatura di base più ridotta
			e semplice, rispetto allottone.
			
Il polistirene è un materiale plastico di colore bianco, si lascia
			incidere e tagliare in modo netto e preciso con estrema facilità,
			si presta ad essere limato e scartavetrato agevolmente; può essere
			incollato con vari tipi di colle, nonché si vernicia meravigliosamente,
			senza dover dare prima alcun primer, sia utilizzando colori acrilici,
			che sintetici e nitro, a pennello o a spruzzo. E venduto in moltissimi
			negozi di modellismo, in fogli di vari formati e di spessori che
			vanno dai 0,13 mm fino ai 2 mm e oltre, ed in profilati dalle
			forme e dimensioni più varie: quadrate, rettangolari, tonde, tubolari,
			ad H, I, L, U, ecc., nonché di altre forme particolari. 
			Alcuni nomi di ditte che lo commercializzano: Evergreen (più caro; disponibili moltissimi profilati), Amati.
			Scopo di questa dispensa è quello di permettere, a chi lo desideri,
			di costruirsi dei modelli in scala utilizzando come materiale
			principale (ma non unico !) il polistirene, offrendo dei consigli
			e dei suggerimenti tecnici e pratici che gli permettano di ottenere
			il migliore risultato finale, evitando gli errori più frequenti,
			e beneficiando dellesperienza di chi ha già realizzato più di
			qualche modello con limpiego di questo materiale.
			
			Individuazione del modello da riprodurre
			Benché il polistirene sia molto versatile, si presta meglio in
			generale alla realizzazione di modelli dalle superfici chiuse,
			piane e lisce (es: carri e carrozze chiuse), che aperte, curve
			e complesse (es: carri aperti, chiusi con pareti a listelli di
			legno, serbatoi), soprattutto a causa della tenerezza del polistirene,
			che tende a flettere nel tempo se non viene opportunamente rinforzato
			internamente. Perciò è bene scegliere di riprodurre un modello
			che sia alla portata delle capacità tecniche maturate e dellesperienza
			conseguita. Con il tempo ci si potrà cimentare in realizzazioni
			via via più impegative.
			
			Inviduazione dei materiali da impiegare
			Per quanto detto sopra, è evidente che la qualità principale del
			polistirene, la sua dolcezza e lavorabilità, ne costituisce anche
			il principale limite dimpiego: è difficile immaginare di costruire
			in polistirene gli assali e le ruote di un carro o di una carrozza:
			sarà meglio utilizzare delle ruote in metallo o in altro materiale
			plastico più rigido; ma pensiamo pure ai carrelli, alle sale,
			ai ganci, ai finestrini, ecc. 
			Perciò la tecnica di costruzione dei modelli in polistirene in
			realtà è sempre una tecnica mista, che richiede limpiego contemporaneo
			di altri materiali di costruzione, diversi dal polistirene: ottone,
			altri metalli, ABS, altre materie plastiche, acetato, legno, ecc.
			
			Ne consegue che è bene prevedere ed individuare da subito la lista
			di tutti gli altri materiali di cui necessiteremo al fine di realizzare
			il modello, onde verificarne la reperibilità prima di iniziare
			il lavoro, per evitare di scoprire a metà dellopera che non abbiamo
			le ruote o i carrelli, ad esempio.
			
Molti di noi hanno, fra i vari carri e carrozze posseduti, un
			certo numero di esemplari vecchi, rotti, fuori scala, oppure di
			unamministrazione ferroviaria improponibile sul nostro plastico;
			ebbene, è proprio là che cercheremo la materia prima necessaria
			per intraprendere lautocostruzione, ovvero le ruote, gli assali,
			le sale, i carrelli ed i ganci, tutte cose che non possiamo farcele
			da noi in polistirene; individuate le cose che vanno bene al nostro
			scopo, il gioco è fatto.
			Altri particolari ancora (ad es. i respingenti, gli accoppiatori
			pneumatici, ecc. ) potremo provvedere a farceli da noi stessi
			in ottone e rame, utilizzando i profilati tubolari della Amati
			ed i fili ed i fogli di ottone reperiti nelle rivendite di metalli
			non ferrosi.
			
			Attrezzatura necessaria
			Tagliabalsa o cutter: 
			indispensabile un tagliabalsa a lame intercambiabili di vario
			profilo; ma ne consiglio vivamente almeno due, di cui uno leggero,
			per le incisioni ed i tagli di fogli di polistirene di spessori
			limitati (0,13  1,00 mm) ed uno pesante, per le stesse operazioni
			su fogli di maggior spessore (1,50  2,00 mm e oltre), onde evitare
			rotture delle lame più delicate e possibili ferite - anche profonde
			- alle mani.
			
			Righello millimetrato:
			indispensabile un righello millimetrato in acciaio, che non rischia
			di essere rovinato definitivamente da eventuali fughe della
			lama del cutter dal controllo della mano; ne consiglio uno che
			riporti anche le tacche dei mezzi millimetri, soprattutto per
			chi opera in scala N; utile un eventuale righello millimetrato
			in materiale plastico, possibilmente trasparente.
			
			Squadretti:
			indispensabile una coppia di squadretti millimetrati in materiale
			plastico trasparente (di cui uno a 45° e laltro a 30°) per la
			realizzazione dei disegni tecnici a matita e le tracciature a
			matita su polistirene; utile una eventuale squadra di acciaio
			a 90° (anche non millimetrata).
			
			Matita portamine:
			indispensabile una matita portamine da 0,5 mm, per i disegni su
			carta e le tracciature e su polistirene; consiglio di utilizzare
			delle mine con durezza HB, che sono abbastanza tenere da scrivere
			senza incidere la superficie del polistirene.
			
			Lime:
			indispensabile un set di limette per metallo assortite, cioè di
			sezioni varie: tonda, semitonda, triangolare, quadrata, piatta,
			ecc.; vanno benissimo anche per il polistirene.
			
			Carta abrasiva:
			indispensabile la carta vetrata o abrasiva, di varia grana: 
			- 50, 100, 200 (grana grossa)
			- da 400 a 800 (grana media-fine)
			- 1000, 1200 ed oltre (grana finissima).
			
			Trapano a mano o girapunte:
			indispensabile un girapunte a mano da modellismo, con mandrini
			intercambiabili per punte di vario diametro, con chiusura a diametro
			zero (normalmente da 3 mm di diametro fino a zero).
			
			Punte da trapano:
			indispensabili delle punte di vario diametro; per la scala N:
			da 0,3 - 0,4  0,5 - 1,0 mm, nonché da 1,5 e 2,0 mm.
			
			Colle:
			- colla per polistirene, indispensabile; la si trova:
			- liquida, in contenitore di vetro, con pennellino distributore,
			(Humbrol)
			- semiliquida, in flaconcino con tubo dispenser in metallo, (Arnold,
			Humbrol) 
			- semiliquida, in tubetto spremibile con beccuccio (tipo dentifricio),
			di varie marche
			- colla cianoacrilica, indispensabile, sia liquida che gel.
			- colla per acetato o plastica trasparente, indispensabile: Clearfix
			Humbrol, o Micro Kristal
			Klear Microscale.
			
			Progettazione
			La qualità finale del modello in scala autocostruito col polistirene,
			ed anzi la possibilità stessa di realizzarlo, non possono prescindere
			da una accurata progettazione dello stesso.
			Se non si dispone di disegni in scala ufficiali, occorrerà effettuare
			tutte le misurazioni sul campo, cioè dal vero, del prototipo
			che si vuole riprodurre.
			In ogni caso è buona norma raccogliere pure una adeguata documentazione
			fotografica del prototipo da riprodurre, che sarà daiuto in tutti
			i casi di dubbio o di carenza di dati o di memoria.
			Una volta che si dispone delle misure reali o di misure comunque
			ufficiali, si passa alla loro riduzione in scala esatta (es: 1:160
			per la scala N).
			
Il primo problema da affrontare è quello dellapprossimazione
			delle misure in scala esatta: il consiglio è quello di approssimare
			le misure quanto meglio possibile, tenendo però conto dei nostri
			limiti fisici (occhi e mani) e degli strumenti a disposizione
			(righelli, squadrette, ecc.): non serve a nulla approssimare sulla
			carta 11,23 mm in scala a 11,2 mm, se poi la massima precisione
			che riusciamo rispettare in pratica è di 1 mm a causa dellattrezzatura
			o della precisione delle nostre
 mani.
			Ritengo in base allesperienza che 0,25 mm siano un ottimo livello
			di compromesso fra lesigenza di una riproduzione fedele al vero
			e i limiti di accuratezza raggiungibili manualmente.
			Ciò che conta è che le proporzioni dinsieme del modello siano
			alla fine rispettate, più che il perseguimento maniacale della
			precisione fine a se stessa.
			Le misure ridotte in scala esatta andranno perciò approssimate
			per eccesso o per difetto, in base alle solite regole; così ad
			es. 10,13 mm in scala esatta diverranno 10,25 mm, mentre 10,12
			mm diverranno 10 mm.
			Redigeremo quindi una tabella delle misure rilevate: in una prima
			colonna scriveremo i valori delle misure reali, in quella successiva
			i corrispondenti valori in scala esatta (es.:1:160), nella terza
			colonna scriveremo i valori in scala approssimati, ed infine nellultima
			colonna scriveremo i valori in scala approssimati e coerenti fra
			loro; SOLO questi ultimi costituiranno la base dati dei disegni
			di progetto.
			
Perchè?
			Perché tutti i valori indicati nel progetto in scala devono essere
			coerenti gli uni con gli altri, e con le loro somme e sottrazioni,
			pena limpossibilità di costruire e assemblare correttamente il
			modello.
			Vi propongo un esempio per spiegare il problema.
			Si supponga di avere le seguenti tre misure lineari consecutive
			(potrebbero essere le larghezze e la distanza fra due finestrini),
			la cui somma sia in scala esatta (1:160) che approssimata è di
			9 mm:
			
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
				
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
					 
			
						 
					
						 
					
						 
					
						 
				
E evidente (terza colonna) che la somma delle tre misure approssimate
			in scala (= 8,75mm) non è coerente con il valore in scala approssimata
			della loro somma (= 9 mm); modificando una delle tre misure (ho
			scelto la prima) rispetto al suo valore approssimato a meno di
			0,25 mm, si recupera la coerenza fra la somma delle singole misure
			approssimate e lapprossimazione della loro somma; le misure che
			utilizzeremo ai fini progettuali saranno dunque quelle della quarta
			e non della terza colonna.
			Se così non facessimo ci troveremmo in mano, alla fine di tutto
			il lavoro, dei pezzi sbagliati e quindi impossibili da utilizzare.
			
			Il secondo problema, da considerare assolutamente, ha a che fare
			con il fatto che, mentre i disegni del progetto sono bidimensionali,
			i pezzi reali saranno tridimensionali: avranno cioè uno spessore!
			Occorrerà perciò assolutamente prestabilire, in fase di progetto,
			lo spessore dei fogli di polistirene che intenderemo utilizzare
			per realizzare ciascun singolo pezzo del modello (ad es. per le
			fiancate del carro, il telaio, le testate, ecc.; è chiaro che
			gli spessori delle parti portanti non potranno essere di 0,13
			mm, ma nemmeno troppo grossi da sfigurare in relazione alla scala
			ed alle caratteristiche specifiche del modello particolare).
			Di ciò dovremo tenerne conto anche per lassemblaggio, a seconda
			del modo in cui i vari componenti elementari andranno ad unirsi
			e posizionarsi reciprocamente, pena ancora una volta lincompatibilità
			tra i vari componenti del modello e limpossibilità di realizzarlo,
			e dover ricominciare tutto daccapo.
			
			Il terzo problema da prevedere e affrontare ha a che fare con
			laccessibilità interna, che potrebbe essere compromessa, soprattutto
			in scala N dove, a causa del forte rapporto di riduzione, gli
			spazi interni utili per manovrare con le mani e con i vari attrezzi
			potrebbero risultare problematicamente ridotti al di sotto dei
			minimi termini; ciò potrebbe causare, se non previsto in fase
			di progettazione, limpossibilità di montare poi certi pezzi o
			particolari (si pensi ai vetri delle finestre dei vestiboli delle
			carrozze, ad esempio).
			
			Una volta affrontati e risolti tutti questi aspetti, possiamo
			eseguire i disegni tecnici, su carta, di tutti i componenti del
			modello da realizzare.
			Sfatiamo un tabù: i disegni tecnici non devono affatto essere
			perfetti, né in scala; anzi facciamoli addirittura a mano libera,
			se ci è più comodo, su un pezzo di carta qualsiasi!
			Ciò che dovrà essere esatto ed in scala è il modello, non i disegni
			su carta!
			Ciò che però sarà indispensabile riportare in tutti i disegni
			(di lato, di fronte, di sopra, di sotto, ecc.) sono le quote lineari
			delle lunghezze, larghezze, altezze e profondità, sia singole
			che aggregate, sia parziali che totali, sia progressive che cumulate:
			ciò tornerà molto utile in fase di tracciatura sui fogli di polistirene
			delle misure per le successive incisioni e tagli degli stessi,
			e consentirà una immediata verifica della correttezza delle misure
			dei disegni, evitando che di eventuali errori ce ne accorgiamo
			solo quando avremo oramai inciso o tagliato irrimediabilmente
			fuori misura il foglio o il pezzo di polistirene. 
			
			Realizzazione
			Tracciatura delle linee di taglio a matita
			Una volta approntati i disegni, si appoggia ciascun foglio di
			polistirene su un piano di lavoro appropriato (di legno, plexiglas
			o altro materiale adatto e perfettamente piano), e si iniziano
			a tracciare a matita tutte le quote e le linee di taglio, secondo
			il progetto su carta;
			Alcuni consigli: 
			- tracciare a matita il polistirene sempre dal lato esterno, cioè
			quello che rimarrà in vista, nel caso di una superficie che sarà
			esposta alla vista; 
			- tracciare a matita il polistirene dal lato interno, cioè quello
			che che rimarrà nascosto, nel caso di una superficie che rimarrà
			nascosta, interna o sotto al modello;
			- annerire o evidenziare sempre a matita le parti del pezzo che
			andranno asportate (es: le parti corrispondenti alle luci delle
			porte e dei finestrini) in modo da distinguerle dalle parti che
			andranno tagliate da quelle che non andranno asportate, nella
			fase successiva di incisione e taglio.
			
			Incisione e taglio
			Finita la fase di tracciatura, si inizia a incidere col tagliabalsa
			il polistirene lungo le linee di taglio tracciate in precedenza
			a matita, avendo laccortezza di fissare il foglio di polistirene
			al piano di lavoro con del nastro adesivo da carrozziere applicato
			ai quattro angoli, onde evitare indesiderati slittamenti del foglio
			ed i conseguenti errori.
			Si tagliano prima di tutto i particolari tracciati a matita in
			precedenza sul foglio (luci dei finestrini, delle porte, dei montanti,
			ecc
); per ultimi si tagliano i bordi del pezzo che verrà staccato
			dal foglio madre solo dopo aver finito il taglio di tutti gli
			altri particolari; in questo modo il lavoro risulta più rapido,
			preciso ed agevole, tenuto conto che una mano sarà impegnata ad
			impugnare il tagliabalsa e laltra nello stesso tempo dovrà tenere
			il righello o la squadra ben fermi ed aderenti al foglio di polistirene
			da tagliare ed al piano di lavoro.
			
			Per ottenere un risultato ottimale ed evitare errori e sgradite
			sorprese, ecco alcuni consigli:
			- utilizzare preferibilmente un tagliabalsa leggero per tagliare
			fogli di spessore ridotto (meno di 1 mm), e sempre un tagliabalsa
			robusto con lame altrettanto robuste per tagliare fogli di maggior
			spessore;
			- è di gran lunga preferibile eseguire un taglio passante mediante
			10 successive incisioni parziali e leggere col tagliabalsa sulla
			superficie del foglio di polistirene, che eseguire il taglio con
			una sola incisione passante, qualsiasi sia lo spessore del foglio
			da tagliare (quanto più è spesso, tanto maggiore sarà il numero
			delle incisioni da fare);
			- tenere il tagliabalsa sempre bene appoggiato al righello che
			deve guidare lavanzamento dellincisione in maniera perfetta;
			- tenere il tagliabalsa sempre perpendicolare al foglio, nel piano
			di incisione / taglio, in modo che il taglio risulti perpendicolare
			al piano del foglio;
			- eseguire lincisione tenendo sempre la lama del tagliabalsa
			appoggiata di dorso nel senso della direzione di avanzamento dellincisione
			/ taglio, per evitare pericolosi svii, leffetto cuneo ed il sollevamento
			per deformazione dei due bordi della linea di taglio, e permettere
			una netta asportazione del polistirene inciso;
			- eseguire le incisioni sempre dal lato esterno (in vista) del
			pezzo; così le eventuali piccole imperfezioni di taglio rimarranno
			nascoste sul lato interno del pezzo;
			- eseguire le incisioni sempre dal lato da asportare rispetto
			alle linee di tracciatura a matita: se si è tagliato di meno è
			sempre possibile asportare di più con la lima, ma se si è tagliato
			troppo il pezzo irrimediabilmente da buttare;
			- nei punti in cui confluiscono due linee di taglio, incidere
			il foglio partendo dal punto di vertice ed allontanandosi da esso,
			onde evitare il rischio di oltrepassare per errore il limite di
			taglio stabilito con la tracciatura a matita;
			- nei punti in cui vanno create delle curve di raccordo fra due
			linee di taglio, è meglio arrestare lavanzamento dellincisione
			circa 0,5  1 mm prima del punto in cui le linee tracciate a matita
			si incrociano, e eseguire il raccordo con la lima tonda o semitonda
			dopo aver concluso il taglio completo della parte da asportare
			(per es.: per le luci dei finestrini che hanno dei profili di
			raccordo curvi);
			- soprattutto se lo spessore del polistirene da tagliare è notevole
			(1,5 mm e oltre), per realizzare le luci dei finestrini e di altri
			particolari può essere conveniente praticare in successione con
			il girapunte tanti fori ravvicinati ed a ridosso delle linee tracciate
			a matita, dal lato da asportare, e quindi congiungere tutti i
			fori incidendo con il tagliabalsa più robusto il polistirene,
			fino a staccare completamente dal foglio la parte da asportare,
			e rifinire il profilo del particolare da realizzare successivamente.
			
			
			Formatura
			Sebbene si possa facilmente impiegare lottone per realizzare
			un tetto bombato, o un serbatoio, lo stesso risultato lo si può
			ottenere con il polistirene: esistono profilati tubolari di vario
			diametro; nel caso che si volesse realizzare un tetto bombato
			in polistirene, dopo aver tagliato il pezzo in piano conviene
			dargli la forma definitiva scaldandolo a bagnomaria o nel forno
			a microonde, farlo quindi adagiare a caldo su una dima di legno
			della forma voluta.
			Una volta formato il tetto, sarà sufficiente raffreddare il polistirene
			immergendolo in acqua fredda; il procedimento si può ripetere
			più volte, fino ad ottenere il risultato voluto. 
			Occorre fare attenzione però a non scaldare troppo il polistirene,
			e fare un po di prove prima di affrontare il pezzo definitivo.
			Lo stesso procedimento si utilizza per piegare in particolari
			forme tutti i generi di profilati e di fogli di polistirene. 
			
			Finitura
			Terminata la fase di taglio dei pezzi, occorre rifinire i singoli
			pezzi; ricordandoci che il polistirene è un materiale tenero,
			e quindi le lime e la carta abrasiva vanno usate con delicatezza,
			senza eccedere nella pressione da applicare; in particolare: 
			- vanno asportate le sbavature prodotte dal taglio utilizzando
			della carta abrasiva fine;
			- va scartavetrata leggermente la superficie che rimarrà a vista
			con carta abrasiva fine /
			finissima, in modo da renderla perfettamente uniforme, piana e
			un po ruvida al tatto
			(togliendo leffetto specchio, che caratterizza sempre uno dei
			due lati del foglio), anche in
			funzione di un migliore aggrappaggio successivo della vernice;
			
			- vanno rifinite le varie linee di taglio, portandole definitivamente
			a misura dei profili da realizzare, con lausilio delle lime (si
			pensi al perfetto allineamento dei profili di una serie di finestrini
			sulla fiancata di una carrozza); per gli angoli acuti va impiegata
			una lima a sezione triangolare, per gli angoli retti una lima
			a sezione triangolare o quadrata; per i profili curvi una lima
			semitonda o tonda, per i fori circolari una lima tonda, ecc.
			- vanno eseguiti eventuali smussi e raccordi vari, sia con le
			lime che con la carta vetrata;
			- vanno applicati gli eventuali coprigiunti costituiti da profilati
			di polistirene di opportuno spessore (fino a 0,13 mm), i montanti
			di rinforzo, e gli altri particolari la cui applicazione
			- è più agevole da realizzare sul pezzo singolo, prima del suo
			assemblaggio definitivo, o che
			- dovranno essere verniciati nello stesso colore del pezzo a cui
			si applicano.
			- vanno eseguiti i vari fori per la successiva applicazione dei
			mancorrenti e di altri particolari, come le scalette, i predellini,
			i respingenti, i carrelli, ecc.(ricordiamoci qui che la costruzione
			di un modello col polistirene presuppone anche limpiego di materiali
			diversi: rame ed ottone per realizzare mancorrenti, tubi, fili,
			scalette, predellini, accoppiatori pneumatici, respingenti, ecc.;
			legno per realizzare pannelli e piani di calpestio, ecc., acetato
			per i vetri, ecc. )
			
			Assemblaggio
			Una volta che disponiamo di tutte le parti del modello finite
			e pronte, procediamo finalmente al loro assemblaggio: e via con
			la colla! E invece no
			Prima di essere tentati di versare una sola goccia di colla, dobbiamo
			essere sicuri che non abbiamo commesso errori poi irrimediabili,
			una volta incollati i pezzi.
			Perciò procediamo ad assemblare i vari pezzi a secco per verificare
			che si uniscano correttamente a formare ciò che abbiamo progettato:
			se abbiamo commesso degli errori in fase di progettazione (se
			abbiamo sbagliato di prendere o ridurre in scala le misure, se
			abbiamo sbagliato i calcoli, se non abbiamo tenuto conto dello
			spessore dei materiali, se abbiamo sbagliato di progettare il
			posizionamento relativo dei pezzi, ecc.) oppure in fase di disegno
			o di taglio o di finitura (se abbiamo esagerato con il cutter
			o la lima o la carta abrasiva, ecc.).
			Cominciamo ad unire i pezzi a due a due (es: la base con ciascuna
			fiancata e ciascuna testata; la fiancata con ciascuna testata,
			ecc.), e verifichiamo che le misure coincidano (lunghezze, larghezze,
			altezze), poi proviamo ad assemblare le due fiancate e le due
			testate assieme, e verifichiamo se otteniamo un parallelepipedo
			oppure un rombo oppure un
 branzino; poi riproviamo aggiungendo
			la base del telaio e leventuale tetto.
			Verifichiamo anche che non vi siano eccessivi laschi o luci fra
			le varie giunzioni, ecc, o che al contrario i pezzi si incastrino
			a fatica. 
			E meglio comunque aver tagliato di meno di quanto dovuto, perché
			con qualche colpo di lima si può sempre rimediare, che aver tagliato
			troppo
 perchè bisogna rifare il pezzo (troppo corto o troppo
			basso).
			
			Incollaggio
			Quando abbiamo verificato che tutto è ok, procediamo ad incollare
			i pezzi di polistirene a due a due, come sopra, e via via i successivi,
			fino ad incollare tutto ciò che deve poi rimanere saldamente unito;
			per fare ciò utilizzeremo diverse colle; ognuna ha i suoi vantaggi
			e svantaggi, ognuna è più indicata in certi casi che in altri;
			vediamo:
			
			Colla per polistirene: in flacone, tubetto, ecc, più o meno liquida.
			Ha il vantaggio che, agendo come un solvente, ci mette del tempo
			ad incollare: tutto a nostro beneficio se dobbiamo correggere
			il posizionamento errato di due pezzi di polistirene da unire.
			Ha vari svantaggi però: 
			1. bisogna stare attenti a non esagerare con la colla: basta applicare
			un filo di colla (il dispenser qui è utilissimo) lungo la linea
			di contatto di ciascuno dei due pezzi, attendere 10  30 secondi
			che il solvente evapori un poco, quindi unire i due pezzi premendo
			leggermente luno contro laltro; esagerare con la colla = rischiare
			di rovinare, deformare se non addirittura bucare il foglio di
			polistirene (si immagini lo spessore da 0,13 mm); 
			2. richiede tempi lunghi, e perciò è necessario, una volta uniti
			i due pezzi, mantenerli bloccati nella posizione voluta (es: ortogonale)
			per delle ore, con laiuto di un paio di blocchetti di metallo
			o di legno, fino al completo essiccamento; altrimenti la colla,
			che tende a tirare, trasforma la giunzione ad angolo retto in
			un angolo acuto, che a quel punto potremo utilizzare per costruire
			
 la prua di una nave.
			La colla liquida in flaconcino di vetro con il pennellino è indispensabile
			se dobbiamo unire due fogli di polistirene sovrapponendoli luno
			sullaltro, come ad es. nel caso in cui vogliamo realizzare una
			fiancata a più livelli di profondità (è il caso di molti carri
			e carrozze), oppure ottenere dal lato interno le sedi per la successiva
			applicazione dei vetri ai finestrini; la regola è quella di spalmare
			uniformemente e senza esagerare la colla con il pennellino solo
			sul foglio di maggior spessore, che rischia meno di flettersi
			o di tirare. 
			
			Colla cianoacrilica: liquida o gel
			Ha il vantaggio di un incollaggio immediato (pochi secondi) e
			quindi di permettere di procedere celermente nel montaggio; inoltre,
			non essendo solvente, non intacca né corrode il polistirene se
			ne fuoriuscisse troppa; per contro, bisogna posizionare i pezzi
			da incollare a colpo sicuro, perché un errato posizionamento richia
			di trasormarsi in tragedia, soprattutto se i pezzi che si tenta
			di staccare sono sottili o delicati, o sono stati uniti di piatto;
			per questo è preferibile evitare assolutamente di utilizzarla
			nel caso in cui dobbiamo incollare, sovrapponendoli, due fogli
			di polistirene (nessuno li staccherebbe più in caso di un errato
			allineamento), mentre va bene nel caso che dobbiamo incollare
			di testa due pezzi di polistirene, ad esempio ad angolo retto:
			riusciremo a staccarli in caso di errato allineamento senza eccessiva
			difficoltà e
 riproveremo una seconda volta con più attenzione;
			una volta correttamente uniti, non dovremo attendere delle ore
			per lincollaggio successivo.
			Cè da dire ancora che la colla cianoacrilica si presta ottimamente
			per irrobustire le giunzioni (dal lato interno!) fra i vari pezzi,
			in quanto contribuisce a mantenere assolutamente fermi i pezzi
			in posizione dopo pochi secondi, e per sempre, e per questo può
			essere usata in alternativa o assieme a dei listelli di rinforzo
			interni, per assicurare maggiore stabilità e robustezza alla forma
			del modello.
			
			Colla per vetri
			È lunica che consiglio di utilizzare per incollare i vetri o
			lacetato alle porte ed ai finestrini: non è istantanea e perciò
			permette di correggere eventuali cattivi posizionamenti, non lascia
			alcuna traccia visibile in quanto polimerizza in un film perfettamente
			trasparente, ed è elastica; consiglio la Clearfix della Humbrol.
			Consiglio invece la Micro Kristal Klear della Microscale per creare
			vetri di dimensioni non troppo estese (è una colla di colore bianco,
			che si tira con uno stuzzicadenti fino a riempire lo spazio
			del finestrino, dopo 10 / 15 minuti si trasforma in un film trasparente),
			oppure quando per motivi di spazio, risulta difficoltoso posizionare
			dallinterno il vetro o lacetato.
			
			Colla epossidica bicomponente
			È adatta ad incollare rinforzi e/o pesi di metallo al polistirene
			o al metallo, in alternativa alla colla cianoacrilica, quando
			si richiede un incollaggio più elastico o che sopporterà vibrazioni
			e/o sollecitazioni elastiche.
			Incollare i pezzi non significa incollare tutto il modello in
			un blocco monolitico: è bene qui ricordare che il nostro modello
			dovrà sempre rimanere accudibile nel tempo, e perciò smontabile
			in caso di necessità.
			A seconda del tipo di modello e delle sue caratteristiche peculiari,
			sarà opportuno incollare definitivamente solo certe parti fra
			di loro, in modo da avere delle macroparti sempre separabili
			e smontabili; queste macroparti andranno unite solo per mezzo
			di incastri, o di dispositivi amovibili (si pensi ai respingenti
			sfilabili che tengono unita la cassa al telaio), oppure di viti
			e dadi (interni o comunque nascosti alla vista).
			Nel caso dei carri chiusi, ad esempio, si dovrà prevedere di poterli
			sempre scomporre in:
			tetto / cassa / telaio
			tetto+cassa / telaio 
			tetto / cassa+telaio 
			Se non lo prevediamo, rimontare o sostituire un vetro di un finestrino
			staccatosi allinterno del carro in seguito ad una caduta del
			modello si rivelerà alquanto impossibile.
			
			Rinforzo e stabilizzazione
			Il polistirene, come già detto, è un materiale che ben si presta
			ai nostri scopi ma che, proprio per le sue caratteristiche, non
			è rigido, e tende a flettere nel tempo sia per effetto della forza
			di gravità e degli sforzi che vi si applicano, sia a causa delleffetto
			tirante della colla per polistirene, che è un solvente.
			Per questi motivi, soprattutto quando le superfici in gioco sono
			estese, è necessario applicare internamente al modello in polistirene
			dei rinforzi, che possono essere costituiti sia da spezzoni di
			profilati di polistirene di varia forma e sezione (a seconda della
			scala e delle funzioni che devono svolgere), sia da altri materiali.
			I rinforzi possono essere costituiti anche da paratie interne
			in polistirene o altro materiale, che possono anche fungere da
			pareti divisorie (si pensi alle carrozze a scompartimenti), ed
			assolvere ad un doppio compito, estetico e funzionale.
			Il consiglio è quello di incollare questi rinforzi utilizzando
			della colla cianoacrilica anziché della colla per polistirene,
			proprio per evitare che questultima, solvente, crei nuovi sforzi
			di tensione dopo che abbiamo fatto di tutto per eliminarli.
			Questo eviterà che il tempo e luso (il modello sarà soggetto,
			nellesercizio sul plastico, anche a sforzi di compressione e
			di trazione) provochino a distanza di anni delle sgradite sorprese
			a carico della nostra opera.
			
			Applicazione di particolari e aggiuntivi
			A questo punto potremo applicare al nostro modello altri particolari
			e aggiuntivi, che non era conveniente o possibile assemblare direttamente
			sui singoli pezzi di polistirene prima del loro assemblaggio definitivo,
			ma non monteremo ancora né i vetri né altri particolari che andranno
			verniciati di un colore diverso rispetto alla cassa o al telaio
			o al tetto, o che giudichiamo conveniente montare in seguito (per
			la loro fragilità ad esempio).
			Applicheremo anche le sale, i carrelli, i respingenti, i ganci,
			ecc., in maniera definitiva o non, a seconda se dobbiamo successivamente
			ritoglierli o meno.
			
			Verniciatura
			Dopo aver lavato e sgrassato il modello, potremo procedere alla
			sua verniciatura, con le tecniche che conosciamo, a pennello o
			a spruzzo, con o senza lutilizzo delle mascherature ecc.
			Alcuni particolari ed aggiuntivi che monteremo successivamente
			andranno verniciati a parte.
			Il polistirene possiamo tranquillamente verniciarlo direttamente
			senza applicare alcun primer, perché i colori acrilici, sintetici
			e nitro si aggrappano molto bene, solo che si abbia avuto laccortezza
			di carteggiarne la superficie con carta a grana fine / finissima
			(1000 e oltre).
			
			Decals
			Conclusa la verniciatura (nel senso che tutte le mani di vernice
			si sono perfettamente asciugate), applicheremo le decals e le
			lasceremo a loro volta asciugare perfettamente.
			
			Applicazione particolari e aggiuntivi finali
			Incolleremo o monteremo per ultimi tutti quei particolari e aggiuntivi
			che non avevamo applicato in precedenza.
			
			Sporcatura - vernice trasparente di finitura
			Eseguiremo la sporcatura e linvecchiamento eventuali del modello,
			ed infine applicheremo la vernice trasparente, lucida, satinata
			o opaca a tutto il modello, secondo leffetto che vogliamo dare.
			
			Vetri
			Last but not least: a meno che non si voglia dare ai vetri una
			finitura satinata o opaca, per simulare la loro non perfetta pulizia,
			li incolleremo per ultimi utilizzando lapposita colla, o li creeremo
			con la Micro Kristal Klear.
			
			Fine del lavoro ed inizio del divertimento, o forse fine del vero
			divertimento ed inizio di un altro modello!
			
Conclusioni
			Questa dispensa, lungi dallaver esaurito tutto il tema della
			costruzione in proprio o della cosiddetta autocostruzione, che
			potremo approfondire verbalmente e soprattutto
 praticamente,
			è il frutto di diversi anni di realizzazioni pratiche di vari
			modelli ferroviari, e vuole essere semplicemente uno sprone a
			tuffarci finalmente nel genere di autocostruzione che più di ogni
			altro è alla portata di tutti noi fermodellisti. Non richiede
			infatti né di affrontare grandi spese per lacquisto di programmi
			di grafica vettoriale, acidi, solventi pericolosi e lampade speciali
			necessari per la fotoincisione; né di comprare altrettanto costose
			attrezzature elettromeccaniche come torni, frese o altre macchine
			a controllo numerico. Senza contare il tempo necessario per imparare
			ad usare i programmi di grafica vettoriale e le macchine a controllo
			numerico; tutte cose che tendono a scoraggiare i più dal cimentarsi
			nellautocostruzione.
			Qui sono sufficienti le nostre mani e poca e semplice attrezzatura,
			alla portata di tutti noi fermodellisti, con poca spesa. Non importa
			se i primi risultati non saranno eccezionali: lappetito vien
			mangiando, e a mano a mano che acquisiremo abilità, esperienza
			e pratica, miglioreremo anche la qualità e la complessità dei
			modelli da realizzare.
			Buon lavoro a tutti,
			
			Sergio Pauluzzi
			
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