Fiera di Verona 2005

Una manifestazione modellistica nuova, al suo primo approccio con gli appassionati,
che spazia tra le varie specialita' di questo infinito panorama. Una specie di Novegro 2
ma che presenta il vantaggio della posizione centrale nell'alta Italia e spazi espositivi
impossibili alla piu' rinomata rassegna settembrina. Tanti auguri, Model Expo Italy...

Bene, cari amici, abbiamo un'altra fiera modellistica! Un'ottima cosa per noi, piu' movimento c'e' nel nostro settore, piu' facile e' che questo si svegli e che ci sappia dare quelle novita' e quel dinamismo che chiediamo da sempre e che, invece, dobbiamo sempre invidiare a tedeschi, francesi ed inglesi. Una fiera in piu' nel settore modellistico, inoltre, fa avvicinare famiglie e bambini che, per una volta, invece che passare la giornata in qualche ipermercato, entrano nel nostro mondo per curiosita', per fare una cosa diversa, ma puo' succedere che qualcuno di essi possa restare affascinato da qualcosa di cio' che ha visto e cominci un suo percorso modellistico. Ci conforta la legge dei grandi numeri.

E' ancora presto, pero', per sperare che questa fiera di Verona possa sfornare nuovi fermodellisti, in quanto, pur essendo presenti ottimi gruppi e qualche azienda produttrice, oltre, naturalmente, alle tre testate del settore, c'era troppo poco di ferroviario per rimanere impresso e fare colpo: nell'equilibrio delle sensazioni che si potevano provare girando per questa fiera, auto, aerei e barche la facevano da padroni, soprattutto i primi due che, contando sulla loro dinamicita' e sul fascino del radiocomando, si notavano moltissimo e restavano sicuramente piu' impressi nella mente.

Come ho detto i treni c'erano, ma non riuscivano ad aggredire il visitatore con cose stupefacenti o con un numero consistente, tale da fare impressione, loro erano li', buoni, silenziosi, un po' in disparte, soprattutto troppo pochi... Pero' dobbiamo anche considerare che questa era la prima edizione di questa rassegna veronese; bisogna pur cominciare da qualcosa ed ora il qualcosa c'e' stato, bisognera' che gli organizzatori siano bravi nel loro lavoro di promozione e che riescano a coinvolgere un numero sempre piu' consistente di espositori del nostro settore, per avere nelle edizioni prossime un riequilibrio delle sensazioni a favore dei treni. Vorra' dire che l'anno prossimo mi presentero' con la Locomodel... non e' molto, lo so, ma sara' pur sempre un aiutino alla causa.

Ma andiamo per ordine e cominciamo questa recensione col parlare per primi, come sempre, dei nostri treni.

I TRENI
Come ho gia' anticipato, non c'era un granche', tantopiu' dopo essere reduci dell'abbuffata di Stoccarda; a segnare l'ingresso del visitatore nella zona destinata al nostro hobby, c'era un bel fanale a petrolio, originale, che comunque aveva il potere di stupire qualcuno per le sue notevoli dimensioni. Non molti, infatti, pensano a quanto grandi fossero questi fanali e trovarsene uno a tu per tu, immediatamente riconduce al fatto che i treni sono belli grossi. Era un fanale "vissuto", non particolarmente restaurato, dipinto per lo piu' in nero lucido, non erano state salvaguardate le classiche parti in ottone a vista, ma era pur sempre un oggetto simpatico.

Appena entrati nella zona dedicata ai treni, si notavano immediatamente due locomotive in grande scala, una Gr 685 e una locotender di vaga somiglianza inglese, funzionanti a carbone, e a vapore come quelle vere, nella pochezza che ho citato, spiccavano decisamente. Eccole qui sotto, ognuna vicino al suo forno, per dare quella giusta sensazione che si provava curiosando con lo sguardo all'interno della cabina di guida.

Guardanto con una certa attenzione la Gr. 685 ho notato una cosa simpatica, precisamente sul duomo, la targa di costruzione che, come al vero...

A fianco di queste due grandi locomotive, si trovava un'esposizione davvero inconsueta, l'opera omnia di un modellista veronese, Pietro Tosolini. Una marea di modelli custoditi in varie vetrine, purtroppo pochissimo illuminati e difficili da fotografare, tutti costruiti in plastica, elemento questo molto familiare all'autore. In queste vetrinette era custodito tutto il parco FNM e molti altri mezzi, sia italiani che stranieri. Peccato che la scarsa illuminazione togliesse molto del loro valore, alcuni erano veramente ben costruiti e degni di andare oltre i vetri di quelle vetrine. Ve ne propongo alcuni in poche foto qui di seguito, ma erano veramente tantissimi, una vita dedita alla passione.

Tra i tanti modelli che il Tosolini proponeva mi piacevano molto i due che sono raffigurati qui sotto, il Tobruk, che ormai mi accompagna da parecchio e il Bombolone delle FNM, stretto parente delle "Emmine", che mi ispira da tanto e che chissa', forse un giorno...

Subito oltre a Tosolini si apriva un grande scenario in cui spiccava un grandissimo plastico a moduli, molto lungo e decisamente largo, opera dei fermodellisti mantovani. Questo plastico, come ho detto, era decisamente vasto e riproduceva la stazione di Mantova con i suoi annessi, deposito locomotive, scalo merci e quant'altro. Un lavoro veramente dettagliato e piacevole che attirava molti visitatori incuriositi dalle dimensioni e tutti gli appassionati in transito. Mi sono soffermato parecchio tempo anch'io su questo bell'impianto, mi piacevano particolarmente i segnali ad ala che erano stati usati a profusione. Affinche' possiate gustare anche voi questa delizia, ecco qui una carrellata di foto ad onore dei fermodellisti mantovani.

Non male, vero? Avete visto le dimensioni? Comunque di un certo effetto c'era anche un altro plastico, di stile americano che, pur se non ancora completato e presentando ancora dei moduli in lavorazione, si distingueva per il numero e l'arditezza dei ponti in legno che presentava e per il buon lavoro di riproduzione di una miniera, anch'essa nelle foto.

Girando attorno a questo plastico, si scorgeva, dall'altro lato, lungo la parete del capannone che ospitava la manifestazione, uno stand che vendeva attrezzatura della Proxxon da cui, finalmente, sono riuscito a comperare dei dischetti da taglio di diametro 38 mm che, secondo me, sono in assoluto i migliori tra tutti; unico neo lo spessore che e' 0,7 mm e che se fossero 0,5 o anche qualcosa di meno sarebbero da Oscar.

Vicino a questo c'era lo stand di un venditore di collanti, si' proprio come nelle fiere straniere! Che questo voglia dire che stiamo crescendo anche noi? Pero', la classe italiana... ma li ricordate i venditori di colle tedeschi?, no? andate a vederli, sempre qui, sulle pagine di Rotaie.it, nelle recensioni delle fiere tedesche... che differenza, ma lo avete visto il nostro? Giacca e cravatta, stile Bel Paese, mica scemenze!

Poi ho trovato lo stand di Tuttotreno e subito dopo quello della Vitrains con esposto il loro primo prodotto, il Minuetto. A ragion del vero presentavano, penso in prima assoluta, anche il E464, ma, purtroppo, la foto per qualche arcana ragione mi e' risultata decisamente sfuocata, o mossa, di conseguenza mi dispiace di non potervene dare testimonianza, comunque anche se non completo, era gia' gradevole.

Adiacente a quello di Vitrain c'era lo stand di Top Train con le sue meraviglie in ottone. Qui le cose che stanno arrivando sono parecchie, a cominciare dalla "Mucca", FS Gr. 670, in versione carenata e poi la Gr. 683, la 685 carenata e la Gr. 623, la 625 Franco Crosti. Fresca, fresca, c'era a far bella mostra di se' la Gr. 981, la locomotiva a cremagliera della Paola-Cosenza, con tutti quegli ingranaggini, penso a modulo 0,2 che la faceva sembrare un orologino. Veramente una serie di modelli bellissimi.

 

Questi erano gli unici due produttori presenti alla manifestazione, in particolare uno e' di Verona e l'altro di Vicenza, egualmente della zona. E' augurabile che nel futuro siano presenti in massa, e' questone di date e di bravura degli organizzatori, ma, se non si vuole che questa fiera muoia subito, almeno per quel che ci riguarda, sara' bene che il management usi bene quest'anno di tempo fino alla prossima edizione, poiche' senza grossi nomi presenti e' facile che la prossima visita si trasformi in una delusione e non abbia seguito negli anni successivi. Per quest'anno, come ho gia' detto, ci sono tutte le attenuanti, e' il primo anno e una base di partenza si e' vista, ma l'anno prossimo credo che non sia ammessa alcuna scusa e la fiera di Verona deve essere gia' di livello medio-alto.

Praticamente il panorama fermodellistico e' quasi concluso, c'era ancora un piccolo plastico a moduli di stile padano

Qualche altro piccolo diorama qua e la' e con i treni era proprio finita. Ecco qui sotto i diorami rimanenti di cui sto parlando, non molto, in verita'.

Ma se il reparto treni non era proprio cosi' consistente, bisogna dire che altri settori del modellismo sia statico che dinamico erano sicuramente meglio rappresentati. Appena entrati nel padiglione, infatti, ci si trovava sommersi dagli aerei

GLI AEREI
Questa specialita' del modellismo era tra quelle piu' visibili e rappresentate, non e' il nostro hobby principale, quindi non mi dilunghero' sulla disamina dei modelli esposti; come sempre mi soffermero' sulle cose che piu' mi hanno colpito e su quelle di maggior impatto.

L'ingresso al padiglione, come ho accennato, era salutato da un numero notevole di aerei ed elicotteri, ce n'erano ovunque, sia a destra che a sinistra, lunghe sequele di aereoplani di tutte le fogge e di tutte le dimensioni, eccoli qua sotto.

Come a Stoccarda, anche qui c'era un'ampia area in cui si svolgevano prove e dimostrazioni di volo con modelli elettrici da acrobazia, molto leggeri, in grado di eseguire qualsiasi tipo di evoluzione; bravi anche i piloti che riuscivano a non andare a sbattere con i loro modelli nei vari ostacoli, tipo lampade, colonne e travi presenti che sfioravano ripetutamente.

Per terminare, in fondo al salone, con un modello in scala 1:1 di un ultraleggero plurivittorioso in gare della specialita'. Eccolo fotografato assieme al suo motore oltre ad una foto di altri motori tipici di aerei ultraleggeri

Un posto di rilievo in questo settore del modellismo lo voglio dedicare ad un signore che presentava un mare di motori a scoppio da aereo, da lui costruiti e progettati. Ce n'erano di tutti i tipi e di tutte le complessita', a partire da alcuni piccoli motori ad alcool, costruiti soprattutto per stupire e per fungere da soprammobile curioso in quanto animato, fino ad arrivare a motori stellari a 7 ed anche a 14 cilindri: opere veramente incredibili!

 

I SOLDATINI
Uno strano settore del modellismo, quello dei soldatini storici, era anch'esso degnamente rappresentato, in parte con stands che vendevano questi oggetti e molto piu' da un vero campo di battaglia ricostruito con migliaia di figurine, tutte perfettamente decorate nei colori delle divise originali e tutte disposte secondo quelli che erano i piani di quella battaglia di cui, onestamente, non ricordo il nome. Ebbene, io non avevo mai visto una cosa del genere e le dimensioni del campo erano incredibilmente grandi. Non credo che questo potra' mai essere un modellismo adatto a me, ma questa visione, che vi ripropongo qui sotto, mi ha lasciato perplesso e ammirato. Complimenti a chi riesce a documentarsi e a chi ha la pazienza di ricostruire e decorare, omino per omino, tutto cio'.

 

I DIORAMI
Girandi per la fiera erano molti i diorami che ti facevano soffermare l'attenzione, alcuni per la loro semplicita', altri per la simpatia del soggetto e altri ancora per la ricercatezza o per le dimensioni. Naturalmente tutti questi diorami non avevano nulla a che fare con i treni, ma qualcuno di essiavrebbe potuto convivere con una ferrovia vicino. Cominciamo da qualcuno di piccolo o addirittura in costruzione, ma che poteva essere utile per capire come si procede nell'esecuzione di questi gioiellini architettonici, per poi seguire con qualcuno di militare...

Per passare a questo che riproduce un punto di Verona vicino ad uno dei suoi molti ponti sull'Adige, in grande scala e dettagliato in modo notevole.

Per arrivare, infine, a quello che era un autentico capolavoro, un'opera d'arte, un gioiello. L'autore, Frildini Giorgio, aveva esposto un testo che spiegava il momento storico in cui lui aveva "fotografato" quel punto della sua citta'. La riproduzione di quel testo la trovate cliccando qui. Guardate questo diorama con la massima attenzione, questo e' un capolavoro che e' difficile da rivedere e, da solo, valeva il prezzo del biglietto di ingresso; Contenuto in una teca illuminata al suo interno, era abbastanza profondo, ma l'autore aveva sapientemente usato anche la prospettiva forzata, per dare ancora piu' respiro e profondita' alla scena. Complimenti vivissimi!

 

LE BARCHE
Una larga parte della fiera era monopolizzata dalle barche; navi moderne, galeoni, velieri, motoscafi, barche da diporto, c'era di tutto in grande quantita'. Anche il livello delle riproduzioni era decisamente sopraffino ed era normale soffermarsi parecchio su molte di esse per coglierne la miriade di particolari riprodotti, soprattutto le vecchie navi a vela mi sono piaciute tantissimo, ma credo che non sia cosi' frequente avere a disposizione sotto agli occhi il meglio che c'e'. C'era persino la "Bissona", nota imbarcazione della Regata Storica di Venezia e anche una gondola. Non mi dilungo nell'elargire complimenti ; vi propongo qui sotto le foto di cio' che mi e' piaciuto di piu', naturalmente giudicherete voi se meritassero o no di essere proposti in questa panoramica, mi vien da pensare che siamo convinti, noi fermodellisti, di avere tanta pazienza, ma ci pensate a cosa vuol dire portare a termine un qualsiasi galeone o una qualsiasi delle vacchie navi a vela, con tutte quelle corde tese, le scalette e via dicendo? Io ne ho costruite un paio, ancora giovanissimo; una la conservo ancora, magari bisognosa di una bella messa a punto, ma ho ancora presente che non riuscivo mai a vedela terminata, c'era sempre ancora qualcosa da fare, un lavoro infinito.

Ma il settore dedicato alla nautica non si fermava certo alle riproduzioni statiche, bensi' presentava, proprio come a Stoccarda, una grande piscina in cui si potevano svolgere gare di tutti i tipi, comprese quelle tra barche a vela radiocomandate, grazie, anche qui, alla presenza di una serie di grandi ventilatori che imprimevano all'aria sovrastante la piscina un certo movimento che, sapientemente sfruttato dai drivers, imprimeva ai modelli in acqua notevoli velocita'. Anche qui una sosta era d'obbligo perche' non e' cosi' facile presenziare a spettacoli del genere. Ecco qui sotto la piscina

e alcuni modelli di barche a vela radiocomandate.

I CAMION E I CARRI ARMATI RADIOCOMANDATI
Un nutrito settore di modellisti segue una specialita' molto simpatica, quella dei mezzi radiocomandati non tipicamente da gara. Questi, a loro volta, si suddividono in altre sottocategorie, ma, fondamentalmente, direi che sono tre le tipologie maggiori, quelli che producono autocarri, mezzi articolati e cio' che ha a che fare con il trasporto, quelli che si dilettano a riprodurre esattamente le macchine movimento terra e quelli che producono mezzi militari, soprattutto carri armati e autoblindati. Poi ci sono anche quelli che fanno delle bellissime gru semoventi e altro ancora, ma questi sono una minoranza.

Qui a Verona c'era un ampio spazio in cui si dilettavano questi appassionati e attorno a loro c'era sempre un bel bossolo di curiosi. I loro mezzi, camion o carri armati che fossero, erano molto accattivanti; tutti dotati di impianto sonoro che riproduceva esattamente il rumore, anzi i rumori, dell'originale; tutti dotati di luci, lampeggi e quant'altro i primi e della possibilita' di sparare veramente i secondi. Un bel settore del modellismo, decisamente affascinante e coinvolgente. Per essere breve, ecco qui le foto relative a quest'area modellistica.

LE AUTO RADIOCOMANDATE
Questo settore, di appassionati ne conta moltissimi; noi viviamo in mezzo alle auto. L'auto e' uno di quegli elementi che si sono conquistati un posto addirittura nel nostro DNA. Poi c'e' il radiocomando; oramai si radiocomanda tutto, aerei, auto, camion, moto, barche, elicotteri e qualsiasi altra cosa che possa venire in mente, ma le auto sono tra le stars in questo settore modellistico. A Verona le auto disponevano di ben due piste, una per le auto elettriche e una per quelle a scoppio; due piste piatte, molto semplici, ma sufficienti per permettere buone performances e attirare molto pubblico. Anche qui non mi dulungo troppo, potete vedere le foto relative subito qui sotto, assieme a quelli che si potrebbero definire i "box".

VARIE AMENITA'
Ma in questo salone anche altre cose hanno colpito la mia attenzione, per esempio il Segway, il geniale tranporter di Steve Job, il grande capo di Apple. Lo vedevo come una cosa lontana, molto statunitense, non avrei mai pensato, dopo tutto quello che avevo letto su di esso, di trovarmici a tu per tu, non solo, ma assolutamente non avrei mai pensato di poterlo addirittura provare, come invece ho potuto fare. Io ci ho guadagnato parecchio in questa fiera di Verona, perche' anche questa emozione valeva da sola il prezzo del biglietto, naturalmente questo vale per me che, quindi, ne ho sicuramente guadagnato almeno uno. Viaggiare sul Segway e' di una semplicita' entusiasmante, basta salirci sopra ed al resto pensa lui, in quanto e' sensibile alla posizione del passeggero e, se ci si sporge in avanti, lui parte, mentre se ci si sporge indietro lui si ferma e, addirittura, retrocede. Detto cosi' sembra ci vogliano delle caratteristiche da equilibrista, invece il tutto e' molto dolce e bilanciato, tanto che si guida tranquillamente senza mani. Nella fattispecie, io avevo la giacca sul braccio e ho cominciato tenendomi solo con l'altra al manubrio, ma dopo poco mi sentivo cosi' sicuro che ho mollato anche quella. Semplicemente con la posizione del busto gli si fa fare qualsiasi cosa. Fantastico. L'unica cosa che non e' fantastica e' il prezzo che, a secoda dei modelli varia da 5000 ai 6000 Euro, naturalmente piu' IVA. Ecco in foto i due modelli che ho avuto il piacere di provare.

Un'altra cosa che mi ha fatto soffermare parecchio e' stato un attrezzo. Sapete bene, ormai, che gli attrezzi sono una delle mie debolezze e, in un salone decisamente sprovvisto di stands attrezzistici, questo, gestito da due ragazzi molto giovani, pareva come la luce nel buio. Per farla breve, proponevano un vacuform, cioe' uno di quei fornetti che, coadiuvati da una pompa a vuoto, modella una lastra di polistirene secondo una forma voluta. Un bell'attrezzo, compatto e robusto con la duplice possibilita' di gestire una doppia dimensione degli oggetti, ma che, purtroppo, costava piu' di 400 Euro. Comunque ve lo propongo poiche' giudico questo attrezzo tra i piu' interessanti.

Bene, ormai siamo alle battute conclusive su di questa prima edizione di "Model Expo Italy", mi piace solo ricordare che nel grande spazio esistente tra i capannoni c'era una dimostrazione di volo con la mongolfiera. Questo velivolo e' sicuramente un partner consueto delle mie visite a manifestazioni modellistiche; Lo ricordo come ospite fisso a Stoccarda, in quel caso rappresentato da un grossissimo modello radiocomandato e poi in un viaggio di ritorno, vicino a Monaco, quando ne ho vista una bellissima in volo, proprio davanti a me. Ecco qui sotto la testimonianza di quella presente a Verona nella sequenza dei momenti in cui spicca il volo con i suoi inesperti passeggeri urlanti...

Questo e' tutto, augurandomi che questa visita virtuale alla prima fiera modellistica veronese vi sia risultata gradita, vi ringrazio per la pazienza e, come sempre, ... alla prossima!