"Spielwarenmesse 2010"

Cari amici, rieccoci assieme dopo la grande Kermesse di Norimberga. Viaggio di andata sotto una nevicata incredibile, bellissima, potrei anche dire, se non fosse che ho dovuto guidare in coda a 60 all'ora per almeno 150 Km. A parte questo particolare, direi che la spedizione sia stata positiva, il salone non e' stato male, quest'anno, sicuramente c'era voglia di ripresa e in questo senso le varie Case si sono date parecchio da fare. La crisi come sappiamo bene non e' cessata e i soldi nelle tasche della gente scarseggiano, anzi, sappiamo gia' che questo sara' un anno ancora piu' duro di quello passato, poiche' gli effetti della ripresa economica sulla gente comune viaggiano con un anno di ritardo rispetto ai dati di ripresa della produzione industriale. Ma la buona volonta' aiuta molto a venirne fuori e, sicuramente, di buona volonta' ce n'era molta al salone. Prima di lasciare la fiera ho chiesto ad un responsabile come stessero andando gli ingressi ed egli mi confermava che erano di circa il 20% sopra all'anno scorso; naturalmente sono cifre generali, quel 20% in piu' non si e' riversato tutto sui treni, i piu' saranno andati dalla Barbie o altrove, ma, a parte il giovedi' che e' stato un po' fiacco, devo dire che anche da noi, nel nostro padiglione, ho visto piu' movimento che lo scorso anno.

Come negli ultimi anni, presentavo i miei modelli nello stand di Ladegueter-Bauer, una ditta tra le piu' importanti, attive e fntasiose tra quelle che operano nel settore dei carichi per carri. Il loro stand occupa una posizione strategica, proprio di fronte a Maerklin e fa angolo con l'ingresso alla sala, sono dei cari amici e stiamo veramente bene insieme. Quest'anno e' successo che la madre di Bauer sia morta proprio il giorno antecedente l'apertura del salone, per cui, in loro assenza, sono stato un giorno intero chiuso nello stand che diversamente sarebbe stato assolutamente abbandonato e poi sono rimasto con loro molto di piu' del solito anche negli altri giorni per ragioni facilmente comprensibili. Ho girato per la fiera un po' meno del solito, quindi, ma dato il considerevole numero di giorni che ho trascorso laggiu', sono certo che questo resoconto sulla fiera non ne abbia risentito piu' di tanto. Comunque cominciamo e guardiamo subito come si presentava il nostro stand, come sempre c'erano parecchie novita', ma soprattutto diamo uno sguardo anche al bellissimo diorama dello smantellamento di un sito industriale, presentato da Ladegueter-Bauer l'anno scorso, ma quest'anno completato con tutti i suoni emessi dai mezzi d'opera che vi lavoravano.

Come detto, anche i miei modelli erano in queste vetrinette. Presentavo per la prima volta a Norimberga il E.554 Trifase in scala N in doppia versione, tutto metallo e verniciato in Castano e Isabella e, sempre nella stessa scala, ma questi altri in prima assoluta, il E.432 e l'ETR 100 nella sua terza versione, quella grigio-nebbia e verde magnolia, versione che non avevo ancora mai prodotto. Ecco questi modelli nelle foto sottostanti, la prima delle quali fatta da un amico, Alwin Hierl, a Monaco, il giorno del mio ritorno. Questa foto e' cosi' elegante che gli perdoniamo sicuramente un ruotino messo male o un mancorrente piegatosi durante il trasporto. A titolo di ringraziamento l'ho gia' inserita anche nel sito di Locomodel. Chi volesse saperne un po' di piu' su questi modelli e sulla storia di queste macchine puo' andare direttamente su www.locomodel.it

Beh, di fronte a noi c'era il colosso Maerklin che, dopo le paure dell'anno scorso, sembrava in perfetta salute. Quindi cominciamo proprio da Maerklin; nessuna novita' italiana, pero', lo stand era sempre quello conosciuto con il solito grande plastico che potete vedere in tutte le mie precedenti recensioni di Norimberga; lo stand comprendeva Maerklin, Trix e LGB. Ecco un po' di foto fatte alle vetrine di questo grande stand relativamente alla produzione Maerklin.

Un paio relative all'area dedicata a Trix con il suo grande plastico in scala N

 

ed ancora un accenno alla zona LGB con il suo simpatico plastico tutto automatico e gli scaffali con le foto scontornate dei modelli.

Proprio di fianco avevamo Lux, la ditta che fabbrica tutti quei mezzi di servizio che sono utilissimi per pulire il plastico dalla polvere e dall'ossidazione dei binari. Quest'anno la Lux presentava alcune novita', tra cui un movimento lento per scambi, bello grosso, dall'aspetto molto robusto, che potete vedere nelle foto sottostanti. Interessante anche il sistema di pulizia della linea aerea.

Ma vediamo subito le cose che ci riguardano da vicino e partiamo dallo stand della storica RivaRossi. Qui di novita' per noi italiani se ne potevano trovare parecchie e c'era da rincuorarsi di fronte alla grande vitalita' di Hornby profusa nel nostro storico Marchio, vitalita' che ci fa sperare in un roseo futuro per il modellismo di casa nostra. Il modello piu' eclatante era senza dubbio quello dell'E.432, macchina trifase molto particolare, costruita nel 1928, di grande fascino, che ha lasciato un grande ricordo in tutti gli appassionati di ferrovie. Questa fu sicuramente la migliore macchina per treni espressi pesanti costruita e progettata completamente in Italia da maestranze e tecnici italiani. Il modello che potete vedere qui sotto e' abbastanza avanti e le prove di stampaggio mostrano un'ottima definizione della cassa, dei musi, delle ruote ecc. Si parla di settembre/ottobre per la consegna ai modellisti. Una macchina cosi' e una buona serie di carrozze dell'epoca ci riportano immediatamente ai quei mitici anni in cui le nostre FS erano ai vertici in Europa.

Ma questo era solo l'inizio, perche' in quelle vetrinette potevamo constatare che procede anche l'accoppiata di elettromotrici ALe.790/ALe.880. La scocca di prova di una di esse faceva capire che non siamo molto lontani dalla sua definizione conclusiva. Eccola qui sotto in due viste; il materiale trasparente usato non permette una perfetta valutazione, ma a me, dal vero, e' parso che ci fossimo sia con la forma del muso che con l'aspetto complessivo.

Ma la Hornby, come vi ho accennato all'inizio, questa volta ha fatto le cose veramente in grande e ci proponeva finalmente anche una vecchia promessa fatta ai fermodellisti italiani, una macchina difficilissima da ingenerizzare per le sue ridottissime dimensioni soprattutto in larghezza: la ALn.56/556. Questo modello e' veramente a buon punto, mancava ancora la mascherina che sara' eseguita in fotoincisione, ma per il resto c'era tutto, compreso il meccanismo di apertura delle fiancate in corrispondenza dei passaruote, meccanismo che ne permettera' la sua circolazione anche in curve relativamente strette. Questo era l'ostacolo maggiore per questa realizzazione che, diversamente, sarebbe stata relegata a circolare solo in rettilineo, in diorami da punto a punto.

Erano esposte anche la Gr. 740 e la Gr. 743 con il grosso vomere spartineve FS a renderne ancora piu' completo e possente l'aspetto

Una Gr. 743 era presentata con un "invecchiamento" molto spinto; ricordo di aver visto queste macchine in queste pessime condizioni solo sul finire degli anni sessanta quando il vapore era ormai quasi completamente tramontato e le poche macchine ancora in servizio non si ricordavano nemmeno piu' di quando erano tirate a lucido dai macchinisti che le avevano in consegna, fino a quel momento era quasi una gara tra di loro a chi avesse la macchina piu' bella. Devo dire che a me tutte le loco piacciono come escono di fabbrica, o al massimo come sono dopo una grande revisione; il vederle cosi' trasandate o meglio "dissacrate", mi fa un po' male e rovina il bellissimo ricordo che ho di esse, comunque sotto l'aspetto tecnico-artistico devo riconoscere che il lavoro di sporcatura era davvero eccellente.

Un'altra bella idea e' stata quella di proporre il E.428 di prima serie nella vecchia livrea Castano e Grigio Pietra, molto elegante e puo' fare il paio con la E.626 che Roco commercializzo' anni fa nella stessa livrea

Poi c'erano tutte le altre cose, tra cui le Sogliole che Hornby sta adattando anche in mille altre livree di amministrazioni ferroviarie estere poi le 236 ex tedesche, una bella confezione di tigri in "doppia", la Gr. 835 parecchio rimaneggiata ed infine mi e' piaciuto molto il vecchio locomotore elelttrico a bielle che vedete in basso.

Immediatamente dopo RivaRossi, parlerei di Acme, Casa che ormai si e' imposta tra le "grandi" del nostro firmamento e che segue ritmi di presentazione di novita' che difficilmente trova riscontro in altre realta' consimili; la Acme e' decisamente una "macchina da guerra" e starle dietro e' molto difficile per chiunque. Quest'anno, a Norimberga, Acme si e' presentata col botto e questo non e' un semplice modo di dire, zitta, zitta, come sempre del resto, Acme ha portato in fiera una Gr. 685 molto avanti, direi quasi pronta. Le foto sottostanti parlano da sole, se questo e' il prototipo, c'e' da chiedersi quanto bella sara' la macchina finale. Bene, gustatevela in queste foto, noterete come l'aspetto sia realistico e i pochi dettagli che non sono ancora al top, sicuramente lo saranno quando questa 685 sara' nei negozi, sicuramente Acme non vorra' perdere di prestigio per banali manchevolezze dopo che ha fatto uno sforzo di questo tipo.

Ma questo non e' che l'inizio, perche' assieme alla Gr. 685 c'era anche il mio grande amore, il Settebello, ormai alla fine della gestazione e praticamente pronto per impreziosire i nostri plastici, speriamo solo che abbia un funzionamento degno della sua bellezza. La versione di questo elettrotreno proposta da Acme e' quella post modifiche del 1959 e prima della trasformazione del 1970, in quanto presenta carelli di origine, la carrozza numero tre e' gia' trasformata con scompartimenti e manca ancora il terzo faro frontale introdotto, appunto nel 1970. Viene automatico pensare che di questo treno ci saranno anche altre versioni sia pre 1959 che post 1970.
Ma accanto all'ETR 300 c'era anche un notevole "Truman", poi D.143 FS, e una altrettanto pregevole E.403.

Sarebbe gia' stato molto cosi', ma nello stand trovavamo ancora una coppia di ALe 790/880 anch'esse praticamente pronte, con tanto di interno e pantografo Tipo 42 LR, lo stesso che equipaggera' il Settebello.

Non basta, si potevano vedere ancora rifacimenti e nuovi locomotori con dettagli diversi, coprigiunti ecc., di E.646 nelle due versioni e dell'E.656

E poi ancora una mole infinita di carrozze e carri, di cui segnalo il Dm, l'F e l'Hg

Unico esemplare della scala N, c'era poi l'ETR 600, l'ultimo elettrotreno delle FS e delle Ferrovie svizzere, quasi a dire che Acme potrebbe anche fare qualcosa in questa scala, ma prima vuole vedere che numeri si fanno, comunque e' un atto di buona volonta' che va segnalato e poi, speriamo, anche premiato dalle vendite al fine di garantire una prosecuzione di questa linea di prodotto.

Ecco, dopo questa infinita abbuffata di notevoli novita' italiane appena fatta da Acme, ci ritroviamo nello stand di Roco che non ha mai dimenticato i fermodellisti italiani e qualcosa di inerente alle nostre ferrovie lo ha sempre presentato. Questa volta Roco ci ha mostrato che il trifase E.432, gia' annunciato parecchio tempo fa, e' in dirittura di arrivo. E' un peccato che vengano presentati contemporaneamente gli stessi modelli da Case diverse, questo e' anche il caso delle 790/880 di RR e di Acme, ma ogni azienda segue le sue strategie e nulla si puo' fare per evitarlo. Tornando a bomba, il E.432 di Roco e' molto bello e si presenta anch'esso in dirittura finale, praticamente completo di tutto. Eccone parecchie viste al fine di poterlo valutare sotto ogni aspetto.

La Roco, pero' con il Marchio Fleischmann, per noi fermodellisti italici proponeva anche questa Gr. 999, ex T3 di provenienza tedesca, insomma, avere qualcosa di italiano da Fleischmann non e' proprio roba di tutti i giorni, qindi dobbiamo essene felici e approfittare dell'occasione. La macchinetta si presenta bene, come ogni altra di questo prestigiosissimo Marchio, e' molto dettagliata e sul suo perfetto funzionamento c'e' da scommetterci.

Ospitata nello stand di Bachman, a Norimberga era presente anche la produzione di Oskar. Erano presenti tutti gli ultimi modelli gia' visti in Italia, con la novita' delle colorazioni, infatti potevamo vedere in queste vetrinette la ALn 773 verniciata nei colori di origine con il rimorchietto Ldn 24 in tinta e la ALn 444 nelle due colorazioni che ebbe nel tempo, quella verde gia' vista a Novegro e quella azzurra assolutamente nuova. Nuova anche la livrea per treni navetta del D.445 di seconda serie con vetri frontali piani.

Ma le "italiane" continuavano ancora con Vitrains che presentava il 3D della ALn 990, segno che le matematiche sono acquisite e da qui allo stampo il passo e' relativamente breve; novita' anche tra le "Micette". Trovate tutto qui sotto, compreso il pianale e la Le840, sola soletta in quanto un "problemino di tetto" aveva sconsigliato i responsabili di Vitrains di esporre la ALe.840 tra gli altri modelli; per mio conto esagerando, in quanto la loro ALe 840 e' un bellissimo modello, tra i migliori in assoluto di questa ultima generazione di prodotti, e' uscita con un'imperfezione veniale sul tetto, d'accordo, imperfezione gia' presente anche su modelli della stessa macchina fatti da altra Casa che non ne hanno impedito la vendita per venti e piu' anni senza che nessuno avesse nulla da obbiettare, hanno deciso di cambiare gratuitamente tutte le scocche con questo problema (anche se, in mancanza di difetti tecnici di funzionamento, credo che la vecchia regola di "vista e piaciuta" avrebbe potuto funzionare a loro vantaggio), ma cosa vogliamo di piu' da un'azienda? Eppure...

Asieme a Vitrains, in una vetrina dello stesso stand, era presente anche TopTrain con la sua sfilata di macchine in ottone; gran bella vista, devo dire, con le novita in prima fila, rappresentate dalla Gr. 623 Walshaert e dalla Gr. 895, piccola, ma simpatica, macchina da manovra a 4 assi. Per il resto tutte cose note a partire dalla Gr. 680 del treno reale tutta imbandierata.

Nella stessa sala, a fianco dello stand di Vitrains e TopTrain, c'era un nuovo nome del modellismo ferroviario: Proto. Questa e' una nuova ditta che nasce in parte facendo tesoro dell'esperienza di Officina Uno che di fatto vi e' confluita. Le prime realizzazioni di questo nuovo Marchio sono decisamente notevoli, tutto in scala grande, Zero e Uno, tutto metallo e tutto bellissimo, Al momento i soggetti riguardano quasi totalmente il parco svizzero con una sola eccezione francese, ma non si sa ancora cosa riservi il futuro.

Tanto per dire cosa c'era in questa sala di modelli in metallo, di fronte a loro si trovava MicroMetakit con un'infinita' di opere d'arte in metallo, tante, ma proprio tante. Non mi sono soffermato a fotografare tutto senno' mi ci sarebbe voluto tutta la scheda di memoria; ho ritratto solo cio' che ci riguarda, cioe' qualche macchina italiana gia' conosciuta della loro produzione e la loro novita' per l'Italia, rappresentata dalla Gr. 729 di preda bellica. Inutile dire qualcosa sulle riproduzioni di questa Casa, semplicemente stupende.

A questo punto, dopo aver nominato MicroMetakit, non possiamo far torto a Fulgurex, anch'essa, come sempre, ai vertici della qualita' e del perfezionismo. Commentare queste foto penso che sia inutile, parlano da sole, l'unica nota negativa e' che quest'anno non c'era nemmeno un soggetto italiano. Pazienza...

Ma continuiamo il nostro giro per la Halle 4A, ci fermiamo un attimo da Weinert, storica firma tedesca di accessori e macchine, praticamente in tutto metallo, in kit. Aveva parecchi gioiellini nelle vetrine, eccone alcuni...

Vicino troviamo Brawa con le sue belle realizzazioni, anche qui imperano le riproduzioni svizzere e tedesche, ma dopo il carro F dell'anno scorso, quest'anno hanno nuovamente pensato a noi regalandoci un carro frigo di buona fattura, forse le foderine del tetto avrebbero dovuto essere un po' piu' fitte, ma benvenga anche questo altro carro, non e' una locomotiva, ma dal niente al poco e' meglio il poco, non e' vero? Ecco qui sotto sia i carri F dell'anno scorso che l'Hg, novita' per noi, di quest'anno

Subito dopo troviamo BrassLine che, come dice il nome stesso, e' un artigiano evoluto che produce belle cose in ottone e, nel piccolo ma prezioso stand, presentava delle vaporiere di cui una la vediamo marginalmente in questa foto, ma anche un bellissimo carro "fresaneve", una vera prelibatezza per chi ha il gusto delle cose fatte bene con questo materiale, come me.

Sempre da quelle parti, una ditta giapponese presentava un carro che mi e' piaciuto moltissimo per la sua originalita', un botte con le due semibotti inclinate una verso l'altra, tanto da far pensare ad un incidente ferroviario. Lo producono in due scale, l'H0 e la N.

Da heris, antico socio di Acme, di interessante ho trovato questo carro per il trasporto di vetri di grandi dimensioni, immatricolato FS

Molto simpatico, da Massoth, ho trovato questo kit che serve a riprodurre l'effetto del fuoco dei forni delle loco, con le sue variazioni cromatiche. Devo riconoscere che l'effetto era abbastanza ben riprodotto, comunque e' una sofisticazione esasperata che denota quanto ormai si sia applicata all'esasperazione l'elettronica ai nostri treni

Ma nelle applicazioni dell'elettronica alle ambientazioni fermodellistiche, la maestra e' sicuramente Viessmann. Ormai questa Casa tedesca ha realizzato centinaia di applicazioni con le proprie movimentazioni. Si tratta di movimentazioni semplici, normalmente costituite da un unico movimento di avanti e indietro che pero', se applicate sapientemente a personaggi o cose che eseguono un lavoro o un movimento ripetitivo in genere, possono creare ambientazioni vive che si staccano nettamente dall'"effetto quadro" che normalmente tutti i plastici o i diorami hanno. L'importante e' avere fantasia ed essere attenti osservatori della realta' e da essa carpire quegli aspetti che possono essere trasferiti in qualche angolo dei nostri impianti. Ogni anno Viessmann propone parecchi nuovi pssibili usi per queste movimentazioni ed io li fotografo sempre; quelli proposti quest'anno erano questi sottostanti, fermi nella foto, ma i loro movimente sono facilmente intuibili.

Per tornare ai treni dopo questa divagazione tecnico-artistica nello stand di Viessmann, come potrei trascurare Tillig? Chi mi segue da tempo ormai sa che e' la mia preferita, non tanto sotto l'aspetto delle sue riproduzioni, che comunque sono encomiabili, ma piuttosto sotto l'aspetto "politico" e caratteriale. Non staro' qui a ripetere tutta la saga relativa alla scala TT (1:120), mi limitero' a ricordare che io intendo che questa sia la scala PERFETTA, giuste dimensioni per apprezzarne ogni dettaglio, circolabilita' quasi da scala N, ecc. ecc. Purtroppo la scala TT ha perduto la sua battaglia contro la scala H0, all'epoca le grandi industrie non se la sono sentita di affrontare una nuova linea di prodotto, decretando cosi' la condanna a morte dei modelli con le proporzioni piu' fantastiche che si possano immaginare. La scala TT sarebbe definitivamente defunta se non ci fosse stata la Tillig che se ne fece carico e continuo', anno dopo anno, a produrre nuovi modelli, tenendo di fatto in vita, da sola o al piu' con pochi artigiani alleati, la piu' bella scala del mondo. Sicuramente, prima di smettere con il modellismo praticato, io produrro' un modello in questa scala. Ma guardateli questi modelli, non sono italiani, daccordo, ma quanto sono belli?

Ma, oltre a questo che mi pare gia' di notevolissima importanza, la Tillig da qualche anno produce anche una linea di binari che, secondo me, e' la migliore linea di binari in commercio. Adesso questi binari sono aumentati nella disponibilita' e nella sofisticazione, in quanto la Tillig si e' messa a produrre anche binari per gli scartamenti ridotti H0e e H0m, praticamente tutto, anche binari a doppio scartamento, con tanto di scambi e flessibili, sia nell'abbinamento H0-H0e che H0-H0m, uno spettacolo di binari per costruzione e versatilita' e una vera manna per un sacco di fermodellisti alle prese con questo tipo di promisquita' ferroviaria.

Tra le grandi, naturalmente era presente anche KM1 con le sue stupende macchine in scala grande; le ho riservato una sola foto, questa volta, ma in ogni mia recensione di Norimberga le ho sempre dato un adeguato spazio, quest'anno avevo troppe foto di cose nostrane e un piccolo sacrificio bisogna pur farlo, senno' questa pagina ci mette ore per aprirsi. Di KM1 segnalo anche un bellissimo RAe delle ferrovie svizzere nei colori TEE, sempre in scala 1, ma quello era troppo lungo...

Adesso entriamo nel magnifico stand di Preiser, qui c'e' da fermarsi sempre, se si e' persone normali. Naturalmente le sue figurine sono molto interessanti e utili, ma il motivo per cui non si puo' tirare dritto davanti a questo stand e' che da qualche anno la Preiser ha introdotto la consuetudine di creare, all'ingresso dello stand, dei quadretti interessanti utilizzando modelle e maestri scultori, a volte solo modelle, che periodicamente cambiano scena per creare nuove suggestioni. Come ho detto per KM1, non posso pubblicare troppe foto, ma, almeno tre, le modelle della Preiser se le meritano, cosa ne dite?

Per il resto in questo stand, oltre alle nuove fugure nelle varie scale si possono trovare decine di minidiorami, naturalmente tutti basati sull'utilizzo delle personcine in scala, diorami utili per avere idee e spunti per creare qualcosa di piacevole nel proprio plastico o diorama che sia. Io questi diorami li ho sempre fotografati, so che sono molto apprezzati dai plasticisti e dai modellisti in genere che mi scrivono ringraziandomi ogni volta che li pubblico, quindi continuo a farlo, intendendolo come un servizio alla comunita' fermodellistica e porteremo pazienza se questa pagina ci mettera' un po' ad aprirsi. Ecco qui di seguito quelli che ho scelto nello stand di Preiser...

...ed altri raccolti da Faller, Heki, Busch ed altri espositori.

Nel nostro padiglione, come accade da qualche tempo, non c'erano solo treni, ma anche qualche auto. La prima e' piu' che altro una curiosita' e riguarda la Herpa che presentava il proprio modello della Trabant, non quella vecchia a due tempi che ha identificato i "fortunati" possessori di un'auto nella DDR, al di la' del muro, ma quella nuova, come hanno fatto BMW con la Mini e la Fiat con la 500, la riedizione fatta l'anno scorso, carina, ma niente di entusiasmante, valutate voi...

l'altra infiltrata con le auto era L'Audi, sicuramente in sintonia con questo salone (Spiel significa giocattolo) se non proprio con questo padiglione, l'Audi infatti, oltre a delle hostess da far andar via di testa, presentava una serie di macchinette elettriche e a pedali per bambini che in qualche misura riproducevano le linee delle auto da corsa storiche di questa Casa, come, per esempio, l'Auto Union che si vede in secondo piano e che costava circa 15.000 Euro, niente male, vero? Solo una foto per l'Audi.

Ho detto che c'era qualche auto, ma piu' esattamente dovevo dire che c'erano auto e camions, infatti tra gli stand ferroviari faceva un certo che' vedere John, questo era il suo nome e il nome della sua ditta, che si affannava a spiegare i suoi modelli di vecchi camion, di cui costruiva anche i motori e tutti i componenti necessari. Onestamente devo dire che mi e' piaciuto molto, sia per l'accuratezza delle sue realizzazioni, sia per la passione che ci metteva dentro.

Giacche' ho fatto una divagazione sui motori, voglio continuare ancora un momento per segnalare una cosa che mi ha inorgoglito molto come italiano, proprio perche' eravamo in una terra cosi' tecnica come la Germania. Si tratta di "Grossi", un Marchio relativamente nuovo, ha un paio d'anni, che quest'anno presentava per la prima volta al mondo un motore a scoppio per modelli, auto, aerei, elicotteri ecc., raffreddato ad acqua. Era semplicemente stupendo nella realizzazione e innovativo al massimo, portando con se' una serie di caratteristiche particolari che poi si traducono in vantaggi sostanziali nell'utilizzo. Intanto, per la prima volta, un motore a scoppio viene venduto in scatola di montaggio; questo fa in modo che l'utilizzatore, per averlo montato da se', conosca a fondo il suo motore e quindi sappia meglio manutenzionarlo e tararlo per l'uso che ne deve fare, poi, tra le sue caratteristiche, ha anche quella di poter essere trasformato da motore raffreddato a liquido a motore raffreddato ad aria, consuma parecchio di meno dei concorrenti, ha piu' coppia ai bassi regimi e, dulcis in fundo, completo dei liquidi, pesa meno di quelli raffreddati ad aria concedendo, quindi, un ulteriore vantaggio specialmente ai mezzi in volo. Inoltre mantiene temperature interne molto piu' basse dei concorrenti ad aria per conseguire, anche per questo motivo, una maggiore durata e affidabilita' di funzionamento. Guardatelo attentamente perche' e' un vero capolavoro di ingegneria.

In queste mie divagazioni negli altri padiglioni della fiera, mi imbatto spesso in qualche bella macchina esposta in qualche stand, anche quest'anno ce n'erano parecchie, ma a causa delle ristrettezze di "peso" di cui abbiamo parlato mi limitero solamente a proporvene due di "interessanti" in rappresentanza di due categorie totalmente opposte, strada e pista, cosi', tanto per sognare un po' ad occhi aperti.

Le mie divagazioni nelle altre Halle, pero' non sono fini a se' stesse, io le faccio per scovare qualcosa di ferroviario che magari non e' stato inserito correttamente nel padiglione giusto, per mancanza di spazio o per ritardata iscrizione, o ditte che trattano profilati di ottone ed altro, succedono spesso queste cose, ma non quest'anno; che trattasse treni in qualche forma o qualcosa che ci potesse interessare, non ho trovato nessun'altro, pero' c'era come sempre questo interessante stand delle macchinette multifunzione che, con semplici gesti e i giusti accessori, puo' diventare trapano, levigatore fisso o portatile, oppure ancora un piccolo tornietto ecc ecc. Mille e mille sono le sue trasformazioni, forse non sara' cosi' preciso come potrebbe richiedere la micromeccanica, ma credo che quegli artisti che si cimentano nella costruzione dei plastici dei fabbricati per gli architetti, se ne potrebbero giovare parecchio dall'utilizzo di questo multiforme e multiuso attrezzino elettrico.

Ma, dopo aver divagato un po', come sempre facciamo, torniamo per un attimo ai treni prima di chiudere questo scritto, ed esattamente torniamo allo stand di Kato che, tra le altre cose, presentava anche questo pendolino giapponese; all'apparenza niente di eclatante se non per un po' di orgoglio nazionale che questo treno puo' suscitare a noi che sappiamo che era un brevetto Fiat. Avvicinandosi un po', pero', si poteva notare che la Kato non aveva scritto "Pendolino", bensi' una sua storpiatura, cioe' "Pendlino"...

L'ultima immagine ho voluto che fosse per questo trenino dei minatori con scartamento "Z" presentato da Busch. Secondo me era il trenino piu' simpatico della fiera; lui se ne stava su di una parete e viaggiava tranquillo su e giu' con una uniformita' di marcia esemplare sia in salita che in discesa. La Busch quest'anno ha presentato tutta una completa linea di prodotto inerente una miniera in miniatura e questo trenino ne faceva parte integrante; al di la' degli artifici tecnici volti a far stare un treno in verticale, penso che basti una piccola calamita sotto ad ogni componente il treno, ma non piacerebbe anche a voi avere nella vostra stanza un cosino del genere attaccato ad una parete a farvi compagnia? Io me lo sarei portato a casa subito!

Ecco, adesso e' proprio tutto, anche quest'anno siamo arrivati alla fine della fiera, come si dice, con un bel po' di novita' italiane e un certo ottimismo circa il prossimo futuro, speriamo che questo sia di buon auspicio anche per la vita reale, quella non in scala ridotta, che ne ha molto bisogno.

Vi saluto con il tradizionale ciao a tutti ed... alla prossima.