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Costruzione della locomotiva
elettrica BBÖ 1082 Passo-Passo

E con questo fanno tre! Infatti questo è il terzo tutorial che dedico a chi vuole costruire con le proprie mani un modello in tutto metallo. Prima di questo mi sono dedicato a due macchine prussiane, la E 91.3 e la E 92.7 che abbiamo costruito insieme dall'inizio alla fine. Quelle sono state due costruzioni relativamente semplici con un grado di difficoltà medio, ora, con questo lavoro facciamo un saltino più su in quanto questa locomotiva austriaca prevede cose che quelle altre non avevano, la caldaia, per esempio. Ma non c'è da spaventarsi, vedrete che tutto si risolverà facilmente se mi seguirete e, soprattutto, se seguirete i miei consigli. Però prima di cominciare diamo un'occhiata per vedere se abbiamo a disposizione tutta l'attrezzatura occorrente; niente di eccezionale, naturalmente, questi che io elencherò sono gli attrezzi che un buon modellista deve possedere assolutamente, non ci sono scuse, questi rappresentano la base, senza di questi non si può fare del buon modellismo. Ricordate, migliori sono gli attrezzi, migliore sarà il risultato finale!

Ma cominciamo subito questo controllo:


Eccoveli elencati qui sotto, chi mi segue da tempo sa bene che io sostengo da sempre che un buon lavoro modellistico lo si può fare solo se si è adeguatamente attrezzati; ma nel caso di questi kits è praticamente tutto già fatto, noi dobbiamo solo montare tra di loro dei pezzi che sono già pronti, o quasi, al massimo dovremo fare qualche aggiustamento, quindi ci serviranno praticamente solo quegli attrezzi utili a rifinire i vari particolari e a montare il modello, che sono:

1) un manipolo, Dremel o altro, con un dischetto abrasivo montato (per il manipolo vedi questa pagina )

2) un saldatore della potenza di circa 50W con un barattolino di pasta salda o flussante, e una matassina di calzetta di rame che ci servirà nei casi in cui avremo usato un po' troppo stagno e dovremo toglierne l'eccedenza ( per i saldatori vedi il capitolo dedicato loro )

3) limette ad ago di varia forma per rifinire i vari particolari in tutte quelle posizioni in cui non sia agevole usare il dischetto abrasivo. Quelle più interessanti in questo genere di lavori sono la limetta piatta, quella a sezione circolare, detta anche coda di topo, e quella con sezione a triangolo

4) un tronchesino ben affilato e tagliente per eliminare le eccedenze delle fusioni e per staccare i vari componenti dalle lastre; per quest'ultimo lavoro andrà bene anche una robusta forbicina a punte corte e sottili

5) pinze di varia foggia, ma soprattutto una a becchi lunghi, sottili e piatti per piegare comodamente le lastrine che necessiteranno di essere piegate ( per le pinze vedi questa pagina )

6) almeno due pinzette a becchi sottili per tenere con la prima, ed eventualmente allineare tra di essi con la seconda, i particolari che dovranno essere saldati tra di loro

7) un cacciavitino a taglio per uso modellistico, magari più di uno di varie dimensioni

8) Un maschio da 1,4 mm passante, per filettare le sedi dove andranno avvitate le varie viti che renderanno il modello completamente smontabile. Nelle nostre costruzioni è di gran lunga da preferire un maschio unico di tipo passante e non la serie di tre maschi. Questa caratteristica è molto utile sia per la rapidità nella filettatura, sia perchè, spesso, ci serve usare la conicità di questo tipo di maschio per eseguire delle filettature "scarse", cioè appena abbozzate, che blocchino la vite dopo pochi giri e la tengano stretta senza il pericolo che questa si sviti; per esempio nei perni di biella che, così facendo, non abbisognano di colla per essere bloccati; ma non solo nei perni di biella, anche in tante altre situazioni sarà utile usare questa tecnica che, tra l'altro, ci permette di bloccare le viti con una certa forza senza il timore di distruggere il filetto.

9) Un piccolo raschietto per togliere qualche eccedenza di stagno nei punti difficili e, sempre per questo compito, ma dove può arrivare la punta del saldatore, sarà utile avere anche della maglietta di rame da elettronica.

10) Un martello leggero di gomma o, in alternativa, uno di legno morbido e una lama di acciaio o di duralluminio, a cui arrotondare lo spigolo superiore, da serrare in morsa per piegare la parte laterale dei tetti. Procuratevi anche un tondo pieno o un tubo robusto del diametro di 30/40 mm per la piegatura della parte centrale dei tetti e un tubo di diametro più piccolo per completare poi l'arrotondamento della caldaia.


Ora, finalmente, possiamo aprire la scatola ed eccoci di fronte al suo contenuto: due lastre in alpacca da 0,4 mm formato A4 e una più piccola che contiene i pantografi ; un cartoncino che sostiene una busta termosaldata con tutte le fusioni, gli ingranaggi, le ruote, il motore e tutti gli accessori necessari ed infine le istruzioni sul posizionamento di ogni più piccolo particolare. Quando aprirete la scatola non dovreste provare nessun senso di disagio, in quanto tutto è suddiviso in modo ordinato, secondo le varie tipologie e secondo le varie fasi della costruzione, quindi voi dovrete prelevare di volta in volta solo il particolare che vi necessita fino all'esaurimento delle risorse che dovrà corrispondere, se non si é dimenticato nessun passaggio, alla conclusione della costruzione.

Tra le varie buste che contengono le varie parti della locomotiva, la più importante è quella delle istruzioni. Soffermatevi il più possibile a "digerire" questi disegni, che, oltre a essermi costati molto tempo, sono fondamentali per capire quale sia il giusto procedere. Gli "esplosi" non danno il senso di ciò che va fatto prima e ciò che va fatto dopo; questa strategia dovete deciderla voi semplicemente assorbendo la filosofia costruttiva di chi ha progettato quella particolare cosa. Guardateli a lungo e pensate ad ogni particolare finchè non siete convinti di ogni cosa, dopodichè potete cominciare. Questa volta avete un tutorial che vi aiuta, ma nella maggior parte delle volte questo non c'è e la strategia costruttiva la dovete decidere prima, da voi.

Ora cominciamo con l'aprire le buste che contengono i lamierati in alpacca e da queste lastrine dovremo staccare i pezzi relativi al telaio della locomotiva, perchè ogni buona costruzione deve partire dalle fondamenta per essere solida. Eccoli fotografati qui sotto:

Ora, con molta cura, dovremo piegare il telaio secondo le incisioni longitudinali che si trovano sul retro della lastra. Qui bisogna fare attenzione alle codine che dovranno rimanere verticali perchè, teoricamente, dovremo piegare i due fianchi laterali senza piegare le sei codine previste per incastrarsi nei fori presenti sul piano del praticabile. Per fare questo io utilizzo due tavolette di legno tra cui stringo una parete del telaio e poi, con un terzo pezzettino di legno piano, piego quello che c'è da piegare, salvando le codine che quindi rimangono verticali. Ecco qui sotto illustrato il semplice procedimento.

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Comunque per chi non volesse perdere troppo tempo per questa operazione, tantopiù chi ha a disposizione una piegatrice, può tranquillamente piegare lungo il segno inferiore le due fiancate del telaio e poi raddrizzare verticalmente, con una pinzetta a becchi sottili, le sei codine che dovranno incastrarsi sul pianale superiore. L'ho già provato io varie volte su altre locomotive e funziona perfettamente anche così.

Quindi adesso sarà il momento di verificare che le sei codine del telaio si incastrino nei sei fori previsti per esse sul piano del praticabile e contestualmente piegheremo e verificheremo anche il supporto della caldaia. Naturalmente se troveremo qualche disallineamento delle sei codine rispetto ai fori previsti, ebbene ritoccheremo con una fresetta di misura adeguata questi fori fintantochè i perni non entreranno senza difficoltà nei fori praticati sul piano del praticabile. Ecco qui sotto questa banale operazione di verifica.

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Avrete certamente notato che sul pianale del praticabile ci sono alcune piccole appendici che hanno un segno di piega. Ebbene, come sicuramente avrete pensato, queste vanno piegate verso il basso. Tutte le pieghe vanno eseguite dal lato del segno di indebolimento della lastra, salvo in un caso di cui tra poco vi parlerò. Le due piccole pieghe sulle testate saranno utili a chi vorrà dotare i bissel di una guida realizzata con un filo sottile di acciaio armonico che funga sia da spinta verso il binario, sia da guida per il riallineamento del bissel stesso. Quelle quattro centrali che vanno ruotate sempre verso il basso, invece, serviranno da fine corsa per i perni degli ingranaggi della trasmissione; Tutte queste piccole pieghe, subito dopo essere state eseguite, dovranno essere rinforzate con un punto di saldatura. Ecco alcune foto che riguardano questi particolari.

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Bene, fatto questo, saldiamo il telaio al piano del praticabile, badando di tenere bene premuti tra di essi i due componenti, durante la saldatura. Dopo aver eseguito le sei saldature, verifichiamo che il telaio sia perfettamente ortogonale e i vari pezzi ben aderenti tra di loro, e a questo punto saldiamo anche testa e coda. Io sono abituato a saldare tutto dal di dentro o dal di sotto in tutte le occasioni in cui questo sia possibile; questo non rovinerà mai l'estetica del modello che stiamo costruendo e alla fine ci troveremo in mano un modello impeccabile, facilmente verniciabile senza bisogno di alcun intervento. Ecco una foto del lavoro eseguito.

Ecco, ora siamo arrivati alla quasi unica eccezione relativa ai miei disegni. Come ho già detto innanzi, io metto sempre il segno di indebolimento dal lato della piega, ma non in questo caso.

Perchè questa volta io ho fatto diversamente? Il motivo è che, per pieghe di 90° l'indebolimento posteriore ha senso e permette di ottenere ottimi spigoli, ma per pieghe di molto maggiori dei 90° lo spessore del materiale impedisce la possibilità di eseguire questo tipo di pieghe, non permettendo di arrivare, per esempio, a 180°. Allora si aggira il problema e si crea la traccia di indebolimento dalla parte opposta alla piega e tutto si risolve, permettendo anche la piega a 180°, come in questo caso. La prova di questo ce l'avete ora davanti agli occhi e sono quei dieci "U" da rigirare all'interno del telaio. Questi danno spessore, se mai ce ne fosse stato di bisogno, essendo il telaio fatto di alpacca e non ottone, inoltre limitano lo scorrimento laterale soprattutto degli assi 2 e 4 che diventano così quelli che daranno l'assetto di marcia alla locomotiva. Questa nota sarà irrilevante per chi deve solo montare questo modello, ma diventa interessante per coloro che si dilettano anche di progettare qualche loro locomotiva, o carro o altro. Invece di avere un particolare isolato da mettere perfettamente a registro e poi saldare, con questo sistema è già tutto pronto, basta rigirare il particolare, tenere con una pinza e saldarlo. Fine.

Andiamo avanti. Ora è il momento di staccare dalla lastra il cassone anteriore, quello con il piano anteriore inclinato; dobbiamo piegarlo e saldarlo dall'interno tenendo gli spigoli perfettamente conbacianti. Ecco la foto qui sotto.

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Questo cassone nelle prime lastre aveva l'incastro anteriore previsto per uno spessore di alpacca, mentre voi ve ne trovate due; basta semplicemente allargare l'incastro con un dischetto abrasivo. Sempre in quelle prime lastre potevate anche trovare una interferenza tra il cassone e il supporto caldaia, ma anche qui un leggero lavoro di dischetto abrasivo sistemava la cosa. Questi piccoli inconvenienti non riguardano le lastre successive. Giacchè abbiamo il cassone in mano io direi che possiamo completarlo con tutti i suoi sportelli, tanto prima o dopo dobbiamo pur fare anche queste operazioni, vi pare?

Quindi stacchiamo dalla lastra tutti i particolari che vanno ad arricchire questo particolare, incluse anche le fusioni che si riferiscono ad esso, come i fanaloni anteriori, gli accoppiatori alti e le aste mancorrenti. Ecco qui sotto quasi tutto l'occorrente.

Ora posizioniamo i vari coperchi delle varie botole in posizione e uno alla volta lo salderemo al suo posto. Per agevolarci in questa operazione useremo le codine della maniglie e delle scalette che poi salderemo dal retro e questo sarà sufficiente anche a tenere i coperchi al loro posto. Quel po' di stagno che trafila basta e avanza anche per saldare i coperchi alla struttura portante. Sempre da dietro salderemo le varie staffe che tengono i coperchi, i gradini frontali e laterali e i fanaloni. Per finire salderemo i mancorrenti verticali e gli accoppiatori alti, agendo dal di sotto. Ecco il risultato del lavoro.

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Adesso è il momento di fissare provvisoriamente il cassone che abbiamo appena costruito, nella sua posizione. Per fare questo filetteremo i due fori previsti per le viti e, incastrandolo davanti, inseriremo le due viti da sotto. Questo ci serve perchè ora salderemo i panconi anteriore e posteriore al telaio e l'aver posizionato questo cassone ci permetterà di mettere in perfetta posizione il pancone anteriore. Quello posteriore non ha problemi, in quanto esso andrà a baciare il piano del praticabile. Avanti, allora, stacchiamo le parti che compongono i due panconi che vedete nella foto sottostante.

Ora salderemo tra di loro le due parti che compongono ognuno dei due panconi senza intervenire sulla rotazione delle scalette laterali di cui sono dotati. Meno toccheremo questi delicati particolari meglio sarà; lo faremo solo alla fine del lavoro, quando saremo sicuri che non potranno subire alcuna molestia dalle ripetute lavorazioni che andrà a subire il telaio.

E' arrivato il momento di saldare i panconi al telaio. Prima di fare questo controlliamo bene di aver pulito per bene la parte inferiore anteriore del cassone in modo che il pancone possa aderire perfettamente ad esso .

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Coraggio che cominciamo avedere qualcosa... Adesso smontiamo il cassone per non rovinarlo durante le successive lavorazioni e ci dedichiamo ad altre parti della locomotiva, perchè sono tante le cose che hanno ancora bisogno di un bel po' della nostra attenzione. Per variare un po' il panorama e cambiare tipo di lavoro, ora cominciamo a costruire la cabina di manovra. Stacchiamo quindi dalla lastra i pezzi necessari che sono sommariamante ritratti nella foto seguente.

Come è chiaro fin da subito le parti che andranno a formare il tetto avranno bisogno di essere arrotondate leggermente. Ebbene, questa operazione è più agevole di quanto si pensi, l'importante è affrontare questo compito con gli strumenti giusti. Gli strumenti in questo caso sono molto banali, un tubo da 1 pollice o anche un po' meno, quello che trovate che si avvicini, insomma, e una lama di ferro o di altro materiale resistente a cui arrotonderemo un lato; questa lama ci servirà per eseguire la parte di curvatura più pronunciata ai lati dei tetti, mentre il tubo lo useremo per eseguire la parte centrale, più dolce, di questa curvatura.

Serrate il tubo in morsa e con un MARTELLO DI GOMMA cominceremo a colpire le parti da arrotondare contro il tubo. Non serve battere forte, ma essere continui e non avere eccessiva fretta. Partite sempre da un lato e, scorrendo per tutta la sua lunghezza andate verso il centro, poi girate la lastrina e fate la stessa cosa sull'altra metà. Vedrete che il materiale sotto l'azione continua del martello comincerà ad incurvarsi con una curvatura costante e precisa. Smetteremo di battere quando ci parrà che la curvatura raggiunta sia sufficiente e confronteremo questa curvatura con il bordo della cabina che fungerà da dima di controllo. Se per caso fossimo andati oltre il bisogno, sarà sufficiente premere il tetto dal lato opposto su di un piano per farlo ritornare alla giusta curvatura. Vedrete che sarà tutto più facile di quello che avreste mai pensato. Ecco qui sotto alcune fasi del lavoro.

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Ecco fatto, d'altra parte io sto parlando a dei modellisti, giusto? Ora dobbiamo pensare alle parti con il raggio di curvatura più stretto. Per fare questo mettiamo in morsa la lama con un lato arrotondato e, posizionando il particolare da piegare in linea con essa, badando però di essere esattamente sopra alle linee di indebolimento posteriori, faremo forza con le mani fino a raggiungere l'angolo di piegatura necessario. Dovremo controllare solo che la nostra piega sia esattamente al centro dei segni di indebolimento posteriori. Ecco le foto qui sotto.

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Una volta fatte queste pieghe, con l'aiuto di una pinza a becchi piatti, non troppo larga, eseguiremo anche le altre pieghe, tutte segnate di sotto, badando di tenere con la pinzatta sempre la parte più debole, cioè quella con fori o tagli che la indebolirebbero. Il risultato di questo lavoro di una certa precisione dovrebbe essere questo.

Mettendo insieme i pezzi appena piegati il risultato dovrebbe confortare il modellista che ora comincerà a vedere qualcosa della locomotiva che sta costruendo. Se siete preoccupati perchè questo secondo tetto della zona anteriore non arriva fino in alto dove un vero tetto dovrebbe stare, ebbene, non preoccupatevi perchè questa parte è giusto che stia un po' sotto il livello del vero tetto che sistemeremo più avanti e che passerà sopra a questo che è utile per la struttura complessiva, ma resterà di poco sotto al livello del tetto definitivo e invisibile. Ecco qui sotto.

Il passo successivo sarà quello di piegare le linguette inferiori e adattare la parte inferiore del cerchio della caldaia ai due elementi verticali saldati all'inizio sul piano del praticabile. Verificare che i fori siano allineati con quelli del piano del praticabile. Nella prima stesura di questo progetto i due fori anteriori non erano allineati perfettamente con quelli presenti sulla cabina, un male di poco conto in quanto bastava segnare la corretta posizione con una punta da segno e rifare i due fori nella posizione corretta, però sono daccordo che era pur sempre una seccatura. Ora, nelle nuove lastre, anche questo problema è risolto. Appena messi i fori a registro, avvitiamo la cabina al piano del praticabile e diamo qualche punto di stagno quà e là tra le parti che la compongono in modo da bloccarla per forma e dimensioni. Una volta smontata sapremo che sicuramente poi andrà ancora al suo posto senza problemi.
Visto che abbiamo preso confidenza con il martello di gomma ora io direi che è arrivato il momento di arrotondare la lastrina della caldaia. Anche questa volta si tratta di battere con media forza su di un tubo di ferro, cominciando da un lato della lastrina per arrivare fino a metà, circa, per poi rigirare la lastrina e fare la stessa cosa sull'altra metà. Ecco qui sotto la sequenza delle operazioni

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Quando la curvatura sarà consistente e il metallo, aiutato anche dalla rigatura posteriore, si sarà "snervato" abbastanza, potremo anche aiutarci con le mani ad arrotolare la nostra caldaia attorno al tubo di ferro, per passare poi ad un tubo o ad un tondo di legno di diametro più piccolo. A questo punto in cui no serve più battere, che il tondo sia di ferro a di altro materiale non ha più importanza. Andando avanti otterremo una cosa simile a questa che non è ancora allo stato finale, ma è ad un buon punto.

Fintanto che la cabina è saldamente avvitata al pianale, possiamo controllare anche l'allineamento della caldaia, ritoccando , se necessario, la parte anteriore che dovrà poggiare sul traverso orizzontale che comprende anche i due lunghi longheroni verticali. In questa fase potremo anche saldare ad essa il traverso, da arrotondare alle estremità, che la terrà fissata al telaio. Per fare questa operazione dovremo prendere questo particolare e incurvarlo nelle parti laterali in modo che aderisca sommariamente all'interno della caldaia che noi avremo preventivamente portato a misura (circa 20,5 mm di diametro esterno). Per i più pignoli in questa fase è anche possibile saldare agevolmente un dado da 1,4 mm per essere sicuri che resista a molteplici avvitamenti e svitamenti. Non è una operazione indispensabile, ma è apprezzabile. Ecco il traversino piegato e poi anche con il dado saldato

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Ora potremo saldare questo particolare all'interno della caldaia. Ovviamente prima di bloccarlo dovremo essere certi di saldarlo esattamente in centro e dobbiamo altresì essere certi di bloccare la caldaia con il diametro giusto. Per fare questo dovremo prendere il coperchio della camera a fumo e sistemarlo all'estremità anteriore della caldaia, dove poi andrà saldato e, a questo punto, dovremo misurare a quanto ammonta la distanza tra i due bordi inferiori della caldaia (dovrebbero essere a circa 6,3 mm di distanza l'uno dall'altro). Nella foto seguente è evidente quello che bisogna fare.

Adesso è il momento di fissare la caldaia nella sua posizione e di bloccarla dal di sotto con la sua vite. Dovremo solo verificare che la caldaia sia poggiata bene alla cabina, che il vano tra i due lembi della caldaia sia esattamente al centro e che i lembi siano rimasti alla larghezza che abbiamo misurato innanzi (quei 6,3 mm che abbiamo misurato empiricamente). A questo punto potremo saldare per bene il traverso all'interno della caldaia.

Fatto questo, quando ci pare che la caldaia sia perfettamente orizzontale e parallela al telaio, con il traverso di fissaggio già saldato, potremo rismontare sia la caldaia che la cabina e, non appena avremo nuovamente in mano quest'ultima, termineremo di saldarla completamente; diventerà un monolite che nessuno potrà deformare più.
A questo punto staccheremo dalla lastra le griglie di aereazione per montarle al loro posto sempre saldandole dal di dentro. Eccole in foto.

Otterremo il risultato visibile nella foto sottostante.

Continuiamo con il completamento della cabina aggiungendo anche i ripari per il sole e la scaletta che permette di andare sul tetto della locomotiva; eccoli raffigurati in queste altre due foto.

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Una volta saldati questi componenti nelle loro rispettive posizioni il risultato sarà questo che è raffigurato qui sotto.

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Alla cabina possiamo ancora aggiungere i fanali, ma ci fermeremo qui, lasceremo i supporti dei mancorrenti ad un momento successivo, verso la fine della costruzione. Ora trastulliamoci con la caldaia che ho uno smodato bisogno di noi. Mille sportelli e diecimila piccoli elementi di fissaggio ci attendono; coraggio, incamminiamoci a piedi nudi sui carbonio ardenti...

Per cominciare stacchiamo dalla lastra i portelli e un bel po' di staffe di fissaggio e di maniglie per portelli. Staccatene un po' più del necessario, scoprirete che vi ho dato un bel consiglio per non farvi alzare troppe volte dalla sedia. Nella lastra ce ne sono in abbondanza. Se siete bravi nel giro di un paio di orette avrete messo a posto tutti questi dispettosi microbi. Ecco quello che andate a staccare dalla lastra. Subito dopo c'è anche la foto del lavoro successivo, cioè quello di incurvare i portelloni della caldaia che dovranno aderire ad essa. La tecnica per incurvarli ormai la conoscete, è quella stessa usata per la caldaia: martello di gomma e un tondo di ferro da 12/14 mm stretto in morsa.

Quei due mucchietti di cianfrusaglia a sinistra della foto precedente, sembra niente, ma io mi chiedo perchè dovevano mai mettere sistemi così laboriosi per noi modellisti sulle loco di una volta... Come vi dicevo nel giro di un paio d'ore, o due ore e mezza, sarete arrivati a montare tutti questi mostriciattoli. Per i più pigri c'è anche il sistema di incollarli, anche questa è una soluzione, è molto più spiccio, ma, secondo la mia visione delle cose, una macchina di metallo deve essere tutta saldata, dall'inizio alla fine. Se intendete incollare i mostriciattoli, allora potete farlo anche più avanti e far risparmiare loro tutte le lavorazioni che la caldaia deve ancora subire. Beh, alla fine se avete costanza il risultato è questo.

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Ora tocca ai mancorrenti; stacchiamoli dalla lastra e montiamoli.

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Le nostre attenzioni alla caldaia però non finiscono qui, ora dobbiamo costruite il duomo e montarlo nella sua posizione. Ecco i componenti del duomo.

Ovviamente le varie parti dovranno essere piegate secondo i segni incisi al suo interno, dopodichè bisognerà inserire le due griglie dal di dentro e saldarle in posizione sempre dal di dentro. Nell'eseguire queste pieghe fare molta attenzione a fare in modo che i vari lati del duomo si incastrino per bene tra di loro perchè diversamente il particolare che dovrà fare da cintura ad esso farà fatica a chiudere perfettamente il suo perimetro. Comunque, anche se sbagliate di un po', è sufficiente dividerlo in due metà e saldarle poi separatamente; io seguo sempre questo metodo perchè è più comodo e più gestibile. Avendo il duomo in mano non dovremo perdere questa occasione per saldarci sopra anche l'isolatore che va su di esso, dopo averlo adattato nella sua posizione; per inciso, probabilmente dovrete spostare il foro superiore un poco indietro, questa è una cosa che a suo tempo mi è sfuggita. Ecco il risultato di queste operazioni dopo aver dato anche una passatina con la spazzola di acciaio montata sul manipolo per pulire il tutto da bave ed eventuali eccedenze di stagno.

Non saldate subito il duomo alla caldaia, per ottenere una perfetta posizione orizzontale è meglio farlo dopo aver montato il supporto del pantografo anteriore che ha degli incastri perfetti e con cui si può traguardare esattamente la posizione del duomo stesso. Ora stacchiamo le parti che compongono i ripari delle due prese d'aria subito sotto ad esso. Queste parti sono raffigurate nella foto qui di seguito prima e dopo la piegatura.

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Le piegheremo, le salderemo in squadra in modo che rimangano con la loro forma anche maneggiandole e verificheremo che entrino libere nei loro riscontri. Probabilmente dovrete ritoccare un po' le teste dei mancorrenti per farle passare senza intoppi, ma questo io ho ritenuto che fosse il male minore, piuttosto che prepararle io un po' più corte da un lato e poi dovervi spiegare dove esse avrebbero dovuto essere saldate. Così sono tutte uguali e quelle che capiteranno in quella posizione noi le accorceremo di un pochino. Se ne saremo capaci salderemo anche queste dal di dentro in modo da mantenere la parte esterna bella e pulita; volendo, potremo rinforzarle saldandole esternamente lungo il lato inferiore che è poco visibile. Una passata di spazzolina di acciaio pulirà perfettamente la zona. Più avanti dentro questi ripari dovremo posizionare una griglia, ma io attenderei di aver verniciato la locomotiva in modo che questa griglia spicchi se avremo la cura di lasciarla in metallo nudo.

Ora stacchiamo dalla lastrina stretta dei pantografi le parti dedicate a creare il loro supporto. Le parti in oggetto sono queste.

Per piegarle in modo che si incastrino perfettamente le une nelle altre, dovremo disporre di una pinza a becchi molto sottili, oppure anche una a punta. Per agevolarci nel lavoro potremo piegare i lembi a 90° e saldare all'interno, nella parte poco visibile, i due traversi verticali che andranno a baciare la caldaia. A questo punto completeremo la piegatura del supporto e lo salderemo anche sotto. Verificheremo che sia perfettamente compatibile con i fori presenti sulla caldaia, diversamente praticheremo quei piccoli ritocchi che saranno necessari; ora saldiamo i due traversi con le estremità trapezoidali al loro posto e, a questo punto, badando di restare paralleli al duomo, salderemo dall'interno, questo supporto così completato alla caldaia.

Ora non ci resta che saldare sul loro supporto gli isolatori dei pantografi, interponendo quei piccoli riquadri che riproducono le staffe di fissaggio. Ecco il lavoro finito.

Credo che si possa dire che siamo ad un buon punto del lavoro. Abbiamo la caldaia quasi finita, manca solo di saldare la paratia della camera a fumo; abbiamo la cabina quasi finita, mancano solo i mancorrenti e il tetto e, infine, abbiamo il cassone anteriore perfettamente finito.

Ora ci occuperemo, quindi, del telaio. Stacchiamo dalle lastre i supporti della piastra fermaassi. Sono ritratti nella foto qui sotto.

Li piegheremo e li salderemo al telaio solamente sotto, in modo che siano ancora amministrabili, un po' avanti o un po' indietro, per ricevere le viti della piastrina fermaassi. La piastrina fermaassi fa anche da supporto per i ceppi dei freni, quindi controlleremo che, oltre a corrispondere i fori delle viti tra di essa e i suoi supporti, essa sia anche in posizione corretta rispetto alle ruote. Per fare questo inclineremo eventualmente i supporti verticali di qualche grado in modo da avere le due combinazioni esaudite. Per essere certi che questo avvenga monteremo un asse sul suo perno e verificheremo l'allineamento di fori e supporti dei freni per ogni posizione. Se avremo una ragionevole certezza che tutto sia a posto possiamo saldare i supporti della piastrina fermaassi anche lateralmente e anche tutti i freni sulla piastrina fermaassi.

Ecco qui sotto il lavoro già eseguito.

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Le operazioni sul telaio procedono speditamente, quindi ora altre due importanti lavori, le sabbiere e i rinforzi longitudinali del praticabile. Le parti da staccare sono queste.

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Con un po' di pazienza piegheremo le scatolette che formeranno le sabbiere e salderemo anche i rinforzi del praticabile. Io consiglio sempre di procurarsi delle foto delle macchine che si stanno costruendo perchè ci aiutano parecchio a velocizzare la nostra costruzione dandoci riferimenti precisi, ma anche perchè guardando l'originale non potremo mai sbagliare. Addirittura io consiglio i modellisti, per esperienza personale, di stampare alcune viste e le foto di particolari complicati e di tenere queste stampe sempre a portata di mano per spazzare via dubbi ed incertezze. So che voi siete bravissimi e le foto le avete a disposizione, ma voglio aggiungerne una che forse voi non avete; ritrae la versione modificata e non quella di origine che stiamo costruendo noi, ma tutte le strutture importanti sono rimaste tali e quali, le modifiche più evidenti riguardano le griglie di aereazione. Praticamente tutto quello che ci serve qui c'è e si vede bene.

Questa foto insieme con le altre che voi avete, ci sevirà per eseguire bene la curvatura del profilo che rinforza il praticabile e per altre curiosità che verranno fuori più avanti, per esempio il verso in cui saldare le due cassette degli attrezzi anteriori.

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Bene, ora prenderemo dalle fusioni le 14 balestre e le 10 fusioni dei bilanceri che fanno parte anch'essi delle sospensioni.

Le balestre vanno bene così come sono, mentre per quel che riguarda i bilanceri devo fare un discorsetto. Infatti possiamo usarli anche essi così come sono e tagliare i pendini che scendono dalle balestre a filo e saldare poi tutto insieme, ma è anche possibile fare un piccolo scavo dietro ad ogni estremità dei bilanceri e fare in modo che i pendini passino dietro a loro; secondo me l'effetto è migliore, comunque questo lo dovete valutare voi. Comunque ecco quello che io uso fare ai bilanceri prima di saldarli in posizione.

Qui sotto trovate il lavoro finito; tutte le balestre e tutti i bilanceri saldati al telaio

Ora staccheremo dalle lastre le due casse portaattrezzi e guardando bene le foto le salderemo al loro posto nel verso giusto.

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Ottimo, andiamo bene; anche il telaio è a buon punto. Infatti le cose che abbiamo costruito finora ci portano al risultato seguente.

Più la piastrina fermaassi con i ceppi dei freni che mi sono dimenticato di inserire nella foto. Bene, ora dalle fusioni in ottone preleviamo le quattro pompe dei freni e le due serpentine di raffredamento dell'olio; quella destra e quella sinistra.

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Le controlleremo, le metteremo a posto allineandole perchè sono fusioni a cera persa e non pressofusioni, quindi provvederemo a saldarle nelle loro posizioni. Per le pompe dei freni non c'è probema, i quatto fori sono lì in bella vista per accogliere le quattro fusioni, ma per quel che riguarda le serpentine dei freni c'è da fare attenzione che quella di destra deve essere saldata con le staffe al di fuori del bordo di rinforzo del praticabile, mentre quella di sinistra deve essere saldata con le staffe di sostegno al di dentro del bordo di rinforzo del praticabile. Comunque le due foto seguenti chiariranno la cosa meglio delle parole. Ecco nelle foto sia le pompe dei freni che le due serpentine di raffreddamento dell'olio.

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Continuiamo con il telaio e preleviamo dalla lastra quei particolari destinati a riprodurre la strana copertura a più livelli esistente sul praticabile destro della macchina vera. Questa copertura porta sopra di sè una altra copertura che si eleva fino alla caldaia, vicino alla cabina e un cassone-ripostiglio spostato verso il muso della macchina. Questi particolari sono riprodotti nelle foto seguenti.

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Bisognerà prestare una particolare attenzione nel piegare questa copertura a più livelli, in quanto, oltre ai due livelli in cui bisogna piegarla, la piegatura sul fronte è arrotondata, quindi bisognerà prepararsi un pezzetto di legno con lo spigolo leggermente arrotondato su cui forzare la piastrina presegnata. Naturalmente piegheremo prima i due elementi del livello superiore e solo poi i tre del livello inferiore. Tra i vari livelli andranno saldati anche i quattro divisori. Anche il particolare più piccolo, quello che va adiacente alla cabina dovrà essere piegato secondo uno strano profilo con due curve che, comunque sono più semplici e sono indicate già nella stessa piastrina. Il cassone-ripostiglio invece non presenta alcuna difficoltà e sarà sufficiente piegarlo e saldarlo. Questi particolari a lavoro finito dovranno risultare all'incirca come quelli illustrati nella foto seguente.

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Monteremo le cose appena fatte tra poco, non appena avremo saldato la caldaia alla cabina e queste due cose saranno diventate una cosa sola; solo allora infatti potremo verificare che tutto combaci alla perfezione. In attesa di quel momento ora costruiremo il riparo delle apparecchiature, un po' tondeggiante che si trova sul lato sinistro della caldaia, adiacente alla cabina. Anch'esso per essere sistemato dovrà rifarsi alla esatta posizione della caldaia, quindi sistemeremo quest'ultimo e quelli appena fatti in una unica operazione. Ecco le parti che dovremo prelevare dalla lastra e quelle che dovremo prelevare dalle fusioni in ottone.

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Ora, sempre usando la sofisticata tecnologia del martello di gomma e della lamiera arrotondata sulla sommità, provvederemo ad arrotondare il lamierino più lungo secondo le incisioni posteriori e prenderemo a riferimento, come dima, la parte che dovremo saldare alla sua testata sinistra. Ecco una fase di questa lavorazione qui sotto.

Quando avremo raggiunto la corretta curvatura, corrispondente al profilo della sezione di testa, potremo saldare le due parti insieme. Piegheremo anche i coperchi di chiusura delle botole e saderemo, come abbiamo fatto per la caldaia, le staffe di fissaggio delle chiusure attorno ad esse, inoltre salderemo in posizione le tre fusioni fatte ad arco di cerchio negli alloggiamenti predisposti. Alla fine di questo delicato lavoro dovremo aver ottenuto l'oggetto raffigurato qui sotto.

Che non fosse una macchina semplice, questo lo sapevamo fin dall'inizio e non mi meraviglia che nessuno finora l'abbia riprodotta, comunque coraggio che siamo molto avanti e, presto, potremo mettere tutti i pezzi insieme. Adesso è ora di prendere dalle lastre una incisione un po' strana e poco frequente nelle lastre fotoincise di chiunque. Infatti dobbiamo staccare dalla lastra la riga di rivetti circolare che al vero unisce la caldaia alla cabina di manovra. Eccone la sua foto, non ci si può sbagliare.

Adesso la inseriremo nella caldaia a filo con la parte che andrà appoggiata alla superficie anteriore della cabina. Tenendola appoggiata su di un piano di legno (per non rubare calore al saldatore) la uniremo con qualche punto di saldatura alla caldaia. Dopodichè avviteremo la cabina e la caldaia così preparata al pianale che le dovrà supportare, controlleremo che siano perfettamente allineate e con altri punti di saldatura qua e là renderemo solidali le due parti. Ricordate che la caldaia non deve entrare assolutamente nella cabina, ma dovrà semplicemente appoggiarvisi contro. Una volta bloccate le due parti, esse non si sposteranno più, a meno che noi non insistiamo troppo con il saldatore, ma se saremo accorti e terremo le temperature sotto controllo, volendo, potremo terminare la saldatura in opera. Però noi potremo anche smontare cabina e caldaia e saldarle più agevolmente tenendole in mano e penetrando con il saldatore dal di sotto della cabina. Alla fine di questo lavoro ci troveremo con un bel risultato e sapremo di aver fatto un passo decisivo verso il completamento del nostro agognato modello. Ecco la foto di questo lavoro.

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Ora metteremo in opera una delle cose che abbiamo appena costruito, cioè quella custodia un po' arrotondata alla sinistra della caldaia. Prima di fare questo, però, dovremo montare, a livello del praticabile, quella lunga strisciolina da piegare a 90° per la lunghezza. Chi non ha una piegatrice potrà avere qualche difficoltà a piegare questo particolare data la sua esigua dimensione trasversale. A questi modellisti io dico che è di una semplicità estrema farsi questo particolare ex novo. Si prendono due striscioline lunghe 74,2 mm e larghe rispettivamente 3,7 e 1,3 mm. Probabilmente si potranno ricavare dalle stesse lastre del modello perchè tra i vari pezzi corrono striscioline inutilizzate di misure simili. Bene, le si deve semplicemente saldare in squadra e il gioco è fatto. Se fossero questi tutti i problemi che un modellista deve affrontare... Nelle prossime lastre cercherò di preparare queste due striscioline già a misura per evitarvi questo fastidio. Una volta ottenuto questo angolare, che io stesso ho voluto costruire per vedere quanto fosse semplice o difficile da realizzare (vedi foto), questo lo si deve saldare nel vano rimasto libero sotto alla cabina alla sua sinistra.

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Al di sopra di questo angolare, in modo che sia perfettamente appoggiato alla caldaia e alla cabina, dovremo saldare quel famoso pezzo di cui parlavo prima, cioè quella copertura un po' arrotondata che arriva fino alla fine del nostro "L" appena costruito (o appena piegato). Eccolo nella sua posizione appena saldato. Naturalmente dovrà poi essere pulito da tutte le eccedenze di stagno.

Ora cominciamo a pensare al lato destro. La differenza con quello sinistro è che, se il lato sinistro va completamente saldato al complesso cabina-caldaia tale da essere indipendente dal telaio, il lato destro, invece, deve essere saldato solidamente al telaio. Cominciamo con lo staccare dalle lastre le due coperture verticali che, al vero, uniscono il cassone a due livelli alla caldaia, anzi sono tre, uno è simile, ma più piccolo che non ho fotografato per una mia dimenticanza, comunque è di facile identificazione.

Ora staccheremo anche la copertura del fianco destro che riproduce la parete con tutti i bulloni. Dovremo saldare questa riproduzione sulla parete destra di supporto della caldaia, poi su questa andrà appoggiata la copertura a più livelli e su quella i due particolari che sono nella foto qui sopra più quello piccolo che non è nella foto e la copertura un po' rotondeggiante che è adiacente alla cabina.

Tutti questi particolari vanno messi nella loro posizione e saldati. Tutti i pezzi andranno saldati l'un l'altro, ma assolutamente non alla caldaia o alla cabina. D'ora in poi essi faranno parte del telaio. Ecco qui sotto una foto del risultato dell'operazione. Bello, vero?

Dopo tanti lavori di grande precisione che ci hanno tenuto in tensione per ore, ora ci scarichiamo un po' costruendo la scatola degli ingranaggi. Sembra che questa sia una cosa più delicata ancora, mentre potrete vedere con i vostri occhi che sarà la cosa più facile che abbiate mai fatto. Stacchiamo, quindi, la fotoincisione che lo costituisce per intero.

E' molto semplice costruirlo, infatti basterà piegare a 90° le superfici dal lato del segno di piega e avremo già fatto. I più attenti potranno anche rinforzare le pieghe con un filo di stagno, soprattutto le alette che lo reggerano avvitato al telaio, questa è una cosa che io consiglio sempre per ogni piegatura, tantopiù in questa, ma la ritengo pur sempre facoltativa. Eccolo qui sotto piegato.

Possiamo anche prepararlo completamente questo importante particolare, così le informazioni rimangono tutte riunite; tanto, non dobbiamo pur sempre farlo e montarlo? Bene, allora proviamo a prendere le ruote dentate e i perni. Prendiamo confidenza con questa scatoletta, mettiamo nel loro posto assegnato le ruote (ci sono delle incisioni con il numero dei denti per ogni posto) e infiliamo i perni.

Potremo vedere che, a parte la prima ruota doppia che è larga quanto la scatola e la seconda che è obbligata nella sua posizione, le due ruote da 20 denti, quelle più in basso, hanno un eccessivo gioco trasversale. Intendiamoci, potrebbe funzionare anche così in quanto rimane sempre una porzione di dente in presa, ma è molto meglio fare le cose per bene e inserire un distanziale che mantenga queste due ruote allineate con quella da 28 denti. A questo scopo nelle lastre voi trovate delle fotoincisioni con la forma che vedete qui sotto; prendetene tre e fatene un pacchetto come da questa foto.

Togliete quindi i due perni delle due ruote da 20 e al loro fianco inserite questo distanziale. Reinserite i perni e avrete completato la vostra scatola degli ingranaggi. Eccone due viste qui sotto con indicato dove si trova il distanziale.

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Quando sarà il momento di installare questo riduttore sulla locomotiva, ci preoccuperemo anche di tagliare i perni alla giusta lunghezza. Ma ora vi propongo un altro lavoretto distensivo e di grande soddisfazione, un'operazione che metterà in risalto la grande potenza della fotoincisione se si sa come sfruttarne le grandissime potenzialità insite in questa tecnica.
Ora costruiremo i due bissel e per far questo preleviamo dalla lastra i suoi pezzi più strani.

Pur sapendo che avevate capito benissimo di cosa si trattava, sono certo che qualche perplessità l'avevate avuta vedendo una cosa del genere; ebbene, ora scacceremo queste perplessità e costruiremo due bellissimi bissel rispondenti perfettamente agli originali. Cominciamo a prendere in mano i due pezzi più grandi, quelli ramificati ed eseguiremo su di essi una prima serie di pieghe, quelle più vicine all'origine della ramificazione.

Spero che la foto sia chiarificatrice, comunque le incisioni sulle lastrine parlano chiaro. Controllate che le vostre pieghe siano perfettamente a 90° rispetto al piano, quindi sempre controllando i segni preincisi, dovete piegare le quattro appendici in modo che diventino parallele tra di loro. Perfettamente parallele tra di loro.

Ora inseriremo i due piani orizzontali in ognuna di esse forzando un po' il metallo per farli entrare nei loro riscontri e li salderemo immediatamente tenendo il bissel appoggiato su di un piano. Se le codine di cui sono dotati i quattro piani orizzontali sono troppo lunghe e rendono difficoltoso il loro inserimento in posizione, le accorcerete un po'; l'importante è che venga rispettata la loro sede.

Ora dovrete infilare un tondino da 1 mm attraverso i quattro fori che a questo punto saranno tutti allineati, baderete che le quattro appendici siano perfettamente parallele anche dopo questa operazione e salderete il tondino in tutte e quattro le posizioni. Lasciate che il tondino sporga da ambedue le parti, quindi lo taglierete non a filo esterno, ma un po' più in fuori. Nella foto qui di seguito si può capire meglio.

Ora prenderemo le quattro boccole dei bissel dalle fusioni di ottone e le salderemo in posizione, se siamo bravi cercheremo di mettere la scritta OBB diritta. Fatto questo, saldiamo ogni piega fatta, anche le più lievi, per dare consistenza al nostro manufatto. Ora possiamo anche inserire i due assi e bloccarli dal di sotto con le piastrine più grandi visibili nella foto 94. Questo bissel come avete avuto modo di vedere ha anche una appendice centrale che è studiata per chi vorrà dotare i suoi bissel di una molla di richiamo verso il centro. Non è difficile realizzare queste cose con del filo di acciaio armonico da 0,4 mm, inoltre la stessa molla potrà anche dare una leggera pressione verso il basso in modo che il bissel sia più presente sul binario. Sul telaio grande della locomotiva e anche sulla piastrina fermaassi troverete due piccole staffe forate da piegare alle due estremità, staffe che sono funzionali proprio alla realizzazione di questi "accessori" che, grazie alla doppia ubicazione permetteranno i realizzare questa molla di richiamo in più maniere diverse, secondo la propria abitudine o concezione.

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Qui devo fare una precisazione. Chi prevedesse che questo modello debba affrontare curve di diametro inferiore al metro dovrà preoccuparsi di fare una modifica alle boccole del bissel posteriore. Le boccole del bissel posteriore oltre ad un certo raggio di curva vanno a toccare le scalette di accesso alla cabina, quindi è necessario accorciarle e, per ridare loro ancora l'aspetto originale, bisogna prelevare dalla lastra due riproduzioni delle teste e saldargliele in posizione; si otterrà così una maggiore escursione laterale del bissel posteriore. Una misura intelligente sarà anche quella di accompagnare questa modifica con una leggera piegatura delle scalette verso l'esterno.

Avevamo la macchina quasi finita dai due lati, avevamo il cassone anteriore, ora abbiamo sia i bissel che la scatola degli ingranaggi; siamo messi davvero bene, possiamo riassumere il nostro lavoro con la foto sottostante.

Ora, per completare le sovrastrutture, non ci resta che montare la grossa bombola dell'aria compressa sul praticabile sinistro. Questo è un lavoretto delicato in quanto dovremo montare le due testate in metallo fuso sul tubo tornito. Ho optato per questa soluzione poichè, se la bombola fosse stata in metallo pieno, sarebbe stato complicato per i più portarla alla temperatura adatta alla saldatura, mentre così, essendo essa vuota, tutti saranno in grado di saldarla senza grandi difficoltà sui suoi supporti. L'unico piccolo inconveniente sarà quello di far sparire le tracce della saldatura sulle due testate, in questi casi un tornio sarebbe il giusto attrezzo, ma per chi non lo possedesse sarà sufficiente anche un buon trapano. Cominciamo con il riunire i componenti di questa operazione. Li trovati tutti raffigurati nella foto seguente.

Ora salderemo a due a due i supporti per dare loro quell'aspetto solido che hanno sulla macchina vera. Poi salderemo le due testate della bombola usando abbondante stagno e, alla fine di questa operazione, con l'ausilio di un tornio, oppure più semplicemente con quello di un trapano che porti almeno punte da 8/9 mm, levigheremo le due testate arrotondandone un po' gli spigoli tra testata e bombola. Ecco i due momenti nelle due foto sottostanti.

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A questo punto saldiamo i due supporti raddoppiati sul praticabile e infine saldiamo la bombola appena ottenuta ai supporti. Puliremo la zona saldata con un piccolo raschietto e il risultato sarà questo.

Un altro grande passo verso la conclusione del nostro lavoro. Ora stacchiamo dalla lastra le otto rondelle che, saldate a gruppi di quattro, formeranno i supporti per i centri dei due bissel. Ecco le due foto. Io ne ho sempre usate quattro, ma io credo che anche tre vada bene, forse è anche meglio...

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Naturalmente ora i due nottolini così ottenuti dovranno essere saldati in corrispondenza dei due fori presenti sulla piastrina fermaassi per ottenere la base di fissaggio dei bissel.

Ora non resterà che filettare e avvitare i bissel in posizione e anche la piastrina fermaassi sarà così terminata. Un'altra cosa è andata a buon fine.

Ora dedichiamoci per un po' a "decorare" il nostro bel telaio. Per decorare, io intendo dire che dobbiamo completarlo con tutte quelle piccole cose che in qualche maniera lo abbelliscono e lo "vestono", in quanto ora è ancora "nudo". Non sono moltissime la cose che dovremo fare, ma sono significative nel far cambiare il suo aspetto. Stacchiamo dalla lastra quelle righe di rivetti che troviamo in basso della lastra in cui c'era il telaio e la cabina; esse vanno saldate lungo il bordo inferiore del telaio tra una sala e l'altra. Poi staccheremo le quattro leve del sistema di frenatura e infine stacchiamo anche le scalette.

Cominciamo con il saldare quegli "L" con i rivetti, badando che i rivetti rimangano verso l'alto.

Poi saldate dei chiodini da modellismo navale al centro della parte più grossa delle leve dei freni e infine saldatele in modo che il centro della parte sottile sia sotto al nottolino della pompa dei freni e il chiodino, rivolto all'interno, si appoggi al bordo inferiore del telaio. Naturalmente poi trancerete i chiodini a filo interno del telaio in modo da lasciare libero l'accesso alla piastrina fermaassi. Ecco il risultato finale in questa foto.

Ora ci occuperemo delle scalette che danno l'accesso alla cabina. Queste vanno semplicemente piegate e poi saldate per garantire loro la robustezza necessaria. Piegheremo innanzittutto le due aste verticali all'indietro e poi con una pinzetta a becchi sottili, ruoteremo di 90° i tre gradini in modo che la zigrinatura resti sul lato superiore. Immediatamente dopo queste due operazioni provvederemo a saldare dal di sotto le varie parti in modo da non rovinare l'aspetto estetico della vista da sopra e, infine, saldaremo le due scalette al proprio posto. Ecco le varie fasi dell'operazione.

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Adesso tocca ai respingenti, agli accoppiatori pneumatici e ai ganci. Li preleveremo dalle fusioni di ottone, puliremo loro i punti di inserimento nei panconi e li salderemo ognuno secondo la sua posizione. Potrete notare che io ho spostato le due aste mancorrenti dal cassone al telaio, semplicemente perchè mi ero scordato di aver spostato i loro punti di fissaggio dopo aver visto alcune foto molto dettagliate che mi sono state inviate. La corretta posizione delle aste è questa. Io non vernicerò questa macchina , la spazzolerò con una spazzolina di acciaio e la terrò così, ma voi che avete intenzione di verniciarla, fate attenzione a NON saldare gli accoppiatori curvi, quelli a "U", per intenderci, sia sotto che sopra perchè il cassone va verniciato in verde e il telaio in nero, quindi questa sarà una delle operazioni che dovrete fare solo alla fine dell'assemblaggio; li salderemo solo sotto, per il momento.

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Per ultimi mancano gli accoppiatori a 78 poli, due maschi e due femmine. Prendiamo anche questi dalle fusioni di ottone, prepariamoli portandoli a misura e saldiamoli in posizione, badando che la piccola staffa orizzontale del REC maschio arrivi esattamente al centro dell'asta verticale che le fa da supporto.

Ecco qui sotto le foto del lavoro finito. Ora è il caso di controllare se abbiamo messo ogni cosa al suo posto o se ci siamo dimenticati qualche particolare; io, per esempio non mi ero ricordato di montare i mancorrenti sotto ai respingenti, quelli che servono ai manovratori per agganciare e sganciare i carri e le loco. Ho voluto farli in filo di acciaio ramato solo per ricordarvi che, anche se nella lastra troverete tutti i mancorrenti che vi servono, nulla vi vieta di realizzarli in filo di ottone o di acciaio; questo sta alla vostra sensibilità.

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Io penso che dovremmo essere soddisfatti per il lavoro fatto finora; non ci manca molto per aver completato la nostra opera. Ormai ci manca solo il tetto, i pantografi, i mancorrenti della cabina, le cinque sale motrici con il biellismo e installare la scatola degli ingranaggi che però abbiamo già costruito.
Allora partiamo dal tetto della cabina che abbiamo già arcuato nella parte centrale e ora dobbiamo arrotondare le parti laterali affinchè copino esattamente il profilo della cabina. Procediamo sempre con il martello di gomma e agiremo su di una lastra arrotondata nello spigolo superiore. Di tanto in tanto proveremo se il profilo della cabina sia stato raggiunto e agiremo di conseguenza, arrotondando di più le curve ancora scarse o raddrizzando la lamiera nei punti troppo incurvati. Alla fine il risultato sarà questo.

Ricordo ai più precisi, o forse dovrei dire coraggiosi, che nella lastra, vicino alla lastrina della cabina, ci sono anche i gocciolatoi, con tanto di canalina per far scendere l'acqua. Chi volesse montarli, sarebbe bene che lo facesse adesso, con il tetto ancora libero, in mano. Gocciolatoi o no, ora salderemo il tetto in posizione. Controlliamo bene da tutte le parti e quando ci pare che sia correttamente posizionato, cominceremo con dei punti di saldatura dall'interno. Una volta che il tetto è stabile, un'altra controllata finale e poi la saldatura finale, sempre dal di dentro.

Eccolo saldato al suo posto; ora prendiamo dalle fusioni quelle destinate al tetto; sono quelle raffigurate qua sotto.

Mettiamole in ordine per prepararle alla saldatura e prendiamo anche le fotoincisioni relative al tetto.

Anche queste vanno preparate e bisogna controllare che, una volta inserite nei loro fori, esse risultino orizzontali, perfettamente parallele al terreno; le lunghezze degli appoggi sono dipendenti dalla curvatura che abbiamo dato al tetto, per cui, se ce ne sarà bisogno ritoccheremo. Alla fine del lavoro questo sarà il risultato; nella foto manca ancora la passerella destra, ma è quella dietro e comunque si vedrebbe poco.

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Bene, a questo punto possiamo soffermarci un momento ad osservare la nostra opera. Ogni tanto vale la pena di respirare e restare in ammirazione del gioiellino che stiamo costruendo.
Ecco qui sotto quattro viste del risultato ottenuto fino a questo momento, sono tutti pezzi solamente appoggiati gli uni sugli altri, ma direi che cominciano a gratificarci l'anima. E' proprio lei...

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Ora occupiamoci del resto del rodiggio, cioè delle altre cinque sale, quelle motrici. Il lavoro da fare è lo stesso identico che abbiamo già visto nel tutorial per la costruzione della E91.3 ( http://www.rotaie.it/New%20Pages/CostruzioneE_91_3Passo-Passo.html ) e potrei rimandarvi a quello, ma io sono di animo buono e allora continuiamo con la BBÖ 1082. Questa macchina è una macchina elettrica, non dovrebbe avere un rodiggio difficile da costruire, eppure le sue sale presentano la peculiarità degli eccentrici che portano i bottoni di biella, proprio come le locomotive a vapore. Non c'è niente da fare, ora dobbiamo proprio costruire questi eccentrici. E' solo un fastidio per la ripetitività del lavoro, ma non è per nulla difficile, però bisogna essere precisi. Cominceremo con lo staccare dalle due lastre venti eccentrici e dieci rondelle grandi con il foro da 2 mm.

Quindi salderemo due eccentrici e una rondella insieme, badando che i fori coincidano. Come ho detto è solo fastidio, ma dura poco, in un men che non si dica è tutto finito e ci troveremo un mucchietto di cose come queste.

Ora, dalla parte opposta a quella in cui abbiamo saldato la rondella grande, dobbiamo saldare due rondelle più piccole, meglio tre se siete in vena; se ne salderete tre darete ancora più respiro e libertà al biellismo che, in questo modo, non interferirà mai con i bilanceri delle balestre.

Alla fine otterremo all'incirca il risultato illustrato qui sotto.

Ora controlleremo di aver saldato tutti i fori in corrispondenza, al limite ripasseremo quelli centrali con una punta da 2 mm, meglio se avete una punta da 1,97 o 1,98, comunque è facile ridurre una punta da 2 a misure leggermente inferiori, un paio di colpetti di dischetto abrasivo e il gioco è fatto. Ripasseremo altresì quelli piccoli con una punta da 1,1 mm (max 1,2 mm). Una volta eseguito questo controllo, uno alla volta, prenderemo i nostri cinque assi e li metteremo nel mandrino del trapano a colonna per avere la certezza dell'ortogonalità, questo spero che tutti ce l'abbiate, e forzeremo l'asse dentro al foro centrale dell'eccentrico. Quando avremo inserito tutti e cinque gli assi nei cinque eccentrici, stando attenti che non si spostino (per questo è meglio che il foro sia scarso, per rendere l'inserimento forzato), li salderemo di testa. Per avere la certezza che siano rimasti ortogonali possiamo anche fare un foro da 2,1 in un pezzo di legno squadrato, profondo quel tanto che l'asse entri quasi del tutto, ma lasci fuori giusto la porzione di asse che viene occupata dall'eccentrico con la sua rondella inferiore. Qui nelle foto vi faccio vedere la costruzione di un paio di essi, uno con la ruota dentata e uno senza, gli altri saranno esattamente uguali ad uno o all'altro di questi due. Bene, ora foriamo gli eccentrici con la punta da 2 mm scarsi.

Cominciamo con posizionare cinque eccentrici in testa ai cinque assi esattamente ortogonali. Dopodichè, come già detto, saldiamo di testa i cinque eccentrici sui cinque assi. Questa fase sarà uguale sia per quelli con ruota dentata che senza.

Ora inseriamo le ruote e le due ruote dentate negli assi appena saldati. E' meglio se teniamo le parti in plastica un po' lontane da dove faremo poi la saldatura per evitare surriscaldamenti nocivi a questi delicati componenti.

Bene, ora, inseriamo anche l'eccentrico dall'altro lato dell'asse cercando di inserirlo già inquartato in avanti anche se ad occhio. Tra parentesi devo dire che le ruote delle locomotive sono inquartate in modo che l'eccentrico destro sia spostato in avanti di un quarto di giro, quindi anche noi seguiremo questa convenzione. Ricordiamoci anche di saldare con un grosso punto di stagno le alette dell'inquartatore in modo che, anche se noi agiremo con una certa forza, non abbia a rompersi (Vedi prima foto qua sotto). Ora, inserendo l'asse nelle sue cave dovremo fare in modo che un eccentrico appoggi sulla aletta di un lato e l'altro eccentrico appoggi sull'altra aletta. Se i due assi saranno bene dentro al loro alloggiamento, ben aderenti, e i due eccentrici saranno ben appoggiati alle due alette, l'asse sarà perfettamente inquartato e si potrà provvedere alla saldatura del secondo eccentrico. Io consiglio di saldarlo direttamente sull'inquartatore in quanto questo contribuisce ad assorbire il calore della saldatura e aiuta le parti in plastica a non soffrire troppo. Saldarlo direttamente sull'inquartatore, inoltre, permette di verificare in tempo reale che l'eccentrico non si sposti e che rimanga ortogonale all'asse stesso.

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Come ben capite, sono tante parole per spiegare una cosa che in se' è molto semplice; con una mano si tiene in posizione l'asse inserito nell'inquartatore e con l'altra si salda di testa l'altro eccentrico. Niente di più di questo. Continuiamo, ora che abbiamo saldato anche l'altro eccentrico possiamo mettere in ordine lo scartamento e mettere al suo posto anche l'ingranaggio per i due assi che ne sono provvisti. Per fare questo useremo la dima che è disponibile sullo stesso inquartatore. Nelle lastre, comunque trovate anche altri due strumenti per mettere in ordine il rodiggio (seconda foto) che a questo punto, forse, occupano spazio inutilmente. Quando avete portato al corretto scartamento le ruote, ricordatevi anche di mettere il contrappeso in posizione contraria all'eccentrico come vedete nella terza delle tre foto qui sotto. Per quel che riguarda il foro filettato della ruota non preoccupatevi perchè, con il biellismo montato, praticamente non si vede; se qualcuno molto pignolo volesse mascherarlo maggiormente, basterà un po' di vernice rossa per far sparire anche questo tormento.

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Direi che a questo punto è ora di pensare al biellismo; qualcuno lo potrà temere, ma non dovete temere, ho fatto in modo che sia solo un lavoretto come un altro. Niente di difficile, solo un po' di pazienza per la ripetitività del lavoro, come ci è già capitato altre volte.
Infatti il vero biellismo, quello della vera macchina, ha uno discreto spessore e riprodurlo con un solo spessore di alpacca, secondo me, non era congruo, quindi ho deciso di raddoppiare
lo spessore delle bielle per renderle più simili a quelle originali. Dovremo quindi prendere due fotoincisioni per ogni sezione delle bielle e saldarle insieme. Per non fare confusione su quale vada sopra a quale altra, io vi consiglio di staccarne due alla volta finchè non avete finito, nella lastra voi le trovate tutte in ordine di posizione. Comunque il complessivo dei componenti delle bielle è quello che vedete qua sotto.

Come vi ho già detto le bielle sono da saldare a due a due e hanno un ordine ben preciso; è facile ricostruirlo anche per chi non le ha mai viste prima, ma è meglio staccarne due alla volta e saldarle subito insieme. Poi, una volta saldate, le disporremo su di un foglio di carta con scritto il loro ordine in modo che sia impossibile sbagliarsi. Ecco qui sotto la fase 2, cioè la saldatura.

Per passare alla fase 3, cioè alla pulizia dallo stagno eventualmente in eccesso e alla loro lucidatura.

Ed infine c'è il montaggio sulla loco. Se avremo inquartato bene gli eccentrici non troveremo alcuna sorpresa e la locomotiva girerà liscia come l'olio; diversamente se qualche inquartatura non sarà perfetta noteremo degli impuntamenti che dovremo scovare ed eliminare. Comunque ecco qui il lavoro delle bielle concluso.

La nostra locomotiva ora poggia sulle sue ruote, ha addirittura il biellismo funzionante, il mantello è praticamente terminato, mancano solo i mancorrenti della cabina, i pantografi e l'istallazione del motore con le sue prese di corrente.
In questa fase ora possiamo quindi montare i cavi elettrici sopra il tetto e anche le barre trasversali di supporto per i pantografi. Qui sotto trovate la foto di questi due lavori appena eseguiti che vi potranno servire da traccia per la corretta esecuzione di questo delicato lavoro.

Cominciamo adesso a pensare ai pantografi staccando tutti i particolari che riguardano la costruzione di questi importanti accessori.

Pieghiamo tutto quello che c'è da piegare, seguendo passo-passo le istruzioni allegate al kit relative all'assemblaggio dei pantografi, poi saldiamo per sicurezza le alette di supporto dei perni del quadrilatero di base, queste saldature non sono necessarie, ma è meglio se le farete. Se salderete queste alette, vi suggerisco di usare pochissimo stagno e di stare con la punta del saldatore in corrispondenza della piega in modo da non "sporcare" di stagno il foro in cui poi dovrà passare il perno del quadrilatero inferiore. Le code superiori del quadrilatero superiore, quelle che portano l'occhiello in cui va infilato lo strisciante, e le finte molle di richiamo, vanno ruotate ambedue di 90° rispetto al resto del quadrilatero. In questa operazione dovete fare attenzione che la riproduzione delle molle rimanga verso l'esterno. Il risultato di queste operazioni è riprodotto nelle foto seguenti in cui si vede l'operazione da due punti di vista per maggiore chiarezza.

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Bene, ora non ci resta che montare le varie cose insieme per ottenere i nostri due pantografi. Se troverete una interferenza nel montare le due "U" che chiudono inferiormente i quadrilateri, ebbene, dovrete tranciare con un tronchesino l'angolino in basso del supporto del perno del quadrilatero inferiore che io non ho eliminato in sede di disegno... succede... Un'altra operazione da fare è quella di piegare gli uncini che trattengono le molle un po' verso l'interno, in modo da far lavorare le molle in libertà. Ecco qui sotto i pantografi montati.

Occupiamoci ora dei mancorrenti. Nelle lastre troverete i supporti per essi realizzati in fotoincisione. Usando questi il risultato sarà onorevole e, specialmente dopo aver verniciato la macchina, non si noterà assolutamente nulla di particolare, ma, sapendo che molti preferiscono quelli realizzati in fusione, vi propongo in questa pagina anche l'alternativa; Ecco nelle due foto che seguono le due soluzioni, quelli presenti nella lastra e quelli che potreste acquistare da Weinert che ho fotografato nella loro bustina così avrete anche il loro codice.

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A voi ne servono 21, ma fate attenzione perchè nella confezione di Weinert ne troverete 22, ma non sono tutti uguali. Ne avete 10 della lunghezza giusta e altri più corti, quindi vi serviranno almeno due confezioni (meglio tre) per rispondere alle vostre necessità. La qualità di questi supporti per mancorrenti non è eccelsa come le altre cose di Weinert, comunque fanno la loro figura. Sia usando gli uni o gli altri, io vi consiglio di saldare quei tre che vedete cerchiati in rosso nella foto sottostante, dopodichè io vi consiglio di infilare il filo di ottone e di piegarlo secondo la necessità. A questo punto potrete saldare anche gli altri tre. Lasciate pure che sporga un po' da ambo i lati e provvederete a tagliarlo a misura al momento opportuno. Fate anche attenzione perchè la parte con le griglie è più sporgente della parete laterale della cabina di guida, quindi dovrete anche eseguire una doppia piegatura ad "esse" nel punto di raccordo tra queste due parti. Una pinzetta della giusta larghezza potrà fare questa operazione in un colpo solo.

Comunque ecco qua sotto il lavoro eseguito con i supporti di Weinert visto dai due lati...

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Dobbiamo montare ancora due particolari molto importanti perchè caratterizzano molto questa macchina, uno in particolare la rende unica, mi riferisco alle reti di salvaguardia che si trovano ai lati del pantografo anteriore e poi anche alla griglia da porre dentro alla sua custodia solo dopo aver verniciato il modello. Questi due particolari risaltano molto, la griglia perchè va lasciata lucida e quindi si nota molto sulla caldaia verde pino e le reti di protezione, che vanno verniciate in nero, perchè "riempiono" molto la parte anteriore di questa locomotiva. Questi particolari sono rappresentati nelle due foto seguenti.

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Come vedete dalle foto, alle griglie bisogna piegare leggermente la parte più esterna in modo che, una volta montate, queste appendici risultino orizzontali. Questa cosa la vedrete meglio nelle foto seguenti, e le due grigliette che vanno arrotondate con lo stesso diametro della caldaia, in quanto poi vanno incollate su di essa entro le apposite nicchie che sono presenti ai due lati della caldaia, all'incirca a metà; anche questo si noterà meglio nelle foto sottostanti.

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Ora pensiamo al motore. Io, nei miei modelli in H0 uso normalmente tre tipi di motori e ve li riporto nella foto che trovate qui sotto.

Potete stare tranquilli perchè questi sono i motori che vengono usati dalle grandi Marche del fermodellismo, per esempio Rivarossi, Lima, Trix e altre, inoltre potete trovarli in vendita presso Motraxx o ... , sono motori dai magneti molto potenti, con doppio albero di uscita, in genere a 5 poli che garantiscono una grande coppia motrice e pochi giri a minuto, l'ideale per il fermodellismo. Molti fermodellisti, normalmente quelli che amano leggere solo le specifiche tecniche, ma che non capiscono niente di fermodellismo, pontificano che se un modello non ha un Faulhaber non è un modello di prestigio... Lasciate perdere, ve l'ho appena detto, loro non capiscono nulla di fermodellismo, appartengono alla categoria di quelli che parlano tanto ma non sanno stringere una vite, forse un tempo non c'era molta scelta e tutti noi se non cadevamo sui motori dell'azienda svizzera avevamo come unica opzione i Canon giapponesi, ma ora non è più così, proprio come anche le locomotive vere non hanno più il limite dei motori enormi che arrivavano oltre il tetto e le bielle. Non sanno che portare un modello a fare 50 o 60 km/h in scala è difficile e, soprattutto con motori che girano velocemente, bisogna demoltiplicare molto; loro parlano solamente, ma non sanno che per ottenere questo, anche in scala H0, con gli spazi che abbiamo a disposizione bisogna scendere di modulo per avere più denti negli ingranaggi; ma scendere di modulo vuol anche dire che devi usare denti degli ingranaggi di modulo 0,3 che offrono una robustezza decisamente minore degli ingranaggi a modulo 0,4/0,5 che invece è possibile usare con motori che girano più lentamente ma che assicurano grandi momenti torcenti. Poi oggi con i decoders possiamo far fare alle locomotive quello che vogliamo...

Per questo tutorial ho deciso di utilizzare il motore a sinistra nella foto qui sopra; è un buon cinque poli della Motraxx che non mi ha mai tradito; in molte scatole ho inserito quello visibile al centro della foto, ma il risultato non cambia, i due motori si equivalgono. Dopo questo preambolo stacchiamo dalle lastre i due supporti per il motore e prendiamo anche la vite senza fine e la massa rotante. Montiamo queste due ultime sul motore e saldiamo i supporti del motore al telaio. In questa operazione prestiamo attenzione che la staffa posteriore sia saldata dal verso giusto e che le prese di corrente del motore risultino libere. Io non ho trovato delle viti da 2 mm più corte di quelle che trovate nel Kit; non sono lunghe abbastanza per fare dei danni all'avvolgimento, ho provato su più motori, ma per precauzione io preferisco interporre una o anche due rondelle con il foro da 2 mm che ho appositamente inserito tra le varie cose nelle lastre. Vedete la foto del lavoro completato e anche l'inserimento delle rondelle nelle foto qui sotto.

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Cari amici, a parte la colorazione della locomotiva, siamo giunti quasi alla fine del lavoro, ma cosa dico del lavoro, dovrei dire del divertimento... ci mancano solo le prese di corrente!
Quindi cominciamo col tagliare una strisciolina di basetta ramata per elettronica larga 7 mm e lunga almeno 60 mm in modo da poterne ricavare almeno quattro spezzoni lunghi circa un centimetro.
Taglieremo anche quattro spezzoni di filo di bronzo da 0,2 mm da quello che trovate nella confezione. Questi quattro spezzoni di filo devono essere conformati in modo che ognuno di essi vada a strisciare su due ruote. Io scelgo sempre di fare queste prese di corrente abbastanza flessibili per fare in modo che la pressione esercitata dalle prese di corrente stesse sulle ruote non sia eccessiva. Qui sotto vedete la progressione del lavoro, barretta intera, spezzoni di barretta e filo già tagliato e sagomato al centro ed infine l'insieme di queste cose già con il filo elettrico che porterà la corrente al motore, saldato alla basetta ramata. Non badate se nelle foto ce n'è qualcuna in più, io faccio sempre così per averne sempre di pronte in caso di bisogno; a voi ne sono sufficienti quattro.

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Una volta che abbiamo fatto questo, dobbiamo preparare le prese di corrente in modo che stiano sempre al loro posto e non abbiano la possibilità di saltare fuori dal cerchio della ruota. Ottenere questa cosa non è difficile e si ottiene con due operazioni successive; dapprima dobbiamo piegare ad "U" i terminali del filo di contatto, la seconda operazione consiste nel piegare a 90° questi "U" che abbiamo appena piegato. Questi "U" rovesciati si agganceranno stabilmente al bordino delle ruote permettendo alle prese di corrente di fare per sempre il loro lavoro senza dare mai problemi. Nelle foto seguenti è evidente la sequenza delle due operazioni.

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Uno schema può rendere più comprensibile la disposizione dei fili di contatto di cui ho parlato poco sopra...

Ovviamente in questo schema sono esagerati i valori in altezza, ma era necessario fare questo per non confondere i segni che identificano le varie prese di corrente, che, nella realtà, si trovano ad essere tutte quasi su di una linea orizzontale. Io, come vedete, ho reso sensibili solo quattro delle cinque ruote, perchè ho visto che nella pratica questo è più che sufficiente a dare una marcia regolare alla nostra locomotiva, ma nulla vieta di collegare con un filo di presa di corrente anche il quinto asse, che qui io ho trascurato di collegare. Come si vede dallo schema, dalle due piastrine per lato i conduttori portano la corrente al motore; nel collegare il motore ricordarsi sempre che le norme NEM prevedono che, con la rotaia destra positiva, la locomotiva deve marciare a marcia avanti. Per rendere semplice questa cosa e non dover essere costretti a dissaldare i due conduttori in caso di polarità invertita, io normalmente metto una piccola presa a due poli da elettronica a fianco del motore e faccio confluire i due conduttori del lato destro e sinistro della locomotiva su una spina bipolare corrispondente alla presa. In questo modo è facile invertire la polarità semplicemente girando di 180° la spina. Ecco qui l'esempio.

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Bene, ora non ci resta che incollare le nostre quattro basette ramate con le prese di corrente al di sotto del praticabile in modo che siano quanto più possibile in linea con le ruote di riferimento.

Ora portiamo tutti i conduttori dalle piastrine ramate alla zona in cui si trova la nostra presa femmina e saldiamo a due a due i conduttori del lato destro e quelli del lato sinistro ai due poli del connettore maschio. Fatto questo inseriamo la spina nella presa e abbiamo terminato anche questa ultima operazione. Si tratterà solo di vedere da che parte va la loco quando le diamo corrente e, se va nel verso sbagliato, ruotare di 180° la spina che abbiamo appena completato.

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E' stata una lunga storia la nostra, ma lo sapete che abbiamo finito? Si, abbiamo proprio terminato, incredibile, vero? Ora sarà sufficiente rimontare la nostra 1082 e farla scorrazzare sui binari per godercela sul il plastico. Questa volta ho fatto un tutorial più dettagliato del solito, ma questa macchina mi piace moltissimo e desideravo che tutti quelli che si accingeranno a montarla avessero le migliori istruzioni che fosse possibile.

Un caro saluto a tutti quelli che sono arrivati a leggere fino a qui, per aver letto tutto fino alla fine, sicuramente dovete avere una grande passione per le costruzioni anche voi, almeno quanto me!
Con l'auguro di ottime costruzioni fermodellistiche, vi do appuntamento ai prossimi tutorials.

Giorgio Donzello