Il "mio" Plastico

Essendo partita, finalmente, l'operazione "plastico", che a tutti gli effetti ha un sapore velatamente ... esplosivo, visti i 17 anni in cui tutto e' rimasto fermo al livello della struttura portante, in questa pagina, in verita' un po' lunga, vi faro' seguire, passo per passo, l'iter progettuale al fine di dare uno sprone, qualche spunto o solamente una traccia a chi si trova nelle mie stesse condizioni, cioe' con esperienza pratica quasi nulla, molta teoria ed una grande voglia di partire "alla grande".

Come in tutte le attivita' che ci capita di affrontare per la prima volta, in questi casi, dovremo partire con i piedi di piombo, con l'intento, cioe', di non commettere errori grossolani, quegli errori evitabili pensando per tempo, e per bene, ad ogni cosa che faremo.

Per ottenere questo risultato bisogna avere le idee molto chiare su tutto cio' che vogliamo fare e su quelle che sono le nostre preferenze, intendo se dare la priorita' alle manovre o alla piena linea, se vogliamo il tutto a gestione manuale o se ci piace un completo automatismo, o questo e quello insieme.

Una volta fatto questo esame di coscienza, potremo partire con i disegni. Per questo ci si puo' affidare a programmi di grafica come Corel Draw o Adobe Illustrator, che e' quello che amo usare io, oppure a programmi specifici di Cad fatti apposta per disegnare tracciati quali CadRail o Wintrack.

Amo vedere i treni nella realta’ quando corrono in piena linea, magari in percorsi appena tortuosi e veloci, oppure quando arrancano in montagna su linee secondarie ancora ottocentesche. Nel mio plastico, fin dall’inizio, quindi, ho pensato di riprodurre situazioni di questo genere: un plastico quasi “passerella” in cui io continuo a far l’osservatore come nella realta’, senza calarmi nei panni di un macchinista, di cui non saprei molto, se non per qualche piccola manovra nello scalo merci o nel deposito locomotive. Insomma, un plastico piu’ da “gustare” che da “vivere”. Nel mio impianto ideale doveva essere presente una stazione su una linea a doppio biario a medio traffico, elettrificata, con annesso scalo merci e piccolo deposito locomotive ed una linea di montagna che, staccandosi dalla linea principale, va a trovare la stazione di un piccolo paesino di montagna. Niente di trascendentale, quindi, concettualmente molto semplice, piu' o meno e' quanto normalmente si fa in ogni plastico di discrete dimensioni, poiche' queste caratteristiche dell'impianto permettono di far circolare tipologie diverse di rotabili in ambientazioni assolutamente "credibili".

Partendo da queste mie preferenze imprescindibili, ho cominciato a disegnare quello che avrebbe potuto essere l'ipotetico tracciato del mio plastico. Di disegni di massima ne ho gia’ fatti parecchi; ognuno di essi risolveva alcuni problemi scaturiti in quelli precedenti. iI plastico che deve ancora nascere ha gia’ cambiato molte volte aspetto e possibilita’ di utilizzo, ma cosi' dev'essere, perche' solo mettendo continuamente in discussione quello che si sta facendo si puo' sperare di procedere verso un prodotto di qualita' e che, alla fine, ci potra' soddisfare.

Alla fine della fase iniziale il disegno che piu' mi soddisfaceva e' quello che riporto qui sotto e che, in quel momento, ritenevo definitivo. Ovviamente, essendo questo solo un bozzetto, non sono disegnati ne' i marciapiedi delle stazioni, tantomeno il deposito e gli scali; per questi dettagli e' ancora troppo presto.

 

 

Mi rendo conto che non ci si capisce molto; e' un falso doppio binario con racchette di ritorno ed interposte delle stazioni nascoste che fanno in modo che lo stesso treno riappaia alla vista dopo un discreto tempo: cioe' quello che fanno quasi tutti; di disegni ne ho fatto una quantita', ma, pur con caratteristiche diverse, sono tutti all'incirca su questa falsariga. Tanto per essere un po' piu' chiaro, diro' che, nel disegno in pianta, le linee disegnate a mo' di rotaia sono quelle visibili, quelle disegnate a semplice tratteggio, invece, sono quelle nascoste alla vista. Avevo fatto anche uno schizzo di come si poteva presentare, tanto per avere una visione un po' meno da carta geografica, non e' un granche', si riferisce ad una stesura del plastico precedente a quella pubblicata sopra ma puo' servire egualmente per farsi un'idea sulle mie scelte e lo metto qua sotto. Come noteremo piu' avanti, i disegni di questo tipo sono molto ingannevoli; falsano molto le profondita' e i volumi e sono utili solo per avere un'idea di massima, ma guai a fidarsi del loro aspetto pensando che quello sia il "vero" aspetto del nostro plastico. Danno solo un'idea molto generale.

 

 

A questo punto avrei potuto cominciare a tagliare legni ed a metter giu' binari, tanto ero sicuro, ma, fin dall'inizio abbiamo detto di non fidarci delle nostre sensazioni e di andare avanti con "i piedi di piombo", ed e' cosi' che procederemo, controllando e verificando ogni cosa piu' volte.

Seguendo gli insegnamenti della nostra "Bibbia" in fatto di plastici e diorami, cioe' "Saluti da Ferbach", a questo punto faremo un modello, in scala 1 a 10, molto semplificato, del nostro plastico, usando polistirolo espanso; veloce da costruire, ma che ci dara' l'effetto tridimensionale dell'insieme, quello dei volumi, in modo da poter verificare per bene ogni cosa oltre ad ottenere una vista globale dell'equilibrio del nostro "coso".

Naturalmente noi non dobbiamo costruire un super diorama curato in ogni dettaglio come, invece, doveva fare Jacques le Plat; per il nostro scopo ci limiteremo, in questa fase, ad una verifica del tracciato e non alle proporzioni dello sfondo o di altri particolari, quindi non dovremo riprodurre ponti e paesi, questo, semmai, arrivera' quando saremo verso la fine del nostro lavoro.

Seguendo questo criterio ho cominciato a costruire il modello partendo dalla stampa dei disegni gia' fatti su del cartoncino Bristol. Una volta stampati tutti i percorsi di binario, ho cominciato a ritagliarli in modo da isolare dal foglio di cartoncino i percorsi che mi interessavano. Fatto questo li ho disposti, per verifica, su di un piano di polistirolo di misure adeguate, ottenendo quanto riportato nella foto seguente

 

 

Poi, prendendo uno alla volta i vari tratti di binario disegnati e ritagliati dal cartoncino, li ho appoggiati su altre lastre di polistirolo di spessore adatto all'altezza che ogni tratto doveva avere, seguendo le loro forme ho segnato con un pennarello il polistirolo e, con il solito filo caldo, ho ritagliato forma per forma tutto il tracciato. Anche se Jacques le Plat sostiene che un coltello ben affilato fa ottimamente lo stesso lavoro, vi consiglio "caldamente" il sistema a filo caldo, specialmente se il polistirolo usato non e' ad alta densita', poiche' i tracciati di esiguo spessore che andremo a creare, oltreche' estremamente curvilinei e mal gestibili con un coltello, risultano estremamente sottili, all'incirca da 1 a 2 cm, quindi molto fragili e, sotto l'azione di una lama, pur con tutte le attenzioni, tendono a spezzarsi. A questo punto bisognera' dare ad ogni tratta il corretto profilo altimetrico e creare i vani che possano permettere le intersecazioni delle tratte che incrociano le loro direzioni. Nella foto che segue si puo' vedere come si presenta un tratto finito e gia' con le pendenze corrette.

 

 

Se avremo fatto tutto per bene troveremo che tutti i pezzi, proprio come in un puzzle tridimensionale, si incastreranno uno nell'altro ed uno con l'altro dandoci, come risultato, la visione globale e reale del nostro progetto, solo 10 volte piu' piccolo.

 

 

Solo a questo punto si puo' cominciare a ragionare sull'effettiva validita' del nostro progetto. Infatti, nel mio caso, per fare un esempio, ero talmente preso e concentrato sulla difficolta' di far passare tutti i binari gli uni sopra o sotto gli altri, mantenendo le altezze della sagoma dei veicoli libere e, nel contempo, dando pendenze mai sopra al 3 percento che qualcosa immancabilmente mi e' sfuggito dal controllo. La realizzazione di questo modello, pero', mette in evidenza ogni aspetto; anche quelli che prima, durante la fase di progetto, non ci sfioravano minimamente, ora ci salteranno agli occhi con prepotenza e difficilmente, passato questo esame, resteranno lati oscuri del nostro bel plastico.

Nel mio caso saltano immediatamente all'occhio quanto le dimensioni delle due stazioni siano simili, o troppo piccola quella principale, o troppo grande quella secondaria, inoltre, altra cosa che si evidenzia chiaramente, il minimo dislivello e la troppa vicinanza tra le due stazioni stesse; questi particolari non sono molto visibili nel disegno in pianta; se non si ha l'esperienza necessaria, il livello 20 e qiello 45 possono sembrare lontani tra di loro, ma, otticamente, invece, si ha un'altra sensazione, talmente diversa che ci si stupisce di come si possa essere caduti in questo errore, tanto e' evidente. Modifichero', quindi, l'inclinazione rispetto al bordo del supporto e le dimensioni della stazione principale, che penso si chiamera' "Margheggia", aggiungero' una spirale (elicoidale) sia in andata che in ritorno per alzare il livello della stazione di montagna, che probabilmente si chiamera' "Pesera" e ruotero' quest'ultima di 90 gradi in senso orario in modo che l'ingresso in stazione si allontani sensibilmente dall'uscita di "Margheggia". Guardando poi il miniplastico da tutte le direzioni si notano anche altri particolari da modificare, per esempio modifichero' il tracciato degli anelli di ritorno al fine di evitare inutili sovrapposizioni di percorsi che possono tranquillamente viaggiare in modo del tutto separato tra di loro, rendendo piu' semplice la costruzione e la manutenzione. Anche la posizione relativa delle stazioni nascoste dovra' essere modificata in modo tale da agevolarne, anche qui, la costruzione e la relativa manutenzione. Beh, il primo passo e' fatto, ora pensiamo alle modifiche e riproviamo con un successivo modello che, forse non ancora definitivo, comunque ci fara' sicuramente fare un altro passo di avvicinamento a quello che dovra' essere il nostro agognato plastico.

Detto, fatto. Non ci vuole poi cosi' tanto a modificare dei disegni di massima dopo aver visto esattamente come intervenire; cosi', sistemata la stazione principale, alzata di quota e ruotata di circa 90 gradi quella secondaria, quella di montagna, sistemati, ottimizzandoli, alcuni anelli di ritorno ed alcuni passaggi, ecco riportata qui sotto come viene a presentarsi la pianta del nuovo tracciato risultante dalle modifiche

 

 

Come si puo' vedere dalla mappa di massima, qui siamo andati un po' piu' avanti con il progetto, non solo sono state ottimizzate le cose da modificare di cui parlavamo prima (stazioni, anelli di ritorno, quote), ma abbiamo anche cominciato a pensare allo spazio destinato ai marciapiedi, allo scalo merci ed ho anche identificato la zona (quella in basso a sinistra, praticamente quel binario che termina apparentemente senza senso) dove sorgrera' il deposito locomotive. Non ne ho parlato prima, ma l'aver diviso le varie sezioni dei tracciati con colori diversi e' stato determinato dalla difficolta' iniziale di 'vedere' bene come ogni sezione si stava sviluppando e devo dire che consiglio a chiunque abbia a che fare con percorsi un po' complicati di fare altrettanto perche' la cosa agevola di molto il lavoro.

Arrivato a questo punto non e' che tutti i dubbi siano stati fugati completamente, infatti trovo ancora delle cose che poi modifichero' in sede di costruzione, ma l'ossatura, la struttura , non piu' tanto di massima bensi' quasi definitiva del mio futuro plastico e' ben tracciata.

Adesso, esttamente come fatto in precedenza, andiamo a creare quel modello in scala 1:10 che ci permettera' di verificare meglio, con maggiore cognizione di causa, l'effettivo impatto di questa nuova stesura del nostro progetto. Devo altresi' dire che quella elicoidale che risolve il problema della quota della stazione "alta" o di montagna che dir si voglia, non e' stata tracciata a caso cosi' sbilenca, ma solo per poter meglio seguire lo sviluppo dei binari che la formano, fermo restando che, nella costruzione sara' un'elica perfetta in cui il binario interno (si, perche' per una spira i binari saranno due, affiancati, uno che dal livello basso si alza fino al fascio nascosto a livello 43 e l'altro che dal fascio nascosto di livello 32 si alza fino alla stazione) avra' diametro 120 che e' il diametro minimo presente in questo progetto. La determinazione di questo minimo e' dovuta alle loco "autocostruite" (cioe' che si sono costruite da sole) e che per mere ragioni di scala non mi e' stato possibile modificare nella struttura fino al punto di poterle far girare dovunque. A ben guardare se uno rispettasse il progetto di qualsiasi locomotiva a vapore, non ce ne sarebbe una che riuscirebbe a girare se non nei rettilinei, ma, strigendo un pochino il telaio in modo da dare piu' movimento laterale agli assi, si riesce a far muovere su di un plastico anche loco di difficile rodiggio. Nel mio caso i 120 cm. di diametro dovrebbero permettermi di far circolare tutte le loco di mia produzione, ma, ahime', non quelle "firmate" MicroMetakit o la 691 di TopTrain o qualche Fulgurex che, con la scusa del rispetto del progetto, girano, come dicevo prima solamente ... in rettilineo. Forse esagero un po' nel dire questo, ma non poi tanto!

Questa volta, per dargli un aspetto un po' piu' 'professionale', ho voluto stampare tutti i binari in nero, senza distinzione tra i vari percorsi. Ho provato questa cosa solo per sapervi dire se era meglio o peggio, infatti, il consiglio che ho dato qualche paragrafo piu' sopra tenetelo bene a mente, perche' avere una miriade di pezzettini tutti di egual colore, con forme molto simili le une alle altre, e' veramente terribile e non agevola ne' sveltisce il lavoro. Quindi colori diversi per tracciati diversi e la vita torna a sorridere!

 

 

Come si notera' da questa vista, l'aver portato in un'unica elicoidale la salita e la discesa relative alla stazione di montagna e' stato un bel colpo, un bel passo fatto verso l'indipendenza della quota a cui posizionare questa stazione, che a questo punto, mi vien da pensare, non e' piu' tanto una stazione (almeno etimologicamente) visto quanto si sta spostando di qua, di la, in su, in giu' ...

Direi che il lavoro progettuale di massima sia terminato; adesso il passo successivo sara' quello di trovare un paesaggio 'credibile' che possa vestire i nostri binari. I "grandi" del plasticismo dichiarano che e' la ferrovia, al pari di quella reale, che deve inserirsi in un paesaggio, meglio dire in una struttura paesaggistica, preesistente e non il contrario come si tende a fare noi. Io chino il capo e chiedo umilmente scusa a questi soloni, ma le cose da far combaciare per poter mettere in pratica il loro giustissimo ragionamento sono troppe e di difficilissima combinazione. Il solo fatto di avere uno spazio decisamente limitato, il piu' delle volte, e di volerci ficcare dentro magari qualcosa piu' del giusto, comunque quelle situazioni che ci piacciono, rende impossibile il seguire le loro indicazioni. Tantopiu' che nessuno di noi ha delle colline, o delle montagne che ci piacciono tanto, preesistenti in casa a cui poi adattare la linea ferroviaria! Al massimo, e questo io lo faro' sicuramente, si potra' tentare di spostare qualche binario o qualche fascio nascosto in modo da rendere possibile la realizzazione di uno scenario quanto piu' "naturale" sia possibile, sempre tenendo conto, pero', dello stramaledetto spazio che ci perseguita con la sua mancanza cronica; bisognerebbe trasferirsi nello Stato del Vaticano ed usare Piazza S. Pietro, allora ...

La fase successiva, quindi, sara' quella di creare un'ambientazione realistica il piu' possibile per i nostri binari. Questo sara' l'argomento finale di questa pagina, quello che concludera' la parte teorica e aprira' le porte alla fase ancora seguente: la realizzazione pratica di quanto abbiamo disegnato!

( il seguito ... appena possibile)