Premessa
Gia' quando avevo deciso di partecipare al "Premio Muzio" del 2002, tra le mille elucubrazioni di allora avevo valutato anche la costruzione di una loco a vapore. Ero certo che sarebbe stata la scelta vincente per quella come per qualsiasi altra gara modellistica, infatti, come e' puntualmente avvenuto, i giurati, quelli che con il loro giudizio decretano il lavoro vincente, non sono mai in grado di isolarsi dalle emozioni ed al 99 per cento votano per cio' che rievoca in loro il nostro piu' eclatante passato ferroviario. Quasi mai quelli demandati a questo difficile compito si scordano di cio' che rappresenta l'oggetto esaminato, difficilmente entrano a curiosare nei risvolti modellistici. Raramente viene presa in esame la complessita' progettuale od anche la semplice produzione degli elementi costitutivi, quasi mai si considera se una costruzione e' integrale oppure no, guardano quasi esclusivamente cosa rappresenta nella realta', com'e' verniciato, se si muove sui binari e poco piu'. Purtroppo succede quasi sempre cosi'; normalmente questo copione si ripete ad ogni gara. Bisognerebbe fare sempre la "691" per avere possibilita' di successo. Ma io sono un inguaribile romantico e, anche nel modellismo, non voglio sottrarmi a quelle che sono le mie emozioni verso quei mezzi poveri pur se significativi e modesti pur se di difficile costruzione. Cosi' alla mia prima esperienza al "Muzio", contravvenendo a quello che l'esperienza mi aveva gia' insegnato sulle giurie, decisi di presentare il D 343, costruendolo dall'A alla Z, senza utilizzare un alcunche' di commerciale, sperando che almeno una volta il modellismo prevalesse sull'emotivita'. Naturalmente ho sbagliato ancora valutazione, la mia speranza e' tristemente naufragata e io non ho vinto. Poco male e' un gioco, ma la soddisfazione di vincere e' pur sempre una cosa bella da vivere. Quindi per il "Muzio 2004", visto che non vorrei arrivare secondo, ho deciso di fare il modello della Gr. 690 FS che coniuga benissimo il fatto di essere una generosa e possente Pacific, con la mia visione romantica delle ferrovie che predilige le macchine poco conosciute, poco amate o di vita effimera. Modellisticamente la "690" non ha nulla da invidiare alla piu' conosciuta "691", in quanto, essendo la sua "mamma", presenta lo stesso carro con le stesse mastodontiche ruote motrici da 2030 mm. una caldaia di grosse dimensioni, la stessa cabina ed un tender che costruttivamente vale quanto quello della piu' nobile "691". Concedo deliberatamente, ancora una volta, agli altri concorrenti che volessero partecipare a questa bella gara con la "691", il vantaggio del fascino che, gia' il solo nome della nostra piu' potente vaporiera, riesce ad evocare; questa volta, pero', prego i giurati, se mai leggessero questo mio scritto, di non dimenticarsi che e' una gara tra modelli e non tra oggetti evocatori della nostra storia ferroviaria.
La progettazione
Una volta deciso di piegarmi al fascino della vaporiera, scelta
che avevo scrupolosamente evitato nella prima edizione per le
entrinseche difficolta' che sicuramente avrebbe presentato, e
deciso per la Gr. 690, non rimaneva che cominciarne la progettazione.
Da circa un anno mi sto preoccupando di questa fase importantissima,
naturalmente nelle ore libere, non continuamente da mattina a
sera.
Uno dei problemi principali di questa realizzazione e' rappresentato
dalle ruote, essendone impossibile la cannibalizzazione da modelli
commerciali con caratteristiche similari, infatti non esiste ne'
in Europa, ne' in America una loco che abbia avuto ruote simili,
ne' per diametro, che comunque avrebbe potuto essere adattato,
ne' per disposizione dei contrappesi, anche se altre loco a 4
cilindri li hanno disposti in modo simile pur se non uguale, ne'
per numero delle razze, cosa questa che sarebbe inammissibile
in un modello con caratteristiche di tale pregio da ambire a vincere
una gara internazionale.
Per prima cosa ho percio' pensato a come potermi produrre le ruote
necessarie. Scartata la stereoprototipazione perche' mi pareva
che ledesse lo spirito cavalleresco di questa competizione, ho
pensato alla classica fotoincisione con cui ho prodotto, dai disegni
di ogni ruota, dei lamierini con la forma desiderata. Una volta
saldati tra di loro i "pacchi" di lamierini uguali e tornita la
forma risultante, avevo ottenuto cio' che mi premeva: delle ottime
ruote dai raggi molto fini e ben proporzionate nelle loro dimensioni.
Una scelta ancora da fare e' sul tipo di isolamento da dare loro,
se all'asse o al cerchio. Ovviamente l'isolamento al cerchione
e' di gran lunga preferibile, pero' in questa piccolissima scala
si rischia di ottenere cerchi troppo grossi a causa dello spessore
aggiuntivo dell'isolante da interporre tra cerchio e ruota vera
e propria e quindi di minor pregio estetico. Comunque, al di la'
di questa decisione prettamente tecnica, avevo capito che con
questa soluzione sarei stato in grado di superare in autonomia
questo grosso ostacolo, di fatto dando via libera al progetto.
Per il resto ho proceduto come mia consuetudine, cioe' progettando
una macchina di base e verificandone la bonta' delle scelte montando
vari particolari e comprendendo cosi' molto meglio dove eventualmente
intervenire per rendere migliore il risultato finale. Queste sono
quelle che io definisco prove di fattibilita'.
Una volta verificato dove dovevo apportare le varie modifiche,
ho prodotto una seconda pellicola, questa volta definitiva, e
l'ho inviata al service che mi ha prodotto la lastra fotoincisa,
lastra che potete veder riprodotta piu' sotto.
Essa comprende tutti i pezzi occorrenti per costruire sia la macchina
che il tender, con una certa ridondanza di tutti quei particolari
che, o si possono perdere perche' troppo piccoli o che si possono
rovinare nella piegatura o in altre lavorazioni. Nonostante questo,
e' incredibile come una grossa loco Pacific come la Gr. 690 ed
il suo tender, possano trovar posto sulla limitata superficie
di un foglio A4. La stessa macchina in scala H0, progettata con
lo stesso criterio, richiederebbe quasi quattro volte questo spazio.
La costruzione passo passo
Gli impegni di lavoro ed altri impegni, alcuni anche fermodellistici,
purtroppo, non mi hanno permesso di cominciare prima di oggi la
costruzione della mia vaporiera e questo fatto pregiudica molto
la mia partecipazione, in quanto reputo difficile che riesca a
terminare una costruzione tanto elaborata in soli due mesi. Comunque
io ci sto provando e, su idea di un caro amico, utilizzo Rotaie.it
per rendere partecipi tutti i fermodellisti interessati alla cosa
sull'andamento della mia costruzione, giorno per giorno. Naturalmente
la macchina deve essere un inedito, quindi le foto a corredo ci
saranno, ma saranno "leggermente oscurate" fino al giorno della
gara per essere visibili solo dopo. Tutto cio' mi occupera' un
po' di tempo che dovro' sottrarre al gia' poco libero che ho,
pero' e' un bel giochino, quasi una webcam su questa costruzione,
che mi ha trovato subito favorevole alla sua messa in pratica,
quindi, qui sotto, parte la descrizione del lavoro svolto giorno
per giorno. Per chi non avesse dimestichezza con la scala N e
con le sue minime dimensioni, ogni cosa sara' fotografata vicino
ad un paio di monete da 1 Centesimo di Euro. Buona compartecipazione
e mi raccomando ... tifate per la 690.
Giovedi' 8 Luglio 1 ora
Oggi sono arrivate le fotoincisioni. Appena arrivato a casa subito
verifica e controllo delle stesse. Noto ancora qualche piccolo
errorino, qualche dimenticanza, mannaggia alla fretta, qualche
particolare e' caduto nella vasca dell'acido poiche' i testimoni,
pur disegnati, si sono venuti a trovare ad un livello inferiore
al bordo di taglio, difetto di controllo. Pazienza, per il resto
sono buone al 99 per cento. Tiro un primo sospiro di sollievo
perche' so bene che la fretta e' sempre foriera di qualche disattenzione
e avevo paura anche di peggio, tutto sommato e' andata ancora
bene. Adesso e' troppo tardi, domani sera comincero' a mettere
insieme qualcosa.
Venerdi' 9 Luglio 3 ore e 1/2
Dopo una verifica ancora piu' minuziosa in cui non trovo ulteriori
motivi di disperazione, comincio a staccare i pezzi che compongono
il tender. Comincio col piegare le fiancate cercando di riprodurre
quanto meglio sia possibile la piega molto arrotondata che corre
sotto ad esse. E' facile sbagliare l'altezza della parte verticale
a favore di quella orizzontale, infatti una delle due non e' esattamente
piegata. La ridondanza del materiale sulla lastrina serve anche
a parare colpi bassi di questo tipo. Rifaccio con ogni cautela
la fiancata, anche perche' poi non ce ne sono piu', e questa volta
risulta perfetta e speculare a quella gia' fatta. Comincio con
le prime saldature. I primi tre pezzi ad essere saldati tra di
loro sono le pareti laterali del tender e lo specchio di poppa
a cui aggiungo poi i gradini e la cassa degli attrezzi. L'operazione
successiva riguarda la cassa del carbone da piegare e da saldare
ai piani laterali con la riproduzione delle botole per il rifornimento
dell'acqua.
Sabato 10 Luglio 6 ore
Continuo l'assemblaggio del tender, sono contento, viene proprio
bene. Comincio a piegare il telaio della macchina e la serie di
rinforzi interni che lo solidificano torsionalmente e sostengono
le quattro lame trasversali di supporto della caldaia. Saldo il
tutto mantenendolo in piano perfetto grazie all'utilizzo di tre
assi di acciaio posti nelle cave degli assi motori e poggianti
su di una "U" rovescia rettificata che uso normalmente per questo
scopo. Assemblo anche la piastrina fermaassi che porta con se'
anche la tiranteria dei freni, i freni e le balestre delle ruote
motrici. A questa piastrina dovro' saldare anche le vere riproduzioni
sia dei ceppi freno che delle balestre, ma lo faro' in un altro
momento poiche' e' molto tardi e sono stanco.
Domenica 11 Luglio 4 ore
Piegatura ed assemblaggio della cabina di guida ed approntamento
per la successiva saldatura del complesso. Dovevo ridurre di un
po' lo sviluppo del tetto della cabina. Ho esagerato di un pelo
e non si chiudeva piu' perfettamente sulle pareti laterali. Tutto
da rifare, per far presto e non star li' a togliere pelo pelo,
mi son trovato a dover rifare completamente il pezzo; comunque
e' in questi casi che si apprezza la previdenza nel creare ridondanza
dei pezzi a rischio. Questa stupida cosa, pero', mi ha fatto perdere
un'ora buona sulla tabella di marcia, prima per tentare di rimediare
e poi nel rifare. Questa non era proprio una serata giusta, perche'
un'altra stupida cosa mi ha fatto perdere anch'essa un'altra ora
di lavoro: il microscopico parasole del finestrino anteriore di
guida! Il disgraziato non voleva saperne di star fermo al proprio
posto e per due volte mi si e' mosso proprio nel momento della
saldatura con litanie in aramaico poi per dissaldarlo e riposizionarlo.
Alla fine tutto e' andato per il giusto verso e la cabina e' pressoche'
tutta saldata e finita. E' un bon-bon.
Lunedi' 12 Luglio 2 ore e 1/2
Arrotolamento caldaia su diametri via via piu' stretti fino alla
misura voluta. La caldaia, come quasi tutto il resto della macchina
e' in alpacca, materiale che ha un comportamento alla piegatura
simile all'acciaio, con notevoli ritorni e con notevoli difficolta'
soprattutto quando si e' vicini alla misura finale. Ovviamente
tutto questo lavoro va eseguito con le mani per non procurargli
segni di lavorazione, salvo l'ultimo lembo che, essendo sotto,
tra telaio e praticabili, quindi invisibile, si puo' piegare per
battitura, ovviamente per mezzo di un piccolo martello da modellismo.
Saldatura inferiore della caldaia. Fatto questo, comincia una
operazione difficile. Infatti sono arrivato al controllo del combaciamento
tra caldaia e cabina. Ho presagomato lo sviluppo della caldaia
in modo da agevolare questa delicata fase, ma ottenere il corretto
allineamento dei due pezzi e' un lavoro di occhio e di piccoli
aggiustamenti impossibili prima di adesso. Per oggi basta, come
dice una certa pubblicita' televisiva, anzi no, ancora una cosa,
ricerco tra le mie scatoline preziose gli ingranaggi necessari
alla trasmissione.
Martedi' 13 Luglio 1 ora
Completamento della sistemazione della cabina di guida e rifinitura
della stessa. Verifica generale del procedere.
Mercoledi' 14 Luglio 1 ora
Tornitura cono anteriore caldaia. Due prove scartate per avere
i parametri giusti per quella definitiva. Mi pare perfetto. Foratura
della parte tornita per accogliere i perni centrali di camino
e duomo e, al centro del cono, il volantino di serraggio. Questa
parte, in ottone, entra nella caldaia per circa 30 mm, lasciando
la parte lato forno libera a disposizione del motore.
Giovedi' 15 Luglio 2 ore
Altro giorno negativo; ho buttato al vento un sacco di tempo nel
tentativo di saldare la cerniera sul cono della camera a fumo.
La sproporzione tra la sottigliezza dell'una e la massiccia stazza
dell'altro, unitamente allo stupido saldatore (solo ultimamente,
pero') che mi ritrovavo ad usare ne sono le cause. Non domo poi
ho provato anche con saldatori di tutte le misure e anche con
la fiamma: niente! sembra che quei due pezzi siano incompatibili,
non mi e' mai successa una cosa del genere, a volte mi e' capitato
di dover combattere, ma alla fine sono sempre riuscito nel mio
intento; questa volta il primo round l'hanno vinto loro ed il
pezzo e' li' ancora da saldare, anzi del tutto rovinato, rimedieremo
con la ridondanza suaccennata. Per ricordare una frase celebre,
direi: domani e' un altro giorno, si vedra'. Mi sono consolato
mettendo le grondaiette laterali alla cabina di guida, almeno
una cosa e' finita e la sessione ha prodotto qualcosa.
Sabato 17 Luglio 2 ore
Tornitura della parte superiore del camino e del duomo. Preparazione
dell'attrezzatura atta a imbutire la lamiera per la parte inferiore
del camino. Ulteriore controllo dell'allineamento tra caldaia
e cabina.
Martedi' 20 Luglio 1 ora
Tentativo di finire il camino. Tre prove tutte fallite.
Mercoledi' 21 Luglio 2 ore e 1/2
Ulteriore tentativo di finire il camino, forse questa volta ci
siamo, mi pare accettabile. E' il mio primo camino in scala N
e devo dire che e' veramente piccolo, io sono eccezionale nel
fare camini per l'H0, mi riescono stupendi al primo colpo, ah!
la N ...
Saldatura dei supporti dei praticabili agli stessi e questi ulimi alla caldaia. Finale messa a punto combaciamento tra caldaia e cabina, come si rara' capito questa e' una delle mie maggiori preoccupazioni. In questo progetto il complessivo motore-trasmissione devono essere montati prima della saldatura dei due componenti, questo per permettere l'uso di un motore di discrete dimensioni (diam. 12 mm.) sulla macchina e non sul tender. Questa soluzione e' dettata dal mio desiderio di aver la macchina operativa anche senza tender agganciato, come al vero, ed e' obbligata dal fatto che il forno della 690, a differenza di quello della 691, non si allarga verso il basso, ma, al contrario, si stringe, essendo a forma trapezoidale e va a incunearsi dentro allo scartamento. A ben pensarci aver risolto questo problema mi spinge a pensare che fare la 690 e' ben piu' complicato che fare la 691 in cui un motore, anche di generose dimensioni, si puo' sfilare verso il basso e quindi e' montabile e smontabile anche a modello finito. Proprio per questo motivo, dovro' fare qualche seria prova di funzionamento prima di saldare il tutto.
Giovedi' 22 Luglio 10 ore
Per prima cosa mi son tolto dai pensieri il camino che ancora
non mi pareva corretto, finalmente mi sembra abbastanza buono.
Se penso al tempo che ho dedicato a questa piccola cosa mi viene
male. Ricerca e preparazione della zavorra in piombo da inserire
dentro al tender. Montaggio delle custodie copri tubi del vapore
tra praticabili e caldaia. Il forno l'avevo gia' abbozzato nelle
sue caratteristiche generali nei mesi di preparazione, adesso
l'ho completato con manometri, volantino di comando, leve di adduzione
del vapore, paratie e valvole; e' uno spettacolo! Essendo proprio
lui che terra' avvitata la cabina/caldaia al telaio nella parte
posteriore della macchina, l'ho preparato per quest'incombenza,
fresandolo alla base e saldando un traverso di congruo spessore
tra le pareti fresate. Poi bastera' forare nel punto esatto e
filettare per ottenere il bloccaggio posteriore della loco. Pensavo,
mentre lo facevo, che in pratica lui stesso si comporta da dado,
ebbene, penso che sia il piu' bel dado che ho costruito. Con santa
pazienza e scottandomi le dita della mano sinistra all'inverosimile,
ho tagliato al corretto spessore tutti gli ingranaggi che comporranno
la trasmissione (sono ben 7). Adesso si tratta di montarli nella
scatolina predisposta all'uopo, ma per far questo prima devo montare
due coppie di essi su di un asse comune essendo un sistema a tre
stadi di riduzione.
Domenica 25 Luglio 1 ora
Nei due giorni scorsi non ho avuto un attimo da dedicare alla
mia amata macchinetta ed anche oggi era molto tardi quando sono
rientrato e non ho potuto fare molto. Ho tornito il perno che
accoppia due ingranaggi. Ne dovevo fare un altro, ma il secondo,
forse perche' mi sono tenuto qualche centesimo piu' grosso al
fine di calettare piu' sicuramente l'ingranaggio, mi ha provocato
la rottura dell'ingranaggio stesso. Questo era molto sottile,
circa 1,2 mm, ma sinceramente non me l'aspettavo; sono propenso
a credere che l'ingranaggio fosse gia' incrinato da prima ed io
gli abbia solo dato il colpo di grazia. Domattina sono libero
dal lavoro e quindi' tagliero' nuovamente a misura l'ingranaggio
da rifare e finiro' questo lavoro.
Lunedi' 26 Luglio 3 ore
Ebbene, ho cominciato con il ritagliare a misura un nuovo ingranaggio
e con il rifare il perno di accoppiamento, quando mi sono reso
conto che anche l'ingranaggino da 9 denti che avevo gia' montato
sull'altro perno era spaccato; sono stato fortunato ad accorgermene,
poiche' la crepetta era veramente minuta, ma nel tempo sicuramente
avrebbe ceduto. Ho rifatto anche questo secondo perno di accoppiamento
dopo aver ritagliato un altro ingranaggio da 9. A giudicare da
tutte queste impreviste difficolta', assai rare, peraltro, sembra
proprio che non mi debba presentare quest'anno al Muzio. Comunque
alla fine ho montato nella scatolina tutti gli ingranaggi, ho
montato anche il motore gia' provvisto di vite senza fine ed ho
provato a dare tensione, dapprima bassissima e via via sempre
di piu' fino ai fatidici 12 V. Funziona che e' una meraviglia,
silenzioso e dolcissimo. Il motore parte con 1,2 V e questo mi
pare un ottimo risultato, considerando che ho provato tutto a
secco, senza un filo di olio. Un'altra considerazione molto positiva
e' che non essendo riuscito a trovare ingranaggi della misura
occorrente in materiale plastico, tutti gli ingranaggi sono metallici
ed avevo paura che cosi' facendo la trasmissione sarebbe stata
decisamente rumorosa, come talvolta capita, invece va molto bene
ed e' anche silenziosissima. Puo' darsi che una volta inserita
nella macchina quest'ultima amplifichi un po' questo rumore, ma
e' talmente modesto che andra' benissimo anche in quel caso
Adesso mi manca da montare l'ultimo ingranaggio della catena,
quello che porta il movimento all'ultimo, quello calettato sulla
terza ruota accoppiata della macchina e spero tanto che almeno
quello non porti con se' dei nuovi problemi, perche' se tutto
continua a funzionare cosi' ne esce una trasmissione fenomenale.
Martedi' 27 Luglio 3 ore
Questa mattina ho terminato la trasmissione montando l'ultimo
degli ingranaggi mancanti. L'ho provata e questa volta non ci
sono stati intoppi. Gira benissimo, ha mantenuto una ottima silenziosita'
e, dopo circa un quarto d'ora di rodaggio a secco, senza la minima
traccia di olio al fine di accellerare l'adattamento delle parti,
si muove gia' a 1 Volt e dimostra un minimo piu' che buono. Sono
soddisfattissimo perche' normalmente le trasmissioni sono sempre
delicate e fanno perdere parecchio tempo per la loro registrazione.
Questa volta ho perso un po' di tempo a causa della rottura di
due ingranaggi durante il calettamento, ma per il resto ha dimostrato
un ineccepibile funzionamento fin dal primo colpo, segno che la
progettazione era buona.
Fatta la trasmissione sono passato al montaggio delle microbalestre
sulla piastrina fermaassi. In effetti avrei potuto disegnarle
direttamente al posto dei supporti, ma cosi' facendo sarebbero
state troppo sottili e non belle da vedere a loco rovesciata,
cosi' ho deciso di farle riportate, in modo da raddoppiare gli
spessori. Per me questa non e' una novita', faccio sempre in questo
modo ed il risultato ripaga sicuramente lo sforzo di saldare questi
microbi al loro posto.
Terminato con la piastrina fermaassi, che comunque e' ben lungi
da essere terminata, ho cambiato lavoro e sono passato alla costruzione
dei panconi. Si, dei panconi al plurale, poiche' risulta che queta
loco, nel corso degli anni si sia presentata con due tipi di pancone
diverso e cosi' li ho disegnati e montati entrambi, per scegliere
poi quello che mi piacera' di piu' e che sara' piu' coreografico
sulla macchina finita. Ora devo tornale al lavoro, a domani.
Mercoledi' 28 Luglio 3 ore
Omestamente devo dire che adesso mi metterei le mani tra i capelli,
perche' guardando la lastra vedo che rimangono da montare sempre
piu' pezzettini di infime dimensioni; man mano che vado avanti
il gioco si complica sempre piu'. Essendo un esemplare unico,
questa macchina, non ha senso spendere cifre per far replicare
in microfusione tutta la miriade di tipi di particolari che questo
modello comporta, allora non mi rimane che saldare vari spessori
opportunamente predisposti, per ottenere i volumi e le forme necessari
a riprodurre tridimensionalmente questi vari particolari. Il problema
e' che sono tanti e tanto piccoli. Beh, non perdiamoci d'animo
e continuiamo l'opera intrapresa. Intanto prendo in mano il supporto
trasversale della distribuzione; questo oggetto sara' composto
da due traversi rifiniti su di un lato, che vanno saldati di schiena
in modo da offrire all'occhio le coste di rifinitura sia da un
lato che dall'altro e, nel contempo, dando all'oggetto un congruo
spessore. Intanto saldo questi due particolari che non sono neanche
piccolissimi. Mi fermo qui perche' su questi, alle due estremita',
dovro' saldare un'altra carovana di pezzi assolutamente invisibili
per quanto sono infimi; quando li ho disegnati ho avuto troppa
fiducia in me; questa cosa la riprendero' in mano piu' avanti
in un qualche giorno di grazia.
Eppure devo pur cominciare con le cose piccole. Guardo la lastra e decido di provare a montare una boccola del carrello anteriore, penso che sia una prova sufficiente per oggi. Questa boccola, di cui dovro' farne quattro, e' composta a sua volta da quattro differenti particolari che vanno saldati uno sull'altro. La compongo scottandomi le dita a sufficienza per pensare che va bene anche se ne faccio una ogni tanto, comunque viene bene e l'oggetto mi piace, e' proprio come l'avevo pensato.
Giacche' ho preso la strada delle cose piccole, continuo su di essa, badando pero', questa volta, di saldare qualcosa che possa tenere fermo con la pinzetta. Non e' difficile decidere di continuare con la piastrina fermaassi che avevo gia' iniziato ed a cui avevo gia' saldato le balestre. Questa volta aggiungo tutta la tiranteria dei freni e mi fermo dopo una svogliata prova di saldatura di un micro-ceppo freno che non ho ancora capito come lo dovro' tener fermo in posizione, considerando che e' molto piu' piccolo di un grano di riso e che, oltre che tenerlo fermo, lo devo anche saldare al suo posto. Se penso che di questi risi mancati ne devo saldare sei ... beata la scala 1.
Mercoledi' 28 Luglio 2 ore
Altra sessione di lavoro nello stesso giorno; ho recuperato due
orette libere e devo sfruttarle tutte se voglio arrivare alla
fine in tempo. Riprendo in mano una nuova balestrina del carrello
anteriore e la monto; vorrei farne ancora un'altra per togliermi
questo lavoraccio dalla mente quanto prima, ma, fatta una, torno
sulla mia decisione e passo a mettere il piano di supporto cabina
sul telaio che e' un lavoro piu' tranquillo con pezzi di maggiori
dimensioni. Questo particolare non l'ho disegnato e fotoinciso,
perche' pensavo che fosse meglio crearlo a telaio piegato; e'
un pezzo molto semplice e con il dischetto l'ho semplicemente
ritagliato da un lamierino da 0,4 mm e gli ho dato la forma voluta.
Ho asolato il foro per la vite di fissaggio al fine di essere
libero di centrare il complesso caldaia/cabina ed assorbire cosi'
possibili leggeri disallineamenti. Fin qui tutto bene, allora,
commosso, prendo in mano un'altra balestrina, la terza, e la monto.
Ora me ne manca una soltanto, mi sento un po' meglio. Trovo che
sia utile cambiare lavoro quando uno diventa ostico o pesante;
cio' aiuta a superare meglio i momenti di maggior tensione, tanto,
di roba da fare ce n'e' a bizzeffe e non cambia nulla andare avanti
con una cosa o portarsi avanti con un'altra; bene o male sono
tutte da fare, comunque. Butto nuovamente l'occhio sui ceppi freno
ancora mancanti dalla piastrina fermaassi e mi affretto a ritornare
al lavoro, quello vero, che ora vedo sotto un aspetto molto piu'
positivo del solito.
Giovedi' 29 Luglio 4 ore
Ormai e' scritto, prendo subito in mano i pezzettini dell'ultima
boccola del carrello anteriore e li saldo assieme; forse perche'
volevano darsi delle arie assolutamente fuori posto, mi han fatto
penare piu' delle altre tre, ma alla fine anche loro hanno ceduto;
sono cosi' felice che per oggi potrei anche far festa, ma non
e' possibile, devo continuare a portarmi avanti. Ecco qui sotto
le quattro boccole, complete di molle a balestra, in rassegna,
sono soddisfatto perche' sono veramente carine.
A questo punto era fondamentale avere anche il carrello anteriore su cui a loro volta vanno saldate le quattro boccole tanto agognate. Non e' stato molto complicato ed e' andato su abbastanza veloce. Ecco qui sotto un'anteprima di come si presentera'; al momento le boccoline non sono ancora saldate al loro posto, sono solo infilate nei fori di riferimento che avevo predisposto per ottenere un perfetto centraggio e una guida di supporto durante la saldatura. Piano piano ogni cosa comincia a perdere l'aspetto da "particolare" e sta assumendo quello di "parte assemblata". Si sente che sta nascendo qualcosa.
Visto l'esito positivo delle ultime saldature mi sono cimentato, in chiusura di sessione, nella saldatura dei ceppi freno sui supportini predisposti sulla piastrina fermaassi, piu' esattamente nel tentativo di saldatura di questi particolari. Questa non e' stata un'esperienza altrettanto positiva, in quanto, dopo mezz'ora persa piu' a cercare i pezzetti che la pinzetta faceva schizzare anche molto lontano, che a lavorare, mi sono trovato con due ceppi saldati e sei perduti. Per oggi basta cosi' ...
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |