Fiera di Stoccarda 2007

Una manifestazione modellistica tra le piu' interessanti d'Europa, ormai appropriatasi
della nuova sede, veramente moderna e supertecnologica, con soluzioni architettoniche
innovative e di impatto incredibile, come il grandissimo parcheggio che attraversa tutta
l'autostrada, sovrastandola con due strutture enormi ma dall'aspetto piacevole e leggero.

Quest'anno sono sempre stato impegnato con il lavoro in maniera incredibile, nel frattempo si avvicinava a grandi passi la data di Stoccarda e io non intravvedevo una concreta possibilita' di parteciparvi. Inoltre c'era anche la nuovissima fiera da vedere, un complesso gigantesco che abbiamo seguito nella costruzione gia' da anni, mentre andavamo nella vecchia sede e confesso che non avrei voluto mancare assolutamente, era troppo importante esserci, ma non e' ancora tutto, poiche', dopo una eccezionale performance gia' consolidata l'anno passato, con circa 340 metri lineari di moduli interconnessi, questa volta INGANET, cioe' l'associazione che riunisce gli appassionati di scala N di tutta Europa e non solo, era intenzionata a superare quota 500. Una bella sfida, non c'e' di che dire, ma dopo quello che avevamo visto negli anni scorsi, avevamo anche capito che nulla era impossibile a questo grande gruppo di appassionati. Alla fine ce l'ho fatta e, anche se in modo fugace, sono riuscito ad arrivare anch'io a questo grande appuntamento. Grazie anche all'adesione di nuove Nazioni e nuovi gruppi, il traguardo e' stato largamente superato; ma di questo parleremo diffusamente piu' avanti, ora vorrei presentarvi la nuova fiera di Stoccarda che, come ho gia' detto, e' un'opera gigantesca e che, quindi, ha un certo diritto di precedenza.

La sede della nuova fiera si trova adiacente all'aeroporto di Stoccarda, tanto che i parcheggi dell'una servono anche per l'altro. Per noi e' anche meglio in quanto la vecchia fiera si trovava al di la' di Stoccarda, mentre questa nuova ci si presenta sulla sinistra dell'autostrada una decina di chilometri prima della citta'. Qui sotto trovate per prima l'immagine della pianta della fiera, tratta, come le altre prime foto, dal sito ufficiale che e' <http://www.messe-stuttgart.de/cms/messegelaende.0.html>. Pensate che tutta la nostra "MODELL SÜD BAU & BAHN" si trovava in un solo capannone, immaginate quanto grande sia questo complesso fieristico, c'e' da essere stupefatti da come i tedeschi investano miliardi di Euro in strade e opere di questo genere che, oltre a far vivere meglio, danno anche un'immagine sempre piu' alta del loro Paese aumentandone continuamente il valore entrinseco. E' normale fare un paragone con i nostri politici... ma questo esula dal compito di questa recensione, inoltre se continuassi sull'argomento non so come potrei farne altre di recensioni, rinchiuso come sarei certamente in qualche galera per vilipendio della nostra classe politica...

Ecco poi alcune altre immagini della nuova "messe" sempre tratte dal sito ufficiale.

Di questa nuova Fiera sono impressionanti i parcheggi; si arriva in auto e si e' incanalati senza scampo in essi, qui non ci sono campi o prati adibiti allo scopo, loro, i tedeschi, hanno preso in considerazione solo questa possibilita': parcheggi coperti multipiano per tutti! E, considerando che non c'e' scelta, non costano nemmeno poco, in quanto se uno arriva in fiera al mattino e esce alla sera, spende 15 Euro, se si rimane in fiera solo per poche ore, comunque sono 10 Euro; moltiplicate per le migliaia di auto che vi accedono e si notera' subito che e' un affare da centinaia di migliaia di Euro al giorno, solo per questa voce.

Ed eccoli qua sotto questii tanto decantati parcheggi, a loro modo sono una specie di opera d'arte, massicci e allo stesso tempo snelli, che sovrastano l'autostrada che continua oltre Stoccarda a nord-ovest verso Heilbron da un lato e Kalsruhe dall'altro. Questa foto aerea rende perfettamente la loro mole e la loro estensione.

Gli interni sono assolutamente all'altezza di un'opera moderna come questa, ovviamente le fiere sono tutte un po' asettiche perche', alla fine dei conti, sono soprattutto dei grossi contenitori che devono solo svolgere il compito di presentare ordinatamente degli espositori ad un pubblico che li va a visitare, ma anche in questo i progettisti di questo complesso sono stati all'altezza di un cosi' delicato compito, prevedendo aree di ristoro sia fisico che mentale di grande pregio stilistico. Guardate adesso queste altre foto che a differenza delle prime, ho scattato io e noterete quanta cura ci sia nelle ambientazioni degli spazi "accessori".

Bene, mi ero ripromesso di parlarvi un po' di questa nuova ubicazione della fiera e questo l'ho fatto, ora e' doveroso parlare di cosa c'era dentro a questa fiera, in quanto, in occasione di questa inaugurazione il mondo della scala N era in febbrili preparativi gia' dal chiudersi della passata edizione, per stabilire ora, qui nella nuova sede, un nuovo record.

E cosi' e' successo! Questa volta e' stato battuto il gia' notevole record precedente in modo veramente clamoroso, arrivando a sommare moduli per ben piu' di 500 metri. Una cosa veramente incredibile, quest'anno la scala N ha superato se' stessa portando in fiera la bellezza di 563,62 metri lineari di moduli, con l'incredibile cifra di 2229 metri di binario, piu' di 356 Km al vero, ben 954 scambi, 1488 case, 8517 alberi, 7047 figure e infine 2402 auto. Numeri da capogiro che non potranno essere battuti che qui, dalle stesse persone che hanno permesso cio'. Capite adesso cosa vul dire MODELL SÜD BAU & BAHN?

Naturalmente per realizzare simili performances bisogna essere in tanti, tutti ben affiatati e serve una grande organizzazione. I moduli che componevano questo gigantesco plastico proveniveno da ogni parte dell'Europa, e non solo. In quest'avventura erano coinvolte, oltre che all'Italia con l'ASN, anche Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Austria e Svizzera, e moduli anche in stile americano.

Come ho sempre detto nelle recensioni da Stoccarda, questa e' una grande festa dell'amicizia e della comunione tra tutti i popoli europei sotto l'egida del fermodellismo, non a caso in scala N. Qui le eventuali controversie tra nazioni, ogni campanile e ogni pregiudizio scompaiono per incanto e lasciano il posto alla fraternita' che tutti vorremmo nel mondo reale di tutti i giorni. Guardate nella foto qui sotto il simbolo di cio' che ho appena detto. Il giovedi' sera, in apertura, una tavolata di 30 metri con tutte le specialita' di ogni angolo d'Europa a cui tutti hanno contribuito portando le cose piu' buone del proprio Paese e 250 persone, tutte quelle impegnate in questa storica impresa, fianco a fianco, senza confini o divisioni a ridere e scherzare, soddisfatte del risultato raggiunto. Dobbiamo essere orgogliosi di questo risultato di carattere "sociale", in quanto e' stata proprio L'ASN, capeggiata da Antonio Rampini, a ideare questa opportunita' di aggregazione, mettendola in pratica unilateralmente fin dalle prime edizioni.

Bene, ora date un'occhiata, qui di seguito, alla pianta generale del grande plastico composto con i moduli provenienti da quasi tutta Europa.

Impressionante soprattutto nelle viste dall'alto, in cui si vede chiaramente quanto spazio occupi tale plastico, quante persone siano addette ad accudirlo e, di scorcio, la totale ampiezza del capannone che lo ospitava.

Giacche' siamo in alto completiamo la panoramica del salone con altre immagini

Una cosa grande, vero? Bene, spero di avervi convinto che ne vale proprio la pena di impegnarsi per distinguersi positivamente in un ambiente con queste megacaratteristiche. Adesso passiamo a vedere qualche modulo, qualcuno di quelli che mi sono piaciuti di piu', tra l'infinito numero che era qui presente.

L'ASN si distingueva tra tutti, come sempre, per essere il centro di interesse culinario del sistema. All'ora di pranzo una processione indescrivibile si metteva in pellegrinaggio verso il nostro stand che diventava in un battibaleno una specie di Babilonia in cui improvvisamente si parlavano tutte le lingue del mondo e gli inglesi conversavano amabilmente con i francesi che, a loro volta davano le pacche sulle spalle ai tedeschi, cose di inaudita meraviglia che questo hobby, questa scala e questo luogo in particolare come pochi altri, sono in grado di far nascere. Teniamocelo ben stretto un fermodellismo fatto di questi valori, nemmeno i Governi riescono a fare tanto! Ecco qui sotto una pausa caffe', mentre per la pausa pranzo e' sufficiente andare a vedere le recensioni delle passate fiere di Soccarda, in quanto il quadro non cambia al passare degli anni e la partecipazione e' sempre elevata allo stesso modo.

In queste fiere tedesche e' matematico vedere qualche appassionato che si mette bene in evidenza su di un banchetto a dimostrare come si costruiscono gli alberi. E' una costante di tutte queste fiere d'oltralpe, ma e' una cosa utile e di una tale simpatia che, inavvertitamente, ci si trova a soffermarsi e a stare li' davanti per un bel po', prima di rendersi conto che quelle cose le si e' viste decine e decine di volte, e continuare quindi il proprio giro tra gli stands. E' una cosa magnetica, ci si ferma sempre.

Qui i piccoli e piccolissimi produttori, quelli che normalmente chiamiamo piccoli artigiani, sono moltissimi e fanno vedere cosine veramente deliziose; io questa volta non ho avuto il tempo di visitare il salone con calma, ero troppo di fretta, ma qualcuno di questi non mi e' sfuggito e qualche foto sono riuscito a farla per far vedere anche a voi qualche piccola delizia. Tipo questo...

...o quest'altro che si dilettava in fotoincisioni, forse l'ho gia' detto o forse l'ho solo pensato, comunque faceva tutte cose che, o avevo gia' fatto nel passato o avevo deciso che le avrei fatte, meglio cosi', ora c'e' qualcuno che ha preso il testimone e le propone fattivamente ai modellisti...

...o quest'altro ancora che produceva dei carrelli per il cambio di scartamento tra linee diverse, completamente funzionante, proprio come al vero, veramente notevole per genialita' e qualita' della riproduzione.

E che dire di questo che, scombussolando ogni legge della meccanica produceva viti senza fine da porre in sostituzione delle originali, al fine di ridurre la velocita' di marcia, soprattutto di quelle di vecchia produzione, in modo da renderle adatte agli usi e costumi, direi meglio delle esigenze, dei tempi moderni? In pratica lui ha fatto una cosa che tutti noi che ci interessiamo di trasmissioni abbiamo pensato, ma che tutti abbiamo scartato presupponendo di ingenerare una serie di problemi con il suo uso. Questo ragazzo, invece, dice che la sua soluzione e' stata testata per migliaia di ore senza problemi; io inizialmente ho avuto parecchi dubbi, anzi, per dirla tutta, l'ho contestato apertamente, ma poi, a forza di tornare al suo stand, tiguardare anche per mezzo del teleobiettivo, pensarci e far schizzi, mi sono convinto che in alcune situazioni la cosa puo' avere un suo grado di validita'. Sicuramente e' da evitare in certi casi, ma puo' essere una valida soluzione in molti casi. Devo ancora fare delle prove pratiche, ma, appena ne avro' il tempo, le faro' e vi sapro' dire.

Su questa cosa dobbiamo perdere un po' di tempo, ne vale la pena. In pratica, la regola standard dice che una vite senza fine deve ingranare la ruota dentata con cui e' accoppiata, in modo perfetto; questo e' un postulato e da questo normalmente non si scappa. In questo modo ad ogni giro della vite senza fine, la ruota dentata ad esso accoppiata avanzera' di un dente e le si potra' applicare tutta la potenza che il dente e' in grado di sopportare. Ecco una piccola immagine "rubata" proprio ai nostri Master.

Da questo si deriva che per avere velocita' di marcia piu' basse, a parita' di numero di giri del motore, si cerchera' di utilizzare ingranaggi dal modulo piu' piccolo (Vedi Master sulle Trasmissioni 1 e 2) che permettono, a parita' di spazio disponibile, ruote dentate con un maggior numero di denti e quindi avanzamenti angolari minori e, di conseguenza, velocita' di marcia piu' basse. Schematicamente ecco due disegnini che ci fanno vedere come dovrebbe essere l'accoppiamento teorico...

...e come, invece, l'ha modificato il nostro amico di Stoccarda. In pratica ha ridotto il passo della vite senza fine, come se dovesse essere accoppiata con una ruota dentata di modulo circa la meta', mantenendo pero' la ruota dentata originale a modulo alto, presente sulla locomotiva, quindi non intervenendo ne' sulla locomotiva, ne' sulla trasmissione, ma solo sulla sostituzione della vite senza fine. E' stato intelligente, il nostro amico, in quanto ha studiato un passo della vite che riesca a "giocare" tra i denti degli ingranaggi, ma, per fare questo, come si vede chiaramente nel secondo disegno, ha dovuto far lavorare la vite senza fine solo sulla punta dei denti dell'ingranaggio.

Un sistema di questo tipo funziona, ma e' sicuramente "critico", in quanto non permette di applicare potenze elevate, basa la sua durata sulla qualita' del materiale plastico con cui sono costruiti i denti degli ingranaggi, in quanto lavora solo sulla punta di questi, tre o quattro decimi di mm, ma soprattutto non accetta neanche il minimo lasco nelle boccole del motore o la minima flessione dell'albero motore, in queste condizioni "sgrana" sicuramente. Non a caso il nostro amico lavora su materiale Maerklin, Trix e Fleischmann che notoriamente anche nelle scale piccole offrono sicura qualita' dei materiali e, soprattutto, alberi del motore da 1,5 o 2 mm, secondo la scala di riferimento, sicuramente a prova di flessione, specialmente se sollecitati con le esigue potenze di questi modelli.

La genialita' nel trovare sempre nuove soluzioni, comunque, e' quella che fa avanzare tecnicamente ogni cosa e sono abbastanza convinto che questa soluzione sia applicabile in parecchi casi con sicuro successo, se non altro si ottengono immediatamente vistosi risultati con un impegno minimo, sia economico che lavorativo. D'altra parte, proprio nel primo Master sulle trasmissioni, avevo scritto: "Nel nostro campo ci vuole "creativita’ meccanica", a volte le soluzioni semplici e geniali sono dietro l’angolo, bisogna saper pensare nella maniera piu’ opportuna". Ora aggiungerei che, inoltre, bisogna provare anche l'impossibile, perche' a volte potrebbe funzionare.

Quello che abbiamo appena visto ne e' un esempio clamoroso e sono felice di essere stato a Stoccarda perche' cosi' mi sono arricchito di una certezza che, invece, davo per scontato non avrebbe mai funzionato. Sono anche felice di poter trasmettere a voi questa scoperta che, se non fossi stato li', difficilmente sarebbe stata portata in primo piano sugli organi di stampa e, sia io che voi, non l'avremmo conosciuta mai.

Ogni fiera contiene qualcosa che, per ognuno, vale il prezzo di esserci andati e io, a questo punto, confesso che ero gia' ampiamente appagato. Ma ovviamente non tutti diventiamo matti per un dispositivo meccanico dall'infimo valore, c'e' chi ama di piu' i plastici o i buoni acquisti o altro ancora. Come ho avuto modo di dire mille altre volte, qui c'era tutto per tutti e anche di piu' di tutto e, come se non bastasse, la "Modell Sud Bau & Bahn" si svolgeva in contemporanea con altre fiere diverse nei capannoni vicini. C'era infatti anche la fiera dell'elettronica, ormai tradizionale abbinamento, ma anche quella della casa, quella dell'arredamento, quella del decoupage e della decorazione in genere, c'erano infinite possibilita' e tutto fruibile con lo stesso biglietto. Penso che questa sia la nuova tendenza da seguire per le manifestazioni di questo tipo, che tendono a portare le famiglie intere in fiera e non piu' solo i mariti come una volta, offrendo loro un ventaglio di possibilita' e di interessi molto accattivante e di sicuro effetto, interessando sia i grandi che i piccoli. Ma ora torniamo a noi.

Bellissimo questo plastico in scala H0, con una cura del dettaglio esasperata, cosa a cui ormai ci hanno abituato i modellisti nordici

Ovviamente a questa fiera non potevano mancare le scale piu' grandi, ecco qui sotto una foto di rappresentanza per la scala 0 e una per la scala 1, con l'orgoglio di questo ragazzo tedesco che controllava la sua tratta.

Tra le grandi Case erano presenti la Maerklin, che d'altra parte era la padrona di casa a Stoccarda, Goeppingen dista pochi chilometri da qui, e la Tillig, pero' con uno stand di minore impatto. Le altre case tedesche erano impegnate in altre fiere, quasi contemporanee, che si tenevano sia piu' a nord che piu' a Sud, esattamente come succede sempre qui da noi.

Come non segnalare la presenza dei "Pirati" anche in terra straniera con la loro primogenita ALe 582? Eccone una foto che ritrae questo loro modello nelle sue due livree.

Di cose da vedere, da segnalare e su cui soffermarsi, come potete bene immaginare, ce n'erano tantissime, ma questa mia visita a Stoccarda e' stata veramente fugace e non ho avuto il tempo necessario per fare come avrei voluto; anche se esula dal nostro campo di interesse, ricordo la grande presenza di macchine e mezzi per il movimento terra, tutti perfettamente operativi...

...Il grande spazio dedicato ai modelli nautici, naturalmente anche qui a Stoccarda c'era la piscina in cui provare i modelli...

...ed infine solo un assaggio dei tanti e poi tanti negozi e stand di attrezzi che erano presenti, ma per rendersene meglio conto forse valgono di piu' le immagini prese dal ballatoio, anch'esso, peraltro, pieno di altri negozi.

Con queste ultime immagini e' proprio tutto, so bene che con piu' tempo avrei potuto fare di piu' e meglio, ma credo che anche questa recensione abbia egualmente dato un piccolo contributo alle future esperienze di qualcuno, mi riferisco alla vite senza fine a passo ridotto, e abbia comunque incuriosito sempre di piu' su questi eventi coloro che da tempo pensano di presenziarvi, ma che per una ragione o per l'altra devono sempre rimandare. Queste sono manifestazioni imperdibili che ci aprono l'angolo di visuale a livelli nemmeno sospettati.

Con questo ho finito, ciao a tutti ed ... alla prossima.