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Costruzione del Triebwagen
Amburghese ET 99 Passo-Passo

Questo è il quarto tutorial che dedico a chi vuole costruire con le proprie mani un modello in tutto metallo. Prima di questo mi sono dedicato a due macchine prussiane, la E 91.3 , la E 92.7 e alla BBÖ1082 che abbiamo costruito insieme dall'inizio alla fine. Io penso che il livello di difficoltà di questa nuova costruzione sia inferiore a quello della BBO 1082 e che sia in linea con quello delle altre due. Non c'è da spaventarsi e, se mi seguirete e, soprattutto, se seguirete i miei consigli, andremo senza problemi fino alla fine. Prima di cominciare, come sempre, diamo un'occhiata per vedere se abbiamo a disposizione tutta l'attrezzatura occorrente; niente di eccezionale, naturalmente, questi che io elencherò sono gli attrezzi che un buon modellista deve possedere assolutamente, non ci sono scuse, questi rappresentano la base, senza di questi non si può fare del buon modellismo. Ricordate sempre, migliori sono gli attrezzi, migliore sarà il risultato finale!

Ma cominciamo subito questo controllo:


Ecco gli attrezzi più importanti elencati qui sotto, chi mi segue da tempo sa bene che io sostengo da sempre che un buon lavoro modellistico lo si può fare solo se si è adeguatamente attrezzati; ma nel caso di questi kits è praticamente tutto già fatto, noi dobbiamo solo montare tra di loro dei pezzi che sono già pronti, o quasi, al massimo dovremo fare qualche aggiustamento, quindi ci serviranno praticamente solo quegli attrezzi utili a rifinire i vari particolari e a montare il modello, che sono:

1) un manipolo, Dremel o altro, con un dischetto abrasivo montato e qualche fresetta di varia forma; sono maggiormente indicate le fresette coniche , sia sottili che un po' più grosse che servono spesso per allargare fori già esistenti. Avere anche qualche spazzolina in acciaio non sarà male. (per il manipolo vedi questa pagina )

2) un saldatore della potenza di circa 50/70W con un barattolino di pasta per saldare, o flussante di altro tipo, e una matassina di calzetta di rame che ci servirà nei casi in cui avremo usato un po' troppo stagno e dovremo toglierne l'eccedenza ( per i saldatori vedi il capitolo dedicato loro )

3) limette ad ago di varia forma per rifinire i vari particolari in tutte quelle posizioni in cui non sia agevole usare il dischetto abrasivo. Quelle più interessanti in questo genere di lavori sono la limetta piatta, quella a sezione circolare, detta anche coda di topo, e quella con sezione a triangolo

4) un tronchesino ben affilato e tagliente per eliminare le eccedenze delle fusioni e per staccare i vari componenti dalle lastre; per quest'ultimo lavoro andrà bene anche una robusta forbicina a punte corte e sottili

5) pinze di varia foggia, ma soprattutto una a becchi lunghi, sottili e piatti per piegare comodamente le lastrine che necessiteranno di essere piegate ( per le pinze vedi questa pagina )

6) almeno due pinzette a becchi sottili per tenere con la prima, ed eventualmente allineare tra di essi con la seconda, i particolari che dovranno essere saldati tra di loro

7) un cacciavitino a taglio per uso modellistico, magari più di uno e di varie dimensioni

8) Un maschio da 1,4 mm passante, per filettare le sedi dove andranno avvitate le varie viti che renderanno il modello completamente smontabile. Nelle nostre costruzioni è di gran lunga da preferire un maschio unico di tipo passante e non la serie di tre maschi. Questa caratteristica è molto utile sia per la rapidità nella filettatura, sia perchè, spesso, ci serve usare la conicità di questo tipo di maschio per eseguire delle filettature "scarse", cioè appena abbozzate, che blocchino la vite dopo pochi giri e la tengano stretta senza il pericolo che questa si sviti; per esempio nei perni di biella che, così facendo, non abbisognano di colla per essere bloccati; ma non solo nei perni di biella, anche in tante altre situazioni sarà utile usare questa tecnica che, tra l'altro, ci permette di bloccare le viti con una certa forza senza il timore di distruggere il filetto.

9) Un piccolo raschietto per togliere qualche eccedenza di stagno nei punti difficili e, sempre per questo compito, ma dove può arrivare la punta del saldatore, sarà utile avere anche della maglietta di rame da elettronica.

10) Un martello leggero di gomma o, in alternativa, uno di legno morbido e una lama di acciaio o di duralluminio, a cui arrotondare lo spigolo superiore, da serrare in morsa per piegare la parte laterale dei tetti. Procuratevi anche un tondo pieno o un tubo robusto del diametro di 30/40 mm per la piegatura della parte centrale dei tetti.


Ora, finalmente, possiamo aprire la scatola ed eccoci di fronte al suo contenuto: quattro lastre in alpacca da 0,4 mm formato A4 e una più piccola che contiene i pantografi e poco altro; un cartoncino che sostiene una busta termosaldata con tutte le fusioni, gli ingranaggi, le ruote, il motore e tutti gli accessori necessari ed infine le istruzioni sul posizionamento di ogni più piccolo particolare. Quando aprirete la scatola non dovreste provare nessun senso di disagio, in quanto tutto è suddiviso in modo ordinato, secondo le varie tipologie e secondo le varie fasi della costruzione, quindi voi dovrete prelevare di volta in volta solo il particolare che vi necessita fino all'esaurimento delle risorse che dovrà corrispondere, se non si é dimenticato nessun passaggio, alla conclusione della costruzione.
NOTA IMPORTANTE: sulla lastra trovate incise delle indicazioni di destra e sinistra, queste indicazioni si intendono riferite alla marcia del convoglio con il Wagen "A" davanti, quindi le indicazioni per il Wagen "B" saranno per esso che viaggia a marcia indietro. In questa scelta di base è stata data la priorità al lato destro o sinistro del treno completo.

Tra le buste che contengono le varie parti del triebwagen, la più importante è quella delle istruzioni. Soffermatevi il più possibile a "digerire" quei disegni, che, oltre a essermi costati molto tempo, sono fondamentali per capire quale sia il giusto modo di procedere. Gli "esplosi" non danno il senso di ciò che va fatto prima e ciò che va fatto dopo; questa strategia, in questi casi, dovete deciderla voi semplicemente assorbendo la filosofia costruttiva di chi ha progettato quella particolare cosa. Guardateli a lungo e pensate ad ogni particolare finchè non siete convinti di ogni cosa, dopodichè potete cominciare. Questa volta avete un tutorial che vi aiuta, ma nella maggior parte delle volte questo non c'è e la strategia costruttiva la dovete decidere prima, da voi.

Ora cominciamo con l'aprire le buste che contengono i lamierati in alpacca e da queste lastre dovremo staccare i pezzi relativi al telaio delle due sezioni del Triebwagen, perchè, come sempre, si deve deve partire dalle fondamenta per fare una casa solida. Molte lavorazioni relative a Wagen "A" e Wagen"B" sono identiche ed è assolutamente inutile che io vi fotografi l'una e anche l'altra. Quindi io procedo con la costruzione del Wagen A e farò i riferimenti relativi al Wagen B solo quando le due lavorazioni saranno diverse, per il resto, quello che farete su di uno lo dovrete fare anche sull'altro. Ecco fotografato qui sotto il telaio del Wagen A:

Con attenzione lo dovete piegare secondo le linee incise, dal lato della linea incisa. Tutte le pieghe che troverete in ogni pezzo della costruzione dovranno essere sempre eseguite verso i l lato dell'incisione, salvo avviso contrario. Questa è la regola di base che dovete tenere a mente fino alla fine della costruzione.
Per fare questi lavori è di grande aiuto avere una piegatrice; non serve una cosa sofisticata, ne basta una fatta in casa come quella che da cinquant'anni uso io ( http://www.rotaie.it/New%20Pages/La%20Piegatrice.html ; se guardate bene c'è anche un link per potersela costruire). Negli anni ne ho comperata anche una da modellismo, meravigliosa, ma se volete sapere, quella che uso sempre è quella del link che vi ho messo qui sopra, per la rapidità con cui la posso usare, per la praticità che offre, ma anche per la sua leggerezza. Beh, bando agli incisi, facendo un po' di attenzione questo è il risultato del telaio piegato visto da sopra e da sotto.

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Come promesso, quando le lavorazioni sulle due semiunità saranno diverse, ve ne darò sempre riscontro. Ecco la prima diversità. Il wagen A, sotto al pianale, ha due cassoni, uno più grande e uno più piccolo posto davanti al più grande. Il wagen B invece ha due bombole di notevole capacità e due più piccole e questo lo si nota dalla diversa conformazione dei supporti da piegare presenti sotto al pianale.

Continuiamo con il telaio e prendiamo i supporti dei carrelli di estremità che saranno entrambi motorizzati.
Al vero solo il primo è motorizzato, ma solo due assi motorizzati per due elementi in metallo, per di più senza anelli di aderenza, non avrebbero garantito buone performances. E' assurdo usare anelli di aderenza se c'è la possibilità di evitarli, ne guadagna il realismo e la qualità di marcia. Per questa ragione io ho evitato di usarli ed ho optato per motorizzare i due carrelli di estremità. Volendo, il carrello centrale Jakobs, potrà contribuire alla captazione della corrente. Ecco i supporti appena prelevati dalla lastra e dopo la piegatura.

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Questi supporti sorreggeranno i due carrelli di estremità, per cui ora andiamo avanti anche con la loro costruzione che è quanto mai banale. Fatto questo prendiamo le fusioni dei perni che dobbiamo saldare al telaio dove ci sono le scritte fotoincise "Timone". Ecco qui sotto le quattro fusioni e le stesse saldate al telaio.

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Ottimo, procediamo, ora preleviamo dalle lastre i componenti principali dei tre carrelli. Eccoli nella foto.

Ora dovremo piegare esattamente a 90° le strutture interne ed esterne di tutti e tre i carrelli. Vedi foto.

In considerazione della natura di questo convoglio, proprio per rispettare una delle sue caratteristiche principali, cioè le due casse così ravvicinate, nel carrello Jakobs ho voluto inserire un timone di allontanamento per fare in modo che le due carrozze stiano sempre effettivamente a 384 mm ( 4,4 mm in scala H0) l'una dall'altra come al vero, sia in rettilineo che in curva. Naturalmente per ottenere un simile effetto in modo che il tutto risulti affidabile e, soprattutto, che risponda ad esigenze diverse di modellisti diversi, ci si deve studiare parecchio, quindi non meravigliatevi se al momento non capirete esattamente come funzionerà il vostro treno. Fidatevi fino a che non avremo fatto fare un giro di prova ai due telai poggiati sopra a questi tre carrelli.
Bene, ora prelevate dalla lastra le strane cose fotografate qui sotto. Queste strane cose sono l'essenza del timone di allontanamento e ne permettono la funzionalità tanto se il treno viene smontato ogni volta per comodità di trasporto (o altro motivo), o anche se volete costruire un treno bloccato e voi decidete di tenerlo sempre con i due elementi uniti. Più avanti io vi esporrò la mia idea su come trattare questo argomento, ma per il momento non pensiamoci e andiamo avanti con la costruzione.

Questi strani oggetti non sono altro che dei "cassetti" da inserire all'interno del Jakobs. Questi "cassetti" guideranno uno dei due perni che scenderanno dalla coda di ciascuna delle due vetture che poggiano sul Jakobs; i perni sono quelli che avete saldato poco fa sotto ai telai delle vetture. Questi "cassetti" sono provvisti di un foro in cui andrà inserito il perno e sono altresì provvisti di due molle di richiamo che avranno il compito di riportarlo costantemente alla posizione di riposo. I quattro gancetti che trattengono le due molle devono restare dentro al supporto degli assi che va saldato sopra di esso, quindi bisogna piegare verso il basso del carrello gli uncini delle molle e verificare per bene che questi uncini e le molle stesse scorrano all'interno e non interferiscano in nessun modo con la struttura che sorregge le ruote del carrello. Fate questo senza storcere il piano di scorrimento. In pratica il "cassetto" deve scorrere libero e senza intoppi. Ecco nella foto seguente la loro ubicazione all'interno del carrello visto da sotto, ancora prima di saldare in posizione il supporto delle ruote.

Il carrello, quindi, va poi completato con la parte sottostante che trattiene gli assi e infine con la piastrina fermaassi. Mancano ancora le fusioni che dovremo saldare più avanti e che per ora non ci servono, ma ecco qui sotto una foto del carrello completato e che è già perfettamente funzionante.

Completeremo anche i due telai dei carrelli di estremità che avranno uno le ruote a raggi e l'altro le ruote a vela piena...

... per montarli provvisoriamente sotto ai telai, anche senza avvitarli, e verificare fin da subito l'allineamento del complessivo e il buon funzionamento del sistema di allontanamento delle casse in curva. Al momento ci basterà sapere che tutte le cose rispondono al progetto.

A questo punto, avendo in mano i due carrelli di estremità, possiamo completarli con le traverse di testa e con l'impianto frenante; per balestre e boccole ci penseremo più avanti, per il momento cerchiamo di completare tutti i lamierati, poi verrà il tempo delle fusioni. Prendiamo quindi i componenti necessari a questo lavoro. Questa foto ritrae anche la struttura esterna del carrello che noi abbiamo già piegato, ma serve per capire quali sono i componenti che entrano in gioco durante questo lavoro.

Pieghiamo e saldiamo ogni cosa al suo posto e otteniamo i due gusci esterni dei carrelli; questi fungeranno da piastrine fermaassi e anche da supporto per le parti realizzate in fusione che riprodurranno le balestre, le molle della sospensione e le boccole

Ora preleviamo dalla lastra le fotoincisioni relative agli scacciasassi che andranno saldate dal lato opposto a quelli esistenti sulla fiancata del carrello. Questo serve per dare spessore e per rifinire da ambo i lati gli scacciasassi stessi.

Ora piegheremo gli scacciasassi verso il centro per portarli esattamente sopra alle rotaie in modo che possano svolgere il loro compito anche sui nostri plastici. Tra le due lame che fungeranno da scacciasassi dovremo poi inserire una barra che serve a tenerle in posizione esattamente sopra alle rotaie come al vero.

Per dire di aver terminato con questi due elementi, dovremo ancora aggiungere le barre trasversali che comandano i freni; ovviamente io mi riferisco alle barre che sono davanti e dietro il carrello, quelle che sono più visibili, in quanto le due barre centrali, che pur ci sono al vero, si notano pochissimo e si può tralasciare di istallarle. E' chiaro che i più precisi cercheranno di riprodurre anche queste due.

Con questo, la struttura di base del carrello di estremità è completata, per quello che riguarda le parti realizzate in fusione di ottone, come detto, ne parleremo più avanti. Ora potremmo completare questi importanti accessori del triebwagen installando le ruote dentate sugli assi e i motori di trazione. Per questa operazione bisognerà tener presente che il carrello anteriore del wagen "A" monta le ruote a raggi (che sono isolate da ambo i lati), mentre gli altri due carrelli (centrale e di estremità "B") montano le ruote a vela piena (che sono isolate da un solo lato). Per questa ragione è importante ricordare che le ruote del carrello Jakobs (centrale) avranno una unica posizione possibile, pena il corto circuito, causato da tutto il convoglio che sarà sempre collegato ad una polarità; da qui nasce l'esigenza di avere le scritte "A" e "B" sulle teste del Jakobs; scritte che permetteranno di inserirlo nella maniera corretta ogni volta che si monta il convoglio per farlo correre sui binari, sicuri che il lato a massa sarà sempre dalla parte giusta. Naturalmente questo discorso non riguarda chi realizzerà un treno "bloccato" perchè in questo caso la posizione delle ruote resterà così come le avremo disposte all'inizio; la raccomandazione di cui sopra, ripeto ancora una volta, riguarderà solo chi realizzerà un treno smontabile, cioè che dovrà essere montato ogni volta che si intenderà utilizzarlo. Bene, ecco qui sotto il montaggio delle ruote dentate sugli assi dei due carrelli di testa

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Ora piazzeremo le ruote così completate nei carrelli facendo attenzione che le ruote isolate del carrello posteriore siano sul lato destro del convoglio per soddisfare la regola NEM che impone la marcia in avanti con la rotaia destra positiva. Ecco le ruote dotate di ruote dentate già montate nei carrelli.

Per motorizzare i carrelli ci vogliono i motori con i loro accessori; quindi prendiamo motori, viti senza fine e staffe di fissaggio

Montiamo le varie cose insieme, quindi ci troveremo a questo punto.

Ora dovremo inserire i motori nei carrelli badando che la staffa che blocca il motore si inserisca nel foro, posto sul fondo del carrello, ad essa dedicato e, nel contempo, prendiamo anche le quattro boccole tornite che andranno infilate nei perni di testa delle viti senza fine e infine anch'esse andranno saldate al telaio.

Qui sotto potete vedere questo lavoro ultimato. Le uniche avvertenze che mi sento di trasmettervi sono quelle di mantenere un certo gioco tra le viti senza fine e le ruote dentate in modo che i motori girino liberi senza freni indotti dalla pressione della vite senza fine sugli ingranaggi. I motori sono minuscoli e la loro forza, per ovvie ragioni, risulta abbastanza ridotta, quindi il sistema sarà tanto più efficiente quanto più noi lo renderemo fuido e scorrevole. Quando avrete saldato le due boccole, provatelo subito con dei cavi volanti e, se ce ne sarà bisogno, correggete spostando le boccole più in su o più verso l'esterno, secondo quello che, a vostro giudizio, sarà necessario fare. Tenete presente che il motore è tenuto in posizione dalla staffa che attraversa verticalmente il carrello, quindi le boccole potete spostarle anche verso l'esterno senza problemi se questo migliorerà la fluidità di marcia e la predisposizione a girare libero e rotondo del motore, le boccole servono soprattutto a tenere il motore in linea e all'altezza corretta. Naturalmente dopo una prima prova, ricordatevi di lubrificare con una goccia minuscola di olio l'accoppiamento tra boccola e perno della vite senza fine.

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Normalmente, i carrelli appena costruiti, io li provo sul plastico per capire se tutto funziona a dovere e, soprattutto, per verificare anche che le loro velocità siano quanto più simili tra di esse. Se un carrello dovesse essere molto più lento dell'altro, significherebbe che ha in se' degli attriti che dovremo eliminare. Questo è molto importante. Per questa ragione ora doteremo i due carrelli di prese di corrente e li proveremo separatamente sul plastico (cioè senza i telai, ma solo i carrelli) in modo da poter controllare se uno dei due ha un comportamento diverso rispetto all'altro. Voi probabilmente avrete le vostre abitudini per eseguire questo lavoro; potreste usare delle lamelle che, strisciando sulla faccia interna della ruota, capti la corrente per il motore. Io sono fedele al filo di bronzo fosforoso, quindi se seguirete la mia tecnica dovrete usare il filo che troverete nella confezione che per l'appunto è di bronzo fosforoso da 0,2 mm. Per prima cosa dovremo ritagliare da una basetta ramata per elettronica tre rettangolini su cui saldare tre spezzoni del filo in questione.

Come avrete notato io uso creare un'ansa nel punto in cui poi salderò i fili alle piastrine ramate; questo darà maggiore sicurezza alla saldatura, togliendo tensioni inutili al filo stesso durante il suo funzionamento. Quindi dovremo saldare i tre fili al centro delle tre basette ramate e assieme a questi salderemo anche uno spezzone di filo che poi porterà corrente al motore. Una volta fatto questo incolleremo con colla a due componenti (epossidica) le basette ramate alla faccia interna del telaio, come potete vedere dalla foto sottostante.

Infine modelleremo i fili in modo che vadano a premere leggermente sulla ruota tenendo presente di dover lascire lo spazio al movimento della "U" di supporto del telaio; questa "U" non dovrà mai entrare in contatto con il filo o con la basetta ramata. Ecco qui sotto come io preparo questi particolari; come si può notare io sono uso a rigirare il filo a ridosso del bordino in modo da creare una specie di slot da cui il bordino non possa uscire, nemmeno per sbaglio.

Non resta che saldare i fili al motore stando attenti a collegare il motore in modo che, con la rotaia destra positiva, i carrelli dovranno muoversi, uno in avanti e l'altro indietro (norma NEM). Adesso il carrello è finito e funzionante. Successivamente i due carrelli dovranno essere uniti elettricamente tra di loro, per dare maggiore sicurezza di contatto con le rotaie e per evitare che, dove esiste un tratto di binario isolato, un motore si fermi e l'altro continui a spingere. Questa cosa, relativamente banale, può essere risolta in modi diversi a seconda che si intenda costruire un treno bloccato oppure si voglia che il convoglio sia smontabile nei momenti in cui non lo si usa. Naturalmente è molto più semplice collegare i due carrelli in un treno bloccato, ma anche nel caso in cui si voglia lasciare il treno smontabile non è difficile ottenere lo scopo in quanto tutto il treno è a massa e quindi è sufficiente che sia solo il polo positivo ad essere interrotto per separare le due casse del treno. Più avanti vedremo anche come realizzare questo particolare.

Ora continuiamo con i telai per portarci avanti con i particolari che vanno montati su questi due elementi che abbiamo già costruito. Dalle lastre quindi prendiamo i supporti per le pedane di legno e per l'angolare più in basso. Prendiamo anche le quattro pedane e i quattro angolari così potremo finire questa parte del lavoro che dovrebbe risultare abbastanza agevole e scorrevole.

Una volta saldati in posizione i supporti, ne dovremo piegare di circa 45° i peduncoli più lunghi verso il basso e alla fine di questi, il pezzettino piccolo, dovremo ripiegarlo in senso contrario, in modo che torni ad essere orizzontale rispetto al terreno (regolerete questa inclinazione a seconda della larghezza che vorrete ottenere). Sarà fondamentale un buon allineamento di queste pieghe, ma traguardandole di infilata sarà facile allinearle e trovare quella che non è in riga con le altre. Qui sotto vi faccio vedere due momenti del lavoro. Nella prima immagine i due supporti saldati di cui uno già piegato, nella seconda la piegatura eseguita da ambo i lati.

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Ora posizioniamo le pedane in legno. Queste sono tutte diverse tra di esse e devono essere messe ognuna al suo posto, non in un posto qualsiasi, bensì dove sono state progettate per essere. Sulla lastra principale, accanto ad esse c'è scritto su quale unità e su quale lato siano da mettere, per cui, anche se in una foto precedente io ve le ho fatte vedere assieme a tutte le altre cose di questa sezione del lavoro, è meglio che voi ne stacchiate una per volta e la disponiate sul modello subito per non confondervi con le altre. Dovrete girare di 90° verso l'alto tutti i pendini che dovranno corrispondere a quelli in rilievo esistenti sul telaio, quindi saldarla in posizione. Ovviamente la salderete da sotto, non servirà saldarle ad ogni piolo, ma uno si e uno no alternativamente sarà più che sufficiente.

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Adesso viene una cosa che per qualcuno sarà più difficoltosa, cioè le quattro righe angolari che si trovano al piano inferiore delle pedane che abbiamo appena montato. Io, dopo la prima prova in cui senza una piegatrice vera e propria non sarei mai riuscito a creare un angolare perfetto, ho provveduto a renderle più piegabili possibile, aggiungendo un altro indebolimento anche anteriormente. Questa è una cosa che potrebbe essere complicata per molti, lo so, ma non dovete preoccuparvi molto se non riuscite a piegare bene questo particolare, potete sempre trovare dei profilati a "L" da 1,5x1,5 mm in ottone in tutti i negozi di modellismo o su eBay; in genere sono bellissimi quelli estrusi o fresati. Non prendete quelli piegati, quelli piegati non hanno un angolo con una buona cuspide. Se troverò lo spazio sulla lastra, vedrò di inserire delle righe da 1,5 mm in larghezza in modo che sia possibile prodursi in proprio questi "L" saldando due profili insieme, questa non è una cosa difficile. Tornando a noi, vista la relativa fragilità dei pendini, questi vanno tutti saldati e non uno si e uno no come vi avevo detto di fare con le pedane di legno. Quelle erano più grosse e i pioli erano molto più corti; tutta un'altra cosa come si capisce facilmente... Comunque ecco il risultato con questi "L" saldati in posizione.

Sul pancone centrale di ognuna delle due semiunità, quello che si trova dal lato del Jakobs, è presente un sistema di pattini ancorati al telaio che ha il compito di dare stabilità al convoglio pur permettendo lo scorrimento delle due carrozze rispetto al carrello. E' un sistema molto semplice formato da due triangoli solidali ognuno ad un pattino che, sul mezzo reale, poggia su di una slitta. Questo sistema è stato riprodotto anche sul modello anche se, ovviamente nel nostro caso è puramente estetico. Per realizzare queste piccole strutture dobbiamo prelevare, per ogni carrozza, gli elementi che sono illustrati qui sotto.

Questi vanno saldati a due a due per ottenere una "T" triangolare.

Ora si intuisce subito che questi quattro appoggi che, ripeto, vanno saldati sul pancone posteriore di ambedue i telai, quello che risiede stabilmente sul carrello Jakobs, nel modo che vedete nella foto sottostante. Naturalmente tra di loro si sfioreranno quelli di una carrozza con quelli dell'altra carrozza, ma è proprio così che deve essere, poi ci penserà il sistema di agganciamento a far sì che non si tocchino mai.

Per continuare con i telai, ora occupiamoci dei cassoni e della bombole che sono sotto al pavimento. Il Wagen A nel sottoscocca mostra due cassoni, uno più grande e uno più piccolo, stacchiamo i pezzi che lo compongono e provvediamo a costruirlo.

Come vedete le facce laterali del cassone grande sono leggermente arrotondate, quindi sempre con tubo e martello di gomma produrremo le arrotondature delle due superfici laterali. Il cassone piccolo, per fortuna è assolutamente squadrato e si costruisce in un attimo. Per questo arrotondamento io ho usato un tondo da 12 mm

Ecco il lavoro che dovete fare. Avrete notato che questi cassoni sono di foggia diversa, quello di sinistra in particolare è più corto di quelli che avete nella lastra, ma questo è dovuto al fatto che quando io ho cominciato a disegnare questo convoglio è stato difficile risalire alla loro lunghezza effettiva; inizialmente le immagini che avevo non permettevano di valutare esattamente la diversità tra destra e sinistra. Poi mi sono arrivate altre immagini e altri disegni, ma, nel frattempo, avevo già disegnato tutto e consegnato le pellicole per queste lastre di prova che io sto usando ora per fare questo tutorial; le misure le avevo ricavate basandomi su di un raro disegno di una serie precedente di queste elettromotrici, immaginando che queste cose non fossero cambiate nelle serie successive. Comunque quello con la forma corretta è quello che avete voi nella lastra
Questi cassoni possono essere riempiti di piombo per appesantire il modello e corferirgli più stabilità e maggior trazione. Oltretutto questo è peso basso che fa bene alla tenuta di strada in curva. Io ho usato delle vecchie lastrine di piombo che avevo conservato, ma la cosa migliore che potete fare è quella di andare in una qualsiasi armeria e comperare dei pallini di piombo che si usano per la caccia. Grandi o piccoli non fa differenza ai fini del peso che potete mettere a bordo, ma preferite quelli più piccoli che sono più gestibili e potranno essere usati anche in altre occasioni dove gli spazi potrebbero essere molto più angusti. Ecco qui sotto i due cassoni modellati, saldati e già con il piombo all'interno. Ora basta mettergli il coperchio e saldarli agli appositi supporti sotto al pianale.

Ecco nella foto seguente i due cassoni saldati al telaio.

Nell'altra semiunità, invece che i cassoni, sono presenti delle bombole, due molto grosse e due più piccole. Queste vanno saldate ai supporti che sono predisposti, facendo attenzione che sporgano di pari misura dai due lati e che siano allineate tra di loro. Ecco qui sotto le bombole da montare e poi una volta saldate al telaio. E' chiaro che vanno saldate dal di sopra in modo che non si vedano troppo i segni della saldatura anche ad un osservatore che si chini fino a livello delle rotaie.

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Siamo ad un buon punto, adesso tralasciamo per un po' i telai e pensiamo alle carrozzerie; quindi le staccheremo dalle lastre. Dovremo prendere le quattro fiancate, le quattro testate e i quattro "H" che portano i rivetti che caratterizzano molto le superfici di testa. Relativamente a queste fantomatiche "H" rivettate del frontale devo dire qualcosa, in quanto, le mie ricerche hanno portato in evidenza come, nelle varie serie di ET99 che si sono succedute, questi coprigiunti abbiano assunto forme diverse secondo la serie di appartenenza. In questo disegno trovate le altre tipologie della esecuzione di questo particolare (noterete che anche i mancorrenti sugli angoli delle due carrozze sono in diversa posizione). Naturalmente solo il primo figurino si riferisce al modello che noi stiamo costruendo in questo momento, ma se qualcuno di voi volesse ambientare la ET99 in epoche diverse, ebbene, non ho voluto privarlo della possibilità di farlo, quindi nelle lastre trovate anche le altre due modalità con cui si è presentata la ET99. Per questi modellisti resterà da ricostruire la zona pantografi, ma io credo che, ruotando il tetto del Wagen A di 180° per portare la zona pantografi sopra alla testata della vettura, essi potrebbero avere già posizionate le passerelle e, a quel punto, resterebbero da costruire solo i pantografi. Proprio perchè sono generoso, per questi volonterosi modellisti regalo una rarissima foto del tetto (di una serie precedente alla nostra), ancora con i vecchi pantografi, da cui si può ricavarne il modello.

Ecco le fiancate nella foto. Sono incurvate, lo so, ma ora con calma le raddrizziamo perchè il metallo crudo, purtroppo, ha delle tensioni interne, e, se questo viene inciso da un solo lato queste tensioni vengono liberate. Il metallo ricotto non presenta questo inconveniente, ma, per contro, è terribilmente morbido e, per il nostro uso, invece va bene che sia rigido e acciaioso. Di questo ne beneficia la durata del modello che resisterà anche a maltrattamenti notevoli. Comunque questa era la prima prova e per le prossime esecuzioni di queste lastre cercherò di usare alpacca semicruda e questo incurvamento si ridurrà di molto. Comunque queste incurvature non sono una cosa grave, è un fastidio di 15 o 20 minuti, non di più e si verifica solo per grandi superfici corrose solo da un lato; vedrete che di questi inconvenienti nel resto delle fotoincisioni ce ne saranno ben poche altre, i tetti e poco altro. Detto questo, eccole qua sotto dopo la raddrizzatura.

Il prossimo lavoro sarà quello di arrotondare le parti inferiori delle pareti laterali. Per fare questo, ormai lo abbiamo visto tante volte nelle mie pagine, useremo il mio solito brevetto costituito da tubo e martello di gomma. Cominciate a battere piano lungo il bordo inferiore e piano piano risalite con la battitura fino a sotto i finestrini. quando il metallo sarà abbastanza incurvato potrete battere un po' più forte, ma all'inizio è meglio di no. Periodicamente confrontate la curvatura ottenuta fino a quel momento con la lastrina della testata a cui dovrà essere saldata e, quando raggiungerete l'optimum, passerete alla lastrina successiva. Nel caso che eccedeste con la curvatura, sarà sufficiente premere la lastrina con le dita su di un piano dal lato contrario per raddrizzare l'eccesso. Io per questo lavoro ho usato un tondo di ferro da 20 mm.

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Ecco qui sotto la foto del lavoro eseguito.

Penso che vi stupirete per la facilità con cui potrete ottenere ottimamente una caratteristica alquanto temuta. Ora dovremo piegare il bordo inferiore della parete facendo in modo che la parte non arrotondata della parete risulti perfettamente verticale.

Faremo la stessa piegatura della base anche sulle pareti di testa e coda di tutte e due le vetture.

Ora arriva un lavoretto per saldatori molto delicati che sappiano saldare bene anche con poco stagno. Infatti, prima di saldare le pareti alle testate, finchè abbiamo queste ultime libere in mano, salderemo i coprigiunti rivettati, quelli fatti ad "H" per capirci. Potrete vedere che sul bordo delle lastrine delle teste ci sono dei piccoli riferimenti che servono proprio per posizionare esattamente questi coprigiunti rivettati. E' un lavoro delicato in quanto bisogna usare meno stagno possibile per non essere costretti poi ad un superlavoro per togliere quello in eccesso. Non è necessario saldare ogni riga per tutta la sua lunghezza, è sufficiente saldare i sei punti in cui queste "H" arrivano al perimetro della lastrina, naturalmente badando che lo stagno penetri bene, e poi il tratto centrale dal di sotto, in modo che sia meno visibile possibile a chi osserverà il modello. Fatto questo puliremo dallo stagno in eccesso con la calzetta di rame o con un raschietto e le daremo una bella spazzolata con la spazzola di acciaio montata sul Dremel. Il risultato sarà circa questo. (Scusate per la foto, erano diventati troppo lucidi e "sparavano" talmente tanta luce che non sapevo come fotografarli, abbiate pazienza)

Adesso il passo che faremo ci permetterà di cominciare a vedere che stiamo effettivamente costruendo un treno, infatti cominceremo a saldare tra di loro le quattro facce di ogni carrozza. Questa è la cosa che molti avrebbero voluto fare per prima, fin da subito, ne sono certo, ma non è così che si deve procedere, ogni cosa va fatta a tempo debito, quando anche il resto della costruzione è maturo abbastanza.
Io normalmente smusso a 45° gli spigoli che devono andare in contatto per essere saldati, comunque io vi ho preparato un "dentello" che terrà in posizione la facciata finchè la puntate. Questo rende lo spigolo molto più netto e, direi, anche più realistico. Cominciamo quindi a posizionare le prime due pareti, cerchiamo di tenerle perfettamente allineate con una mano mentre con l'altra punteremo lo spigolo superiore. Fatto questo, sempre tenendo con una mano le due facce allineate perfettamente, se ci sembreranno perfettamente allineate, daremo un punto di saldatura anche sullo spigolo in basso. Controlliamo continuamente che sia tutto ortogonale e allineato. A volte ci vuole un po' affinchè gli spigoli siano perfettamente allineati, ma voi non demordete e date il punto di saldatura solo quando vi pare che siano nella posizione ideale. Ecco qui sotto l'esempio di quanto ho detto.

Ora daremo un altro paio di punti nella zona centrale, tenendo premuti i due componenti su di una tavoletta di legno e badando che le due pareti siano perfettamente combacianti e ortogonali. Noterete che la testata già adesso sia solidamente unita alla parete, ma non basta, naturalmente, ora è il momento di fare una saldatura unica che corra su tutto lo spigolo per unire saldamente le due parti. Ecco come.

Continuiamo con questo procedimento e saldiamo anche le altre pareti delle carrozze.

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Ora che abbiamo in mano le carrozze potremmo "accessoriarle" un po'; per esempio potremmo metterci le cerniere sporgenti delle porte, quelle inferiori. Le cerniere superiori sono a filo e sono riproducibili semplicemente con la fotoincisione, ma quelle inferiori sporgono dal filo della carrozza e hanno bisogno della nostra opera per essere rispondenti al vero. Ma non preoccupatevi troppo, io ho avuto pietà di voi e vi ho aiutato in modo che soffriste il minimo indispensabile, infatti ho riunito tutte le cerniere di ogni parete in una unica fotoincisione e voi, semplicemente piegandola avrete ottenuto tutte le cerniere insieme. Non dovrete saldarle una per una. Penso che questo non sia poco. Cominciamo con lo staccare le quattro fotoincisioni relative alle cerniere.

Come avete notato ognuna porta inciso il nome della carrozza e il lato, destro o sinistro, in cui va messa, infatti le porte possono essere a distanze diverse, quindi... Ora non dovremo fare altro che piegare e ripiegare in senso contrario quelle piccole appendici inclinate che vedete nella foto. Piegatele lentamente per non stressare il metallo e quando le ripiegate non stringetele a morte, lasciatele un po' aperte sotto in modo da occupare tutto il vano dedicato a loro. Stringerle troppo forte può significare romperne qualcuna; siate dolci in questa operazione. Nella foto qui sotto potete vedere i due momenti di questa semplice operazione, prima piegate alla base e poi rivoltate il pezzetto finale.

Quando le avete preparate tutte e quattro, potete metterle in opera. Cercherete di volta in volta quella giusta (ricordate sempre che il "destra" e "sinistra" si riferiscono al treno in marcia con il Wagen "A" in testa) e, una volta posizionata correttamente, se tutte le cerniere sono uscite dall'altro lato e la barretta di supporto è ben adiacente alla parete, potete saldarla definitivamente. Anche qui non serve una saldatura continua, bastano un pochi di punti ben fatti qua e la. Vedete tutto nella foto sottostante.

Nelle foto seguenti ho cercato di farvi vedere l'effetto stupendo di questo piccolo tocco realistico vedendo le pareti da due angolazioni diverse. Io conoscevo perfettamente la portata del risultato di questo artificio in quanto lo avevo usato altre volte nel passato e, ultimamente, lo avevo addottato anche sulla ET 1001/4 poi ET 88 di Berlino. Chi guarda il modello potrebbe non rendersi conto di queste piccole cose, ma, sicuramente, troverà molto realistico il modello, a volte senza rendersi conto del perchè. Infatti è la somma di tutte queste piccole finezze che fanno innalzare il valore e il realismo di ciò che stiamo facendo.

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Purtroppo chi ha molta fretta di finire, con le carrozzerie non andrà molto d'accordo con me perchè su di esse dobbiamo lavorare ancora parecchio; sono parecchie, infatti, le cose che dovremo montare sulle nostre due vetture. Io comincerei con i gocciolatoi che si trovano sopra ad ogni porta. Per venire incontro ai più pigri io li ho già disegnati e si notano abbastanza quindi potreste anche non metterceli, ma la realtà è che al vero il loro spessore è decisamente maggiore, quindi noi, se vogliamo fare le cose per bene e avere una riproduzione coerente dell'originale ET99, dobbiamo raddoppiare il loro spessore saldandoci sopra un altro gocciolatoio uguale a quello che c'è già. Anche in questo io ho tentato di semplificarvi la vita, infatti non dovete sovrapporre esattamente queste cose minute e tenerle in posizione con la pinzetta finchè le saldate, con il rischio di rovinare la parete con lo stagno in eccesso, no, infatti, se osservate bene i gocciolatoi, essi hanno due codine che vanno piegate a 90° per farle entrare in due forellini ai lati di ogni gocciolatoio, forellini appositamente predisposti per questo. Una volta che le due codine saranno entrate, il gocciolatoio sarà già in posizione e voi potrete saldarlo dal di dentro, senza rovinare la superficie esterna della carrozza. Se rimarrete fermi sulla saldatura per un attimo solo con il saldatore, vedrete che lo stagno si insinuerà scorrendo sotto al gocciolatoio, tenendolo quindi al suo posto per la vita. Ecco qui sotto una panoramica dei componenti e del risultato da ottenere.

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Il passo successivo sarà quello di applicare i quattro sportellini che si trovano, a due a due, in zona Jakobs di ogni vettura. Questa è una cosa semplice che ci distrarrà per un momento, perchè subito dopo dovremo applicare le maniglie alle porte... Ecco qui di seguito sportelli e maniglie.

Sempre con la pazienza che ci contraddistingue saldiamo i quattro sportellini in posizione (ci sono già i due buchini in cui far passare le cerniere) e saldiamo in posizione le maniglie. Nella foto sottostante potete vedere tutte le cose che abbiamo fatto in quest'ultimo lavoro: gli sportellini in fondo alla vettura in basso, le maniglie e i gocciolatoi.

Arrivati qui, il passo successivo non può essere che preparare i due gusci centrali. Quindi prendiamo le due lastrine relative all'arredamento interno delle due carrozze. Queste svolgono varie funzioni, tra cui esse arredano le pareti interne delle carrozze e fanno da supporto alle pareti divisorie e a tutto il set di sedili, indicandone esattamente la loro dislocazione. Prendiamole, quindi.

Ora dovremo, sempre con le nostre sofisticate tecnologie, arrotondare la parte bassa delle pareti per farle combaciare con quelle che abbiamo arrotondato prima e che sono diventate le fiancate delle due carrozze. In questo caso, però, partiremo con l'arrotondamento un po' dopo il punto di piega perchè, ve lo ricordo, dobbiamo recuperare lo spazio che si sono presi i supporti delle cerniere. Questo sarà un arrotondamento un po' meno pronunciato che, comunque, arriverà fino a sotto i finestrini come in quell'altro caso.

Dopo aver arrotondato le fiancate degli inserti, proveremo ad inserire in essi i divisori, almeno uno da usare come dima di controllo, per verificare che il nostro arrotondamento sia corretto. Ecco nella foto seguente i due inserti piegati e verificati.

Una cosa che ritengo divertente da fare per qualsiasi modellista è la costruzione della cabina di guida, tantopiù in questo caso in cui ho pensato di fare una cosa che raramente si vede sui modelli che vengono presentati dagli artigiani, cioè le porte apribili che riproducono quasi esattamente il sistema in uso sulle ET99, naturalmente nei limiti concessi dagli spessori dei materiali che sono diversi da quelli reali. Quello che vedrete qui sotto è solo il primo progetto che, sulle lastre che avete in mano voi, è stato migliorato parecchio, però lo schema di base rimane lo stesso e queste foto vi potranno aiutare egualmente nella sua costruzione. Cominciamo con il prendere tutte le fotoincisioni che ci serviranno.

Ora occupiamoci di piegare ogni cosa che va piegata e di saldare le porte a due a due, una con le cerniere e una senza; ricordate che quella senza cerniere deve stare davanti e sarà quella visibile dal parabrezza anteriore sinistro, inoltre controllate bene che il verso delle porte sia uguale sia per quella davanti, sia per quella dietro, non sono simmetriche e le doghe verticali più lunghe devono stare sopra. Una volta saldate le due porte insieme, provvederemo a ruotare le cerniere di 90° agendo lentamente per non stressare il materiale che, incrudendosi, potrebbe spezzarsi. Se lo faremo lentamente esso rimarrà plastico e durante questa operazione non succederà nulla di fastidioso.

Monteremo come risulta dai disegni i vari pezzi.

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Poi salderemo anche la chiusura superiore dell'imperiale e, alla fine del lavoro, ci troveremo con questa cabina di guida. Ecco due immagini che mostrano la cabina chiusa e la cabina aperta.

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Naturalmente proveremo il suo inserimento all'interno della vettura e ritoccheremo con il dischetto abrasivo eventuali interferenze se le troveremo , comunque è tutto scientifico e le misure sono perfette per cui voi non dovreste trovare alcuna difficoltà. Eccola qui sotto inserita nella sua posizione finale, entra giusta, forse un po' forzata come deve essere, ma non crea assolutamente problemi.

A questo punto completeremo la cabina di guida con i vari comandi e con la seggiolina del conduttore; monteremo anche le porte in modo definitivo in modo che non possano uscire dai perni. Questa operazione la si ottiene in modo semplice saldando due sbarrette che vadano ad impedire che la porta possa sollevarsi e uscire così dai perni. Le due sbarrette sono indicate da due frecce rosse. Potrebbe essere sufficiente anche una sola sbarretta di blocco, ma, vista la delicatezza delle parti in oggetto, è meglio che lo sforzo di tenere la porta nella giusta posizione la facciano in due. Ecco qui sotto le foto che mostrano questa fase della costruzione.

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Adesso potrebbe essere il momento giusto per allestire i due arredamenti interni delle due vetture. Quindi dovremo prendere dalle lastre i divisori delle varie sezioni, i supporti bassi dei sedili, i sedili e le retine portaoggetti che vanno montate sui supporti verticali prima di infilare questi nei loro fori predisposti all'interno delle vetture. Naturalmente chi vernicerà la sua ET99, prima di mettere tutte queste cose all'interno delle due vetture dovrà provvedere a verniciarle il meglio possibile, ma, avendole separatamente in mano sarà molto più agevole che farlo dopo con tutte le cose al proprio posto. Comunque queste cose bisogna pur farle e quindi facciamole una volta per tutte. Le cose da tirar via dalle lastre non sono poche, ma anche qui si tratta di un lavoro ripetitivo e di minima difficoltà, forse un po' lungo, ma passa anche questo.

Le cose sono tante, e non sono neanche tutte perchè non ho messo nella foto i supporti dei sedili, ma credetemi se vi dico che in un tempo ragionevole anche questo lavoro sarà concluso, d'altra parte stiamo costruendo un treno intero, non una draisina. Ovviamente dovremo partire dai sedili e dalle retine portaoggetti perchè queste vanno preparate, piegate e poi saldate per prime sui vari elementi verticali, poi lisceremo la schiena delle paratie su cui abbiamo saldato le retine portaoggetti per ripristinare la superfice liscia e quindi potremo saldare a due a due gli elementi verticali secondo l'ordine con cui sono stati progettati e che voi trovate nelle istruzioni. In circa 45 minuti avrete piegato e saldato su di un lato le retine portaoggetti.

Per i sedili il discorso è diverso; i sedili vanno piegati e ripiegati in modo arrotondato, è impossibile fare questo manualmente in modo che risultino tutti uguali, mentre una cosa imprescindibile è proprio questa, che devono essere tutti uguali. Per ottenere questo risultato bisogna costruirsi un piccolo attrezzo, una "sella" in cui piegare con pochi colpi di martello tutti i sedili in modo uguale. Prendete un pezzetto di legno che sia largo almeno quanto il sedile più largo, e su di esso scavate una "V" con il fondo arrotondato. Magari dovrete fare un paio di prove, come ho fatto io, ma poi avrete un giusto attrezzo per fare tutti i sedili abbastanza velocemente e tutti con lo stesso profilo.

Piegate il bordo inferiore del sedile affinchè si agganci al nostro attrezzo e piegatelo con una pinza grossolanamente in modo che si sieda comodamente dentro alla sella.

Dopodichè prendete una lama robusta (alluminio, ferro o altro) arrotondata su di uno spigolo e con qualche colpo di martello avrete il sedile già piegato.

Non è del tutto finita qui, perchè dovrete anche eseguire una leggara piegatura dello schienale all'indietro per quello che sarebbe il supporto lombare degli omini Preiser che ci si siederanno. Per capire a che altezza e di che entità sarà sufficiente prendere un supporto dei sedili e confrontarlo con il sedile piegato per capire quel che c'è da fare. Se troverete tra i vostri attrezzi una pinza larga quanto serve siete a posto.

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Comunque una volta fatti i primi due o tre, vedrete che farete gli altri senza nemmeno guardare la dima. Comunque questo è un lavoro di circa un'oretta, forse meno, ma se si vuole essere precisi con gli angoli delle pieghe... Ecco qui sotto il risultato.

Adesso bisogna saldare i supporti dei sedili sotto ai sedili stessi; sono un bel po', quindi, senza perdere tempo, accendiamo il saldatore e armiamoci di pasta salda. Il lavoro finito è illustrato qui sotto. Quelle staffe che saldate saranno invisibili a chiunque, quindi non diventate matti a metterle perfettamente diritte o distanziate in modo particolare, servono solo a tenere i sedili là dove devono stare.

Adesso abbiamo tutti i componenti pronti ad essere montati sui loro supporti, quindi cominciamo dall'inizio del Wagen A e arriviamo fino alla fine del Wagen B. Ecco qui sotto le prime quattro pareti completate di retine portaoggetti e di sedili, mancano solo le maniglie delle porte.

Questo è un lavoro più lungo e di attenzione degli altri, infatti bisogna controllare che le bagagliere e i sedili siano perfettamente orizzontali e a filo della parete, però tali che non vadano ad interferire con la parete stessa. Continuando questo lavoro con pazienza arriveremo ad un punto in cui avremo terminato il Wagen A... Ecco qui sotto due viste globali del Wagen A completo di tutto il suo arredamento, visto dalla testa e dalla coda, e anche due particolari di due zone diverse della vettura. Qui l'ambiente è completamente omogeneo, infatti questa vettura è di sola III Classe; ben diverso sarà l'aspetto del Wagen B che ospita una sezione di II Classe e una altra di III Classe con evidenti diversità estetiche.

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Ecco nelle foto sottostanti concluso anche il lavoro sul Wagen B; qui si nota, come dicevo, la diversità tra la III Classe e la II Classe che è provvista di sedili imbottiti con braccioli lato parete e le pareti sono trattate con pannelli e non con le doghe in legno tipiche della III Classe

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Avere completato la parte interna delle due vetture è un grande traguardo, infatti questo era uno dei passi più laboriosi e delicati da compiere, ma questa è una macchina che a prima vista sembra semplice, ma se ci si addentra nei particolari, non si finisce mai di aggiungere altre cose. Alcune di queste cose sono, per esempio, i mancorrenti che si trovano tra una porta e l'altra appena sotto ai finestrini. Ma non basta, perchè i mancorrenti sono posti sopra a dei coprigiunto di rinforzo tutti rivettati. I rivetti si potevano anche disegnare direttamente sulla fiancata, ma i coprigiunto sono in rilievo e quindi non c'era altra strada che riportare i coprigiunto rivettati sulla fiancata. La cosa buona è che si può saldare il coprigiunto e il mancorrente in un'unica azione. La complicazione di questa macchina è anche nelle cose banali, per cui la lunghezza dei coprigiunto e di conseguenza dei mancorrenti, non è uguale per tutti, ma varia molte volte lungo la fiancata; per questo motivo, per non farvi diventare matti mettendoli tutti insieme, ho disposto ogni mancorrente vicino al suo corrispondente coprigiunto e ho posizionato ogni coppia in ordine lungo la fiancata. Vicino alla fiancata sinistra del Wagen A troverete, tutti in ordine, i mancorrenti e i coprigiunto relativi alla fiancata sinistra del Wagen A e così via per la fiancata destra e poi egualmente con lo stesso ordine per il Wagen B. Qui sotto ho fotografato tutti quelli relativi alla fiancata sinistra del Wagen A, ma, se posso darvi un consiglio, staccateli una coppia alla volta e saldateli nella loro posizione subito e poi staccate una seconda coppia e saldate anche quella, fino a che non avete finito. Questo era solo un amichevole consiglio, ma, naturalmente, voi potete fare come vi aggarada meglio.

Sempre in tema di consigli, vi posso dire che è sufficiente posizionare il coprigiunto con i suoi due fori in corrispondenza di quelli presenti sulla carrozza, inserire il mancorrente e saldare da dietro. Lo stagno che filtrerà attraverso i fori del mancorrente e che si insinuerà sotto il coprigiunto sarà sufficiente a tenere tutto insieme. Se farete come io vi ho consigliato farete relativamente in fretta e il risultato sarà questo.

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Procedete fino a completare le quattro fiancate delle due carrozze e poi cominceremo a pensare ad altri mancorrenti, quelli della salita in carrozza, cioè quelli a fianco di ogni porta. In totale sono 28. La cosa preoccupante di questa costruzione è che ogni cosa è da moltiplicare per un numero infinito... Ma il bello è proprio questo, quando il nostro ET99 girerà per il plastico lo guarderemo con occhi diversi rispetto alle altre locomotive, inoltre potrete tranquillamente pensare che la vostra ET99 proprio per questo avrà un altissimo valore, sarà per sempre unica ed esclusiva, perchè non ci sarà mai un produttore che potrà proporre una ET99 a questo livello di dettaglio, in metallo, semplicemente per una banale questione di costi. Se ci pensate, qualche produttore riesce a proporre modelli di locomotive di fattura abbastanza semplice a circa 1000 €, e questo è un ottimo prezzo, naturalmente senza alcuna riproduzione dell'interno della locomotiva; qui le locomotive da costruire sono due e tutte e due con interni abbastanza laboriosi da fare... a che prezzo potrebbe proporre una accoppiata simile quello stesso costruttore? 2500/3000 €? e ora ditemi, a quanti modellisti o collezionisti egli potrebbe mai vendere due carrozze a 3000 €?
Bene, ora che ci siamo capiti sull'importanza e sul valore di ciò che stiamo facendo, torniamo ai mancorrenti delle porte; li potete trovare tutti nella piccola lastra dei pantografi, ormai non c'era più spazio in nessun'altra delle altre quattro lastre del kit. Ecco la "dose" per una carrozza nella foto qui sotto.

A questo punto potremmo essere soddisfatti del lavoro fatto; abbiamo i telai quasi completi, manca solo il pancone anteriore; le vetture sono quasi finite, mancano solo degli accessori, gli interni sono completamente a posto, al momento sono semplicemente infilati nei loro alloggiamenti per il doveroso controllo, e basta solo saldarli nella posizione in cui si trovano ora; i carrelli sono ad un buon punto della costruzione... Io a questo punto comincerei a pensare ai tetti. Oramai siamo diventati abbastanza esperti con il nostro martello di gomma e quindi io penso che fare una prova per realizzare un tetto non sarebbe male. Io suggerirei di fare questa prova su di un lamierino di scarto, per fare pratica e prendere la mano. Tra le cianfrusaglie che tutti noi modellisti abbiamo, cerchiamo un lamierino che abbia all'incirca le misure del tetto che poi dovremo fare (166,3 mm x 38 mm) e uno spessore di 0,2 o 0,3 mm. Prendiamo il solito tondo di ferro da 18 o 20 mm già usato in precedenza e cominciamo battendo da un lato per arrivare al lato opposto. Arriveremo all'incirca ad aver fatto questo:

Ora, confrontando la curvatura ottenuta con la reale curva necessaria alla nostra carrozza, vedremo che, se la parte centrale va più che bene e segue fedelmente il profilo delle testate, non è così per quel che riguarda le due zone laterali che devono raccordarsi con le due pareti della carrozza. Per ottenere questo è necessario che il raggio della curvatura, in prossimità della parete, sia parecchio minore. Ormai sappiamo anche come ottenere questo, con una lama con lo spigolo arrotondato stetta in morsa e il solito martello di gomma. Ed è proprio con questo metodo che arriverete ad ottenere il corretto profilo che ci è necessario. Vedi foto sottostante.

Una volta fatta questa esperienza non avrete nessun timore ad affrontare le lastrine dei due veri tetti, senza paura di rovinare nulla. Io ve ne avrei messo volentieri uno in più per fare pratica, tra le lastre, ma il tetto è una delle cose più grandi e lo spazio disponibile è veramente tiranno e non c'è stato verso di riuscire a liberare una tale superficie... Comunque le prove si possono fare con tutti i rimasugli che abbiamo in casa e i veri tetti li prenderemo in mano solo quando avremo preso confidenza con questa operazione.
Ora che abbiamo fatto tutte le prove necessarie prendiamo quindi le due lastrine dei tetti e cominciamo a batterci sopra; ricordate, mai partire dal centro, rischiereste di "imbarcare" il tetto, partite sempre da un lato e piano, piano, arrivate alla metà, poi girate di 180° la lastrina e, sempre partendo dal bordo, arrivate ancora alla metà. Non bisogna avere fretta e con l'occhio controllate sempre che la curvatura sia omogenea. Una volta che la curvatura sarà pari a quella centrale delle due carrozze, togliete il tondo dalla morsa e al suo posto mettete la lama con lo spigolo arrotondato. Battendo dolcemente la lastrina sulla lama potrete ottenere le giuste curvature per le parti laterali del tetto e, alla fine di questo lavoro, dovreste ottenere i due tetti che calzano perfettamente sul profilo della carrozza. Ecco qui sotto i due tetti piegati a regola d'arte.

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Piegare i due tetti era uno scoglio abbastanza arduo per molti, io lo sapevo, è proprio per questa ragione che prima abbiamo fatto altre cose di minore rilevanza con il martello di gomma, proprio per abituarci all'uso di questa tecnica e prendere confidenza con essa, ma sono certo che, adesso che avete imparato questa cosa, voi la userete chissà quante volte nel futuro; è una tecnica semplice, non richiede costi di attrezzature ed è a prova di errore. Infatti battendo con giudizio non si può mai rovinare alcun particolare, inoltre variando il diametro del tondo di ferro su cui si batte possiamo realizzare facilmente arrotondamenti di tutti i tipi, fino ad arrivare a creare perfino la caldaia di una locomotiva (vedi la costruzione della BBÖ 1082)

Torniamo ai tetti; ora sul lato anteriore di ognuno di essi dobbiamo saldare il profilo che vedete nella foto sottostante. Fate attenzione perchè il lato anteriore è quello che prevede i due fori per gli aereatori sulla sinistra e, ovviamente, per quello che prevede anche i pantografi, questi dovranno stare dall'altro lato.

Ecco qui sotto la foto del lavoro eseguito, visto da sopra e da sotto; notate i fori previsti per gli aereatori e per i pantografi, ben visibili nei due tetti, che identificano senza ombra di dubbio il lato su cui saldare le due guarnizioni.

Ora dovremo pensare alle centine di irrobustimento dei tetti, sono quelle fotografate qui sotto.

Dovremo disporle lungo la lunghezza del tetto al centro degli scompartimenti, però facendo in modo che non vadano ad interferire ne' con gli aereatori, ne' con gli attacchi dei pantografi o con i sostegni delle passerelle a fianco dei pantografi. Per fare questo dovremo posizionare fianco a fianco ognuno dei due tetti con la sua carrozza di competenza e segnare con un pennarello i punti in cui andranno saldate le centine. La loro posizione ideale sarebbe quella al centro delle porte, ma in questa posizione troviamo gli attacchi degli aereatori, quindi ci sposteremo di un poco rispetto alla posizione ideale, ben sapendo che questo, essendo irrilevante, non sarà per nulla un problema. Ecco qui sotto quello che dovrete fare.

Fatto questo, ora dovremo segnare il centro del tetto in modo da posizionare esattamente le centine in senso trasversale. Per trovare il centro useremo il calibro, segnando longitudinalmente i punti che abbiamo individuato per posizionare le centine. Ricordate che dovremo tracciare il centro tracciando da ambo i lati; otterremo due segni e il centro effettivo sarà in mezzo a questi due segni. Se otterrete un solo segno dalle due misurazioni, complimenti, significa che avete impostato il calibro sulla giusta misura fin dall'inizio. Naturalmente oltre che il centro del tetto dovremo disporre anche del centro delle centine, ma non preoccupatevi perchè questo ve l'ho già segnato io. Ecco qui sotto i tetti segnati anche al centro.

E' tutto pronto per cominciare a saldare le centine. Ed ecco nella foto sottostante le centine saldate in posizione.

Andiamo ancora avanti con il tetto, ora è la volta di saldare i supporti delle passerelle adiacenti ai pantografi; ne ho messe di più del necessario in modo che potete anche perderne qualcuna senza dovervi poi strappare i capelli. Questo lo faccio sempre con i particolari più piccoli perchè io so bene quanto sia facile perderne qualcuno e quanto questo possa farci disperare...

Ora prendiamo anche gli otto supporti dei pantografi che sono quelli ritratti in questa foto.

Ed ora non ci resta che piegarli per bene e saldare ognuno di essi in posizione, seguendo la disposizione dei fori fotoincisi sul tetto. Ecco come si presenta questo lavoro una volta completato.

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Adesso è la volta di staccare dalla lastra le due passerelle che fiancheggiano i pantografi e di saldarle nella loro posizione. La parte posteriore deve fare quasi filo con il tetto, in pratica deve sporgere di pochissimo, meno di mezzo millimetro. Meglio avrete allineato i supporti, meglio riuscirà questa operazione. Anche in questo caso non è necessario saldare le passerelle ad ogni supporto; è sufficiente in testa e in coda e un paio di punti in mezzo, dove vedete che ce n'è di bisogno. Ecco qui sotto il lavoro completato.

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Adesso è il momento di staccare dalla lastra piccola i componenti dei pantografi. Ecco quello che ci serve nella foto sottostante.

Come sempre pieghiamo tutto ciò che c'è da piegare e, dove necessario, rinforziamo la piega con un punto di saldatura. Ecco qui sotto l'esecuzione di questo lavoro.

Ora non ci resta che montare i vari pezzi per ottenere la riproduzione dei due pantografi. Unica avvertenza è quella di piegare le codine dei quadrilateri superiori nel punto in cui vanno ad inserirsi nei fori previsti nei quadrilateri inferiori. Questa piegatura, regolando di fatto la lunghezza dei quadrilateri superiori, farà in modo che i pantografi chiusi restino piatti. Voi potrete aumentare o diminuire l'angolo di queste pieghe per ottenere il risultato di avere un pantografo chiuso assolutamente piatto. Per tenere il pantografo chiuso, sarà sufficiente far passare le due codine interne dello strisciante sotto alle molle. Ecco qui sotto due foto dei pantografi; nella seconda foto sono evidenziati i punti in cui piegare all'incirca di 90° i terminali dei quadrilateri superiori. La regolazione fine di questo angolo farà in modo che anche da chiuso risulti piatto e che spinga sempre verso l'alto; il pantografo non deve mai chiudere su se' stesso quando è in posizione chiusa, ma deve sempre forzare verso l'apertura.

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Nel funzionamento sul plastico di questi pantografi è possibile regolare il loro grado di apertura posizionando uno spessore adeguato sotto alle barre di raccordo dei bracci inferiori. Questo potrà essere utile per non far lavorare lo strisciante direttamente a contatto con la linea aerea, ottenendo di farlo correre vicino ad essa però senza toccarla. Per tenere i pantografi in posizione di riposo, invece, dovete semplicemente far passare le apposite codine dello strisciante sotto alle molle; se notate che una delle due codine tende a scivolare verso l'alto perchè si inserisce troppo poco sotto alla molla di competenza, dovrete semplicemente piegare i due uncini della molla interessata verso l'esterno in modo da aumentare la trattenuta che questa esercita sulla codina dello strisciante. Ecco qui sotto il pantografo in posizione chiusa.

Ora non resta che saldare sulla base dei pantografi il meccanismo che al vero serve per alzarli; è sufficiente inserire nei due fori predisposti la fusione che riproduce questo meccanismo badando che non interferisca con il regolare funzionamento del pantografo stesso e saldarlo da sotto; questo altro non è che un pistone idraulico coadiuvato da una molla. Ecco qui sotto il lavoro come va eseguito.

Ora installeremo anche le parti fuse in ottone. Le prime che useremo sono le riproduzioni degli isolatori; sono quattro e le potete vedere nella foto sottostante.

Queste vanno saldate negli appositi incavi ricavati nella base dei pantografi, badando che i supporti restino esattamente verticali in modo da entrare senza difficoltà nei fori previsti per essi sul tetto. Siccome stiamo lavorando sui tetti, sarà opportuno prendere anche le riproduzioni degli sfiatatoi e completare in una sola volta i due tetti. Ecco qui sotto il da farsi sul tetto del Wagen "A".

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Bene, ora potremmo cominciare a "vestire" la nostra ET99 con le fusioni in ottone. Cominciamo dai panconi di inizio e fine convoglio, quindi stacchiamo dalle lastre le fotoincisioni dei panconi con gli accessori (vedi foto sottostante) e prendiamo dalle fusioni un gancio, un accoppiatore basso e uno alto e i due respingenti, uno piatto e uno tondo, necessari per ognuno dei due panconi.

Montiamo i panconi sovrapponendo le varie parti che li compongono per ottenere quello che potete vedere nella foto sottostante

Fatto questo completiamo i panconi delle nostre due carrozze ricordando che il respingente rotondo va a sinistra guardando il pancone da davanti ed egualmente a sinistra va l'accoppiatore pneumatico più basso. Meglio di tante parole, credo che sia esplicativa la foto che ritrae i due panconi completati.

Ora dovremo completare anche i panconi centrali, quelli che poggeranno sul carrello Jakobs. Questi prevedono le piastre di attacco dei perni maschio e femmina che poggiano al centro del Jakobs. Prendiamo quindi i componenti necessari per questa operazione che sono raggruppati in questa foto.

Nella foto seguente potete vedere a sinistra il pancone posteriore del Wagen "A" e a destra quello del Wagen "B". Ovviamente per permettere il libero movimento delle due carrozzerie, i condotti che dovrebbero unire il Wagen A e il Wagen B, saranno saldati solamente al Wagen A. Io credo che questo sia il primo modello che porta con se' la riproduzione di questo tipo di agganciamento.

Ora è doverosa una prova tecnica di funzionamento, in quanto una volta che noi abbiamo inserito i perni dei due telai nel carrello centrale Jakobs, dovremo verificare che il movimento delle due semiunità sia libero e che non ci sia qualche parte della riproduzione dell'agganciamento che va ad interferire con altre parti fissate sul telaio opposto. Non ci dovrebbero essere problemi, ma se ci fosse qualche leggera interferenza, sarà sufficiente intervenire con qualche colpo di dischetto abrasivo al fine di rendere fluido il movimento relativo dei due telai in curva.

Ecco qui sotto due dettagli dell'accoppiamento tra le due vetture. Lo spazio è molto limitato, è di 4,4 mm, come al vero, quindi verificare che le parti non vadano ad interferire tra di loro durante la rotazione in curva.

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Ora dobbiamo pensare ai carrelli. Anch'essi devono essere "vestiti" con le fusioni in ottone che riproducono le due sospensioni, primaria e secondaria. Prendiamo queste dalle parti fuse e prepariamole raddrizzandole perfettamente ed eliminando tutte le parti che sono servite alla loro fabbricazione eliminando ogni loro traccia. Se voi prevedete che il vostro ET99 dovrà circolare su impianti che presentano curve di raggio ridotto, dovrete tagliare con il dischetto una parte, quella di diametro minore, delle boccole, questo per permettere ai carrelli di avere più libertà di movimento all'interno delle pedane; diversamente lasciate tutto come si trova. Ecco qui sotto quello di cui abbiamo bisogno.

Ora salderemo queste fiancate ai carrelli badando semplicemente che siano centrate e perfettamente orizzontali.

Alle casse mancano ancora i fanali, quindi preleveremo anche questi dalle fusioni e li salderemo in posizione. In questo caso ricordarsi di pulire per bene la superficie di appoggio dalle imperfezioni della fusione per permettere ai fanali di combaciare perfettamente con la superficie della parete frontale della vettura.

Fatto questo salderemo nelle loro posizioni tradizionali anche i portabandiera e i tubi dei fischi per ottenere il frontale caratteristico della ET99.

Il lavoro successivo è quello di pulire perfettamente l'interno delle fiancate da tutte le sporgenze che inevitabilmente abbiamo lasciato nel saldare i mancorrenti e ogni altra cosa. Questo semplice lavoro permetterà alle parti che vanno inserite all'interno, di scorrere senza intoppi fino alla loro posizione definitiva.
Praticamente con questo lavoro abbiamo terminato la costruzione della nostra ET99. Tutti i componenti che abbiamo pazientemente costruito sono riassunti nella foto seguente

Mancano solo poche stupidaggini e finalmente potremo montare tutto insieme ed avere il nostro bel convoglio finito e circolante. Le stupidaggini (termine benevolo che identifica cose semplici e di minima difficoltà, a beneficio di chi dovesse usare il traduttore) sono i tergicristalli, i mancorrenti delle testate, i fanali alti, le due cassette porta-destinazione sul frontale e infine la riproduzione dei vetri. Ecco nelle foto alcune cose che ci servono per dire: ho quasi finito!

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Ecco qui sotto il complesso di alcune di queste operazioni già eseguito; ormai l'aspetto è quello definitivo, vero?

Ora pieghiamo e saldiamo le lanterne alte. Pieghiamo un tondo di ottone da 0,8 mm in modo da riprodurre il supporto di sostegno e lo saldiamo alla base della lanterna. Ovviamente dovremo eseguire la curva dei sostegni in modo che risulti eguale per tutti e quattro. In questo frangente ci verrà in soccorso la pinzetta a punte coniche che se usata sempre nello stesso punto essa produrrà sempre curve uguali; l'importante è trovare il punto adatto a riprodurre la curva dei sostegni originali. In questa fase non completiamo le lanterne con la chiusura superiore perchè poi dovremo inserire del trasparente rosso che, essendo di plastica, non può subire riscaldamenti eccessivi mentre saldiamo le lanterne ai frontali delle due carrozze. Ecco le lanterne qui sotto.

Una volta costruite le lanterne devono essere saldate nella loro posizione e l'aspetto delle vetture cambierà ancora una volta risultando decisamente quello definitivo.
Un lavoro delicato è quello di incollare la riproduzione dei vetri all'interno del guscio esterno. Per fare questo è sufficiente tagliare delle striscioline di materiale trasparente di misura congrua e incollarle all'interno delle carrozzerie esterne, in modo che essi risultino quasi a filo come al vero. Questi "vetri" verranno poi a trovarsi tra il guscio esterno della carrozzeria e quello interno, scomparendo totalmente. Ecco qui sotto sia le striscioline di materiale trasparente che il montaggio delle lanterne appena eseguito.

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Finalmente abbiamo terminato il lavoro di costruzione di tutti i componenti necessari, e adesso può iniziare il montaggio dei vari pezzi che, una volta assemblati, ci permetteranno di avere la tanto agognata ET99 pronta per il nostro plastico.

Bene, prendiamo i due telai, le due carrozzerie e i due inserti che contengono l'arredamento interno; inseriamo i due gusci interni dentro alle carrozzerie esterne e, dopo averle posizionate perfettamente sopra ai due telai (fare attenzione alla differenza tra Wagen A e Wagen B), avviteremo insieme dal di sopra queste tre parti usando quattro viti medie (vedi sotto) per ognuno dei due elementi. Fatto questo avviteremo dal di sotto altre due viti, questa volta le più lunghe il Tipo "C", al centro delle testate delle vetture. In questo modo telai e carrozzerie, con tutto l'arredamento interno, saranno uniti in modo assoluto e formeranno un corpo solo. Nella foto sottostante potrete vedere avvitate da sopra le quattro viti centrali (cerchio rosso) e da sotto le due viti di testa (cerchio blu).

Nella confezione troverete viti di diversa fattura; ora vorrei fare chiarezza circa l'uso queste viti. Nei miei modelli in H0 potrete trovare viti di tre tipi, tutte sono 1,4 MA, ma le loro lunghezze sono diverse. Nella foto sottostante le potete vedere tutte e tre con la denominazione che posso aver usato nel descriverle durante la costruzione del modello.

E' importante usare ogni volta il tipo giusto al fine di evitare interferenze causate dalla vite stessa oppure che manchi la vite giusta perchè l'abbiamo usata in posti errati in cui era prevista una altra tipologia di vite. In pratica, generalmente, dove ci sono solo lue lamierini da serrare tra di loro si userà la Tipo "A" o Tipo corto, dove i lamierini saranno tre si dovrà usare la Tipo "B" o Tipo Medio e infine, dove gli spessori da unire sono quattro, ma i casi sono pochi, si dovrà usare la Tipo "C" o Tipo Lungo.
Alle nostre due vetture, ora dovremo fissare, con quattro viti del tipo "A", i sostegni dei carrelli studiati per la trazione superribassata. Anche questa è una esclusività di alcuni miei modelli, essa infatti garantisce una assoluta insensibilità al cabraggio in accellerazione o sotto sforzo, come in salita per esempio, assicurando una marcia sicura ed esente da sviamenti.
Vedete le quattro viti cerchiate in rosso nella foto sottostante.

Per montare il carrello ora infileremo sotto a questo "ponte" la parte centrale del carrello, quella contenente il motore, verificando il verso e, soprattutto, la polarità dei collegamenti elettrici.

Per poi chiudere il carrello con la piastrina fermaassi che chiamiamo così perchè questo è il suo scopo principale, ma lei fa anche molte altre cose, per sempio sostiene le fiancate del carrello e gli scacciasassi e, cosa molto più importante, funge da guida e da elemento di trazione del carrello, perchè è proprio essa ad interfacciarsi tra il carrello e il "ponte" fissato al telaio.

Per un corretto funzionamento del convoglio i due carrelli devono essere elettricamente connessi l'uno all'altro. Per questo scopo, quindi, dovremo derivare una polarità che porteremo da un carrello all'altro. Essendo il nostro convoglio smontabile, faremo in modo che la linea elettrica che unisce i due carrelli sia anch'essa smontabile, per cui porteremo la polarità fino ad un certo punto delle due vetture, inserendo una micropresa femmina ad ognuno dei due teminali delle due sezioni della linea elettrica. Un ulteriore spezzone di filo, munito questa volta di due spine maschio alle due estremità, ci permetterà di unire elettricamente il convoglio quando lo utilizzeremo. Consiglio questa soluzione anche a chi dovesse realizzare un treno bloccato, in quanto questo renderà molto più agevole qualsiasi operazione di manutenzione che dovesse essere effettuata nel tempo e che preveda la divisione del convoglio. Ecco nelle foto sottostanti come realizzare i due tronconi di linea e anche come realizzare il cavo di unione tra i due tronconi. Come vedete io ho scelto di mettere le due prese da lati opposti in modo che il cavo di unione possa sempre scorrere libero durante gli allontanamenti delle due vetture in curva senza il pericolo che possa interferire con alcunchè. Naturalmente sarebbe stato egualmente efficace anche interrompere la linea di collegamento tra i due carrelli in un solo punto, ma questo, con il treno diviso, avrebbe comportato di avere un cavo penzolante oltre la lunghezza della vettura a cui era attaccato e questo a me non sarebbe piaciuto perchè poco elegante, solo per questa ragione ho interrotto la linea in due punti simmetrici. Questa è la mia filosofia al riguardo, ma naturalmente ognuno è libero di agire in modo differente, quel che conta è il risultato finale.

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Siamo arrivati all'ultima cosa importante, cioè il fissaggio del tetto alla carrozza. Questa operazione è l'ultima di una certa delicatezza a cui sarete chiamati, infatti il tetto è tenuto in posizione e saldamente fissato alle vetture, dai due elementi estremi della vettura, cioè dalla cabina di guida da una parte e dalla parete di fondo dall'altra. Queste due parti devono essere saldate al tetto e poi avvitate dal di sotto al pavimento della vettura. In questa operazione bisogna essere molto precisi e misurare tutto attentamente. Io vi consiglio di "puntare" con un solo punto di saldatura i due elementi e verificare che tutto sia corretto e che le parti scorrano libere una dentro all'altra in modo che, se ci fosse da modificare qualcosa, possa essere ancora agevole spostare la posizione delle due pareti. Comunque quando voi avrete misurato esattamente la lunghezza del vano in cui devono essere inseriti questi elementi e lasciate un piccolo margine perchè questi possano scorrere agevolmente all'interno della vettura, non dovreste avere alcun problema. Io, purtroppo, non potrò fotografare per voi quest'ultima fase del lavoro in quanto per ragioni espositive questo esemplare io lo realizzerò con i tetti mobili, in modo da poter far vedere all'occorrenza anche l'interno delle due vetture, comunque vi farò vedere quale sarà il mio procedimento a vantaggio di chi volesse fare altrettanto; è una strada un po' più complicata, ma penso che a qualcuno potrà interessare. Nelle foto sottostanti però posso darvi l'idea di quello che dovrete realizzare voi; dovete saldare esattamente al centro del tetto le due pareti estreme, poi infilarle nelle carrozzerie e, come detto, avvitarle dal di sotto per bloccarle saldamente alla vettura.

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Manca un ultimo tocco per dire di aver complatato l'opera, la chiusura delle lanterne di testa dopo aver inserito del plexiglass rosso all'interno. Infatti quando abbiamo costruito le quattro lanterne, se vi ricordate, vi avevo detto che sarebbe stato sconveniente saldarle con il trasparente rosso già al loro interno, per via del calore della saldatura che lo avrebbe sicuramente deteriorato; ebbene ora è arrivato il momento di fare quella operazione, cioè di inserire il trasparente rosso e di incollare (questa volta è doveroso) i piattelli di chiusura superiori. Io ci aggiungo, dietro al trasparente rosso anche un po' di stagnola che, riflettendo la luce, dona un certo risalto a queste piccole lanterne.

A questo punto il risultato finale sarà quello che vedete nella foto sottostante, uno spettacolo, vero? Naturalmente la maggior parte di voi la vorrà dipingere, ma io amo vedere la vera essenza, la struttura, la bellezza del lavoro fatto; se la lascerete in metallo nudo, oltre a far vedere la qualità delle vostre capacità, la vostra ET99 non sembrerà mai un giocattolo comperato al discount, ma sarà per sempre un vero gioiello.

Naturalmente io non pretendo di convincervi e che anche voi la lasciate in metallo nudo come me, per cui qui di seguito vi elenco i numeri RAL dei colori che dovrete usare se vorrete dipingerla.

Ovviamente dovrete smontarla pezzo per pezzo e lavare il tutto in diluente con un pennello non troppo morbido; chi avrà modo di dare una leggera sabbiatura, molto delicata che non pregiudichi il dettaglio del modello, lo faccia pure. Quando il modello sarà lavato e asciugato per bene potrete procedere alla verniciatura dei vari particolari rispettando i RAL specifici che saranno:

RAL 6007 Flaschengruen per le pareti esterne delle casse
RAL 3002 Karminrot per i pantografi
RAL 9005 Nero per il telaio, le rifiniture delle casse e i carrelli
RAL 9006  Weissaluminium per il Tetto

Se arriverò a costruirne una verniciata, naturalmente ne farò qualche foto e ve la pubblicherò qui sotto; al momento io non vi so dire quando questo potrà succedere, ma credo che almeno una verniciata prima o poi io la farò. Ora voglio mantenere la promessa di farvi vedere come io blocco i tetti nella loro posizione con la possibilità di toglierli per vedere l'interno.

Quello che vedrete è un sistema che io ho usato varie volte e che vi garantisco perfetto al 100%. In pratica si tratta di creare dei piccoli supporti, saldati alle pareti di testa e di coda, in materiale ferromagnetico (lamierini che si possono ricavare anche da barattoli da cucina) e poi di saldare al di sotto del tetto delle piccole striscioline egualmente di materiale ferromagnetico, che vadano a combaciare con quelle già saldate, interponendo tra di essi un piccolo magnete in neodimio. Questi magneti sono potentissimi, è sufficiente un magnetino da 1,5x1x10 mm per parte per fare addirittura una certa fatica per togliere il tetto. L'unica avvertenza che vi posso suggerire è quella di misurare esattamente gli spazi rimanenti per il magnetino in modo che il tetto non resti troppo sollevato, ma se voi seguite sempre il mio consiglio di "puntare" e provare fintanto che le cose si possono ancora spostare, vi troverete sempre bene. Per fare questo lavoro io ho usato quattro pezzetti di lamiera zincata che, volendo, è possibile verniciare, rendendoli, di fatto, praticamente invisibili. Ecco qui sotto una foto del lavoro fatto e finito in cui ho cerchiato in rosso le parti in ferro zincato saldate agli elementi di testa e di coda su di cui si possono notare anche i piccoli magneti. I magnetini non serve incollarli ad una delle due parti che dovranno tenere insieme, loro staranno sempre al loro posto per la loro stessa forza di restare attaccati o all'una o all'altra delle due parti. Penso che si possano anche incollare le parti ferromagnetiche, ma io non mi fido molto della colla e prendo in considerazione solo la saldatura.

Naturalmente si possono tranquillamente minimizzare le parti ferromagnetiche che io ho saldato al tetto e alla cassa, ma in questi casi io abbondo sempre un po' per sicurezza di funzionamento. Nella parte relativa alla testata si potrebbe anche "annegare" il magnetino dentro la copertura della cabina di guida, rendendo in questo modo ancora più invisibile il vostro operato. Dipende dalle scelte che si fanno e dalle priorità che ci si da; io non avevo semplicemente il tempo di fare qualcosa di troppo elaborato, comunque vi avevo promesso di illustrarvi il metodo che io sono solito usare e questo io ora l'ho fatto.
Una delle opzioni disponibili è anche quella di illuminare con led l'interno delle due carrozze, allora, in questo caso, al posto dei due magnetini si potrebbe ricorrere a due spine maschio/femmina di piccole dimensioni da elettronica, da porre una da un lato e l'altra dall'altro in modo da ottenere il duplice scopo di avere i tetti mobili e anche l'illuminazione interna.
Anche in questo caso, quando avrete richiuso i tetti la vostra ET 99 ritornerà ad essere quella ritratta nell'immagine grande che è qui sopra.

Mi sembra quasi impossibile, ma io credo di essere arrivato in fondo a questo lungo tutorial; come avete visto è solo questione di tempo e di tanta pazienza, ma di difficoltà insormontabili non ce ne sono. Ora io posso solo augurare buon lavoro a chi decidesse di cominciare questa costruzione e buon fermodellismo a tutti gli altri che si sono presi la briga di leggere questo mio scritto fino a qui.
Un beneaugurante "in bocca al lupo" a tutti.

Giorgio Donzello

 

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