Norimberga, Fiera del giocattolo,
"Spielwarenmesse 2007"
Ebbene, anche quest'anno e' arrivato febbraio e con esso anche la Fiera del Giocattolo e del modellismo di Norimberga. Da una vita non perdo un appuntamento con la Spielwarenmesse, tantopiu' non potrei mancare all'appuntamento ora che mi presento come espositore e non piu' solamente come visitatore. Ovviamente la mia partecipazione e' marginale e le mie cose occupano solo una porzione di una vetrinetta in uno stand di amici che molto amabilmente mi ospitano. Devo dire che l'aver presenziato a innumerevoli edizioni, a qualcosa mi e' servito...
Qui, pero' non voglio parlare dei miei modelli, chi fosse interessato alla produzione Locomodel, e' pregato di seguire il link seguente che porta direttamente al sito www.locomodel.it, contesto che ritengo piu' opportuno per conoscere la produzione che offre la mia piccola Locomodel, cercando cosi' di non abusare di questo spazio.
Quest'anno c'era una grossa novita' ad attenderci, la Halle 4A, cioe' il nuovo padiglione che avrebbe ospitato i nostri treni modello. Sapevamo dalle indiscrezioni che sarebbe stato un padiglione splendido, sul sito della fiera era anche stato mostrato appena finito, eccolo qui sotto
Pensavamo tutti che fosse anche piu' grande del precedente 7A in cui eravamo negli ultimi anni, invece, pur bellissimo, tutto in vetro e con la volta sorretta da una spendida struttura in legno, alla prova dei fatti, si e' dimostrato piu' piccolo e tutti gli espositori hanno dovuto rinunciare a qualche metroquadro, oltre a cio' parecchi di essi erano posizionati addirittura in zone circostanti o perfino nella Halle 4, come, per esempio, tutte le riviste tedesche del settore e qualche altro espositore.
Al di la' di questo, devo dire che nel nuovo padiglione si stava molto bene per la sua grande luminosita' e per la sua perfetta ventilazione.
Non appena sistematomi presso i miei ospiti, non ho resistito dal fare un primo giro di perlustrazione, per vedere subito quelle novita' di cui si era parlato nei mesi precedenti e che normalmente restano sempre avvolte nel mistero fino all'ultimo giorno. Molto piacere mi ha fatto vedere che alcune di esse erano state svelate, come i vari "Binati" Breda o l'ETR 500, per esempio, e molto piacere mi ha fatto anche vedere alcuni modelli che non erano stati annunciati e che erano, almeno per me, assolute sorprese.
Ma andiamo per ordine, innanzittutto parlerei dei miei ospiti, due soci abbastanza giovani che producono carichi per carri, che vendono anche completi di carro, tra l'altro producono anche carichi per i camion. Il loro nome e' Ladegüter Bauer e producono modelli molto raffinati, quasi tutti sporcati magistralmente. Eccovi riportati alcuni dei loro innumerevoli lavori, naturalmente avrebbero meritato una foto in grande formato per ognuno, ma i Megabytes sono tiranni e dobbiamo accontentarci... comunque, per una migliore consultazione, potrete trovare il loro sito internet accedendo all'indirizzo <http://www.ladegueter-bauer.de>
Un lato del loro stand era occupato da un bellissimo diorama, sempre costruito da loro, riproducente una zona portuale in cui i carri erano protagonisti per il loro caricare e scaricare barche di ogni tipo. Tutte le TV e le riviste del settore sono venute a ritrarlo, una bella soddisfazione.
Di fronte a noi c'era nientepopodimeno che la grande Marklin, scusate se e' poco. Il loro stand, come pochi altri dei maggiori produttori, non aveva subito riduzioni e l'affollamento al suo interno testimoniava come il recente passaggio di mano non avesse inciso particolarmente sull'interesse che questa vecchia gloria del fermodellismo suscita nel mondo. Vero e' che che la produzione verra' progressivamente delocalizzata in Cina e che le maestranze erano in fermento, ma la sua produzione non conosce battute di arresto, anzi, sembra che ora guardi con occhi piu' benevoli anche il nostro mercato italico. C'e' solo da aspettare e stare a vedere cosa succedera'. Come sempre lo stand era dominato dal grande plastico a forma di "L", completamente digitalizzato, su cui venivano fatte vedere le performances di tutte quelle mille amenita', tipo gru e quant'altro, che sono il fiore all'occhiello della produzione Marklin.
Naturalmente non si puo' parlare della grandiosita' di Marklin se mentalmente non la si associa a quella di Fleischmann. Infatti anche lo stand di Fleischmann non era da meno per dimensioni e per affollamento. Anch'esso molto caratterizzato dai due grandissimi plastici, uno in scala H0 e l'altro in scala N, al suo interno presentava molteplici vetrine in cui erano esposti i mille modelli che questa casa produce, decisamente un altro colosso, peccato solo che non "senta" per niente il mercato italiano.
Fleischmann, come spesso le succede, esponeva con gran risalto anche tre modelli che, proprio la sera antecedente l'inizio della fiera, si erano aggiudicati il titolo di "Modello dell'Anno", prestigioso riconoscimento curato da una importante testata tedesca del settore e decretato da un sondaggio di migliaia di schede compilate dagli appassionati tedeschi. Ecco qui sotto i modelli premiati, due carrozze e il locomotore E 19 in scala N.
Tra i big mondiali ovviamente non poteva mancare la giapponese Kato con i suoi missili su rotaie...
Tra gli stand che hanno sicuramente mantenuto le immense dimensioni di sempre, c'era anche LGB, ma, oltre che pubblicare qualche foto, non farei di piu', in quanto non e' certo questo il mio ideale di modellismo ferroviario, comunque eccovi una piccola testimonianza.
Interessante lo stand di Preiser, la ditta che produce persone da inserire in plastici e diorami in varie scale, dalla Z alla II. Quest'anno il loro motto era "Made in China" in cui "in" era corretto in "for" tanto da sottolineare che, incredibilmente, erano fornitori di omini, e donnine, anche per quel mercato. Per rafforzare il concetto, lo scultore che ogni anno e' li' a ritrarre bellezze femminili notevoli, quuest'anno era alle prese con la riproduzione di una cinesina vestita nei panni di un capostazione, o qualcosa del genere, delle Ferrovie cinesi. Devo dire che noi che conoscevamo lo "standard" di questa Marca, siamo stati un po' delusi, senza niente togliere alla cinesina che vedete ritratta piu' sotto.
Luccicante di giallo era impossibile non notare lo stand di Lux Modellbau che proponeva ormai una miriade di mezzi per pulire i binari e le ruote delle loco. Un'infinita' di soluzioni, e tutte gialle, che rappresentavano un bel colpo d'occhio.
Qualche espositore orientale proponeva anche led e minilampade come queste
Ma veniamo ai modelli italiani che sono quelli che piu' di ogni altro ci stanno a cuore. Innanzittutto parliamo della Hornby che ci propone i nostri vecchi Marchi, Rivarossi, Lima, Jouef, Arnold oltre a Electrotren ed a una miriade di altre cose. Questa immensa ditta sta migliorando anno dopo anno e, dopo gli iniziali errori, ora ci sta proponendo modelli adeguati alle esigenze dei nostri fermodellisti, sempre piu' consoni per colori e particolari. Chiaramente quello di mettere in ordine la marea di cose lasciate dalle cessate aziende che ha rilevato e adattarle agli standard costruttivi suoi, non e' cosa semplice, bisogna avere pazienza, ma i risultati si cominciano a vedere. Adesso non sono pochi i locomotori rimessi in esercizio e bisogna tener presente che la serie dei E428 sta seguendo a ruota, come la Gr. 740 di cui non ho le foto dello step successivo a Novegro, perche' sarebbe arrivata in fiera il giorno dopo di quello in cui l'ho lasciata. Purtroppo nessuna novita' italiana da parte di Arnold.
Ipezzi "forti", pero', li stavamo aspettando da ACME e da Roco. Queste due aziende, infatti, avevano annunciato il famosissimo "Binato" Breda, in pratica la coppia di automotrici diesel ALn 442 e ALn 448 che espletavano il prestigioso servizio internazionale Trans Europ Express. Devo dire che questa volta ACME ha rispettato i tempi ed il prototipo era nella vetrinetta a far bella mostra di se'. Fondalmentalmente si presenta bene, e, salvo la curvatura del muso nel raccordo sotto il vetro frontale, raccordo che non esiste in quanto le due parti formano un angolo tra di loro che al vero non c'e', direi che e' di ottima fattura. La ACME ha scelto la strada dei due semigusci che, necessariamente, presentano una linea di unione lungo la parte bassa della fiancata, mentre Roco ha scelto la strada della cassa ottenuta in un unico stampo, salvo che per la parte bassa del muso che e' rimessa per poter eseguire la chiusura inferiore del muso, altrimenti impossibile. Ovviamente questa seconda soluzione libera la fiancata dal segno di unione delle due semicasse presente sul modello ACME, limitando questo segno di unione alla sola zona frontale. Sembra pero' che questa soluzione permetta di creare delle accoppiate con due o piu' Binati, in quanto, sotto a quella parte rimessa, dovrebbe celarsi un timone di allontanamento. Ma guardiamolo subito questo Binato Roco, in modo che le parole trovino appoggio sulle immagini. Come vedete qui sotto, il Binato Roco non era ancora verniciato e ancora suscettibile di modifiche o miglioramenti, per esempio nella zona bassa del muso che non era ancora definitiva.
Purtroppo il prototipo era posizionato in modo che risultava difficile fotografarlo senza chiedere aiuto al personale dello stand, ma questa e' una cosa che faccio sempre malvolentieri, quindi mi sono limitato a fare quello che risultava possibile in quelle condizioni. Comunque, come potete vedere la parte bassa del muso, quella rimessa che comprende anche le carenature dei respingenti, sara' soggetta a modifiche, come dicevo, innanzittutto la prima correzione riguardera' la curvatura della cassa esistente tra i respingenti e poi, la seconda, riguardera' l'aumento delle dimensioni delle carenature stesse, al momento un po' smilze.
Acme, che ho scoperto, grzie ad una confidenza di uno dei soci, che lavora per pura passione e non per fare del business, pur costruendo in Cina e vendendo a prezzi europei (!) chiedo scusa se ho mai pensato il contrario, diversamente da Roco, come ho gia' accennato, ha scelto una strada differente per ottenere il suo modello, quella delle due semiscocche divise longitudinalmente. Se sara' in grado di eseguire l'unione tra le due semicasse con un minimo danno estetico, probabilmente potra' confrontarsi ottimamente con il modello Roco, ma sara' difficile rendere invisibile o, per lo meno, poco percettibile questa giuntura. Certamente il modello Acme era piu' avanti di quello Roco, anche nei particolari. Per prima cosa e' stato presentato gia' verniciato e questo lo poneva sicuramente in vantaggio nell'immaginario collettivo, poi, bisogna dire, ha realizzato l'interno in modo impeccabile; ottimi sedili, eccezionali i tavoli imbanditi con tanto di piatti e di bottiglie, una cosa che non si ritrova comunemente. Bene, eccolo qui
Questi sono i due modelli di ALn 442/448 su cui potremo contare, cosa ne dite? Beh, two is megli che one, no? come diceva la nota pubblicita', comunque queste due aziende avevano dell'altro da far vedere e, se Roco il suo E656 (il Caimano) non era ancora in grado di farlo vedere in quanto verra' pronto nei mesi finali dell'anno, Acme, a cui basta un sussurro per seguire una pista, si presentava con un Caimano perfettamente a punto e, sembra, fra poco disponibile nei negozi: cosi', mettendo in conto anche quello di RivaRossi, potremo scegliere tra tre modelli dello stesso locomotore, speriamo almeno che li facciano posizionati in epoche diverse! E chi, come me, ne ha gia' qualcuno Lima e RR, cosa dovrebbe fare, comperarne ancora per far felici dei produttori? E mi chiedo, ma la guerra non ve la potreste fare anche pensando a mezzi diversi e mai proposti? per quel che riguarda il mercato italiano c'e' il mondo ancora da fare, ma perche' siete cosi' ciechi da passare ognuno sulle orme dell'altro? Noi modellisti italici avremmo almeno dieci modelli nuovi in piu' se in questi ultimi pochi anni non aveste pensato solo a far del male al vostro concorrente invece che a far del bene al modellista. Questo e' un discorso generale e vale per tutti, e' un lamento che viene da tutti i fermodellisti che seguono lo stile italiano, modellisti che si sentono perfino offesi da questa maniera di agire. Bene, dopo lo sfogo veniamo al dunque, ecco qui sotto il E 656 di Acme per valutare la fattura del carrello e della cassa grezza stampata con composizioni di materie plastiche diverse
Ma Acme non si e' fermata a questo, in quanto presentava anche alcune bellissime carrozze tra cui la letti tipo P che e' tra le mie preferite, ma non basta...
... perche', finalmente, c'era un primo campione dell'ETR 500 gia' annunciato quasi due anni fa e che pareva fosse stato dimenticato per dare la precedenza ad altre cose. La macchina sembra molto bella, come anche le sue carrozze, penso che fra non molto potremo avere sui nostri plastici uno dei piu' bei treni d'europa.
Un grande stand era anche quello di Brawa. Bellissime le macchine che propone, peccato solo di non essere nati in Germania e di preferire le ferrovie di casa nostra. Ci sarebbe stato tanto da fotografare, ma, ormai lo sapete, io amo le FS e le cose artigianali, quelle fatte con amore e con passione, per cui, di adatto ai miei gusti, allo stand Brawa ho trovato solo questa impressionante macchina elettrica tedesca (E 95 03) e questo gradevolissimo diorama.
Ma andiamo avanti con le cose italiane, quest'anno ce n'erano parecchie piu' del solito, sembra quasi che un momento magico ci stia accompagnando. La Casa di cui voglio parlare adesso e' la ViTrains, praticamente la vera Lima dei giorni nostri. Anche Vitrains portava a Norimberga delle belle novita' per noi fermodellisti dello stivale, le doppio piano nelle varie colorazioni avute al vero, i Minuetto gia' visti anch'essi nelle varie colorazioni, il E464 in livrea FER, oltre che FS e Tilo e, udite, udite, le prime scocche di verifica dello stampo dell'ALn 668 serie 1400, modello che in scala esatta 1:87 non era mai stato prodotto. Anche per questo modello non ci sara' tanto da attendere per averlo in negozio pronto alla vendita. E' nata da poco ma Vitrains dimostra una bella vitalita' e il suo catalogo comincia ad essere decisamente interessante.
Dicevo che il mercato fermodellistico italiano sta conoscendo un nuovo impulso, infatti anche Heris, l'ex socio di Acme, proponeva una serie di carrozze di casa nostra, probabilmente erano state deliberate ancora al tempo in cui erano buoni fratelli, perche' sembrano proprio quelle di Acme, fatto sta che ora ci sono anche queste e uno puo' scegliere; non e' questo che vogliono i produttori quando ci offrono lo stesso prodotto in molti?.
Ma avevamo modelli italiani anche presso grandi e nobili produttori di modelli in ottone, Fulgurex, per esempio, che proponeva i nostri primi locomotori Trifase, studiati e commissionati a Kando in Ungheria dalla Rete Adriatica, prima di confluire nelle FS nel 1905. Questi locomotori furono quasi subito noleggiati alla Rete svizzera e furono efficaci nel far capire come risolvere brillantemente i problemi connessi al nuovo valico del Sempione che, proprio l'anno scorso, ha compiuto il secolo di vita. Ho sempre pensato che queste macchine rimasero nere per tutta la loro esistenza, ma la Fulgurex ne propone una versione anche in castano e Isabella, forse mi e' sfuggito qualcosa...
Ecco le due versioni dell' E 360 qui sotto, assieme al Fb 3/5 che non e' altro che la versione riveduta e corretta, ma svizzera, della stessa macchina. Anche se c'e' qualcosa nell'aspetto di queste realizzazioni di Fulgurex che non mi torna, vedere macchine italiane in stands cosi' prestigiosi, riempie sempre il cuore. Poi, da questa Casa, potrete gustare un po' di ottone francese e qualche supermodello anche in scala N
Un altro superstand aveva modelli italiani, quello di Micrometakit. Se Fulgurex propende per il mercato francese, Micro propende per quello tedesco, anche se questa volta non le mancava sicuramente qualcosa di francese, ma, fortunatamente, e' sempre stata sensibile anche ai modelli italiani e, devo dire, e' la Marca prestigiosa straniera che, di modelli italiani, ne ha prodotto di piu'. Questa volta ho scelto una nostra Gr. 470 (il "forno crematorio") e una eccezionale vetrinetta di 241 francesi da mozzare il fiato, peccato solo per i riflessi sul vetro.
Per chi segue lo stile italiano non c'era tanto di piu', ma eravamo in Germania, c'e' da capire; ma gli espositori erano tanti, e di fatto molte altre cose, come vedremo, potevano essere interessanti per noi e per i nostri plastici.
La produzione di MiniNatur, per esempio, alberi e piante splendide, di fattura incredibilmente realistica, un'unica nota, la ditta si presenta come "Mini Silhouette", niente di piu' lontano dal profilo, silouhette per l'appunto, del signore che vedete all'estrema destra. La foto l'ho fatta apposta per farvelo vedere, in alto si intravede una parte della scritta Silhouette.
Di ditte che proponevano alberi ce n'erano altre ancora, come Schroll, per esempio, anch'esso con una bellissima produzione di buona fattura.
Poi, nel settore della vegetazione troviamo anche Viessmann che, in un grande stand, mostrava la sua produzione di vegetali e tutto il suo armamento di cose elettroniche per la digitalizzazione del plastico, ma, come ogni anno, Viessmann proponeva anche qualcosa di hard...
... come potete vedere nelle foto sottostanti. Comunque tutte cose sane, rientranti nei crismi della natura e della vita all'aria aperta...
Tra le ditte che avevano a che fare con la natura e con plastici e diorami, c'era anche Noch con il suo bel castello medioevale di finissima fattura e una postazione tipica per i bimbi, quei pochissimi che avrebbero potuto trovarsi assieme ai genitori-clienti in un salone cosi' operativo.
E poi c'era Heki con le sue bellissime costruzioni in cartoncino. Ormai sono tantissime diverse l'una dall'altra e, come si puo' vedere dalle foto, si possono costruire cittadine intere a costi molto bassi, ma con un effetto di insieme veramente notevole, in fondo, ricreare una situazione urbanistica che dia un certo tipo di emozione, puo' tranquillamente prescindere dal materiale usato per ottenerla.
Heki presentava anche un bellissimo diorama, ovviamente ottenuto usando i suoi prodotti, che potete vedere qui sotto
Oltre che essere impegnato nell'offrire kit di montaggio, pressoche' completamente in metallo bianco, anche Weinert e' impegnato nell'arredo urbano, precisamente in tutte quelle cosine che e' possibile costruire in metallo, con piccole fusioncine o con la fotincisione. In questo senso Weinert presentava una miriade di accessori per i plastici e per i diorami, adattissimi anche per le nostre ambientazioni.
Simpatico questo modello di un VT tedesco sperimentale che non avevo mai visto riprodotto, se non da un mio amico di nome Alexei
Tra i siti in cui mi soffermo sempre, quello di Sommerfeldt e' sicuramente tra i piu' curiosi, almeno per me, tutti quei pantografi appesi mi fanno impazzire e guardandoli attentamente si riesce sempre a scoprire qualche "furbata" usata per la loro realizzazione; comunque qualcuno di quelli che vedete era anche destinato a macchine italiane
E poi i tram, di quelli ce n'era ovunque, almeno quattro produttori si interessavano a questa specialita' fermodellistica, con prodotti di grande pregio e dal funzionamento dolce e silenzioso. L'anno scorso ero ospitato proprio in uno di questi stand, forse lo ricorderete. Quest'anno, per cambiare ve ne propongo un altro dal nome fantasioso per uno che fa tram: Strassenbahn
Ma di stands un po' strani che propongono cose lontane anche da cio' che noi potevamo anche solo immaginare, ce n'erano piu' d'uno, guardate per esempio cosa fa John Machanik ... che dire?
O quello ritratto qui sotto che costruisce ponti di tutte le forme e di tutte le dimensioni e in tutte le scale, anche questi sono accessori per i plastici di ogni nazione, Italia compresa
E queste immense gru di Conrad, non potrebbero essere usate tranquillamente in un megaplastico italianissimo?
Pur non essendoci nulla che riguardasse il mercato italiano, come non soffermarsi in raccoglimento in uno stand come quello di KM1? Digitale, fumo, rumore possente, marcia a passo d'uomo, tutte macchine in ottone in scala grande, un piccolo paradiso...
Adesso una cosa che da sempre mi sta nel cuore, che ho taciuto fin qui perche' ho scelto di inserirla ora, quasi alla fine del mio commento sulla Spielwarenmesse, proprio perche' rimanga un po' piu' impressa: La scala TT.
Se avrete l'occasione di guardare un modello in questa scala, se avrete l'occasione di prenderlo in mano e di girarlo e rigirarlo per osservarlo da ogni punto di vista, quando avrete fatto questo, anche voi vi chiederete per quale arcana ragione non c'e' questa scala anche da noi. Purtroppo la stessa domanda potrebbe farsela anche un francese, o un belga, o un inglese, perche' la scala TT esiste solo in Germania ed e' poco diffusa anche li'. L'ho gia' detto mille volte, questa e' la scala piu' bella del creato, perfettamente equilibrata tra dimensioni e visibilita' del dettaglio, gira in curve poco piu' ampie di quelle usate nella scala N e ha un fascino che non ha nessun'altra, tra le scale che io conosca. A rappresentare questa scala, al salone, c'era Tillig, come sempre, unico portabandiera industriale rimasto, che presentava il solito plastichino su cui giravano alcuni treni, oltre ad un po' di modelli in alcune vetrinette adiacenti. Ormai anche Tillig, grazie ad una aquisizione, e' entrata nel grande e piu' ricco mondo dell'H0 e ho paura che, se un giorno fara' i conti tra costi e benefici delle due scale, potrebbe essere che abbandoni anch'essa questa storica e bellissima avventura nella scala TT.
A volte penso che mi piacerebbe proporla anche in Italia con qualche mezzo di trazione significativo, naturalmente in tutto ottone, proprio come fa Jago, solo che lui, anche se opera in una piccola nicchia, e' pur sempre una nicchia tedesca, che, in proporzione, equivarrebbe ad un grosso mercato per noi poveri fermodellisti italiani. Ecco qui sotto due opere di Jago, una locotender ed una carrozza del Rheingold, carine, vero?
Per chiudere, oltre che per farvi vedere che c'era di tutto, ma proprio di tutto, a questa fiera, ho tenuto la foto di un signore, Toffanin, figlio di un nostro emigrante veneto, penso che sia addirittura nato in Germania, che oggi ha la sua bella azienda in terra tedesca e fa onore al nostro gusto, al nostro estro ed al nostro spirito di iniziativa, con la sua produzione di altissimo livello.
Ebbene, questo e' proprio tutto, siamo arrivati alla fine di questa lunga carrellata sulla Spielwarenmesse 2007.
Ciao a tutti e... arrivederci alla prossima.
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