Norimberga 2004

Direi che il periodo fortunato sta continuando, infatti, dopo Novegro, Stoccarda e Monaco, per rimanere in tempi vicini a noi, continuando una tradizione che in questo caso dura da piu' di vent'anni, ho presenziato anche alla grande fiera di Norimberga. Questa e' la piu' importante fiera del giocattolo del mondo; Norimberga stessa e' considerata la capitale mondiale del giocattolo, grazie alla sua secolare tradizione in questo specifico settore, essendosi guadagnata questa fama nei secoli scorsi tra l'altro "inventando" i giocattoli di latta tanto ricercati oggi dai collezionisti. Ovviamente nel settore giocattoli entriamo anche noi con i nostri treni, anche se vorremmo essere considerati piu' nobilmente visto che intendiamo essere piu' vicini all'arte che al giocattolo, comunque c'e' motivo di consolazione nel considerare che molti dei giocattoli esposti nei vari stands sono talmente belli, indipendentemente dal settore di appartenenza, che spesso anch'essi rasentano l'arte pura.

Norimberga e' una citta' bellissima che merita di essere visitata; e' tranquilla, la gente e' gioviale, molto diversa da quello stereotipo che normalmente abbiamo del popolo tedesco, poco espansivo e che sta per i fatti suoi. Quest'anno poi il clima era incredibilmente mite, direi primaverile, propedeutico per belle passeggiate in centro e per un'accurata visita alla citta'. Norimberga e' una citta' quieta, silenziosa, questo anche grazie all'enorme zona pedonale che praticamente si identifica con tutta la citta' vecchia, quella dentro le mura; e' ordinata e pulita come vorremmo fossero anche quelle di casa nostra e, cosa che a noi non guasta, e' sede di alcune delle maggiori e piu' blasonate Case fermodellistiche, Fleischmann in testa.

Come faccio sempre, sfidando ogni volta la fortuna, anche questa volta non ho prenotato l'albergo, pur sapendo quanto difficile sia trovar posto a causa dell'immenso numero di visitatori richiamati dalla "Spielwarenmesse", ma, come finora e' sempre successo anche quest'anno mi e' andata bene, direi benissimo, trovando infatti una eccezionale sistemazione in un luogo centralissimo, a fianco del municipio e prospicente una delle piazze principali, la Sebalder Platz, con una veduta dalla mia stanza veramente magnifica; per farvene partecipi ripropongo qui sotto la vista di cui potevo godere al mattino appena sveglio; scusate se e' poco...

Gia che ci sono ecco anche l'interno della chiesa di S. Lorenz, molto simile a quella di S. Sebald, e la tastiera del suo antico organo.

Vi ricordo che come sempre, cliccando sulla miniatura delle foto, potrete avere le stesse in maggiori dimensioni per poter valutare meglio ogni particolare. Inizialmente non pensavo di proporvi queste immagini, quindi non ho scattato molte foto alla citta', ma penso che, chi non l'ha ancora vista, gradisca un piccolo assaggio di cos'e' Norimberga, quindi aggiungo, per concludere questa digressione, qualche altra foto ritraente punti particolari della citta' anche se non bastano a capire quanto bella sia. Quindi, qui di seguito ecco il ristorante sul fiume Pegnitz che l'attraversa e in cui ho cenato un paio di volte, una delle moltissime vie pedonali del centro, una delle moltissime torri di guardia medioevali che attorniano la cittadella e il maestoso palazzo dell'opera. Norimberga ha anche un bellissimo castello, che pero' non ho pensato di ritrarre per i motivi suaccennati, che e' visitabile e che la domina dall'alto della sua posizione e in cui si trova anche un buon ristorante. Insomma passeggiare per Norimberga e' una delle cose piu' appaganti!

Per arrivare finalmente ai nostri treni, il 5 di buona mattina, mi sono levato e dopo una ricca colazione come solo li si puo' fare, mi sono recato al salone. Devo confessare che ogni volta che arrivo davanti a questo santuario del modellismo provo una certa emozione. Come se non bastasse, ogni anno, dal momento che ne esco, aspetto gia' che arrivi l'edizione successiva; e' incredibile quanto l'ami e quanto ci sia affezionato anche se nel corso dei tanti anni che lo frequento e' profondamente cambiato. In pratica si sta sempre piu' allontanando da quella che puo' essere l'aspettativa di un fermodellista "autocostruttore" quale io sono, questo a causa dei prezzi degli stands che sono continuamente piu' salati, al punto che i piccoli artigiani ne sono di fatto esclusi e, con loro, anche le loro formidabili produzioni cosi' dettagliate e da cui si puo' sempre imparare qualcosa di nuovo. Oggi, purtroppo, solo le grandi aziende possono accedere a questa manifestazione con stands adeguati e gli artigiani sono diventati una vera rarita'; solo qualche coraggioso o qualche nuova ditta che vuole farsi conoscere vi puo' partecipare, ma, normalmente, mai per due anni di fila. Peccato, se qui potessimo gustare anche cio' che fanno alcuni artigiani tedeschi o inglesi, come succedeva una volta, sarebbe veramente il templio mondiale del fermodellismo, invece...

Da qualche anno il padiglione fermodellistico e' ospitato in un nuovissimo capannone, molto moderno, ampio e molto alto che non si surriscalda mai a causa della troppa folla, come invece avveniva in passato quand'era nei capannoni originali della fiera. E' molto luminoso, gli stands non sono pigiati come una volta ed e' quindi molto piacevole girovagare tra i vari espositori, trovando sempre lo spazio per fermarsi dove si trova qualcosa di interessante.

E' inutile dire che le marche che la fanno da padrona sono le grandi tedesche Maerklin/Trix e Fleischmann. questi due produttori, sono veramente potenti e lo spazio che occupano, pur costoso come gia' detto, e' veramente formidabile. Ambedue seguono varie scale, H0 e N per la Fleischmann ed addirittura Scala 1, H0, N e Z per il binomio Maerklin/Trix, ebbene per ogni scala queste aziende presentavano, come sempre peraltro, dei plastici grandissimi e molto interessanti, completamente digitalizzati ed automatici in tutto. Per dire quanto erano automatizzati, basti pensare che in quello Fleischmann N c'era addirittura una sella di lancio per lo smistamento dei carri che andava che era una bellezza e i convogli venivano fatti e rifatti, dopodiche' la motrice si attestava, faceva un giretto per il plastico e tornava per ripetere l'operazione. Erano chiaramente dei plastici dimostrativi; nessuno di noi vorrebbe una cosa del genere, pero' posso garantire che l'affidabilita' di tutti quegli oggetti era totale ed era veramente affascinante star li a guardare tutto quel che succedeva, come da bambini si poteva stare ore a guardare quei presepi animati in cui ogni pastore ed ogni artigiano faceva qualche movimento tipico del suo lavoro. Bene, ecco qui sotto un assaggio di quanto era esposto da queste due ditte che puo' far capire meglio di tante parole l'importanza che riveste questa fiera per esse.

Questi sono i plastici presentati da Fleischmann...

... e questi quelli di Maerklin e Trix, anzi di MiniTrix

Allo stand Trix c'era anche una piccola zona tutta italiana, con tanto di bandiera; e' poco, se vogliamo, ma poteva inorgoglire egualmente il fatto che una tanto grande azienda produttrice avesse questo tatto e questo rispetto per le nostre povere cose.

Poi tra le grandi c'era la Roco, anch'essa con un grande stand superaffollato. Qui c'e' qualche nota positiva. Stiamo tranquilli che qualcosa di buono sta arrivando anche per noi dalla marca austriaca. Le carrozze sono gia' pronte e poi sentivo parlare di un locomotore diesel che potrebbe essere anche il mio amatissimo D 343, visto che con poco riuscirebbero a farlo, le meccaniche infatti, prelevandole dalla gia' prodotta D 345, le avrebbero gia' pronte e di ottima qualita'. Ma perche' ci hanno messo cosi' tanto ad avere questa magnifica pensata? Beato il genio Italico! Comunque buon per noi che qualcosina arriva, ma dobbiamo anche pensare che siamo molto fortunati ad avere cosi' poche novita' ogni anno; ma ci pensate se fossimo tedeschi? Con il numero di novita' che hanno loro ogni anno da tutte le varie ditte ci sarebbe da svenarsi a comperarle tutte. Si, in effetti siamo veramente fortunati ad essere degli italici bistrattati da tutte le ditte del settore, comprese quelle di casa nostra, naturalmente! Comunque, vista la calca che c'era nelle zone calde dello stand Roco, mi sono soffermato a fotografare solo le loco della serie Platinum, non sono italiane, ma per finezza e ricchezza di dettaglio erano veramente deliziose e meritavano anche l'attenzione di un convintissimo "italianista" come me. Eccole qui sotto nella loro manificenza.

E le nostre grandi case? La tristezza piu' assoluta! Abituato com'ero a vedere lo stand Rivarossi, o LimaRossi, bello grande, in linea con le case concorrenti, sempre con un plastico funzionante al centro in cui facevano bella mostra di se' le ultime novita', il trovarmi di fronte ad un misero baluardo di quella passata grandezza, mi ha fatto proprio male al cuore. Queste case sono state sempre la nostra bandiera in questo settore del modellismo; vederle oggi cosi' agonizzanti e a corto anche dei quattrini sufficienti per ottenere uno stand piu' consono agli antichi fasti, produceva un certo senso di sconforto. Secondo il mio parere, poi, non era solo l'aspetto dello stand ad essere miseramente decaduto, ma anche i contenuti. Si legge da tempo sui giornali che la situazione economica di questa ditta ormai e' drammatica, si legge di licenziamenti, si legge di fallimento incipiente e di consiglio di amministrazione rinnovato ma che non sa trovare il giusto accordo con le banche creditrici per riuscire a far ridecollare l'azienda, pero' in cuor nostro si sperava sempre che qualcuno sapesse come trovare il bandolo della matassa; invece l'impressione e' quella che i geni della ditta abbiano messo in piedi qualche progetto e lo abbiano reso visibile al solo scopo di ingolosire qualche ipotetico acquirente, per indurlo a pensare che ci sono i progetti pronti per partire e far funzionare la ditta da subito, comunque senza il minimo impegno per dar seguito alla produzione di cio' che si vede come novita' annunciata. Spero moltissimo di sbagliarmi, ma in questi ultimi tempi ne abbiamo sentito di tutte le fatte ed e' piu' facile essere pessimisti che ottimisti. Tanto per dire la Gr. 740 e' allo stato in cui l'abbiamo vista a Novegro, in tutto questo tempo non ha fatto neanche un passettino in avanti. Per farle cambiare minimamente aspetto, peraltro orribile e lontano da quello della loco vera, sarebbe bastato dipingere il telaio e quelle ruotacce grige che mostrava, nel classico rosso vagone, invece niente, neanche questa minima cosa era stata fatta ed esse erano ancora come le avevamo viste la prima volta, com'erano ancora grossolani la caldaia ed il biellismo. Un'azienda che vuole uscire dall'empasse in cui si trova la Rivarossi, deve dare dei segnali di vitalita'. Se questi segnali mancano vuol dire che qualcosa, o molto piu' di qualcosa, non sta funzionando per il verso giusto. La situazione attuale e' quella che potete giudicare dalle foto seguenti.

Le cose stanno un po' meglio per quel che riguarda la E 402A che potete vedere qui sotto. Questa sembra quasi pronta, era presentata nei due colori, bianco-rossa e XMPR, teoricamente la dovremmo trovare a breve nei negozi, invece anch'essa aveva l'aria di essere li come un trofeo a quello che avrebbe potuto essere ma non sara' mai. Spero di bagliarmi ancora, ma la mia sensazione e' stata questa.

Scendendo a livelli di interesse minori, devo dire che quest'anno mi ha fatto un certo effetto vedere gli inglesi con un plastichetto in cui giravano le loro loco; ero cosi' disabituato a vedere quelle sagome cosi' diverse, che sono stato un po' a guardarle per riabituarmi all'idea che esistono anche loro. E' sicuro che la loro storia ferroviaria e' quanto mai nobile e di chiara fama, e' sicuro anche che noi sappiamo benissimo che fior di modellisti ci sono in Inghilterra, pero' loro si fanno vedere poco in giro, non partecipano sovente a manifestazioni continentali, quindi escono facilmente dalla memoria; una volta c'era la produzione Lima a ricordarceli, oggi non c'e' piu' e quindi e' facile dimenticarli ... finche' non ti riappaiono davanti con le loro loco che anche al vero sembrano giocattoli. Beh, qualcuna e' anche bella, naturalmente, per esempio quelle che stanno correndo qui sotto.

Come sempre era presente la Tillig con la sua scala TT, che e' una via di mezzo tra H0 ed N e che moltissimi appassionati, tra i quali ci sono anch'io, guardano con piacere e con quel rammarico che non sia riuscita a far breccia ed a creare piu' movimento attorno a se'. 1 a 120 e' bello!

Poi c'era la Brawa che ultimamente ci ha dato delle macchine veramente splendide com'e' nella sua tradizione, ma ora anche di grande lignaggio al vero, come la 06 ed oggi presenta la 2/6; veramente fantastica in ogni dettaglio. Qui sotto le ho dedicato un po' di spazio.

Tra gli "artigiani" dai prezzi folli, ma con modelli stupendi, ho raccolto delle testimonianze sulla produzione Fulgurex e Micrometakit. Questi sono stands in cui ti puo' cadere qualche lacrima per la eccezionale raffinatezza delle riproduzioni presentate, pero' il portafogli ci fa rientrare velocemente in noi e ci aiuta a capire che queste sono cose solo per superfortunati. Visto che non costa nulla guardiamocele almeno qui. Ecco quindi alcune cose Fulgurex tra cui, a sinistra, i famosissimi e costosi movimenti lenti per scambi.

E poi tutta la produzione "italiana" di MicrometaKit a patto che non cominciate a calcolare quanto costerebbe comprarla tutta in blocco: non voglio alcun tipo di responsabilita', sia chiaro. Non ci sono doppioni, sono tutte diverse!

E' cosa piu' che evidente che un'occhiata alle novita' di queste grandi ditte la spendo sempre, e' scontato, ma non vado a Norimberga per questo genere di scoop, non faccio e non intendo fare il giornalista, la mia curiosita' e' rivolta altrove, come ormai chi segue questi miei scritti ha ben capito; io cerco le novita' tecniche, gli stand di attrezzi, gli artigiani superstiti, le curiosita' che vanno oltre le frontiere nazionali e possono essere ad appannaggio di tutti i fermodellisti indipendentemente dall'amministrazione ferroviaria che amano e seguono. Essendo sempre meno queste realta' a Norimberga, purtroppo si corre il rischio di camminare tanto e trovare poco; pero' si trova sempre qualcosa di interessante, l'importante e' cercare con l'occhio attento e non farsi sfuggire niente. Ed infatti, un banco, molto modesto rispetto ai mostri sacri, aveva ogni ben di Dio per chi volesse costruire qualcosa.

Qui ho pagato pegno e non poteva essere diversamente, vista la qualita' e la quantita' dell'offerta; qui mi sono comperato un piccolo estrattore semplicemente perche' era bellissimo, regolabile ed a punta intercambiabile e puo' sempre servire quando gli altri che ho non sono a loro agio e poi ho amoreggiato a lungo con vari tipi diversi di morsette regolabili in varie posizioni, ma dotate tutte di noni per determinare la giusta inclinazione in gradi; alla fine mi son deciso e ho comperato quella che vedete sotto che, oltre che ruotare su se' stessa, mi permette di recuperare altri due movimenti che la mia modesta fresa non ha, sperando che ora mi siano possibili almeno alcuni di quei lavori a cui prima dovevo rinunciare o che dovevo scervellarmi per poter eseguire in altra maniera. Sono veramente felice del mio acquisto, ormai, qui a casa, l'ho guardata bene ed e' veramente magnifica.

Quando pensavo di aver speso lo spendibile ed aver cosi' pagato la mia consueta tassa all'altare degli attrezzi, proprio mentre mi stavo accomiatando dal trio che avete visto sopra, ho buttato l'occhio su di un bulino che mi pareva un po' strano, diciamo diverso dal solito, per via della sua impugnatura piu' grossa del consueto. Ho chiesto lumi ed il vecchio, senza parlare, l'ha preso in mano e semplicemente premendolo su di un lamierino che aveva li mi ha fatto vedere che la punta aveva uno scatto interno che eseguiva la bulinata senza uso del martello, ma grazie ad una molla ed un meccanismo di scatto interni al manico. Immediatamente ho anche capito che il manico grosso e pesantino serviva cosi' per "tenere botta" come si dice in gergo e, mentre lo guardavo un po' stupito per il suo ottimo funzionamento ed un po' ammirato per l'intelligenza con cui era concepito, il vecchio tedesco me lo metteva in borsa e diceva in ottimo italiano: dieci euro, prego! Ho immediatamente indagato per capire se poteva propormi altri strani attrezzi, ma lui sapeva solo i numeri nella nostra lingua; sono stato egualmente ben felice di darglieli. Qui sotto ecco fotografato il geniale bulino; il suo scatto e' cosi' veloce e repentino che dove si posa la punta li fa la bulinata, e' perfetto, la punta non si sposta di un alcunche' e le bulinature, ovviamente, sono tutte esattamente uguali, tanto che verifichero' se sia utilizzabile anche per eseguire, bulinando dal di dentro, le nostre finte chiodature, magari nelle scale piu' grandi.

Dagli attrezzi agli artigiani il passo e' breve, ma erano pochi, come ho detto; di notabile ho trovato questo piccolo stand in cui c'erano molte cose carine fatte a mano, ma niente, comunque, di italiano come e' logico che sia in quella terra.

Di interessante c'era lo stand di Gutzold che si dedica all'affinamento di modelli commerciali in H0 della varie nobili ditte che vanno per la maggiore. Presentava il suo catalogo di accessori per migliorare i dettagli delle loco e motorizzazioni piu' raffinate per le macchine piu' diffuse.

Interessante sotto il profilo dell'esecuzione era questa meccanica per tram, addirittura bimotore, che pero' devo ancora capire a che pro l'hanno studiata, visto che i tram vanno da soli o in minime composizioni e normalmente girano su profili altimetrici molto piatti. Per me appariva un inutile spreco di risorse, tantopiu' che in quello stand non c'era praticamente nient'altro che questo. Ho pensato addirittura che in quelle condizioni fosse uno spreco anche aver preso uno stand...

Al contrario, uno stand molto interessante era quello della ECKE che presentava una interessante linea di scambi da costruire da se' e una serie di sale gia' montate e verniciate per le loco tedesche in scala H0 piu' diffuse, molto fini e desiderabili. Purtroppo non ce n'era una che potesse adattarsi alle loco nostrane a causa dei diametri diversi o del diverso numero di razze. Praticamente per noi non erano usabili nemmeno le sale portanti. Fare modelli italiani e' quantomai complicato e a volte lo sforzo di doversi costruire tutto e' tale che si deve rinunciare prima ancora di aver cominciato.

Un artigiano particolare e di tutto rispetto e' Railex, che vi propongo qui sotto e che si e' preso la briga di dedicarsi alla scala Z (1:220). Fa cose pregevolissime, ma credo che abbia anche trovato degli occhi di ricambio per poter continuare a fare scala Z giorno dopo giorno.

Artigiani erano anche i due produttori di carichi per carri presenti al salone. Ho fotografato solo questo di nazionalita' ceca o ungherese, non ricordo esattamente; aveva una notevole varieta' di soluzioni per tutte le scale. Presentava anche una serie di simpaticissimi manufatti in legno, veramente ben fatti. Vende solo tramite Internet ma, mannaggia, non mi ricordo piu'il nome ed il suo depliant l'ho dato ad un amico gia' quand'ero ancorain fiera; comunque merita un'occhiata...

Anche le ditte che si dedicano alla produzione ed alla vendita di profilati in materiali vari quest'anno scarseggiavano; altro segno della decadenza! Forse non avro' guardato sotto i tappeti, ma ho trovato solo questo... troppo poco!

Tutti gli stands avevano qualche plastico, piccolo o grande che fosse o qualche diorama. Non li ho fotografati tutti, perche' erano moltissimi ed alcuni non erano poi cosi' belli. Quelli che vi propongo qua sotto sono una ricca rappresentanza di quel che si poteva vedere e possono servire di ispirazione per qualcuno di noi che abbia voglia di cimentarsi in questo settore.

Assimilabile ai diorami c'era anche un molo per traghetto ferroviario, presentato da parte di alcuni giovani molto simpatici e disponibili. Eccolo qui sotto...

Uno stand che avevo gia' avuto modo di apprezzare l'anno scorso e' quello della Train-Safe. Loro sono riusciti a concepire e produrre il piu' elegante banco prova che si possa immaginare e, se l'anno scorso era del tipo a passo fisso, fatto cioe' sulle misure del passo di una data macchina, quest'anno sono andati piu' avanti e, com'era logico aspettarsi dall'evoluzione della loro creatura, oggi presentano il tipo a passo variabile, quindi adattabile ad ogni macchina si voglia. Hanno avuto una bellissima idea, sono bravi, gentili e disponibili e spero che la loro produzione prenda piede e si diffonda come meritano. Qui sotto vi propongo il primo tipo sopra ed l'ultimo nato nelle due foto sotto.

Naturalmente in questo settore ormai la fa da padrone il banco prova della SMT che prima di quello della Train-Safe era lui il piu' elegante ed il piu' raffinato. Comunque e' il piu' diffuso ed e' sempre tra i piu' belli da vedere. Trovo che ambedue, anche se in maniere diverse, valorizzino piu' di altri la macchina che vi e' posta sopra. Siccome la bellezza e' un qualcosa di soggettivo, lascio a voi decidere quale eleggere vincitore del concorso "Banco Prova dell'Anno". Nelle foto sottostanti a sx quello adatto alla scala 1, al centro quello per la scala H0 ed infine, a dx, quello per la scala N.

Tra i produttori modellistici un posto particolare nel mio cuore ce l'ha la Fine Art Model. Questa e' un'azienda americana in cui uno dei soci e' incredibilmente un mio amico veneziano. Hanno varie piccole fabbriche sparse per il mondo e producono modelli di incredibile qualita'. Il loro campo d'azione spazia dai treni alle auto alle navi agli aerei e fanno circa 100 copie di ogni modello. I prezzi sono adeguati al prodotto che offrono e qui non si puo' trovare praticamente nulla sotto i 10.000 Dollari. Sono oggetti assolutamente esclusivi che ho trovato giusto farvi vedere perche', diversamente, nessuno saprebbe nemmeno della loro esistenza. Tutti i modelli esposti sono di clienti che li hanno ceduti momentaneamente per questo scopo, e' praticamente impossibile averne uno, in genere sono gia' venduti "sulla carta" prima ancora di cominciare a costruire il primo esemplare ai clienti storici e superricchi di questa fortunata ditta. Per tornare un attimo sulla filosofia costruttiva di questi modelli, dovete sapere che tutto e' costruito come al vero, per esempio il motore del Fokker che si nota sia montato che a lato del veivolo, qui sotto a sx, ha tutti i pezzi di quello vero ed e' tenuto insieme da ben 600 viti da 1,2 mm avvitate una a una al loro posto. Tutto e' riprodotto, anche cio' che non sara' mai visibile se non aprendo il modello con l'apriscatole e tutte le pedaliere e gli sterzi funzionano come al vero. Bene, gustatevi questo spettacolo!

Vi e' piaciuto quanto sa fare la Fine Art Model? C'era anche una perfetta torre Eiffel, ancora in costruzione ma aveva ancora il primer di color rosa e mi sono rifiutato categoricamente di fotografarla; per loro comunque non ci sono limiti sanno riprodurre e riproducono tutto al meglio!

Norimberga pero' non e' solo treni, tutto il settore del giocattolo e' degnamente rappresentato, avreste dovuto vedere che velieri erano presenti e che automobili! Si', anche automobili vere che servivano ai produttori di modelli per lanciare i nuovi modelli novita' ed attirare la gente presso i loro stand. Ce n'erano moltissime; io qui vi riporto tre interessanti esemplari diversissimi tra loro per ambizioni e per eta', precisamente l'ineressantissima Audi "Nuvolari", la Peugeot "307WRC" e la fantastica Lotus John Player Special, tutta nera e oro, con cui Mario Andretti vinse il Campionato del Mondo Piloti, quest'ultima per chi ha suppergiu' la mia eta' ...

Bene, stiamo arrivando alla fine di questa nostra chiacchierata. Il salone era grandissimo e le cose da vadere e di cui raccontare, sarebbero ancora tantissime. Speriamo che io possa tornarci anche l'anno prossimo e cosi' continuero' a parlarvi delle cose strane che vi si possono vedere, pero', se potete, andateci, perche' Norimberga e' bella e questo salone merita di essere visto, magari per una volta e non per piu' di vent'anni come finora ho fatto io; ma anch'io la prima volta pensavo di vederlo solo quella volta e poi basta...

In chiusura voglio raccontarvi di una fregatura che mi sono preso, a causa di un biellismo che avevo visto arrivando con l'auto il primo giorno. Ebbene, succede che arrivando in centro Norimberga io veda una grande serie di vetrine coperte dalle ruote di una loco ed il suo grandissimo biellismo a grandezza naturale. Siccome uso sempre il primo giorno di permanenza a Norimberga per andare a negozi e non conoscevo quello in quella posizione, ho pensato che fosse un negozio nuovo o che mi fosse sempre sfuggito e mi sono quindi prefisso di visitarlo immediatamente. Parcheggiata l'auto nel garage dell'albergo, dopo le formalita' di rito, mi sono incamminato nella direzione in cui ricordavo di averlo visto. Cammina, cammina, non riuscivo a trovarlo, un po' perche' non ricordavo esattamente il punto esatto in cui l'avevo visto, ed un po' perche' stava facendosi buio e me lo aspettavo illuminato, come tutti gli altri. Alla fine di tanto camminare l'ho trovato, spento, vuoto e assolutamente non era un negozio di fermodellismo, bensi' ... una semplice e brillante maniera per mascherare delle vetrine sconsolatamente vuote e per far camminare me! Ecco qui sotto se vi ho raccontato una bugia, sono tornato per fotografarvelo.

La chicca finale potrebbe essere quella di farvi vedere un plastico presentato in fiera con una caratteristica speciale che potrebbe far impallidire anche la stessa Maerklin e la sua scala Z. Quello che vedete qui sotto fotografato e' nientepopodimeno che il plastico nella scala minore che io abbia mai visto: scala 1:700. Si, proprio uno a settecento. Veramente fuori di testa; e io che mi lamento che la N e' troppo piccola!

Adesso siamo veramente arrivati in fondo alla nostra carrellata, un po' "sui generis", sulla SpielWarenMesse, grande fiera del giocattolo, ma soprattutto del fermodellismo, poco italico, ma grandissimo.

Grazie per la pazienza con cui mi avete seguito e ... alla prossima.